Promesse

di ChaosAndHarmony
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Giugno 1981

Un altro breve schizzo ed ecco che un altro sasso era caduto pesantemente nell'acqua del mare.
Paul si trovava seduto un po' scomodo su quelle pietre a tirare sassolini in acqua,ed era una delle attività di gran lunga più rilassanti che gli potesse venire in mente in quel momento. La sua mano sicura ne afferró un ennesimo  che fece la stessa fine degli altri,sul fondo di quel mare,disperso.
Silenzio.
 Era tardi,non c'era un'anima viva a quell'ora di sera in spiaggia.

Un altro tonfo.
Ad ogni sassolino,pensó Paul,ne seguiva un altro e ogni loro percorso,dalla mano al contatto con l'acqua,durava pochissimo,neanche un secondo.
Proprio come succedeva al passare degli anni,continuó a pensare: quelli già vissuti infatti gli potevano passare davanti agli occhi in meno di una manciata di secondi portando con sè una marea di ricordi.
Erano volati,come si suol dire.

Un sassolino,un anno. "Splash":era già passato.
Due sassolini,due anni.
Cinque sassolini,cinque anni. E così via.

Quindici sassolini.
"Piacere,John"
"Piacere,Paul"
"Mi hanno detto che vuoi far parte della band. Bhe,dimostrami che sei in gamba anche se hai solo quindici anni."


Venti sassolini.
"Siamo sull'onda del successo,e chi ci ferma più?"
"Nessuno,John!"


Ventiquattro sassolini.
"Questo album è un capolavoro,cazzo. Ed è per la maggior parte merito mio."
"Aah,ma per favore stai zitto,Paul!"


Ventisette sassolini.
"Dov'è finito quel John che conoscevo,eh? Spiegami perchè non ti interessa più tenere in piedi questo dannato gruppo!"
"È finita Paul,perchè non lo accetti e basta?"


Ventinove sassolini.
"Come fai a dormire,Paul?"


Trentotto sassolini.
"Pronto,signor McCartney?"
"Sì?"
"Mi dispiace..."
"Che è successo?"
"Ecco...John non c'è più."


La mano di Paul non riuscì più a tirare sassolini perchè ora l'uomo usava tutte le sue forze per trattenere le lacrime.
Al rumore tranquillo del mare si sovrappose improvvisamente quello di passi che si avvicinavano e che spostavano i sassi. Li avrebbe riconosciuti fra mille.
"Papà!" urló di gioia la piccola Mary.
Le braccia di Linda strinsero dalle spalle il collo di Paul,che stava ancora lì,seduto.
Ormai si era fatto buio.
"Andiamo a casa,amore"

Paul si liberó della stretta e avvicinó Linda a sè appoggiando la testa di lei sul suo petto.
"Promettimi prima che tu non mi lascerai mai."
"Certo,Paul,non ti potrei lasciare." rispose ingenuamente Linda,che non poteva minimamente immaginare a cosa si riferisse Paul.
I loro occhi si incrociarono,Paul posó delicatamente le sue labbra sulle sue che strapparono un veloce bacio.
Mary infatti scalpitava. Paul le prese la mano e sorrise,senza neanche lontanamente immaginare che Linda non avrebbe mantenuto,suo malgrado, la promessa.

Mai un'anima è tanto tormentata quanto quella di colui che si ritiene un sopravvissuto. 




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