1.
Temperance Brennan era una scrittrice e questo all'Istituto
Jeffersonian lo sapevano tutti.
La dottoressa scriveva romanzi thriller, racconti di
spionaggio e perché no, romanzi polizieschi; protagonisti indiscussi erano
l'enigmatica Kathy Reichs, antropologa forense e il bello Andy Lister, agente
speciale dell'FBI.
Ciò che tutti però non sapevano era che la Dottoressa
Brennan era anche una scrittrice rinomata e molto conosciuta di fanfiction.
Domanda da un milione di dollari: cosa sono le fanfiction?
Temperance direbbe che sono un bisogno giustificato dell'essere umano per
sfogarsi. Si, un po' come prendere un guantone e cazzottare un sacco da boxe.
Ed è proprio questo il motivo per cui la dottoressa ha
iniziato a scriverle.
Ma forse, è meglio raccontare dal principio.
*****
La tensione sessuale fra lei e l'agente speciale Seeley
Booth si poteva tagliare con un coltello e, se poteva sentirla anche lei,
voleva dire che era davvero forte.
Ovviamente non avrebbe fatto nulla per attenuarla,
Temperance era molto brava a non far trasparire quello che provava.
Booth ovviamente no.
Adesso erano a casa sua che sfogliavano il fascicolo
dell'ultimo caso a cui avevano lavorato,
lo scheletro di un bambino era stato trovato dentro una macchina
abbandonata.
Seeley era sdraiato sul divano con un braccio dietro la
testa appoggiata sul cuscino, con se aveva metà del fascicolo, la parte che
riguardava le indagini condotte da lui e la sua squadra dell'FBI.
Temperance era seduta sul pavimento con la schiena
appoggiata al divano e l'altra metà del fascicolo fra le mani, quella
riguardante le indagini svolte da lei e dal team del Jeffersonian.
O come Booth preferiva chiamarli, gli Squint.
-
Bones fammi un favore, passami quella bottiglia
d'acqua che c'è sul tavolo -
Temperance si sporse e prese la bottiglia dal tavolino
davanti a se, alzò il braccio e senza guardare lasciò la bottiglia sperando che
Booth la prendesse.
-
Bones!!!! -
La bottiglia finì a terra e Booth si alzò di scatto dal
divano.
-
Ma porca Eva Bones! Guarda quello che fai la
prossima volta.. . Devo andare a cambiarmi adesso. -
-
A cambiarti? Come … -
Non finì la frase. Booth era in piedi davanti a lei
completamente fradicio.
-
Non osare ridere Bones, è colpa tua! -
-
Ma io non sto ridendo.. -
Booth la osservò meglio, Temperance si stava sforzando
tantissimo per far si che i lati della sua bocca restassero giù.
-
Si si, non stai ridendo.. -
-
Scusami tanto Booth, pensavo che tu l'avessi
presa.. -
-
Nessun problema Bones, la prossima volta però
invece di lasciare la bottiglia dove ti capita magari girati e guarda. Adesso vado a cambiarmi poi dopo
sistemerò questo casino. -
Indicò l'acqua in terra e i vetri sparsi per mezzo salotto
poi si levò la maglietta e la strizzò, un bel po' d'acqua si unì a quella già
presente sul pavimento.
Temperance lo guardò.
Booth era davvero ben fatto, le spalle erano proporzionate e
si vedeva che aveva ancora addosso i segni dell'addestramento militare.
Gli addominali non erano scolpiti ma comunque rimanevano ben
definiti segno che Seeley si teneva in forma.
Indossava un paio di jeans scoloriti e non troppo stretti,
era scalzo tranne che per i suoi soliti calzini multicolor.
Temperance non si accorse che lo stava praticamente
squadrando da capo a piedi.
Booth d'altro canto se n'era accorto e sogghignava, Bones lo
stava praticamente spogliando con gli occhi.
-
Bones hai finito di farmi la radiografia? - le
chiese divertito.
Temperance si riscosse.
-
Radiografia? Non vedo nulla di rotto! Devi
andare in ospedale?-
Booth rise. Ahh, sempre la solita Bones!
-
Lascia stare è un modo di dire, vado a cambiarmi
e torno. Almeno che tu non voglia che resti senza maglietta si intende - .
Le sorrise malizioso.
-
No Booth vatti a cambiare, prenderai freddo
sennò -.
Lui annuì e si chiuse in camera.
La Dottoressa sospirò e si alzò da terra. Controllò se
addosso non aveva pezzi di vetro e, guardando dove metteva i piedi si diresse
in cucina.
Booth teneva scopa e cassetta accanto al frigorifero
appoggiate al muro, le prese e ritornò in salotto, piano piano raccolse i vetri
e sentì la porta di camera aprirsi.
“Oddio speriamo si sia messo una maglietta addosso”,
pensò mentre si voltava verso Booth.
Seeley si era cambiato e aveva addosso una maglietta dei
Flyers, la sua squadra preferita di hockey e un paio di pantaloncini corti, che
sembravano del pigiama. Era senza calzini.
-
Ho raccolto un po' di vetri Booth, ma per le
schegge dovrai passarci con un aspirapolvere - .
Booth non rispose e si avvicinò a lei.
-
C-cosa stai facendo? -
A meno di dieci centimetri di distanza dal suo corpo si
fermò e tese la mano, a prendere la scopa che lei teneva con la mano destra.
Le mani si sfiorarono e Temperance di istinto chiuse gli
occhi.
Non poteva, non voleva far vedere a Booth quanto quel
piccolo contatto aveva effetto su di lei.
Sentì Booth levarle gentilmente la scopa dalla mano, riaprì
gli occhi.
-
Grazie Bones ma non dovevi – le bisbigliò
all'orecchio, le labbra che quasi lo sfioravano.
Temperance non ebbe il coraggio di rispondere e si limitò ad
annuire.
Gli occhi di Booth si spostarono dal suo viso alla sua
bocca.
“oddio come sarebbe bello baciarla” pensò.
“cambierebbe tutto fra di noi, ma sarebbe così
dannatamente giusto..”
Le sue labbra si stavano avvicinando a quelle di Temperance,
mancavano solo pochi centimetri.
Temperance chiusi gli occhi.
“ci stiamo per baciare, ci stiamo davvero per baciare”.
Poi un rumore in lontananza. Un telefono.
Booth si riscosse e corse a rispondere mentre Temperance
buttava fuori l'aria che non si era accorta di aver trattenuto.
Si sedette sul divano e, senza volerlo, ascoltò la
conversazione di Seeley al telefono.
-
Tranquilla Rebecca, a che ora passo a prenderlo?
.. Perfetto, fai le condoglianze a Bret da parte mia. A domani, notte. -
-
Problemi con Parker? - chiese Bones.
-
Uhm? No no, nessun problema. Capitan Fantastic
deve tornare dai suoi in Oklahoma. A quanto pare una parente è deceduta.
Rebecca va con lui e mi ha chiesto di tenere Parker. -
Temperance sorrise al nomignolo che Booth aveva dato al
nuovo fidanzato di Rebecca.
-
Allora domani starai con lui? -
Booth la guardò per la prima volta dopo quel 'quasi' bacio
di prima.
Nel suo tono scorse un briciolo di, cos'era... gelosia
forse?
Sorrise e Temperance rispose con un sorriso dei suoi.
-
Si Bones, starò con lui. -
-
Bene sono contenta. So quanto Parker è
importante per te e quanto tieni a stare in sua compagnia. - disse mentre si
alzava per prendere la borsa dal tavolo.
-
Già, d'altra parte è mio figlio. Che fai Bones,
te ne vai? Ma sono solo.. - guardò l'orologio.
-
.. le 22! dai rimani ancora un po'. -
Temperance lo osservò mentre metteva quel broncio che tanto
le piaceva.
-
No Booth stasera non mi incanti! La scorsa
settimana a causa di quel tuo broncio sono rimasta qua fino alle 1 di notte e
non abbiamo concluso nulla. Sono stanca e voglio andare a letto. -
Booth fece uno strano sorrisino e si avvicinò
pericolosamente a Temperance.
-
In che senso non abbiamo concluso nulla? -
Temperance avvampò.
-
N-non in.. oh dai Booth! Nel senso del lavoro,
del caso.. ricordi? -
Booth ricordava molto bene, si divertiva solamente a
metterla a disagio. Le piaceva quando la stoica dottoressa Brennan, signora
delle ossa, non era più così rigida e controllata. Le piaceva mandarla in
confusione.
-
Si Bones, mi ricordo. -
Le sfiorò una ciocca di capelli con un dito per poi
stringerla con la mano.
-
Buonanotte Bones. Ci vediamo domani. - le diede
un leggero bacio sulla guancia e si allontanò.
-
Buonanotte Booth, a dom... Come sarebbe a dire a
domani? E Parker? -
Booth le aprì la porta di casa.
-
Bones, conoscendo mio figlio vorrà di sicuro
vederti. Quindi, a domani! -
-
Ah, mmm ok allora. A domani. -
-
Ciao Boooones! - la guardò scendere le scale e,
appena sentì chiudersi il portone di ingresso, chiuse la porta.
“oh si, domani sarà di sicuro una grandissima giornata.”