ATTENZIONE!
Se non conosci il canone -non ti vuoi
spoilerare niente
su quello che potrebbe succedere nella seconda
serie, non
leggere-
Si ringrazia -mmm...forse era meglio dire venera- la cara Jillien per il
lavoro di betaggio e consulenza.
Il mondo morde forte con coloro
che hanno la presunzione
di averlo in pugno.
Talvolta gioca sporco. Ti
da tutto, togliendotelo poi poco a poco, lacerando anche l'anima
più
fredda.
Fissava quel messaggio in
attesa di essere inviato con la consapevolezza di un condannato a
morte. Ciò
che era.
Non rimpiangeva la sua scelta, poteva riconoscere solo quello come
epilogo della sua carriera, della sua vita, che in fondo erano la
stessa cosa.
Eppure rimaneva salda la
consapevolezza che a lui, a
lui
doveva una spiegazione. A
lui,
doveva un ultimo saluto.
Forse avrebbe dovuto
capirlo. Il matrimonio era la prima stella nera in una costellazione
che non conosceva. Ah,
già. Il matrimonio.
Probabilmente doveva inserire anche i suoi saluti alla signora
Watson. Pip, bip
pip.
Il solo ricordo della
coppia fece comparire un ghigno sul suo bel viso.
Pensava che non lo avrebbe
mai perso. Che sarebbe stato in eterno proprietà di Sherlock
Holmes.
Mancava poco, e allora
anche quel segno di appartenenza che aveva lasciato sul dottore,
malgrado la fede al dito, se ne sarebbe andato.
Lasciava un teschio, metà
dell'affitto e una testa chiusa nel frigorifero.
Avesse potuto esprimere un
ultimo desiderio, avrebbe scelto la sua poltrona in eco-pelle stanca,
proprio di fronte a quella rossa, lacerata sui braccioli, dove si
sedeva abitualmente John, troppo esausto per arrivare al divano,
appena due metri più là. Adesso sapeva che
qualcosa gli sarebbe
mancato; in modo inconscio, ovviamente, lui non vedeva che la morte
come la cessazione delle funzioni biologiche -nessun paradiso.
Probabilmente era questa
la trappola subdola che la vita gli aveva teso. Andarsene senza
qualcuno da lasciare indietro, senza la nostalgia di qualcosa; non
sarebbe stato divertente.
Non sarebbe valsa la pena morire.
Devo sistemare
quest'ultima faccenda a modo mio. Sapevo che era una trappola, ma
è
giusto così. Porta l'hard disk azzurro alla polizia, e
salutami la
signora Watson. Tuo SH
pip. INVIA.
“Sherlock, non
abbiamo tutto il giorno”
Fottuto bastardo. Gli
avrebbe fatto pagare, in un modo o nell'altro, tutta la sofferenza
che stava per causare a John, dopo averlo quasi ucciso già
una
volta.
Ma in fondo aveva finito.
Poteva andare. Non doveva aggiungere altro. Il superfluo non faceva
parte della sua natura. E lui,
lui in fondo sapeva già tutto.
Trovarono
segni di lotta, ma non i corpi.
Un
calderone di acque turbinose e spuma sibilante.
Un
calderone di acque turbinose e spuma sibilante.
S
H
consultive
detective
1979 – 2011
Visto
che Roxe ci ha attaccato a tutte la mania delle note, ecco le mie
-che in confronto sono telegrafiche-
1]
Adoro questa serie anche per l'utilizzo così sveglio
delle
nuove tecnologie. Di certo una lettera, come da canone, sarebbe stata
più romantica, ma di certa meno consona a questo Sherlock.
Vado
contro il mio animo ottocentesco, ma non me ne pento. E' proprio a
causa di questo mezzo che non mi sono persa nella prolissità
originale, e ho strizzato il tutto in tre righe scarse.
2]
Il
riferimento alle poltrone è
in realtà un chiaro saltot emporale, fino a L'avventura
della casa vuota, dove,
in uno dei miei brani preferiti, Holmes ammette che l'unica cosa che
gli è mancata al suo ritorno è stato sedersi
accanto al suo vecchio
amico, proprio in Baker Streeet. Il mio voleva essere un omaggio.
3]
Tanto per chiarire, l'unica voce
è quella di Jim.
4]
La frase finale è presa pari pari dal testo, mentre
l'iscrizione è
quella presente sulla tomba di Sherlock. Volevo scrivere un
epitaffio, poi ho capito che la schietta verità era la
più giusta.
La data di nascita è quella dell'attore.
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