ghghgh
Hulalà
ù_ù
Schifezza a livelli deprimenti.
Ma solitamente siete abituate a tutto ciò, quindi beh,
niente.
Anche se una schifezza e non è fluff è tutta per
la mia stalker. {Non fare troppi salti di gioia eh}
Quindi niente ù_ù Leggete e siate felici
<3
Didn’t
you read the tale
Where
happily ever after was to kiss a frog?
Non
amava particolarmente le favole, lui, aveva l'aspetto di un bambino e
si comportava come un bambino, un tenero bambino dai capelli ricci e
folti e lo sguardo labile, ma non lo era mai stato. Non che avesse
avuto un'infanzia infelice o piena di traumi, come forse era stato per
Ryan o per Brendon, lui era semplicemente sempre stato adulto, aveva
sempre avuto la voglia di vestirsi da adulto e non credeva nella
bellezza delle favole, le trovava un ammasso di bugie e di credenze,
false credenze per giunta. Ma quando si convive per la maggior parte
dell'anno con un ragazzino come Brendon si deve mettere in conto che le
cassette della Disney siano all'ordine del giorno, soprattutto del
mercoledì sera. Era una specie di rito strano quello di
mettersi di fronte alla piccola tv al plasma che avevano nel bus e di
guardare una cassetta - non un dvd, ma una cassetta d'annata con tanto
di sbalzi di voce e pezzi mancanti- in mezzo a tante cose schifose come
le caramelle a forma d'orsacchiotto, un paio di sigarette e tante
bottiglie d'alcolici. Era una contraddizione di fondo quella serata,
c'erano cose da bambini - come le caramelle e le cassette- e cose da
adulti, come a rimarcare il fatto che fossero impantanati in quella via
di mezzo che non li portava ad essere ne bambini ne adulti. Non erano
cresciuti, ma neanche rimasti all'infanzia.
«
Che vorresti vedere stasera? » aveva chiesto Spencer mentre
trafficava con alcuni spartiti.
«
Non lo so, non conosco molto le cassette della Disney. Tranne quelle
due che abbiamo visto. » aveva commentato togliendosi la
maglietta per via del caldo soffocante che c'era in quel piccolo bus,
l'aria condizionata era morta e Zach oltre a fare la guardia del corpo
non sapeva dove mettere le mani per aggiustarla.
Sentiva lo sguardo di Spencer su di sé, ma sicuramente era
solo la sua mente che giocava brutti scherzi. Se ne era andato verso le
cuccette, sognando una doccia o un qualcosa che lo rinfrescasse.
Lasciando dietro alle sue spalle quel ragazzetto dagli occhi chiari che
fissava il vuoto con aria sognante. Ma anche quello era frutto della
sua mente.
Si era addormentato come un sasso, forse per via degli orari piccoli
che avevano fatto la sera precedente o forse era l'unica maniera per
combattere quel caldo asfissiante. Era stato svegliato dalla voce
eccitata di Brendon che a pochi passi dal suo viso gli chiedeva di
svegliarsi perché era giunto il momento di guardare quella
stupida cassetta.
«
Bden, io ho sonno. » aveva commentato con la voce impastata e
gli occhi ancora chiusi.
«
Ma Ian, c'è la Bella e la Bestia. » aveva
commentato eccitato e deluso nello stesso momento «
è un tradizione. Ryro lo faceva sempre.. »
Era quello il momento in cui odiava aver preso il suo posto, non
letteralmente visto che nei cuori delle fan c'era ancora il viso
truccato e femminile di Ryan, ma si sentiva sempre infieriore, quasi
che nessuno lo calcolasse per quello che era ma un semplice sostituto
di Ross.
«
Io non sono Ryan. »
aveva commentato alzandosi di scatto e rischiando di fare un frontale
con il viso del cantante.
«
Lo so. »
«
Non voglio comportarmi come Ryan. »
«
Lo so. »
«
E allora smettila di dirmi quello che Ryan faceva o non faceva, Okay?
» lo sguardo duro e vagamente incavolato di Ian stonava con
la sua aria bambina, ma Brendon non faceva caso a queste cose.
«
Scusa. »
Ian si era alzato lasciando Brendon e Spencer - che non aveva notato-
nelle cuccette. Si erano guardati per un attimo pensando nello stesso
momento a quello che passava per la testa del riccio senza trovare una
risposta. Aveva preferito alzarsi e scendere nel salotto come se nulla
fosse successo.
Dallon era già lì con la cassetta tra le mani,
aveva guardato Ian sedersi di peso sul divano, con le gambe e le
braccia incrociate e con gli occhi vagamente lucidi. Non aveva chiesto
niente, lui non si intrometteva mai nelle loro discussioni, lui era
come Jon, preferiva che fossero gli altri a raccontare i loro problemi
rispetto a chiedere o ad impicciarsi di cose che non gli appartenevano.
Ma aveva sempre un cervello, così aveva fatto spostare Ian e
ci si era messo vicino, così da proteggerlo dalle incursioni
di Brendon, sapeva quanto quel ragazzo poteva essere petulante ed
ammorbante quando litigavano, non conosceva neanche il verbo
"aspettare" soprattutto se seguito dalla frase "di fare pace", lui la
pace la voleva fare subito. Temeva di perdere anche loro come era
successo con Ryan e Jon.
«
L'hai mai vista la Bella e la Bestia? » aveva chiesto ad Ian
che aveva scosso la testa, alzando un braccio del più alto
ed accocolandosi contro al suo petto. Non c'era malizia in quel gesto,
c'era solo la consapevolezza che anche lui era nella sua stessa
situazione, era anche
lui un rimpiazzo che doveva giocare ad essere qualcun altro.
Spencer aveva grugnito alla vista di quel gesto, ma si era
scusato dicendo che un orsacchiotto di gomma gli si era piantato in
gola e non riusciva a mandarlo giù, inutile fargli presente
che la busta degli orsetti era ancora sigillata.
«
Parla di un principe che è costretto ad essere una bestia
per via di un incantesimo. » aveva cominciato Dallon
raccontando l'inizio della fiaba come faceva con la sua bambina le
poche volte che poteva averla accanto. Ed era così, Ian
aveva preso il posto di un bambino e Dallon era magicamente diventato
suo padre, quasi che tra di loro ci fosse una differenza d'eta tale da
poter rendere quella fantasia reale, ma ad Ian andava bene
così, con lui non doveva fingere di essere Ryan, con lui
poteva essere Ian e basta.
La cassetta era cominciata da un bel pezzo, erano arrivati nella parte
in cui Bella baciava Bestia e l'incantesimo veniva rotto. Ian aveva gli
occhi incollati allo schermo. Brendon e Spencer si chiedevano
perché, data la sua totale noncuranza per le favole.
Ma il motivo c'era.
«
Tu dici che anche il mio incantesimo verrà rotto?
» aveva chiesto rivolgendosi a Dallon, così piano
che gli altri due non avevano sentito.
Dallon aveva guardato Ian chiedendogli di che incantesimo si trattasse.
«
Io non sono Ryan, ma tutti pensano che io lo sia. Mi trattano
come lui, mi fanno fare le cose che piacevano a lui e... Brendon voleva
truccarmi, Spencer voleva giocare a Dungeons and Drangons con me.
Finirà prima o poi? »
Non c'era stata risposta. Ma il silenzio era calato fitto in quella
stanza.
[...]
Era uno dei pochi Show all'aperto che avevano deciso di fare. Odiavano
il caldo estivo e soprattutto odiavano vedere ragazzine urlanti che
svenivano a terra per poi essere schiacciate dalla folla. Preferivano i
luoghi chiusi e climatizzati, ma la loro era stata una scelta
condizionata.
Ian se ne stava seduto sul palco, fissando la security camminare
affianco alle transenne. Non c'era nessuno ancora, era troppo presto
per vedere qualche fortunata che si prendeva i primi posti. Fissava la
distesa d'erba di fronte al palco e beveva l'acqua sperando di non
cadere a terra con il suo strumento fra le mani di fronte a tutte
quelle persone, Ryan non l'aveva mai fatto e neanche lui poteva farlo.
Zach alle sue spalle lo fissava, aveva paura di vederlo cadere da quel
palco, erano tanti metri e poteva farsi male. Veramente, più
che paura di vederlo cadere, aveva paura che si buttasse di sua
spontanea volontà. Era d'umore depresso da qualche giorno e
niente riusciva a farlo stare meglio, neanche Brendon ed i suoi
spettacolini di magia che finivano con un paio di cose bruciate e
carbonizzate a terra.
«
Secondo te è possibile che cada da lì?
» aveva chiesto Spencer a Dallon mentre accordava il suo
strumento con un paio di pantaloncini indecenti.
«
Secondo me è possibile che tenti di suicidarsi. »
aveva commentato evasivo, aspettava che fosse l'altro a chiedere.
«
Come mai? »
Dallon aveva vuotato il sacco. Rigettato parole su di Spencer che
cadeva dalle nuvole, non aveva mai pensato di trattare Ian come
trattava Ryan, lo trattava come avrebbe trattato un qualsiasi ragazzo
dai ricci folti e dall'aspetto bambinesco.
«
E quindi? Che dovrei fare? » aveva chiesto spaesato.
«
Non hai mai letto la storia dove tutti vivono felici e contenti dopo
aver baciato un rospo? » aveva risposto ironico Dallon
portando via Zach e sparendo dietro le quindi.
Spencer si era tolto i capelli appiccati al volto e si era messo una
caramella alla menta in bocca, decisamente non voleva che il loro primo
bacio sapesse di birra ammuffita e di tabacco andato a male.
Si era avvicinato ad Ian mettendosi seduto vicino a lui ed esordendo
con un "Hey".
Ian si era voltato verso di lui sorridendo labilmente, prima di tornare
a fissare l'erba.
«
Fa caldo, eh? »
«
Un po. »
«
Sei emozionato? è la prima volta che suoni all'aperto,
sai... tanti animali che volano e ti si appiccicano ai denti non appena
cerchi di sorridere. »
«
Ho suonato altre volte dal vivo e all'aperto, non siete la mia prima
band. » aveva commentato scuotendo la testa. Possibile che
nessuno sapesse quello che aveva fatto prima di essere uno dei Panic?
«
Ah... si... giusto.. ma non hai mai suonato all'aperto con noi.
»
«
Mmmh... giusto. »
«
Perché hai il muso? Dovresti sorridere più
spesso... sai ... perché... »
«
Perché Ryan sorrideva più spesso, no aspetta..
» aveva tirato con le mani gli angoli della bocca assumendo
un sorriso alla Joker «
Così? »
Spencer aveva preso le mani del ragazzino tra le sue. Lo aveva guardato
per un minuto interminabile prima di baciarlo e di sussurrare un "Tu
sei Ian".
Non appena il contatto tra le due labbra era finito, Spencer aveva
guardato gli angoli della bocca del riccio tirati all'insù
in un sorriso sincero.
«
No, così! Così come solo Ian sa sorridere.
»
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