E
se ogni cosa morisse, tu cosa faresti?
Kirsten,
trent'anni – Stati Uniti.
«
Vieni a mangiare al Mc Donald?»
Kirsten
rilegge il messaggio per l'ennesima volta, non ha proprio voglia di
andarci; l'unico motivo per cui lo farebbe, sarebbe per far compagnia
alle sue amiche.
Ultimamente
ha letto diversi articoli e sta evitando di mangiare troppi grassi:
negli ultimi tempi, infatti, sta provando ad andare al ristorante
macrobiotico e con sua grande sorpresa ha scoperto di apprezzarlo.
A
discapito delle apparenze, è una dieta molto ricca, la cosa
che
sorprende di più è il contenuto dei cibi: a primo
acchito,
mangiando, potrebbero sembrare poveri di sostanza ma, a fine pasto,
avverte di essere più che sazia.
Niente
bruciori di stomaco, nessun digestivo da prendere... solo
una sensazione di leggerezza ed appagamento che non riesce a
spiegarsi.
Entrare
in un luogo così diverso, quindi, sembra diventato un
delitto; per
non parlare delle voci – ben fondate, stando alle ricerche
– che
circolano: l'acrilamide, una sostanza chimica presente soprattutto
negli hamburger di questi fantomatici fast food, può persino
causare
il cancro.
Viene
definito un “cibo-spazzatura”: a primo acchito
potrebbe attirare
la popolazione – ad esserne attratti sono soprattutto i
bambini –
ma cosa si nasconde dietro
“l'industria del piacere”?
Kirsten
si trova di fronte ad un bivio – sia in senso letterale che
figurato –, non sa se imboccare la strada che la
condurrà al Mc
Donald o quella che la porterà dritta al ristorante
macrobiotico.
Poi,
riflette: cosa
mi può appagare di
più?
E
la scelta non è mai stata così semplice... mai
così salutare.
Mara,
diciannove anni – Italia.
«
Non essere sciocca, sei fissata con queste cose. »
Sua
madre addenta con entusiasmo un pezzo di pollo, dopo averle chiesto
per l'ennesima volta di favorirne insieme a lei.
La
ragazza non ce la fa, non ce la fa proprio: sin da quando ha otto
anni – ossia da quando l'hanno praticamente costretta
ad
abbandonare gli omogenizzati – Mara ha intrapreso la sua
personale
battaglia, in cambio chiede solo di esser rispettata.
«
Mamma, sto leggendo un libro: si intitola “Se
niente importa”.»
«
Davvero? »
«
Sì, è molto bello. Lo scrittore ha svolto
un'indagine e si è
chiesto come certi prodotti arrivino sulle nostre tavole... parlo di
carne, pesce, affettati. E non ci vuole convertire al
vegetarianismo...», anticipa le sue parole, sua madre ha il
terribile vizio di non lasciarle finire le frasi, «
Semplicemente
far riflettere. Sai, mamma, se solo si mangiasse la carne una volta
alla settimana eviteremmo il surriscaldamento globale, la
povertà
e... »
«Mara,
stammi a sentire...», al solito, non può neppure
terminare un
discorso, «... Se pensassimo come ogni cosa arrivi sulle
nostre
tavole non mangeremmo più nulla. »
Mara
sospira laconicamente, la mentalità ottusa di sua madre non
merita
neppure risposta.
La
sua intenzione non è quella di cambiare la sua linea di
pensiero –
non si permetterebbe mai, fare a meno della carne e dei suoi derivati
dev'essere una scelta assolutamente arbitraria
–,
semplicemente spiegarle la realtà delle cose o, magari,
aiutarla ad
avere una visuale più ampia.
Poiché,
in fondo, esistono tanti altri prodotti che si potrebbero sostituire
i restanti sei giorni della settimana ed anche se il suo, insieme al
resto della sua famiglia, è un contributo piccolo, insieme
si può
essere grandi.
Basterebbe
che un quarto della popolazione mondiale pianificasse in modo
più
differenziato l'uso ed il consumo del cibo ed il mondo potrebbe
essere salvato da alcuni problemi nostrani: il surriscaldamento
globale, la miseria nel mondo, per non parlare delle conseguenze
morali. Ma, per quanto riguarda queste ultime, ognuno ha una sua
opinione e, forse, sarebbe meglio non indugiarvi oltre.
Tuttavia,
nonostante le accuse che le lanciano continuamente, Mara ci tiene
ancora a salvare la sua idea; decide di restare ancorata ad essa, da
anni ed anni, per onor di giustizia ci tiene a combattere le sue
cause.
Poiché,
a suo modesto parere, la popolazione sa quel che è reso
noto,
visibile ed ignora ciò che è ignoto, invisibile;
c'è uno strano
sentimento di accettazione nell'aria, come se alcuni prodotti chimici
– a noi ancora estranei, oltretutto – potessero
essere ignorati
nelle loro belle fette di hamburger.
Per
legittima difesa Mara resta ancorata alla sua idea: poiché
“se
niente importa, allora non c'è nulla da salvare”,
come
ebbe a scrivere Foer.
Sophie,
dieci anni – Francia.
È
domenica, una bellissima domenica di inizio estate; il sole splende
alto in cielo e Sophie, giovane ragazzina di appena dieci anni, quel
giorno si reca dalla nonna a pranzo.
Sembra
esser diventato un rituale, sì, tuttavia le cene in famiglia
sono
così abitudinarie che ormai Sophie le trova piacevoli.
Sono
tutti a tavola: lei, i suoi cuginetti – i più
grandi ed i più
piccoli, sotto la sua sedia sta gattonando l'ultimo arrivato
–, le
sue zie ed i suoi zii, oltre ad i suoi genitori.
E
poi c'è la nonna, che porta a tavola un pentolone di
notevoli
dimensioni, e dietro di lei la segue a ruota il nonno che, invece,
reca in mano un vassoio.
Il
menù del giorno non le è nuovo: un minestrone di
verdure, condito
con degli aromi particolarmente speziati, ed un vassoio di...
pezzi di coniglio, sembrano, a primo acchito.
Sophie
osserva l'animale, ormai smembrato, con aria triste: si chiede cosa
si possa provare ad essere al centro della tavola, oggetto del
desiderio di chiunque.
Accanto
a lei c'è un cagnolino, un piccolo bassotto che i suoi nonni
hanno
adottato: lo hanno trovato sul ciglio della strada, abbandonato a se
stesso, non hanno resistito. Lo hanno chiamato Oscar,
un nome
che suona davvero bene poiché il bassotto sembra rispondere
a
comando; evidentemente, i cani sono degli animali intelligenti.
Tuttavia,
nonostante la giovane età, Sophie ha sempre sostenuto che
ogni
animale è intelligente: non riesce a catalogare una specie,
così
come non riuscirebbe mai a fare un elenco delle persone più
o meno
intelligenti.
Se
l'intelligenza viene più o meno sfruttata, questo
è un altro
discorso; il punto di partenza è sempre lo stesso: ogni
persona
conserva una sua intelligenza, spetta ad essa sin dalla nascita.
Appurato
questo, Sophie si pone un altro interrogativo: perché, la
domenica,
i suoi parenti non mangiano il cane dei nonni?
No,
non vuol essere un invito, ma una semplice constatazione: se il
consumo di ogni animale è considerato giusto
– per quanto
la giustizia sia un ambito discutibile – allora
perché vengono
esclusi da questa lista i cani oppure i gatti?
Sono
i migliori amici dell'uomo, forse, eppure Sophie non avrebbe problemi
a tenere in casa una gallina oppure ad allevare un maiale... e li
tratterebbe proprio come Oscar, né più
né meno di un animale da
compagnia, quasi un amico.
«
Sophie, allora... Non mangi? »
Ecco,
quella è la principale preoccupazione di sua nonna.
«
No, nonna. Non riesco a guardare Oscar e poi...»
Lascia
in sospeso la frase, i suoi genitori sembrano piuttosto basiti.
«
Ma sono due cose diverse, tesoro. »
«
Sono due animali,
nonna. Non sono due cose. »
Sophie,
in quel momento, capisce: non è la mentalità dei
suoi nonni ad
essere diversa, bensì è il concetto idealistico
che, ormai, hanno
conferito ad alcune cose che li rende così scettici di
fronte alla
realtà.
“Mangiare
gli animali ha un che di invisibile. Pensare ai cani, rispetto agli
animali che mangiamo, è un modo per guardare di sbieco e
rendere
visibile l'invisibile.”
(
“Se niente importa” - J. S. Foer
)
*
* *
Bene,
volevo scrivere questa storia “di denuncia” da un
po' di tempo e,
leggendo l'opera di Foer in questi giorni, ho trovato il giusto imput
– tra parentesi, è un libro che vi consiglio
moltissimo. Non è un
manifesto a favore del vegetarianismo, bensì una semplice
constatazione di alcuni fatti.
Non
fraintendetemi: non voglio inculcare nessuna idea, magari qualcuno
–
semmai qualcuno recensirà XD – potrebbe anche
fornirmi altre
ragioni e mi piacerebbe davvero discutere con voi, anche se secondo
me il fatto di mangiare o meno la carne nasca innanzitutto da una
sensibilità soggettiva. Quel che avete letto, infatti, nasce
dalle
mie esperienze personali: i dialoghi sono realmente avvenuti,
tutt'oggi avvengono (soprattutto a Pasqua, per me questa
festività è
un trauma perché tutti mi riempiono di domande
più o meno idiote XD ), continueranno ad avvenire presumo
:).
Grazie
per esservi fermati a leggere,
è
veramente molto per me :).
Kiki.
|