Ciao a tutti!
L’aggiornamento è arrivato
in ritardo, pardon, ma se non altro è arrivato… sono talmente stressata in
questo periodo che tra poco mi porterà vai la Neuro!
Come al solito vi invito a
recensire e mandarmi suggerimenti per il seguito…
Grazie a tutti i lettori!
Ciao Aly!
già già.. il nuovo
personaggio è proprio una spina nel fianco.. soprattutto per Rose... grazie per
gli auguri!!
Un bacio!!
Ciao Damynex!
come darti torto .. devo cucirmi la lingua altrimenti rischierei di anticiparti
qualcosa.. cmq grazie della recensione e degli auguri!!!!
un bacio!!
Buona lettura,
Diomache
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO XIV: NUBI
ALL’ORIZZONTE…
L’auto frena bruscamente davanti
al il New York State Theater, uno dei teatri più importanti, dove si
esibisce il New York City Ballet,
Prestigiosa compagnia di balletto statunitense, ( di cui Rose fa parte) con
sede presso il New York State Theatre del Lincoln Center for the Performing
Arts.
La ragazza scende velocemente
dall’auto, lanciando un’occhiata veloce all’orologio: cielo, è tardissimo!
“grazie mille del passaggio, Hud!” mormora velocemente e, senza nemmeno
aspettare la risposta, si fionda verso il teatro. Questa volta Mary la farà
fritta ne è sicura. Le aveva raccomandato di non ritardare per nessun motivo al
mondo, perché i ballerini della compagnia di danza moderna erano tipi molto
precisi sul fatto di orari e Mary voleva fare bella figura.
Passa,correndo , davanti alla
segreteria e puntuale le giunge la voce roca della signora Hiliard. “ sei
sempre in ritardo!!!”
Rose non le bada e vola per le
scale che conducono allo spogliatoio. Come una furia arriva davanti alla
stanza e ne spalanca la porta. La
stanza è piena di ballerine,che conosce, di danza classica, e altre vestite con
abiti moderni, con pantaloni neri e top che lasciano scoperto gran parte del
busto.
Poco prima stavano sicuramente
chiacchierando tra di loro ma l’arrivo improvviso di Rose le fa zittire tutte
d’un botto. Finalmente, Kiky, una sua amica, interrompe quel silenzio
imbarazzante, con una risata. “eccola va, la perenne ritardataria! Ma ti vuoi
dare una mossa o vuoi che Mary ti faccia il culo????”
Rose, sospirando, entra chiudendo
la porta dietro di se. Lentamente, il chiacchiericcio riprende.
Sotto gli occhi di quelle
ragazze anche più grandi, la nostra Rose si sfila i pantaloni ed indossa le
calze bianche, poi leva la maglia e girandosi di spalle, toglie anche il
reggiseno, per infilarsi così il vestito: un body leggerissimo di un bellissimo
rosa confetto a cui è accompagnato uno stupendo tutù. Le ragazze hanno vestiti
chi più semplici, chi più elaborati, ma Rose sembra emanare qualcosa di diverso
dalle altre: come una luce che sprigionano i suoi occhi verdi splendenti. La
ragazza procede velocemente verso la conclusione della preparazione, con quella
metodicità tipica di chi ripete gli stessi movimenti da parecchi anni: infila
le sue scarpette a punta rosa e subito dopo lega i capelli lunghi in uno
chignonne perfetto, come al solito.
Ha appena finito di prepararsi
quando la porta dello spogliatoio di spalanca di nuovo e questa volta non è una
ritardataria, ma è Mary in persona. La donna, una signora di circa 43 anni,
vestita con abiti sportivi, capelli ossigenati legati in uno chignonne e
un’aria da mastino, inizia subito a guardarsi intorno con aria sospettosa,
scrutando i volti silenziosi di ballerine che conosce e non. Quando il suo
sguardo severo incontra quello di Rose, alla ragazza, come sempre, vengono i
brividi alla schiena. Quella donna riesce sempre ad intimidirla, è una cosa
incredibile!!!!
“bene.- esordisce Mary.- mi
sembra proprio che ci siamo tutte. Avanti, venite, procediamo..”
Obbedienti e in maniera ordinata,
tutte le ballerine del New York City Ballet e le altre di danza moderna escono
dallo spogliatoio e si avviano sull’enorme palco del grandissimo teatro.
Si mettono in posizione: le
ballerine classica a sinistra del palco, quelle moderne a destra. Rose nota che
tra le ballerine moderne ci sono molti ragazzi, così tanti che potrebbero
formare coppie precise. I ragazzi sono vestiti con pantaloni neri e maglie a
giro manica dello stesso colore; Rose constata, con un sorriso, che anche i
nuovi arrivati sembrano in soggezione in presenza di una Mary che urla,
comanda,ordina e prende le redini della situazione, sempre, anche in maniera
piuttosto brusca.
Ora ha appena finito le
presentazioni e i ringraziamenti, i buon auspici per questa loro nuova
collaborazione: classica –moderna.
“ROOOSSEEEEEE!!!” l’urlo della
sua insegnante che rimbomba per tutto
il teatro, la fa sobbalzare di spavento. Mary scoppia a ridere con un ghigno
irato. “oh, finalmente si è svegliata la nostra bella e addormentata! Dì, vuoi
anche un cuscino e una bella amaca????- la ragazza tenta di discolparsi ma Mary
la incalza di nuovo. Sente gli occhi di tutti su di se ed è sicura di essere
diventata rossa come i top delle ballerine di danza moderna.- zitta, farabutta!
Non puoi permetterti di distrarti, hai capitooooooo?????”
Rose annuisce. Quando si
arrabbia, Mary fa proprio paura. Gli occhi le diventano tutti rossi, le si
dilatata il collo e alcune vene bluastre si rigonfiano così tanto che
sembrerebbero scoppiare da un momento all’altro; il tutto è reso ancora più
terrificante dalle urla, dai gesti. Rose a volte ha seriamente pensato che
cadesse stecchita da un momento all’altro, colta da un ictus o un infarto. E
se, in dieci anni che la conosce, non è mai accaduto, le cose sono due: o
quella donna è una miracolata o ha un apparato circolatorio che è una bomba.
“visto che ti distrai tanto,
signorina, fatti avanti, sarai tu la prima!”
Rose sente un lieve buco allo
stomaco mentre si fa avanti tra le file di ragazze e raggiunge il centro del
palco. Vorrebbe domandare che diavolo deve fare ma rimane in silenzio, al
centro del palco e dell’attenzione di tutti. Mary la scruta con uno sguardo di
sfida. “hai preferenze sulla scena del film da rappresentare, disgraziata di
una sciagurata maledetta???”
Oh, quanto adora i suoi
complimenti. “no” risponde, tranquilla.
Mary si volta rabbiosamente verso
il gruppo dei collaboratori, quelli che diventeranno i giudici che ammetteranno
o meno le ragazze al musical. Infuriata, la donna ordina. “avanti, estraete!”
È furibonda per la risposta
tranquilla e pacata della ragazza. Avrebbe voluto che avesse espresso una
preferenza, per il gusto di dirle un bel “no” davanti alla faccia. Così impara
a distrarsi.
Uno dei giudici, che prima degli
altri si era mosso per quest’estrazione, tira su da una boccia di vetro un
foglietto, che poi passa dalle sue, alle mani di una donna che lo apre, poi a
quelle di un uomo che lo legge ad alta voce. Sia Rose che Mary, per una volta
d’accordo, lanciano uno sguardo innervosito e annoiato alla giuria. Che pratica
snervante! Saranno una cinquantina di ballerini, se le estrazioni procedono a
sto ritmo, saranno lì fino a notte tarda, altro che le sette di pomeriggio!
“il film estratto è ‘Pearl Harbor’. La ballerina Rose
Sandeker danzerà sulle note di ‘There you’ll be”
Rose annuisce. Non è molto
soddisfatta. Film troppo classico, e la sua parte è troppo scontata. Dovrà
metterci il doppio dell’impegno per rendere al massimo l’interpretazione. Dovrà
preparare una coreografia perfetta dal punto di vista tecnico e dovrà metterci
interpretazione, sentimento, passione più di qualsiasi altro pezzo. Dovrà far
piangere i giudici. Altrimenti, con la parte scontata che ha, non passerà di
certo. I suoi occhi si fermano su di Mary. Sembra contenta, lei.
Forse così potrà metterla alla
prova e ridere di lei se non passerà la selezione. Se l’estrazione non fosse
stata eseguita davanti ai suoi occhi, nella più totale onestà, sarebbe sicura
dello zampino della sua insegnante.
“avanti un’altra, procediamo per
ordine alfabetico, ora!!” ruggisce di nuovo Mary mentre i suoi occhi di fuoco
osservano la sua prima ballerina, riposizionarsi al suo posto.
Micheal svolta, sorpassa e si rimette in carreggiata,
tutto con la solita aria di indifferenza dipinta in volto quasi stesse
sbucciando una mela invece che correre a 110 per strada. Tom, tranquillo quasi
quanto lui, tiene gli occhi puntati sul paesaggio della New York periferica e
noiosa del tardo pomeriggio. La radio sintonizzata su una frequenza di musica
sta ora parlando di cronaca nera e i conducente, annoiato, la spegne con un
gesto stizzito, lancia un’occhiata veloce all’amico, poi sospira e inizia con l’aria
di chi la sa lunga e vuole distribuire consigli a destra e a manca: “secondo me
dovresti stare tranquillo..”
Tom inarca un sopracciglio e sorride ironico: “dai, spara
‘sta perla di saggezza.”
“vaffanculo, vuoi prendermi sul serio una volta nella tua
vita?” sbotta, ma non realmente incazzato.
“avanti, parla.”lo incita lui con quel sorrisetto
beffardo.
“volevo solo dirti.- inizia.- che se io fossi nei tuoi
panni, me la vivrei molto più tranquillamente questa cosa…”
“ma io sono tranquillo. Infondo ha SOLO cercato
d’ammazzarmi.- risponde sarcasticamente. – e ti ricordo che chiunque abbia mai
cercato di farlo, non è campato a lungo per poterlo raccontare..”
“è arrivato il serial killer- ora è Michael a fare
dell’ironia.- quello che sto cercando faticosamente di dirti è che a mio
avviso Jarod si è arreso, ora come
ora.”
Tra i due cala il silenzio. Michael, con l’aria seria e
concentrata di chi pensa di aver esposto una grande verità, continua a tacere,
riflessivo. Questo silenzio carico di concentrazione è improvvisamente rotto da
Tom che scoppia a ridere, di cuore.
“sei un testa di cazzo, ma perché non mi dai mai ascolto,
per la miseria?” si lamenta il riccio mentre svolta rabbiosamente per una
viuzza e l’altro continua a ridere spensierato. Solo una buona dose di minuti
più tardi, riesce a calmarsi e a dire: “grande sapiens, lo sanno tutti che
Jarod non è tipo da accettare facilmente una sconfitta..”
“ma la sconfitta in Francia.- alza la voce.- è stata
davvero colossale! E poi ora sei a New York, sei più protetto, in qualche
modo!”
“naa andiamo..- lo interrompe l’amico.- lo sappiamo
benissimo tutti e due che quel verme non si arrenderà mai, prima di vedermi con gli occhi sgranati e
una pallottola in piena fronte!”
Michael sbuffa, contrariato. Possibile che Tom abbia
sempre ragione? “e allora cosa diavolo intendi fare?”
“semplice.- sospira l’altro.- aspetterò che sia lui ad
attaccare e questa volta non mi limiterò a difendermi.”
Il ragazzo corruga la fronte. “ quindi? Intendi andare
fino in fondo?”
“ovvio. Sinceramente mi ha rotto i coglioni questa
storia, voglio farla finita, cazzo.”
“e una volta ucciso Jarod?- domanda.- poi che farai?”
Tom incrocia le braccia dietro la testa, mette un piede
sopra il cruscotto e, con aria rilassata, riprende: “bah. Sai che non c’ho
pensato? Quando avrò ucciso Jarod innanzitutto farò un bel sospiro di sollievo.
Poi potrei proporre alla sua banda un piccolo affare.” Conclude con un sorriso
furbo.
Gli occhi castani di Michael lo percepiscono e, curioso,
domanda. “che affare?”
“una fusione, per esempio. I miei uomini con quelli di
Jarod. Diventeremo parecchi e..”
“controllerai quasi tutta New York- conclude a posto suo
il ragazzo castano.- diventerai un gangster in piena regola.” Il suo tono di
voce, però, non è entusiasta come Tom se lo sarebbe immaginato. È spento e
serio, invece. Il ragazzo biondo lo osserva, turbato. “qualcosa non va?”
Michael, inquieto, sospira lievemente. “è da un po’ che
volevo parlarti…”
“di che cosa?” domanda l’altro accendendosi una
sigaretta. “spara.”
“ecco io.. ho pensato di mollare tutto.”
Tom per poco non ci rimane secco. Si volta velocemente
verso di lui, incredulo. “cosa?”
“hai capito.- risponde l’altro, più sicuro ora che ha
vuotato il sacco.- lascio la banda.”
La prima reazione del ragazzo biondo è quella di
scoppiare di nuovo a ridere, augurandosi che tra poco lo faccia anche Micheal,
sperando che sia tutto uno scherzo, un bluff… ma no, Michael non ride. Se ne
sta fisso a guardare la strada davanti a se, con l’aria seria di chi ha preso
una decisione molto importante. Tom smette di ridere, se ne accorge. Non sta
scherzando, affatto.
“non dirai sul serio, vero?- domanda ma l’ennesimo
silenzio dell’amico è più chiaro di qualsiasi altra risposta- e perché?”
“mi sono rotto, ecco perché. Voglio cambiare vita..
voglio.. tornare alla normalità, accidenti.- si interrompe un istante.- tu non
hai mai desiderato tornare ad essere la persona di un tempo? Senza tutte queste
preoccupazioni, senza..”
“no.” Risponde, freddo. “e neanche a te sarebbe mai
saltata in testa una cosa del genere! Come mai ora hai cambiato idea tutto d’un
botto???”
“te l’ho detto!!! Mi sono stancato di questa vita, voglio
provarne un’altra!!!!”
“ah sì? E che cosa farai? L’operaio?”
Michael distoglie un attimo lo sguardo per posarlo sul
suo amico. Si sente sicuramente ferito, tradito da lui e , per quanto
possibile, lo capisce. Ma non può continuare con questa vita. Ha preso una
decisione e non tornerà indietro. “qualsiasi cosa.- si interrompe e lo fissa
negli occhi.- ma che sia onesta.”
“aaaah.. t’è venuta la smania dell’onestà, adesso!!!!”
sbotta l’altro, arrabbiato.
“ma perché non cerchi di capirmi, cazzo??? Mi sono
stancato di dovermi sempre sentire braccato, sempre in pericolo di finire in
gattabuia, basta! e sai che ti dico? Dovresti smettere anche tu!!”
“io?- il ragazzo scoppia di nuovo a ridere, ma questa
volta la sua è una risata tutt’altro che tranquilla o irrisoria.- ma tu sei
pazzo!!! Io non lascerò mai questa vita.”
“e sbagli, per la miseria! Hai una laurea in Economia
presa l’anno scorso, quando diavolo pensi di utilizzarla? E poi pensa anche
alla tua vita privata! Se fai questa carriera, se così possiamo chiamarla, non
dovresti avere né genitori, né sorelle, né , soprattutto, una donna al tuo
fianco! Ma, dico io, a Rose non ci pensi? Pensi che vorrà restare accanto ad un
ladro per tutta la vita?”
“Rose mi ama.” Dice a bassa voce, aspirando fumo dalla
sigaretta.
“Non lo metto in dubbio. Ma a volte l’amore viene
sacrificato per interessi più importanti.”
“tipo?”
“la vita!! Non dimenticare che quella ragazza ha
rischiato la vita insieme a te a Parigi.”
“Parigi è cosa passata. Ora siamo a New York. Lo hai
detto tu poco fa, no, che posso stare tranquillo ora..”
“e lo penso tutt’ora! Ma per quanto? Sconfitto Jarod,
avrai come nemico qualcun altro! Non credere di poterti impadronire
tranquillamente della criminalità di mezza New York senza che qualche gangster
non storca il naso! E un nemico chi andrà a colpire, oltre te? Rose!”
“e che dovrei fare allora?”
“devi.- Michael
inchioda le gomme sull’asfalto, evitando un frontale pazzesco. –scegliere. -
per nulla turbato, fa manovra e riprende a correre. – tra stare con Rose ed
essere un criminale..”
“aaaah- sbuffa.- quanto la fai tragica! A sentire te
sembra che questa sia una cosa imminente..- da un veloce sguardo all’orologio
.- invece di dire cazzate vedi di dare una accelerata che Rose ci sbrana…”
“Rose è un angelo se ti sopporta.- ribatte sorridendo
l’amico.- quindi non ci credo che si arrabbierà per appena quindici minuti di
ritardo..”
“diventeranno venticinque questi minuti di ritardo.
Tu la immagini come un dolce
angioletto, eh? Vedrai che sarà un belva!”
Michael scoppia a ridere, mentre pigia più forte il piede
sull’acceleratore. Anche l’altro passeggero sorride. Già immagina la sua ragazza,
stretta nel suo giaccone bianco, con il borsone blu scuro a tracolla, i capelli
sciolti e scompigliati, mossi dal vento. Lei, che già a cinque minuti di
ritardo inizia ad arricciare il naso e a battere un piede a terra, …sarà
proprio una furia!!!
I suoi pensieri non sono tanto distanti dalla realtà.
Quando giungono davanti al New York State Center sono circa le sette e mezzo.
Ben mezz’ora di ritardo!! Michael cerca la silhouette snella della ragazza e
poco dopo la identifica con una tipa che, braccia conserte, è seduta sulle
scalinate del teatro chiuso. Gli lampeggia con i fari dell’auto e la giovane
con uno scatto rabbioso prende il borsone e si dirige a passi svelti verso
l’auto. Il ragazzo riccio, poco convinto di quello che aveva detto su di lei un
po’ di tempo prima, scambia uno sguardo curioso all’amico.
“sentirai, sentirai….” Mormora Tom divertito.
La ragazza apre lo sportello dell’auto e getta dentro il
borsone, poi si siede lei stessa sul sedile posteriore dell’auto. “ciao amore”
la saluta Tom con un po’ di ironia ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase
che la giovane si scatena. “ma sai quanto ho aspettato, delinquente!!!!!!!- lo
rimprovera Rose sistemandosi i capelli sconvolti dall’azione del freddo vento
invernale. –sono crepata di freddo, mi sono congelata!! Con tutti i casini, ci
manca solo che mi ammalo e poi ho fatto bingo!”
“dai Rose…- si intromette con aria conciliatrice
Michael.- abbiamo trovato traffico.”
“e tu zitto!- lo zittisce subito Rose, gli occhi verdi
pieni di irritazione.- sto parlando con questo cretino qui..” esclama
sottolineando le sue parole con un bel pizzicotto (di quelli fini fatti con le
unghie) al bel collo di Thomas. Il ragazzo sobbalza. “ehi!”
“così impari!” lo rimprovera lei sedendo con le braccia
incrociate e lo sguardo rivolto verso
l’esterno.
“piuttosto.- tenta di intromettersi di nuovo il ragazzo
riccio.- Tom mi ha detto che avevi una sorta di elezioni..”
“sì, del presidente degli stati uniti! Ma quali elezioni,
delle selezioni!”
“e come sono andate?” domanda il suo ragazzo voltandosi
verso di lei con quello sguardo terribilmente stupendo. L’arrabbiatura di Rose
inizia a scemare davanti a quella meravigliosa espressione interessata. “mi
hanno assegnato una canzone sdolcinata, dovrò impegnarmi molto..”
“aah.. tu sei un genio.. quando avrai la selezione vera e
propria?” domanda continuando a restare girato.
“a marzo.- finalmente sorride. – dove andiamo?”
“da El, ti va?”
La ragazza alza le spalle con quel suo caratteristico
modo di dire “indifferente.” il ragazzo allunga una mano per accarezzarle il
viso, poi, con un paio di movimenti
anche piuttosto azzardati (ma Tom ha una concezione molto personale del
pericolo) si sposta nel sedile posteriore dell’auto accanto a lei. “ehilà..”la
saluta non appena si è posizionato definitivamente. “non mi hai nemmeno
salutato come si deve..” le prende il viso per baciarla ma lei, maliziosamente,
si ritira e arriccia il musetto. “non ci pensare nemmeno. Non ti meriti
niente.”
“sei proprio sicura?” le sussurra sensualmente all’orecchio.
Poi inizia a sfiorarle la pelle con la morbida superficie delle sue labbra ..
l’operazione, dopo un periodo di ostinazione della ragazza, ha buon esito,
perché al quinto o sesto tentativo, Tom riesce a baciarla. Poi il ragazzo,
prendendola per la vita, la solleva fino a posizionarla sopra le sue gambe.
“ehi, non
mangiatevi voi due qua dietro!” li interrompe scherzando Michael e Rose ,
imbarazzata, si stacca subito dal ragazzo, diventando tutta rossa in viso.
Continuando a sedere in quella dolce posizione, passano
il resto del breve tragitto, scandito dai racconti pieni di sentimento della
ragazza che narra le sue vicende sportive e le ultime news in ambito familiare
e universitario, racconti brevemente interrotti dalle opinioni di Tom che cerca
di consigliarla o ci ironizza su, facendola arrabbiare.
Michael osserva, attraverso lo specchietto dell’abitacolo
della vettura, i due ragazzi che parlano tranquillamente. Guarda attentamente il suo amico e nota come sia
pressoché irriconoscibile. È interessato a tutto ciò che esca dalla bocca della
giovane, pendendo dalle sue labbra come se le sue parole fossero oro colato.
Gli vengono in mente le altre conversazione che avevano visto partecipi lui e
Tom ad esempio. Queste ‘conversazioni’ se così potevano essere chiamate, erano
una sequenza infinita di un continuo monologo da parte sua o del russare di Tom
che, profondamente interessato, si addormentava sempre dopo un max di tre
minuti. O, nel migliore dei casi, partecipava attivamente con accenni appena percettibili del capo.
È una cosa incredibile come sia diverso con quella
ragazza… ha uno sguardo, un modo di fare molto diverso. Ben differente del Tom
che aveva avuto modo di conoscere quando stava con Ginny o con qualcun’altra.
Questa Rose deve essere proprio speciale. O comunque la persona adatta a lui.
Le riflessioni mentali di Michael e le chiacchiere degli
altri due terminano poco dopo, non appena giungono al bar. Il trio scende
dall’auto e si dirige all’interno della struttura. Il locale è abbastanza pieno
di gente che si sta godendo l’happy hours.
Dopo alcuni secondi dal loro ingresso, gli si fanno
intorno gli amici di sempre. Dawson si avvicina come al solito a Rose e le
passa un braccio sulle spalle. “ecco la nostra bellissima luce che illumina le
nostre tristissime vite…”
“sei solito scemo.” Lo rimprovera dolcemente lei, con un
sorriso.
“ehi, vecchio volpone, dove siete stati?” domanda Harry a
Tom sorseggiando una birra.
“a fare un giro e a prendere Rose da danza.” Risponde
ordinando un rum a Franch e un succo alla pera per Rose.
Franch, vista la comparsa improvvisa di quella nuova e
bellissima ragazza, non manca di sottolineare l’evento. “oh, e questa bella
donna da dove viene?” Rose sorride al barista.
“piacere, Rose.” risponde.
“Franch, piacere mio. Anche tu frequenti questi cani
rognosi? Io conosco questi bastardi da quando ancora non avevano ancora
lasciato il biberon…- si interrompe scoppiando a ridere. Nota la vicinanza di
Dawson e commenta.- aaahh, ho capito.. sei la ragazza di questo scalmanato!”
“magari, Franch, magari.- commenta Dawson sciogliendo
l’abbraccio.- Rose è la donna di Tom.”
“e bravo Tom, non ti fai mancare niente, eh? Complimenti,
proprio una bella ragazza!!Dopo Ginny pensavo che non ne avresti trovata più
una altrettanto bella..” conclude Franch porgendo a Rose il succo di pera. La
ragazza si volta verso di Tom con uno sguardo interrogativo. “Ginny?”
“una mia ex.” Risponde vago, lui.
“la conoscerai questa sera-si
intromette Harry rivolgendosi alla ragazza che, seduta su uno sgabello,
sorseggia il suo succo alla pera. – perché l’hai invitata, vero, Dawson?”
“certo che l’ho invitata.-
risponde il moro.- questa sera me la porto a letto..”
“ehi, non fare tanti
programmi.- lo interrompe Harry.- ci avevo già fatto un pensierino io!”
“un momento!- la voce di Rose
sovrasta, per un istante, le altre.- che cosa c’è questa sera?”
“Tom, non glielo hai detto?
Questa sera c’è la festa di Dawson!” urla Harry.
“nel caso che lo scimmione del
tuo ragazzo non te lo abbia detto, tu, naturalmente.- il ragazzo moro con uno
sguardo affascinante le prende la mano e gliela bacia.- sei invitata.”
“grazie, adesso vedo se posso
venire..”
“devi venire.- interviene
Michael.- sarà una festa favolosa: birra, ballerine…”
Il sorriso della giovane scema
velocemente e fa spazio ad un’espressione di circostanza. Ecco, le feste che
odia. Droga, birra, sesso e rock’n roll! Ma siamo pazzi??? Il suo sguardo cade
su di Tom che lo contraccambia e le sorride mentre sorseggia la sua bevanda.
Dopo qualche istante, il gruppo
si dilata e molti vanno a giocare a biliardo, altri a fare qualche cazzata in
giro per il bar. Rose e Tom rimangono appoggiati al bancone, in silenzio. La
ragazza scruta gli occhi seri del ragazzo, poi interrompe il silenzio. “be?
Come mai non mi avevi detto niente?”
“ero sicuro che non avresti
approvato.- risponde lui con un sorriso.- perché, non vorresti venirmi a dire
che è una di quelle feste che fanno per te, vero?”
“assolutamente.- ribatte lei
ridendo.- e guai a te se ci vai.”
Tom aggrotta la fronte.. non
starà dicendo sul serio… “che?”
“ma sì, dai, facciamo qualcosa
io e te.. non mi va che metti piede in quella bettola organizzata dal tuo
amico.. Susy mi ha parlato spesso delle feste che organizza il fratello… pensa
che circola anche la droga!” parla a bassa voce, come se gli confidasse un
segreto importante. Tom sorride con aria sarcastica di fronte a quel
comportamento.. “davvero?” che buffa, crede che lui non abbia mai preso parte
ai festini di Dawson?? Certo, a lui la droga non va ma le ballerine invitate
dall’amico erano sempre state molto interessanti…
“non fare la parte dell’uomo
vissuto.- lo interrompe lei.- se ci sei andato in passato non mi importa, una
volta eri single ma ora non lo sei più e io non voglio che ti infratti là
dentro.. e poi questa sera danno al cinema quel film.. coso lì.. dai,quello che
mi piaceva tanto andare a vedere… non puoi non accompagnarmi, ti prego…”
“Rose.-
il ragazzo la interrompe. No, non sta scherzando.- non posso mancare..”
“ah lo sapevo!!- esulta lei,
fraintendendo le parole del ragazzo.- allora a che spettacolo andiamo? Quello
delle otto o delle dieci e mezzo?? Io credo che potremo…”
Tom sospira. “non posso non
andare alla festa di Dawson.” Ribadisce, seccato da quella incomprensione. Il
sorriso della ragazza si spegne. “cosa? Ma..”
“Rose non posso andare al
cinema, perché non lo capisci? Dawson ci tiene e ..”
“certo.- sbotta lei. -e tieni
più a lui che a me?”
“non fare l’infantile, ci
rimane male se non ci vado! Al cinema ci possiamo andare anche domani.. ”
“Tom non mi piacciono questi
generi di festini, va bene?- esclama lei, indignata.- ma a quanto pare a te
piacciono un casino! Vuoi approfittarne per appartarti con qualche bella
ballerina?”
“non dire scemenze!! Se credi
tanto che io possa prendere la palla al balzo
per scoparmi qualcuna, perché non vieni anche tu? Lasci a casa l’aureola
e vieni con me!!” propone con un po’ d’arroganza. Non sopporta che qualcuno gli
dica cosa è bene che faccia e cosa no. Odia gli ordini. E odia quando una
fidanzata si comporta così.
Rose ascolta attentamente le
sue parole, lo guarda incredula e ribatte, arrabbiata: “ma per chi mi hai
preso? In quel covo di droga e puttane io non ci metto piede!!”
“ma non puoi chiedermi di fare
altrettanto!! E poi perché non dovrei andarci, scusa??- la sfida, arrabbiato.
Franch, che aveva ascoltato tutta la conversazione, alza gli occhi dalle
tazzine che sta fingendo di mettere a posto.- per la tua gelosia dovrei fare un
torto ad un amico? Ma non ci penso proprio!”
“non è per gelosia.. io non starei
tranquilla!!- ribatte lei.- non per una questione di fiducia ma proprio
perché..”
“te l’ho detto. Vieni anche
tu, allora…”
“ma..”
“tu non vuoi rinunciare ai
tuoi principi? E io non voglio fare un torto ad un amico! Mi sembra che delle
due motivazioni la mia sia molto più nobile!”
“in apparenza!!- controbatte-
perché la verità è che vuoi andare a divertirti, a bere e a guardare ballerine
sconce che saltellano sui divani..”
“pensala come ti pare.-
conclude lui.- te lo ripeto l’ultima volta: è il compleanno di un mio carissimo
amico e se avesse fatto una festa
all’oratorio parrocchiale per me non sarebbe cambiato nulla!! Avrei dovuto
andare lo stesso e, sai che ti dico, mi fa anche piacere andarci!”
“lo vedi, allora, che è come
ti dico io?”
“mi fa piacere stare con lui!”
conclude Tom, ordinando poi
rabbiosamente qualcos’altro a Franch.
Rose non controbatte, rimane
in silenzio a fissare il suo bicchiere. Questo comportamento non se lo sarebbe
mai aspettato. Preferisce andare in una bettola piuttosto che passare la serata
con lei, roba da pazzi!!!!!!!! Sta per riprende il discorso quando un “ciao
Tom.” Le blocca la voce in gola.
Una bella ragazza di qualche
anno più grande di lei (probabilmente della stessa età di Tom) si avvicina al
suo ragazzo, sembrando non notare
affatto la sua presenza. È davvero molto carina, con dei lineamenti
decisi e sensuali, occhi nocciola e capelli ricci sul rosso. Ha la carnagione
abbastanza chiara propria di chi ha i capelli molto chiari ma una buona dose di
trucco e qualche lampada la fanno apparire più scura e abbronzata.
Tom si volta verso di lei e le
sorride. Si conoscono. Un campanello d’allarme suona nella testa della ragazza,
ma Rose si impone la calma, il sangue freddo.
“anche oggi qui?- esordisce
lei.- da quanto sei arrivato? non ti ho visto entrare..”
“oh, da poco.”
La donna sorride sensualmente
a Tom poi, come i suoi occhi si muovono e incontrano la figura di Rose,
sobbalza leggermente. Tom non è solo. Rose la fissa intensamente, quasi quanto
Ginny. Sembra che entrambe siano colpite l’una dalla presenza dell’altra.
La rossa le sorride, quasi
contenta. La ragazza di Tom è davvero bella.
Una sfida ad armi pari,
quindi.
Tom ricorre alle
presentazioni. “Rose, lei è Ginny.. una mia amica appena tornata da Washington.”
Ginny. La ex. “ Ginny, lei è
Rose. la mia ragazza.” entrambe si sorridono con un sorriso così teso e di
circostanza che se potessero fare altro, avrebbero subito iniziato a
picchiarsi.
“ciao Rose.- sussurra Ginny
mentre studia la sua avversaria.- mi fa piacere fare la tua conoscenza.
Frequenti da molto il bar? Penso di non averti mai vista..”
“no, infatti. Conosco questo
posto da quando sto con Tom.”
“state insieme da molto?”
“due mesi.” Dilata un po’. In
realtà sarebbe un mese e due settimane. Ma meglio allungare..
“siete una bella coppia.”
mormora infine Ginny con un sorriso che a Tom pare sincero a Rose sa molto di
viperesco.
“come mai di nuovo qua da El?”
domanda Tom.
“voglio riprendere a
frequentare i vecchi amici e poi non ho nient’altro da fare. Sinceramente
speravo di incontrarti, Tom, per fare quattro chiacchiere come l’altro
giorno..”
Un nuovo campanello d’allarme
suona nelle orecchie di Rose: chi sa da quanto si frequentano..
“non studi?” domanda quindi.
“certo ma le lezioni le
riprendo dalla settimana prossima. Sai,- si rivolge di nuovo a Tom- ho trovato
un monolocale proprio vicino la facoltà!”
“non hai nessuno qui a New
York?” si intromette Rose.
“sì, ovviamente c’è mia madre.
– risponde Ginny visibilmente scocciata dalle continue interruzioni da parte di
Rose.- ma io voglio essere
indipendente.”
*Abita da sola, studia, non
lavora. Eccone un’altra che naviga nell’oro.*
“ok, si è fatto tardi… vi
lascio da soli...” conclude la rossa con un sorriso tirato.
“è stato un piacere
conoscerti, Ginny.” interviene Rose porgendole la mano. La ragazza dagli occhi
nocciola osserva la sua mano protesa e, come un cobra scatta a mordere quando
vede la preda, così la mano di Ginny va a stringere quella dall’altra ragazza.
“anche per me. ci vediamo
questa sera, allora,.. ciao ..” dice allontanandosi ancheggiando.
Ah, già, anche lei sarà alla
festa. Un altro particolare che la spingerebbero a chiedere a Tom, in
ginocchio, di non andare. Ma non lo farà. Il suo comportamento l’ha delusa
profondamente e non le va di elemosinare la sua attenzione. Vuole andare? E che
vada pure!
Apre la borsa, prende il
cellulare e compone il numero del taxi.
“che fai?” le domanda lui, un
po’ nervoso.
“chiamo un taxi” risponde
tagliente.
“che bisogno c’è, ti
accompagno io, no?”
Rose non risponde, comunica al
telefono il luogo, poi, con uno scatto, scende dallo sgabello. “mi raccomando,
divertiti, eh, questa sera..”
“ma vaffanculo.”
“vaffanculo
tu,stronzo!!”conclude andandosene. Tom cerca di richiamarla ma con pochi passi,
la ragazza esce dal locale. Sbatte il bicchiere sopra il bancone, pieno di
rabbia. Se pensa di poterlo comandare a bacchetta si sbaglia di grosso. Andrà
alla festa di Dawson. Eccome se ci andrà.
Rose si avvolge nel
profumatissimo e morbidissimo accappatoio bianco, si friziona i capelli e
prende il phon, iniziando una leggera asciugatura della sua capigliatura
castana. La porta del bagno si apre e non fa nemmeno in tempo a dire ‘occupato
‘ che Hudson fa capolino dalla porta. “posso?” e giacché non le dà il tempo di
negare ed entra, Rose si domanda cosa cazzo glielo abbia chiesto a fare.
“grazie dell’ospitalità.-
dice comunque Rose.- non mi andava proprio di andare a casa. Sai in che
rapporti sono con Emily e compagnia cantante..”
Hud la fissa con i suoi
occhi castani ed indagatori: “prima eri molto nervosa.. adesso che ti sei un
po’ calmata vuoi spiegarmi cosa è successo??
La ragazza sbatte la
spazzola sulla piastra di marmo del lavandino: “è uno stronzo, ecco che cos’è
successo!”
Hud scoppia a ridere: “be,
che non fosse il fratello dell’arcangelo Gabriele, lo sapevamo..”
La ragazza si altera ancora
di più: “non sai quello che dici! Sai dove va il signorino questa sera? Nel
peggior girone dell’inferno! A casa di Dawson!”
Hudson deglutisce. “mm..
effettivamente.. e tu non vai con lui?”
“fossi matta!! Gli ho
chiesto di non andare mille volte, sai? Gli ho perfino proposto di andare a vedere un film ma..”
“oh, Rose, ma che cosa ti
aspettavi?” l’improvvisa entrata dell’amica frena lo sproloquio della ragazza
che, per assicurarsi di aver sentito bene, spegne anche il phon. “come?”
“ma sì, dai, mi hai capito.
Lui ai suoi amici non ci vuole rinunciare e, sinceramente, non deve farlo!”
“ma io non gli sto
chiedendo tutto questo, solo..”
“non puoi obbligarlo a non
andare, sono i suoi amici! l’amore per te non è in discussione, ma lui non
vuole incrinare la sua amicizia! E poi metti nel conto che Dawson, con il
caratterino che ha, ci tiene parecchio a queste cose…”
“si ma..”
“Poniamo il discorso in
un’altra maniera.- la interrompe Hud sistemandosi i capelli.- fai il caso che
io abbia organizzato una festa con mille spogliarellisti, tu non verresti?”
“Hud voglio essere sincera.
Se lui mi avesse chiesto di non andare, io non ci sarei venuta.”
“ma lui non è te, Rose. Tom
ha un altro carattere, un altro modo di pensare..”
Rose sospira e riaccende il
phon. Forse ha sbagliato. Ha sbagliato a comportarsi in questo modo, è stata
proprio una cretina. Una super cretina. “ e poi sono anche furiosa.- dice
improvvisamente, spegnendo l’apparecchio per l’ennesima volta.- perché si è
incontrato con una sua ex, uno di questi di giorni.”
“Ma è stata una cosa
programmata stile appuntamento, oppure no?”
“no, credo che sia stato un
incontro improvviso.. ma quello che mi brucia è che quella ha messo la tenda
nel bar, capito? Così è sicura di poterlo vedere tutti i giorni! Alla fine lo
vedrà anche più di me.”
“e…- domanda Hud,
incuriosita.- com’è?”
“bella, purtroppo. Hai
presente… capelli rossi, occhi nocciola..”
“mm.. ho capito il tipo. E
scommetto che questa sera non mancherà, nemmeno se dovesse improvvisamente
venire il giudizio universale!”
“puoi giurarci!!- esclama
Rose riaccendendo il phon. Poi lo spegne di nuovo – e sono sicura che ci
proverà anche! Oh, Hud, io non so proprio che cosa fare!- riaccende il phon, lo
rispegne.- hai ragione, forse mi sono comportata male ma..” Hudson le prende il
phon dalle mani prima che con quest’accendi-spegni glielo fulmini.
“ tu e Tom avete due
caratteri davvero molto simili. Siete entrambi irascibili, testardi e orgogliosi.
Ma se ti sei resa conto che hai sbagliato, forse dovresti porrei rimedio, no?”
Rose sospira. “e come?”
L’amica le sorride: “fatti
bella e vai da lui. Vedrai che tutto si metterà a posto- vede che Rose è ancora
dubbiosa- è importante che tu vada da lui e gli chieda scusa…davvero, Rose,
raggiungendolo alla festa gli darai prova che hai riconosciuto il tuo errore e
poi che per lui sei anche disposta a scavalcare i tuoi principi.. .”
Gli occhi verdi della
ragazza scintillano: “va bene.”
“brava! Così ti voglio…”
dice stampandole un bacio sulla fronte. “ e adesso preparati, ok? Io ti chiamo
un taxi!” detto ciò esce velocemente dalla stanza, a passo svelto.
Rose fissa per qualche
istante il pavimento, poi decide di passare all’azione.
Fine quattordicesimo capitolo