Qualche tempo fa ho trovato questa http://img526.imageshack.us/my.php?image=linagourry11wk4vr.jpg
immagine, che non avevo mai visto prima, ma trovo assolutamente stupenda
(=D) e da allora mi è venuta voglia di scriverci qualcosina sopra… da ciò è
nata questa breve fic Lina/Gourry, ambientata all’inizio della loro conoscenza,
nel breve periodo fra la sconfitta di Shabby (familiarmente detto) e l’incontro
con Amelia… Spero che i fan della coppia gradiscano…^_^
Commenti e critiche sono ovviamente sempre graditi…=P
Gourry aprì gli occhi all’improvviso, ad un rumore
proveniente dalla stanza contigua.
Era pieno pomeriggio, ma per una volta lo spadaccino poteva
permettersi, cosa inconsueta per lui, di digerire il pranzo al calduccio fra le
lenzuola.
Del resto, non c’era molto altro da fare.
Si stavano dirigendo a sud… quella folle della sua compagna
di viaggio aveva sentito dire qualcosa a proposito del passaggio dell’erede al
trono di Sailune in uno dei villaggi al confine del regno, e per qualche motivo
la notizia la aveva particolarmente esaltata … A Gourry non era ancora
perfettamente chiaro che cosa avesse in mente (anche se gli erano bastati due
mesi di convivenza per capire che avrebbe potuto aspettarsi di tutto…)… se
fosse stato in compagnia di un’altra ragazza si sarebbe detto che era
semplicemente l’entusiasmo di incontrare un principe, ma i comportamenti di
Lina erano al novanta per cento totalmente imprevedibili… Gli bastava pensare
che quella che fino ad un mese prima aveva chiamato ragazzina aveva distrutto
davanti ai suoi occhi uno dei demoni più potenti che fossero mai comparsi sulla
faccia della terra…
Sulle sue labbra affiorò un involontario sorriso.
Si sollevò dal letto, con un sospiro, e lanciò un’occhiata
fuori dalla finestra. Neve. Cadeva incessantemente dal cielo, ora con feroce
intensità, ora con placida lentezza, e si era già accumulata in una spessa
coltre al suolo. Ecco perché erano stati costretti a fermarsi… la primavera
distava ormai solo un mese, ma quell’anno faceva ancora freddo… Confidava che
una volta giunti nei regni del sud avrebbero potuto bearsi in un po’ di sano
buon clima, anche se doveva ammettere che i fiocchi leggeri e tutto quel
biancore lo affascinavano… nel regno in cui era cresciuto, Elmekia, il
paesaggio era per lo più desertico, e gli era capitato raramente di assistere
ad un simile spettacolo… gli faceva uno strano effetto… tutto sembrava più
calmo e silenzioso… gli veniva voglia di uscire nel cortiletto della locanda,
solo per il gusto di vedere le sue impronte stamparsi su quel mantello candido…
‘Uhm… forse dovrei evitare di entusiasmarmi per così poco…’
Gourry si grattò la punta del naso… A volte si rendeva conto di essere un tipo
semplice… d’altra parte forse era per quello che amava viaggiare… non si era
mai mosso per il puro piacere di farlo, fino a qualche mese prima, ma si era
velocemente reso conto di quanto quel modo di vita portasse a scoprire sempre
qualcosa di nuovo… in un certo senso, questo lo accomunava a Lina… era strano a
dirsi, ma c’erano momenti in cui lui e la sua compagna di viaggio sembravano
essere diversi come la luce e l’ombra, e dei momenti invece in cui la sentiva
incredibilmente vicina… un’altra delle mille cose che lo frastornavano della
sua compagnia…
Si avvicinò al muro che separava la sua stanza da quella
della maga, e vi batté lievemente col dorso della mano. Avrebbe potuto
scomodarsi ad arrivare fino alla porta, ma i muri di carta velina di quella
infima locanda rendevano totalmente inutile l’operazione… del resto,
difficilmente avrebbero potuto trovare di meglio, con tutti i viaggiatori fermi
a causa della neve…
“Ehi, Lina… tutto ok?”
Il più totale silenzio giunse in risposta alle sue parole.
Strano… era certo di avere sentito un nitido tonfo nella
stanza, solo pochi istanti prima. Aveva pensato che anche la sua compagna si
fosse svegliata…
Un campanello di allarme gli si accese nella mente.
Infilandosi velocemente stivali e afferrando il suo mantello, uscì nel freddo
corridoio, e raggiunse la porta della maga. Bussò, nuovamente.
“Lina… sei in camera?”
Quando un muro di silenzio gli si contrappose nuovamente, la
sensazione di allarme crebbe fino a degenerare in ansia. Posò la mano sulla
maniglia della porta, e provò ad abbassarla. Nulla. Ovviamente, Lina si era
chiusa a chiave. Avrebbe persino dovuto evitare di chiederselo, visti i volti
degli avventori che avevano incontrato ad ora di pranzo al piano inferiore,
nella sala comune della locanda…
Ora senza più preoccuparsi di mantenere basso il suo tono di
voce, Gourry chiamò attraverso la porta. “Lina! Lina, sei sveglia? Se ci sei,
rispondi!”
Premette nuovamente la maniglia verso il basso, con maggiore
violenza di prima, e questa volta, invece di incontrare la resistenza del
sottile strato di legno, udì un sonoro schiocco. La porta cedette di scatto, e
si ritrovò quasi a caracollare nella stanza della sua compagna di viaggio.
Nella foga, doveva aver fatto saltare il lucchetto…
‘Oh, oh… ho idea che questo a Lina non piacerà…’
Entrò nella camera con circospezione, temendo ad ogni
istante di incontrare una palla di fuoco sulla sua strada, e quasi si stupì di
arrivare a mettere entrambi i piedi all’interno del piccolo ambiente senza
perdere la vita… Si chiuse la porta alle spalle, e si guardò attorno. La stanza
era indiscutibilmente vuota.
‘Ma dove diavolo…?’
Il letto era ancora disfatto, e alcuni oggetti personali di
Lina erano sparsi lì attorno… una spazzola, vestiti, diverse boccette con
unguenti che Gourry non conosceva, un paio di pantofole ed un pigiama, buttati
disordinatamente sul letto e sul tavolino vicino alla finestra. La sacca in cui
usava portare gli oggetti utili al viaggio era riversa al suolo, aperta, e
vuota. Mancavano il suo mantello, la spada e gli stivali. Ovunque fosse
sparita, Lina si era portata con sé i suoi oggetti più preziosi.
Per un momento, gli attraversò la mente il pensiero che se
ne fosse andata per la sua strada, ma non aveva ancora terminato di formularlo,
che già il suo istinto lo negava. Non solo per il fatto che aveva abbandonato
lì parte delle sue cose. Ormai conosceva a sufficienza Lina per sapere che non
era tipo da andarsene di nascosto, senza spiegazioni. Se si fosse stancata di
lui, glielo avrebbe semplicemente detto, senza tante cerimonie. In effetti gli
piaceva questo aspetto di lei. La sua compagna non era tipo da rimuginare in
silenzio… Si arrabbiava, sicuramente, e spesso anche… ma una volta chiarito, il
problema era chiuso. Non c’erano questioni e rancori lasciati in sospeso, con
lei…
“Uhm…” Gourry si grattò la testa, perplesso. Quelle
riflessioni erano molto interessanti, ma non risolvevano il suo problema. Che
fine aveva fatto la sua compagna di viaggio?
Proprio in quel momento, uno spiffero d’aria portò la sua
attenzione verso la finestra… si avvicinò, e con un po’ di sorpresa si rese
conto che era accostata, ma aperta. Guardò all’esterno. Al di sotto
dell’apertura, le impronte di una singola persona si stagliavano chiaramente
sul selciato del cortile, per poi dirigersi verso la strada deserta, e svoltare
in un vicolo. La neve fresca le stava già ricoprendo, ma erano ancora visibili
piuttosto chiaramente, segno che chiunque fosse uscito da lì doveva averlo
fatto molto poco tempo prima…
Gourry sospirò. Ecco svelato l’arcano. Lina si era
allontanata da lì, per evitare di dover passare davanti alla sua porta in
corridoio, e rischiare di essere scoperta. Il tonfo che aveva sentito doveva
essere stato il rumore della finestra che sbatteva a causa del vento.
Lo spadaccino si grattò la testa. Se conosceva un minimo
Lina, c’era un solo motivo che poteva farla smuovere dalla sua stanza con tutta
quella neve…
Il suo hobby.
Lina era stata come una bestia in gabbia, tutto il giorno
prima. Era stata tremendamente irritata al pensiero che il suo viaggio verso
l’erede al trono venisse rallentato, e forse compromesso, da quella inaspettata
montagna di neve. Aveva persino tentato di convincerlo a muoversi lo stesso, ma
Gourry in quella occasione era stato irremovibile. Era raro per lui impuntarsi,
e fino a quel momento si era limitato ad assecondare felicemente Lina nelle
decisioni riguardo all’itinerario del loro viaggio, ma non era tanto
sprovveduto da non rendersi conto di quanto avrebbe potuto essere pericoloso
muoversi per alture e crepacci con quelle condizioni meteorologiche… e, del
resto, non ci era voluto molto a convincere la maga… Lina era un’incosciente,
ma non era un’ingenua… era stata perfettamente consapevole di quanto il suo
stesso progetto fosse poco felice…
Ora, però, evidentemente cercava un modo per scaricare la
tensione. Un modo che includeva banditi fatti saltare in aria, tesori
accumulati, e un certo spadaccino sua guardia del corpo fuori dai piedi…
Gourry sospirò, nuovamente. Non approvava particolarmente l’hobby
di Lina, ma nemmeno si sarebbe sognato di cercare di fermarla. Dei, no. Una
sola settimana a fianco di Lina Inverse è sufficiente a capire che non è il
caso di contraddirla su certi punti, a meno di non essere in cerca di una forma
originale di suicidio… D’altra parte, però, lo infastidiva l’idea che la maga
se ne sparisse a quel modo, senza dirgli nulla. E se le fosse successo
qualcosa? E se avesse avuto bisogno di una mano? Lina era perfettamente in
grado di difendersi, ma bisognava anche dire che attirava i guai come una
calamita. E poi era stanca, non si era ancora del tutto ripresa dalla lotta con
quel Shab…qualcosa… E, in fondo, lui era la sua guardia del corpo.
Stranamente nervoso, senza nemmeno capirne esattamente il
motivo, Gourry abbandonò la stanza della maga, e scese al piano inferiore,
deciso a mettersi sulle sue tracce. Si infilò il mantello, e affrontò il muro
di freddo che lo aspettava appena fuori dall’ingresso della locanda. La neve
ora cadeva a fiocchi spessi, e radi, che il forte vento spargeva ovunque
nell’aria che lo circondava. Sollevò il cappuccio, per evitare che i capelli
gli si bagnassero più del necessario, e si gettò alla ricerca della sua
compagna, seguendo le impronte che conducevano al di fuori del cortile… Già
preventivava un lungo inseguimento, presumibilmente fino alle mura del piccolo
villaggio e ai boschi che lo circondavano… per questo, quando svoltò nello
stretto vicolo a lato della locanda, in cui si immettevano le impronte, rimase
per un momento ammutolito, sorpreso dalla scena che gli si parava di
fronte…
Lina era davanti a lui, di spalle, e sembrava china su
qualcosa… Per qualche motivo aveva staccato il cappuccio dal mantello, e ora i
lunghi capelli rossi le ricadevano lungo le spalle, umidi di neve… sembrava che
stesse dicendo qualcosa a bassa voce, ma da quella distanza Gourry non riusciva
a capire che cosa…
Fece per avvicinarsi, ma la maga lo colse di sorpresa,
sollevandosi in piedi. Un guizzo di colore rosso attirò il suo sguardo verso le
braccia della ragazza, in cui, notò lo spadaccino, la sua compagna reggeva il
proprio cappuccio imbottito. E alla vista di ciò che vi era contenuto lo
spadaccino non poté fare a meno di sorridere…
“… un incivile…” La udì mormorare. “… ma lasciate che lo
trovi e gli metta le mani addosso…”
Il sorriso di Gourry si allargò. Gatti appena nati. Dovevano
essere stati abbandonati lì da qualcuno che aveva ritenuto la cucciolata del
proprio animale domestico un po’ troppo numerosa… e che non aveva idea del
pericolo che stava correndo ora, di fronte alle ire di una maga che
evidentemente per quegli animali aveva una certa simpatia…
Un po’ se ne era reso conto anche in precedenza, anche senza
quel gesto… del fatto che Lina avesse un animo molto più tenero di quanto non
desiderasse mostrare… era un personaggio dalle mille facce, quella strana
ragazza… a volte risvegliava in lui ammirazione e rispetto, in altri casi lo
innervosiva, in certi momenti sentiva di condividere con lei una vicinanza
simile al cameratismo che lo aveva unito ai suoi precedenti compagni di
viaggio… Altre volte, almeno da un po’ di tempo a questa parte, provava
semplicemente affetto. Un po’ come in quel momento. Uno strano misto di
sensazioni, che ancora non era bene in grado di definire… e che, in realtà, non
gli importava granché di definire. Gourry tendeva a registrare ciò che provava
e ad agire di conseguenza, più che stare a rifletterci sopra. E così fece anche
allora.
Si avvicinò silenziosamente, slacciandosi il mantello, in
modo che le due estremità pendessero libere ai suoi fianchi. Quando fu
sufficientemente vicino, ne sollevò un lembo, in modo che coprisse la testa già
umida della maga, mettendola al riparo insieme a lui.
“Ehi… prenderai freddo se rimani così a testa scoperta…”
La maga sobbalzò, e gli rivolse uno sguardo stupito, come se
si fosse aspettata di vedere chiunque in quel luogo, tranne lui. “Gourry…”
Arrossì, per qualche motivo che a Gourry sfuggì. “Credevo stessi dormendo…”
Gourry le sorrise. “Dormivo, infatti. Ma poi ho sentito un
rumore provenire dalla tua camera, e quando sono venuto a controllare non ti ho
trovata… ero preoccupato, e sono venuto a cercarti…”
La maga gli rivolse uno sguardo strano… “Eri… preoccupato
per me…?”
Gourry batté le palpebre. “Sì… che c’è di strano?”
Lina inarcò un sopracciglio. “Ho combattuto contro
Shabranigdu davanti ai tuoi occhi, mi chiamano imperatrice della distruzione, e
tu eri preoccupato perché avevo deciso di andarmene a fare un giro da sola per
la città?”
Gourry inclinò la testa, senza capire dove la maga volesse
andare a parare. “Bé… se tieni ad una persona ti preoccupi per lei anche se è
in grado di difendersi, no?” Replicò, del tutto candidamente.
Lina lo fissò per un momento, con uno sguardo per lui
totalmente indecifrabile. Quindi arrossì lievemente, e i suoi occhi si
soffermarono sul lembo di mantello con cui lo spadaccino le stava coprendo la
testa. Fece un sospiro. “Molto tipico di te…” Mugugnò…
“Mm?”
La maga scosse la testa. Il suo sguardo si fissò sui
cuccioli fra le sue braccia. “Li ho sentiti miagolare dalla mia finestra.”
Borbottò. “Mi chiedo chi possa essere così insensibile da mollarli in questo
modo in mezzo alla neve…”
Gourry ridacchiò. “Non so perché, ma non mi sembri il tipo
da mettersi a predicare sulla sensibilità.”
Lina lo fulminò con lo sguardo. “BADA A COME PARLI, SAI!”
Quindi sbuffò, e arrossii ulteriormente. “Non sono certo propensa ai
sentimentalismi inutili, ma queste creature non sanno difendersi. Non ci voleva
nulla ad affidarle a qualcuno… una persona che li ha lasciati così
gratuitamente a morire probabilmente agirà sempre così anche nella vita di
tutti i giorni… e ti confesso che non mi dispiacerebbe trovarmelo ora davanti…”
Gourry ridacchiò nuovamente. “Oh, non ho dubbi.” Si avvicinò
maggiormente a Lina in modo che fosse ben riparata. “Che ne dici se per ora li
portiamo nella tua stanza, e quando smette di nevicare andiamo a chiedere ad un
qualche spaccio se vogliono adottarli? Chi vende prodotti alimentari li
sfrutterà volentieri, quando saranno un po’ più grandi, per liberarsi dai
topi…”
Lina sospirò. “Sì, direi che è una buona idea.” Gli lanciò
un’occhiata in tralice. “Ora non andrai a dire in giro che Lina Inverse è la
paladina degli animaletti indifesi, vero?”
Gourry si trovò nuovamente a sorridere. Ecco la solita Lina.
“Parola mia. Non vorrei mai che qualche voce positiva finisse per contraddire
le mille voci negative che circolano sul tuo conto.” Replicò, semplicemente, in
tono divertito, sollevando la mano destra.
Lina lo fissò storto, ma non raccolse la battuta. “Meglio
per te.” Si limitò a replicare, caustica. “E ora andiamo, sto congelando.”
Si avviarono in silenzio, ma prima che potessero girare
l’angolo verso la locanda, Lina si bloccò di scatto. “Ehi, Gourry…” Sollevò lo
sguardo e lo fissò, perplessa. “Hai detto che sei venuto in camera mia a
controllare e che non hai trovato nessuno, ma… come hai fatto ad entrare, dato
che avevo chiuso a chiave?”
Gourry gelò sul posto. Aveva momentaneamente scordato quel
particolare… “Oh… ehm… in realtà… nella foga, temo di avere rotto il
lucchetto…”
Lina lo fissò come avrebbe guardato un demone che era sul
punto di attaccare. “Stai dicendo che te ne sei andato lasciando la mia camera
APERTA???”
“Oh, ecco… io… in quel momento ero concentrato sul
ritrovarti, e…”
“NON E’ UNA SCUSA SUFFICIENTE, CERVELLO DI MEDUSA!!!” Quello
era l’appellativo che Lina gli aveva ‘amichevolmente’ assegnato. “Aaaaah, i
miei preziosi unguenti!” Lina gli lasciò fra le braccia i gatti, e scattò verso
la locanda, dimentica della neve. Gourry scosse la testa e la seguì,
sorridendo.
Magari più tardi avrebbe potuto consolarla, dicendole che
nella furia di ritrovarla aveva dimenticato aperta anche la PROPRIA camera…