Per
non dimenticare
Hojo Satoshi
Grida
Quando Satoshi entrava in casa, le urla
gli trapanavano il cervello.
Era
guerra, ogni giorno. Satoko la combatteva, cercando il suo appoggio.
Non
poteva far altro che asciugarle le lacrime, abbracciarla e confortarla,
ma non era abbastanza.
Lo
sguardo di sua sorella perse il luccichio tipicamente puerile, scavando
due occhiaie profonde sul viso scarno.
Il
sorriso sparì sostituito dai lividi, la felicità
venne inghiottita dalle grida.
La
pace non arrivava; gli avevano raccontato, i suoi genitori, che non
giunge da sola, va conquistata.
Fu
per quello che prese una decisione. Per salvarla, soltanto
ciò.
Attese
che sua zia arrivasse nel luogo designato, per colpirla con violenza
una, dieci, cento volte.
Poi
tutto rimase immobile, ma le urla continuarono a ronzargli nella testa,
sorde, spietate, continue.
Satoshi imparò la lezione.
Una volta scomparso, il silenzio non torna più.
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