Un Gigolò In Affitto

di Doll_
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UN GIGOLO' IN AFFITTO – EPILOGO

Buongiorno amore mio.”
Non poteva essere tutto vero.
Zac che mi svegliava con la sua voce calda, che mi stava accanto con il suo buon odore...
Non poteva non essere una favola.
Solo nelle fiabe i desideri si avverano ed ogni cosa va alla grande, eppure..
Eppure aprendo gli occhi anche quella mattina, mi accorsi che non era affatto un sogno.
Era tutto vero. La mia vita era reale, e anche la ragione di ogni mio respiro era reale.
Buongiorno..” Biascicai, stiracchiandomi.
Dormito bene?” Mi sorrise e come ogni mattina pensai a quanto potevo amarlo.
Non tanto... Te?”
Idem. Non smettevano di piangere.” Borbottò, passandosi una mano sugli occhi.
E' Jonathan quello che non dorme mai.”
Lucy si è svegliata un paio di volte e sono sempre andato io, stanotte. La prossima tocca a te.” Mi ammonì, dandomi un pizzicotto sul fianco.
Ahi! Non vale, mi sono appena svegliata!” Protestai, cercando di evitare che mi facesse il solletico.
Se ti consola, io non ho dormito affatto!” Sorrise ancora, mentre mi sovrastata col suo bel corpo e si posizionava sopra di me.
E non sei stanco?” Sussurrai, avendo già compreso le sue intenzioni.
Non esattamente.” Sorrise apertamente, mentre sul mio ventre sentii già qualcos'altro svegliarsi.
Sei indomabile.” Sorrisi di rimando, ma proprio mentre ci stavamo avvicinando per un lieve bacio, qualcuno entrò nella stanza.
Dite buongiorno a mamma e papà!” Fece mio padre, aprendo poi le persiane e facendo entrare tutta la luce nella camera.
PAPA'!” Mi lamentai, mettendomi sotto le coperte.
Sentii sia mio padre che Zac ridere, poi due leggeri pesi sulla schiena.
Lentamente mi scoprii e presi in braccio le altre due mie ragioni di vita.
Ma buongiono, amori miei!”
Sorrisi ai miei due angeli che si aggrappavano al mio collo e giocavano con i miei capelli.
Zac si era avvicinato e adesso Jonathan stava giocando con lui mentre mio padre, con la sua ormai inmancabile macchinetta fotografica ci scattava centinaia di foto.
Dopo qualche minuto anche Semola, bello e grande, ci raggiunse, seguito da Marco, Mattia e Silvia.
Dobbiamo cambiargli i pannolini, Sil.” Dissi, alzandomi con le due pesti in braccio.
Certo, andiamo.” Mi sorrise, dandomi un bacio sulla fronte.
Io vado a lavoro, amore, ci vediamo a pranzo.” Mi salutò poi Zac, con un bacio sulle labbra, seguito da mio padre con uno sulla guancia.
Una volta che io e Silvia finimmo di lavarli e vestirli, poi lei dovette accompagnare Marco e Mattia a scuola, così io, sedendomi sul divano dopo aver poggiato Jonathan e Lucinda sul tappeto strapieno di giocattoli, mi misi a guardarli e a ripensare a quel giorno all'aeroporto.

Z-ac!”
Mi alzai e dopo qualche secondo di smarrimento lo abbracciai più forte che potei come a cercare di sentire se fosse solo la mia immaginazione o fosse reale.
Anche lui ricambiò l'abbraccio, così appena lo lasciai, cominciai l'interrogatorio.
Cosa ci fai qui? L'aereo è partito da quatto minuti, già!”
Lui continuava a sorridermi e passando una mano sul mio viso, rispose: “Non sono partito, Vic. Non ce l'ho fatta. Appena mi sono seduto mi sono sentito come soffocare e sono corso via prima che decollasse.”
E Jack?”
E' partito, ma ha promesso di ritornare.”
Lo abbracciai nuovamente e rimanemmo lì per quasi due ore fra abbracci e baci mentre tentava di spiegarmi tutta la storia da cima a fondo.
La sera prima, quando io mi ero già addormentata fra le lacrime, mio padre aveva raggiunto Zac nella sua stanza e aveva saputo tutta la verità.
In realtà mio padre già sospettava che non fossimo davvero fidanzati ma, dopo aver conosciuto Zac, ammise che ci sperava e per questo aveva continuato a far finta di nulla.
Intanto aveva ricordato a Zac che al distretto avevano licenziato un suo collega per corruzione e allora senza giri di parole gli aveva semplicemente fatto capire che se voleva restare, non avrebbe avuto problemi a lavorare con lui dopo un periodo di tirocigno.
Insieme a Zac anche nonna Annie sarebbe rimasta in Italia e così, ancora titubante, era stato sveglio tutta la notte a pensarci.
Non ho mai visto mia figlia così felice e non puoi capire che gioia possa essere per un padre solo come me, vedere crescere la sua bambina e innamorarsi sotto i propri occhi. E' la cosa più bella del mondo, e non vorrei che tu ti perdessi una fortuna del genere.”
Questa era stata la frase di mio padre che aveva convinto Zac.

Una volta tornati a casa passammo ogni giorno insieme ma andando avanti col tempo la mia salute sembrava sempre peggiorare fino a quando, essendoci tutti preoccupati, avevamo deciso di andare all'ospedale dove poi, un medico, annunciò la mia gravidanza.

A quasi diciottanni ero rimasta incinta e solo pochi mesi dopo scoprimmo che erano ben due gemelli quelli che continuavano a muoversi nella mia pancia.
Mai gioia fu più profonda nel prenderli in braccio dopo averli messi al mondo.
Lucy e Jonathan resero poi la nostra vita ancora più meravigliosa.

 

Angolo Autrice:
Probabilmente vi aspettavate qualcosa di più, ma ho preferito non aggiungere altro per non rischiare di peggiorarla.
Ringrazio innanzi tutto, coloro che hanno recensito ogni capitolo, dai primi agli ultimi e che insieme a me hanno gioito, pianto e riso con questa strampalata storia.
Ringrazio coloro che hanno semplicemente letto e che hanno continuato a darmi la ragione per continuare a scrivere.

E' durissima per me, mettere un punto alla mia prima storia alla quale sono eternamente affezionata.
Spero di “rileggervi” di nuovo.
Un grandissimo bacio dalla vostra...
Liah.





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