The nightgown- i don't know anything about my mother's
family
Kelly Walker percorse in fretta la scala mobile
dell'aereoporto
di Melbourne da dove doveva prendere l'aereo per
l'inghilterra dove di li a poche settimane si sarebbero
celebrate le
sue nozze e in un certo senso era anche un ritorno alle origini:
suo padre,Steven era australiano ma la madre Madison Shaw
era inglese , i genitori si erano trasferiti in Australia
quando
Kelly compi' un anno per via del lavoro del padre, brillante geologo
mentre la madre pur essendo di nobili origini (gli Shaw erano marchesi
e molti si potevano fregiare del titolo di "lord" datogli da
qualche sovrano secoli prima) non aveva esitato a trovarsi un lavoro e
ben presto la sua laurea in legge le aveva dischiuso le porte del piu
prestigioso studio legale di Melbourne facendola diventare un'associata
dopo neanche dieci anni dall'assunzione, a Melbourne Kelly
aveva
avuto un'infanzia ed un'adolescenza serene, aveva studiato e si era
laureata in lingue: " decisamente non hai preso da me" era
stato
il commento di suo padre il giorno della sua laurea, all'inzio s'era
arrangiata con vari lavoretti finche' la sua conoscenza del francese
dell'arabo e del giapponese le avevano permesso di trovare un buon
impiego presso una casa editrice: fare la traduttrice le piaceva e poi
grazie al lavoro aveva conosciuto quello che di li a poco sarebbe stato
suo marito: l'edificio dove aveva sede la casa editrice tre anni prima
necessitava di una ristrutturazione ed era arrivato Brian coi suoi
occhi blu e il suo fascino selvaggio e si erano innamorati: lui era
australiano ma si era detto piu che disponibile a celebrare il
matrimonio in inghilterra com'era desiderio della famiglia di lei;
"fortuna che in totale siamo poco piu di ottanta persone" penso'
salendo la scaletta dell'aereo: "altrimenti sai che casino far arrivare
i parenti di Brian", non che lei facesse parte di una famiglia
numerosa: i genitori di suo padre quasi non aveva fatto in tempo a
conoscerli poiche' morirono quando lei aveva quattro anni, ad un'eta'
veneranda ( ottantun anni la nonna ottantacinque il nonno) dei genitori
della madre invece ricordava solo che quando era piccola trascorreva le
vacanze estive nella loro villa col parco dove si sarebbe tenuto il suo
ricevimento nuziale, purtroppo morirono entrambi di malattia, il nonno
quando aveva dieci anni e la nonna tre anni dopo e ricordava i funerali
di entrambi " ma a parte questo non so nulla della famiglia
di
mia madre" penso' allacciandosi la cintura "certo erano
nobili e
tutto il resto ma vorrei saperne di piu" e su questi pensieri
si
addormento' profondamente.
Una volta atterrata ad Heathrow vide la madre al di la della vetrata
che
si sbracciava per salutarla , vedendola Kelly penso' che fisicamente
non avevano nulla in comune: lei con lunghi capelli rossi che
le
scendevano lisci lungo la schiena e occhi verdi, Madison invece con
occhi e capelli nerissimi questi ultimi portati ricci e corti,
"ciao tesoro come stai?" le chiese baciandola sulla guancia,
"
bene e tu?" disse lei sistemandosi la borsa di tela a tracolla, Madison
raccolse il trolley della figlia e se lo trascino' dietro uscendo
dall'aereoporto .salirono in macchina dirette alla villa degli Shaw, e
dopo circa un'ora la raggiunsero: era una splendida villa immersa nel
verde di un parco naturale con alberi e fiori di diverse specie,
nell'attraversarlo la ragazza torno' indietro di anni tutto in un
colpo: e si rivide bambina correre nei prati ed immergersi nella grossa
fontana fino alle caviglie , entrarono nella villa: l'ingresso era
ampio e allungato con pavimenti di marmo bianco, in fondo a destra vi
era la cucina in rovere scuro, proseguendo dritto si trovava il salotto
con le pareti di un luminoso color albicocca i due divani e la poltrona
in pelle bianca , che se non fosse stato per la televisione pareva
uscito da un vecchio film dell'800, a sinistra vi era uno dei tanti
bagni della casa, questo in piastrelle azzurre e blu infine salendo le
scale si arrivava alle camere da letto divise equamente in matrimoniali
e singole: quella occupata da Kelly vi era un letto
a
baldacchino in ferro battuto con copriletto e cuscini azzurri, le
pareti erano dipinte di verde acquamarina e il pavimento era di marmo
rosato per meta' coperto da un tappeto con sfumature che dal viola
acceso s'ingentilivano gradualmente in rosa confetto, di fronte al
letto c'erano una libreria e una scrivania in legno chiaro con un
televisore non nuovissimo ma ancora funzionante , la ragazza
inizio' a disfare i bagagli quando udi' la madre chiamarla
dalla
sua stanza, quando la raggiunse la trovo' impegnata
a
spacchettare buste di plastica contenenti vecchie lenzuola e coperte,
"che stai facendo?" le chiese entrando " sistemo il tuo
corredo,
che domande" rispose Madison intenta a rovistare nell'armadio
e
tirando fuori altri due pacchetti: il primo conteneva federe e lenzuola
in lino bianco con profili color glicine , il secondo una volta aperto
rivelo' una lunga camicia da notte in raso bianco a maniche lunghe,
Kelly la sollevo' e decise che, a occhio e croce, doveva arrivarle alle
caviglie. " quella era della prozia Emily" disse
la madre
sedendosele accanto con in mano un vecchio album di fotografie
ingiallito., "la prozia Emily?" chiese la ragazza, "era la
sorella minore di mio padre" rispose Madison sfogliando
l'album
fino a meta' circa e fermandosi dove vi era un'unica grande foto:
ritraeva una giovane seduta ad un tavolino in soggiorno, indossava una
camicetta bianca ed una gonna scura e fissava l'obiettivo con uno
sguardo molto triste e serio "povera zia....era cosi
giovane..."
sospiro' la madre "cosa le e' successo?"
chiese
Kelly " purtroppo quando aveva quattordici anni si ammalo' e
fini' in manicomio purtroppo a quei tempi era consuetudine"
disse
Madison chiudendo l'album. "e' terribile" commento' sua
figlia:
aveva letto in rete che fino a cinquant'anni prima nei manicomi, dove
si finiva anche senza che ti fosse diagnosticata una vera malattia
mentale, ma semplicemente essendo "diversi" i pazienti
venivano
sottoposti ad elettroshock e trattamenti inumani, "
dopo
che lei mori' questa camicia da notte l'hanno sempre indossata le donne
di famiglia la prima notte di nozze, spero tu vorrai continuare la
tradizione tesoro" commento' sua madre chiudendo l'album e
riponendolo nell'armadio. Kelly sorrise: aveva
sempre
trovato certe tradizioni ridicole e non solo quelle di famiglia
"perdonami mamma ma ora devo proprio andare" disse scattando
in
piedi e avviandosi giu per le scale, si era appena ricordata che stava
per arrivare Vivian la sua migliore amica nonche' damigella d'onore,
avrebbero dovuto andare insieme al negozio per provare i rispettivi
abiti. Bastarono pochi minuti e Vivian arrivo', era piuttosto
alta con lunghi capelli biondi e occhi grigi , le ragazze si erano
conosciute quando erano piccole proprio in quelle campagne, Vivian era
ospite presso degli zii durante le vacanze e da allora erano rimaste
inseparabili, dopo essersi salutate salirono in macchina e si avviarono
verso la citta'. mentre le sarte appuntavano loro addosso gli
abiti Kelly aveva raccontato la storia della sua prozia all'amica.
"accidenti, e non si e' piu saputo niente?" chiese
Vivian
"mamma non ha saputo dirmi di piu,' tuttavia mi ha
incuriosito:
possibile che una ragazzina impazzisca tutto a un tratto e la sbattano
in manicomio senza tanti complimenti?" rispose lei
guardandosi
allo specchio: il suo vestito bianco era molto semplice, senza maniche
ma con un lungo strascico, in testa avrebbe portato un velo lungo fino
a meta' schiena e avrebbe indossato dei guanti al gomito.
"sei
bellissima" sospiro' la sua amica. "anche tu non sei male
Vivy"
commento' lei: la sua damigella d'onore avrebbe indossato un
abito con scollatura rotonda color argento e lungo al ginocchio.
Quella sera dopocena Kelly era provata dal viaggio e dalle
emozioni della giornata, decise quindi di andare a letto, magari
leggere qualche pagina di un libro e poi dormire, fece per salire le
scale ma giunta circa a meta' della rampa senti' un rumore come il
fruscio' del vento, incuriosita si guardo' attorno ma non noto' niente
d'insolito ma osservando verso la camera della madre vide una sorta di
alone bianco in corrispondenza del manichino dove era stata posta la
camicia da notte della zia, sbatte' le palpebre e vide che non c'era
nulla d'insolito a parte la montagna di pacchi disfatti la mattina
"sara' la stanchezza" penso' lei entrando in camera, ma
continuando a rimuginarci sopra mentre indossava il pigiama e si
coricava addormentandosi quasi subito.
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