Prologo
Rosaria lanciò uno sguardo alla chiesa che si riempiva di gente.
Anna le afferrò le mani tremanti, per impedirle di torturarsi ulteriormente le nocche, già arrossate: non aveva fatto altro che graffiarsele, da quella mattina, senza nemmeno accorgersene.
La madre di Rosy, dalla prima panca, sorrise alle due ragazze, poi portò gli occhi al fazzoletto che stringeva nella mano destra e si soffiò il naso rumorosamente. |