Seppur
ossessionato dai fiori e dalle rose in generale, Hanabusa Satsuki
sapeva che l'amore non era "tutto rose e fiori" e non lo negava
affatto: e se non lo negava lui, che ci credeva così
fermamente, chi altri poteva farlo?
E, oltre a questo, precisava che lo era ancor meno se uno dei due
faceva il tonto e non voleva rendersi conto di essersi innamorato.
Questo era il caso della presidentessa del Consiglio Studentesco
dell'Accademia St. Marie in Giappone, Mari Tennouji.
Era innamorata follemente di Henri Lucas, per tutti gli studenti noto
come Henri-sensei, malgrado una considerevole differenza di
età pari a nove anni.
È vero, Hanabusa-kun diceva anche che l'amore non ha
età, ma nel caso di Mari l'età non era l'unica
cosa che non andava: Henri-sensei insegnava a Parigi e la lontananza
era considerevole.
D'accordo, esistevano le lettere e le e-mails: ma, come mai, ogni volta
che la Principessa Mari gli scriveva, lui non trovava un po' di tempo
per risponderle? Volete dirmi che in un mese e più non si
trova il tempo di scrivere quattro righe messe in croce, almeno per
educazione?
Fatto sta che Mari ci restava malissimo, come biasimarla, ma non ne
parlava con nessuno. Nemmeno con Honey-sama, il suo Spirito dei Dolci.
Honey intuiva spesso che qualcosa non andava, ma aveva imparato a non
fare domande: se avesse voluto parlarne, Mari ne avrebbe parlato. Punto.
Dopotutto, Tennouji-san era sempre stata molto discreta e riservata...
probabilmente non voleva far star male Honey per lei e non voleva
ammettere di aver preso una delusione colossale.
Ma soffrire così per un uomo era una vera e propria follia!
Era arrivata al punto di essere gelosa di una ragazzina del secondo
anno, Amano Ichigo, perché quest'ultima era anch'ella una
prediletta di Henri-sensei.
Però il colpo di grazia è stata la sconfitta
contro il team della succursale francese superiore della St. Marie,
il team Françoise. La Principessa Mari, così
fiera ed esigente da sé e dagli altri, battuta da
Françoise, la quale aveva anch'ella un debole per
Henri-sensei ed era una sua prescelta... la cosa doveva averla
distrutta.
Tuttavia, Henri-sensei la teneva all'amo, per così dire. Le
aveva proposto di prendere parte ad un suo progetto, due anni dopo
quella storia.
Così, Mari aprì una pasticceria a New York,
lontano da tutti i suoi vecchi amici e dalla sua vecchia vita.
Ma qualcosa le impediva di ricominciare del tutto...
-È passato talmente tanto
tempo, Mari Hime... ti ricorderai ancora di me?
Kaidou Rui passeggiava per le strade di New York alla ricerca della
pasticceria di Mari: non aveva mai saputo dimenticare la sua
principessa, oltre a lei non c'era mai stata nessun'altra nel suo cuore.
Aveva perso ogni tipo di contatto con lei dalla fine delle superiori:
in realtà, lui aveva provato più volte a
chiamarla, ma non gli rispondeva mai.
Ma aveva deciso: avrebbe detto a Mari quello che provava per lei! Non
era giusto che glielo tenesse nascosto, nemmeno se lei ancora correva
dietro a Henri-sensei; sarebbe stato un atteggiamento ipocrita.
-Vediamo... Pâtisserie New
York...- fece Rui, controllando il foglietto con l'indirizzo e
guardandosi attorno. -Dovrebbe essere qui a destra...
Alzò lo sguardo e la prima cosa che vide fu la pasticceria.
I suoi occhi erano andati in direzione di dove si trovava la sua Mari
senza che se ne rendesse conto.
Rui sorrise, il suo cuore sapeva quello che era meglio per lui e...
beh, sarebbe stato stupido non dargli ascolto.
Corse verso la pasticceria, senza curarsi più di tanto
dell'aver quasi procurato un incidente stradale attraversando la
strada, ed entrò.
Certo, sapeva che Tennouji-san era una fantastica pasticciera e, certo,
si aspettava di trovare molti clienti, ma non così tanti! Il
negozio di Mari riscuoteva veramente un successo incredibile!
Persino Rui, quando varcò la soglia, non poté
trattenersi dal dire: -Wow!
Solitamente c'era la coda fuori, ma era arrivato talmente
presto che riuscì persino a trovare un posto a sedere nel
giardino di rose, il punto più ammirato di tutto il locale.
Aspettò qualche minuto lì, a guardare le rose nel
pieno della loro fioritura, dopodiché arrivò
Linda a prendere la sua ordinazione.
-Good morning!- lo salutò
allegramente, avvolgendolo con la tipica aria che ormai aleggiava in
quel posto paradisiaco. -Posso esserle d'aiuto?
Rui la guardò attentamente, come faceva con chiunque gli
capitasse a tiro: la ragazza era giovane e decisamente molto bella,
anche se per lui la migliore restava Mari Tennouji. La cosa che lo
colpì particolarmente è che aveva le braccia
forti, ma troppo poco per essere una ginnasta, inoltre si muoveva con
grazia ed agilità.
-Signorina, lei è una
ballerina, giusto?- le domandò Rui, mentre il suo Spirito
dei Dolci sorrideva soddisfatto da sopra la sua spalla.
Linda lo guardò con un'aria a dir poco stupita.
-E tu... lei come lo sa?- gli chiese,
ricordandosi di dover dare del “lei” ai clienti.
Rui sorrise, scuotendo la mano dall'altro in basso con disinvoltura:
-Mi chiami pure Rui e mi dia del “tu”.
-Allora tu chiamami Linda e non parlarmi
in tono così formale!- rise la ragazza dagli occhi grigi.
-Fatto sta che non mi hai risposto! Come l'hai capito?
-Mi ricordi molto un'amica di mia cugina
per come ti muovi. Lei è una ballerina e ti somiglia molto
in fatto di agilità e destrezza... però lei ha
quindici anni!
-Ah, ora capisco!- sorrise Linda. -Sei
un buon osservatore, complimenti!
Rui arrossì un poco.
-Si fa quel che si può.-
rispose il giovane.
-Ecco appunto!- annuì Linda,
con un sorriso spontaneo. -Perciò, se posso fare qualcosa
per te non esitare a chiedere!
-In realtà... ecco...-
iniziò Rui, ma si bloccò per formulare meglio la
frase. -Vorrei parlare con Mari Hime, se possibile.
Linda lo guardò stranamente.
-Vado in cucina a controllare. Nel
frattempo, gradisci qualcosa da mangiare?
-Uhm... il dolce migliore che avete che
contenga del miele.- rispose Rui, convinto della scelta dopo qualche
minuto di accurata riflessione.
Linda trafficò un po' con il suo palmare, quindi
annuì incoraggiante e si voltò per dirigersi in
cucina.
Rui rimase da solo con il suo Spirito dei Dolci a fissare le rose
rosse, stupende nel pieno della loro fioritura.
-Mari Hime... alla fine sono qui.
-Mari!- esclamò Linda,
facendo il suo ingresso in cucina.
Rick, Mari, Honey-sama e Basil si girarono di scatto.
-Che c'è, Linda?- chiese
l'italiano, stupito da questo suo essere ancor più
esuberante del solito.
-Abbiamo un'ordinazione degna di Mari!-
spiegò Linda. -Hanno richiesto il dolce più buono
che abbiamo in cui sia presente il miele.
-Eh? Miele hai detto?-
domandò Tennouji-san, sgranando gli occhi. Poi sorrise.
-Molto bene, il miele è la mia specialità. Quel
cliente non resterà deluso!
Ultimamente, Mari Tennouji era diventata più energica e
l'ombra malinconica nei suoi occhi si era fatta meno evidente. Merito
di Linda, probabilmente, e di tutti coloro che le stavano accanto ogni
giorno e le volevano bene. Anche se questo suo essere più
allegra non era una certezza del fatto che avesse dimenticato
Henri-sensei.
-Perfetto, come ci si aspetta da te!-
esclamò Linda. -Quel cliente è davvero un
portento!
-Perché dici
così?- domandò Hanabusa-kun, in negozio per
aiutare nella preparazione dei dolci.
-Perché è stato in
grado di capire che sono una ballerina solo guardandomi!-
spiegò Linda con enfasi. -Non è incredibile? Deve
essere un mago!
Mari, Honey-sama, Satsuki e Café si lanciarono delle
occhiate intenditrici: tutti avevano pensato la stessa cosa. Rick e
Basil, dal canto loro, erano troppo concentrati sul loro lavoro in quel
momento per badare ad altro.
-Mari...- sussurrò Honey-sama
all'indirizzo della sua compagna.
Lo Spirito sapeva che Mari aveva fatto di tutto pur di lasciarsi il
passato alle spalle... e sapeva che se qualcosa del suo passato fosse
ricomparso sulla sua strada, Mari non l'avrebbe presa troppo bene.
Tuttavia, inaspettatamente, Mari sorrise. Beh, non era un vero e
proprio sorriso, diciamo più un'espressione di sorpresa e
divertimento.
-Ti spiace andare a controllare, Honey?-
domandò piano al suo Spirito.
Sulle prime, Honey la guardò, stupita per la richiesta.
Dopodiché la sua espressione si sciolse in un bellissimo
sorriso e seguì Linda assieme a Café.
Appena la ballerina toccò la maniglia della porta, si
batté la mano in fronte come essendosi appena ricordata
qualcosa.
-Ah, e non è tutto... mi ha
chiesto di parlare con una certa Mari Hime...- aggiunse Linda.
A Tennouji-san scivolò lo spargimiele di legno dalle mani e
cadde a terra.
“Allora è davvero lui...”
pensò Mari, sgranando gli occhi mentre Honey la fissava un
po' preoccupata.
-Però qui non lavora nessuna
ragazza chiamata Hime...- rifletté Linda, mettendosi una
mano sul mento a mo' di pensatrice. -Mari, tu ti chiami Tennouji di
cognome, no?
A quel punto, tutti in quella stanza sorrisero, mentre Basil
ridacchiava divertito.
Era ovvio: non essendo giapponese, Linda non poteva sapere che
“hime” significasse
“principessa”.
La ragazza dagli occhi color miele si avvicinò a Linda e le
mise una mano sulla spalla sorridendo: -Linda, tu sei di New York e non
credo tu lo sappia, ma in giapponese la parola
“hime” significa
“principessa”.- le spiegò Tennouji-san.
-Penso che voglia parlare con me.
Intanto Rick, avendo terminato la parte critica della preparazione del
dolce, guardava incuriosito lo svolgimento della vicenda.
Linda la guardò, cercando di collegare i puntini.
-Ooooh!- esclamò sorpresa,
quando capì. -Allora è tuo amico al punto di
chiamarti “principessa Mari”! Che fortuna!
-Perché fortuna?- le
domandarono Hanabusa-kun e Tennouji-san all'unisono.
-Beh, perché è
veramente un bel ragazzo!- rispose Linda con spensieratezza. -Ora
è meglio che vada a prendere le altre ordinazioni, torno
subito!
Detto questo, la ricciolina sparì oltre la soglia della
porta.
Mari si affrettò a raccogliere il suo spargimiele e a
risciacquarlo, dopodiché si rimise al lavoro sul
dolce.
-Tennouji-san, perché non vai
da lui?- le domandò Hanabusa. -Ha chiesto di parlarti,
dopotutto.
-Lo so, ma ha anche commissionato un
dolce. Non possiamo farlo aspettare troppo.- rispose Mari,
concentratissima. -Sono contenta di rivedere Rui, dopotutto.
A quel punto, Honey-sama era a dir poco sbalordita dalla sua compagna.
Dopo aver detto di volersi lasciare il passato alle spalle per
dimenticare tutti i brutti ricordi, ecco che uno di loro le ricompariva
davanti e lei non pareva minimamente scomposta; anzi, era addirittura
più raggiante!
“Forse perché non si tratta di un brutto
ricordo... eh, Mari?” rifletté lo Spirito dei
Dolci, con un leggero e delicato sorriso sulle labbra.
-Ci sono cose che si avverano anche solo
desiderandole...- sospirò Rick, mentre decorava la famosa
Forêt Linda. Si vedeva lontano un chilometro che non era una
perla di saggezza di circostanza: stava forse cercando di provocare
Mari?
-E questo che vuol dire?- gli
domandò Mari, senza alzare lo sguardo dal suo lavoro.
-Nulla.- rispose Rick, terminando le
rifiniture, mentre Basil creava una Carta Magica dei Dolci. -Solo che
io desideravo rivedere nuovamente la mia dolce Ichigo e così
è stato. L'ho rivista quando è venuta ad aiutarci
in negozio, proprio come avevo desiderato.
-Ah.- fece Mari. -Quindi?
-Quindi nulla, dicevo così
per dire...- rispose Rick, con un sorriso divertito stampato in faccia.
Satsuki, Café e Basil parvero accorgersi delle intenzioni
del giovane, così iniziarono a ridacchiare sommessamente;
smisero solamente quando Honey-sama scoccò loro
un'occhiataccia fulminante degna di Maize.
Mari sbuffò e terminò il suo capolavoro guarnendo
il tutto con del miele d'acacia. Guardò con aria critica il
suo lavoro, piantandosi le mani sui fianchi.
-Direi che può andare.-
concluse, con un'espressione soddisfatta sul volto. -Ora come ora, non
è più necessario che tu vada a controllare se sia
davvero lui, Honey.- aggiunse, rivolta allo Spirito, mentre si
scioglieva il capelli e si toglieva il cappello da pasticciere.
-Buona fortuna, Mari.- sorrise
Honey-sama, mentre tutti i presenti annuivano per concordare.
Mari arrossì lievemente. -Vedete di non far saltare in aria
la cucina mentre non ci sono.
Detto questo uscì dalla cucina, tentando con tutta se stessa
di ignorare i commenti di Rick e Satsuki provenienti dalla stanza.
Nemmeno Honey-sama la seguì, lo Spirito sapeva che Mari non
avrebbe avuto bisogno di aiuto quella volta.
-Ci sono cose che si avverano anche solo
desiderandole, eh?- rifletté Mari ad alta voce, mentre
s'incamminava verso la saletta all'aperto. Le scappò una
sottile risata. -Umpf, che assurdità.
Rui stava ancora guardando le rose quando Mari varcò con
passo sicuro l'arco di rose rosse che dava nel giardino del locale.
-Ne è passato di tempo, non
è vero Rui?- chiese Mari, facendo sobbalzare il ragazzo.
Inizialmente sembrò totalmente sconvolto, ma si ricompose in
una frazione di secondo, e la sua espressione mutò in un
sorriso dai risvolti leggermente maliziosi.
-Vedo che ti ricordi ancora di me, Mari
Hime.- disse Rui per tutta la risposta. -Non posso negare che mi faccia
piacere.
Mari si limitò a guardarlo, senza dire alcunché.
-Noto che te la passi bene.- aggiunse il
giovane. -Degno di te.
-Sei arrivato nel momento migliore della
giornata, Rui.- disse Mari. -Se fossi venuto più tardi,
avresti trovato tutto il giardino pieno di clienti.
-Non ne dubito.- ammise Rui,
tranquillamente. -Ad ogni modo, spero di non averti disturbata troppo
chiedendoti di venire qui. Mi rincrescerebbe molto, Mari Hime.
Mari scosse la testa, sorridendo leggermente.
-Ho dei validi assistenti che hanno
preso il mio posto, non c'è problema.- spiegò la
bionda. -Posso intrattenermi con i clienti, se questi lo desiderano,
per quanto tempo voglio.
Rui sorrise, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.
-Allora siediti!- esclamò,
invitandola a sedersi sulla sedia dinanzi a lui. -Ho un po' di cose di
cui vorrei parlarti, ma non mi va di farti stare in piedi.
Mari lo fissò: era incuriosita da Rui, ma a vederla non si
sarebbe detto proprio. Mascherava bene qualunque espressione, a meno
che non volesse rendere evidente un suo stato d'animo.
Era un pregio? Un difetto? Dipende dai casi.
-Grazie.- disse la pasticciera,
prendendo posto. Poi, nel guardare Rui, notò che il suo
Spirito dei Dolci non era in sua compagnia. -Rui, dov'è il
tuo Spirito dei Dolci?
-È andato a gironzolare per
il locale.- rispose Rui, sorridendo. -Siamo arrivati solamente ieri,
stiamo cercando di ambientarci qui a New York.
-Ah, capisco.- rispose Mari. -Comunque,
se ti stai chiedendo dove sia il tuo dolce, sappi che l'ho preparato e
adesso dovrebbe arrivare Linda a portarlo qui.
-Non avevo dubbi, Mari Hime.-
replicò Rui semplicemente. -So che porti sempre a termine
quello che ti prefiggi, per questo mi fido ciecamente di te.
Mari sorrise, mentre le sue gote prendevano un po' del colore delle
rose.
-Per quanto ti tratterrai a New York?-
gli domandò Mari.
-Sinceramente non lo so.- rispose Rui,
abbassando lo sguardo e guardando il tavolino con insistenza. -Ho un
paio di cosette da sbrigare, e non so quanto mi ci vorrà.
Potrebbe impiegarmi un giorno come un mese.
Mari era interdetta. Come poteva qualcosa durare o pochissimo o
tantissimo? Nessun impegno lavorativo aveva un piano di distribuzione
del genere!
-Ed è un caso che tu sia
venuto qui a fare colazione, Rui?
-Sì.
-E lo è anche il fatto che tu
abbia ordinato il dolce con il miele?
-Sì.
-E lo è anche il fatto che tu
abbia chiesto di potermi parlare?
-Sì.
Mari alzò un sopracciglio.
-Beh, forse non del tutto...- sorrise
Rui, passandosi una mano sulla nuca con fare imbarazzato. -È
solo che avevo tanta voglia di rivederti, dopo tanto tempo, Mari Hime.
Mari arrossì ulteriormente. -Stupido.
Rui rise. -Ah ah ah! Non sei cambiata di una virgola! Eccetto per i
capelli...
-Ah! È solo che
così è più pratico per cucinare!
Tenerli lunghi era una scocciatura!- farfugliò Tennouji-san,
gesticolando a vanvera.
-A me piacevano anche quando li tenevi
lunghi.- disse Rui, con aria pensierosa. -Sembravi una vera principessa.
Lo sguardo della ragazza s'incupì.
-Forse non lo sarò mai...-
mormorò piano, convinta che nemmeno Rui potesse sentirla. Si
sbagliava, Rui la sentì eccome, ma non glielo fece notare.
-Mari, ti diverti qui?- gli
domandò il ragazzo, con l'espressione più seria
che potesse assumere.
Mari, seppur colta alla sprovvista, annuì con il capo.
-E allora dov'è il problema?-
chiese Rui.
La bionda stava per replicare, quando fece il suo ingresso Linda,
sprizzando energia da tutti i pori.
Quella ragazza era talmente allegra che non si poteva non restare
contagiati dal suo entusiasmo per qualunque cosa facesse.
-Scusa per l'attesa!- esclamò
Linda. -Il dolce al miele è arrivato!- solo allora parve
accorgersi della presenza di Mari. -Oh, Mari! Stai parlando con il
signor mago?
-Signor mago?- fece Rui, non capendo.
-Ah, poi ti spiego.- rispose Mari,
sorridendo.
Rui s'incantò a guardarla per qualche secondo. La
principessa Mari era così bella e, quando sorrideva,
sembrava risplendere ancor più.
-Grazie mille, Linda!- la
ringraziò Tennouji-san, inclinando leggermente la testa di
lato e prendendo un mano il piatto del dolce. -Sentiamo Rui che ne
pensa.
Mari si voltò e a Rui toccò darsi un pizzicotto
sulla gamba per non restare imbambolato davanti a lei.
-Ah, ma com'è che vi
conoscete, voi due?- domandò Linda, senza pensare
più di tanto alla domanda che stava ponendo. Era una ragazza
veramente spontanea.
-Eravamo nella stessa classe
all'Accademia St. Marie.- rispose Mari.
-Eeeeeh?- fece Linda, stupita, puntando
l'indice contro Rui. -Anche tu studiavi alla scuola per pasticcieri?
-Già.- fece Rui, annuendo con
un cenno mentre sorrideva. -Mari era la presidentessa del Consiglio
Studentesco, mentre io ero il suo fidato
braccio destro. Vero?
-Sì.- confermò
Mari. -È passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo
visti.
-Wow! E vi siete ritrovati dopo tanto
tempo nel locale di Mari!- esclamò Linda, assumendo un'aria
sognante. -Sembra la trama di un romanzo.
-Co-come?- fece Tennouji-san, arrossendo
un poco. -È una coincidenza! Nevvero, Rui?
-Sì, come no...- rispose il
giovane.
Evidentemente quella risposta, detta con un tono che non lasciava
intendere se Rui stesse scherzando o meno, piacque a Linda,
poiché disse: -Beh, io vado, non voglio disturbarvi
ulteriormente! Ho altri clienti da servire, il negozio si sta
riempiendo!
E, detto questo, sparì oltre l'arco di rose, tornando
all'interno.
Mari sospirò. -Ma guarda un po' che giornata...
Rui sorrise, divertito dalla buffa situazione.
-Rui, senti...- esordì Mari.
-Mh?- fece Rui, per tutta la risposta.
-Dovrei andare in cucina, adesso
è uno dei momenti in cui accorre più gente in
negozio.- spiegò Mari, alzandosi.
-Avete così tanti clienti?-
domandò il ragazzo.
Mari annuì orgogliosa. -Sì, a stento riusciamo a
tenere a bada tutte le ordinazioni.
-Ah, davvero?- la incalzò Rui.
La biondina intuì quello che aveva in mente il giovane.
-Rui, non vorrai mica...?-
iniziò lei, ma la risata del giovane non le permise di
continuare.
-Mari Hime, mi conosci fin troppo bene!-
esclamò Rui, ridendo. -Non posso proprio darvi una mano?
Mari sospirò. -Se proprio insisti... vieni con me.
Dopotutto, due mani in più fanno sempre comodo.- concluse
sorridendo lievemente.
Rui s'alzò e s'incamminò verso la cucina seguendo
a ruota Tennouji-san.
Mari non sapeva esattamente cosa pensare: sapeva solo che era tornata
da poco la tranquillità, cioè da quando Ichigo,
Makoto, Lemon e quel turbolento del loro amico Johnny erano tornati in
Giappone, e che stava per essere nuovamente spezzata da Rui, ripiombato
a capofitto nella sua vita come se nulla fosse.
Forse già allora lo sapeva: ne avrebbe vissute delle belle
con il suo amico ritrovato...
Salve a tutti!
Complimenti per essere arrivati sino alla fine! ^^
Sono nuova come autrice in questo fandom, ma volevo assolutamente scrivere qualcosina su YumePati.
Inizialmente stavo lavorando su una Ichigo x Makoto, poi però, non si sa bene come, mi è venuta un'idea per Mari Tennouji... così eccomi qua! Avevo pensato di scrivere una one-shot, poi però mi sono resa conto che non ce l'avrei fatta a condensare il tutto in un unico capitolo, quindi è diventata una long.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, seppur corto, e mi farebbe piacere sapere il vostro parere al riguardo! ^^
Bacioni a tutti, Aly
P.S.: Tutti i personaggi non sono di mia invenzione, bensì appartengono a Natsumi Matsumoto l'autrice del manga Yumeiro Pâtissière. |