You’re Just Running From the Truth

di MartaJonas
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Frist Meeting
 
-Accomodati qui, arriveranno tra poco. – con questa fase Alex fu fatta accomodare nella stanza in cui il giorno prima aveva incontrato il proprietario della casa discografica.
La ragazza era fresca di studi, si era laureata al conservatorio in ben quattro strumenti: chitarra, pianoforte, batteria e violino, e prendeva lezioni di canto da quando aveva solo sei anni.
Amava la musica, amava comporre, ma odiava esibirsi. Aveva il cosiddetto “panico da palcoscenico”, non sopportava essere al centro dell’ attenzione, non riusciva ad avere tutti quegli occhi addosso. Ci aveva provato a suonare o cantare davanti a un pubblico, ma ogni volta finiva o per immobilizzarsi oppure per correre via dal palco con il cuore a mille.
La musica per lei era qualcosa di troppo intimo per essere esibito davanti a tutti.
Era stata convocata a Los Angeles tre giorni prima dall’ Universal Music, e lei dalla sua sperduta cittadina del Texas si era recata dove era stata richiesta. Era stata una sorpresa enorme per lei una richiesta del genere: sapeva che il suo professore all’ università avrebbe fatto qualche telefonata a suo favore, ma non credeva che potesse arrivare a tanto.
Il proprietario della casa discografica le aveva detto che sapeva già tutto a proposito del suo “panico da palcoscenico”, ma, aveva affermato, che non poteva farsi sfuggire un talento come il suo. Così le aveva trovato un ruolo proprio fatto apposta per lei: avrebbe aiutato i cantanti emergenti, e non, nella ricerca del proprio sound, del loro stile, rendendo le loro canzoni tali da sbalordire chiunque le avesse sentite. Il primo a cui avrebbe dovuto, come diceva lui, “dare una mano” era un ragazzo, di soltanto due anni più grande di lei, che senza i suoi fratelli avrebbe da lì a poco cominciato  il suo progetto da solista. Ma non volle rivelarle in nome, doveva essere una sorpresa.
Alex aveva soltanto 19 anni, e una gran paura di deludere tutte le aspettative.
La giovane continuava ad spettare nella sala, seduta sul divano l’ arrivo di qualcuno, fissando l’ enorme orologio a parete che sembrava girare sempre troppo piano.
Tutt’ un tratto sentì la porta aprirsi, e la voce del direttore squillare per tutta la stanza. Alex alzò in piedi con il cuore a mille; incrociò lo sguardo con quello di due occhi cioccolato che brillavano; sentì dei brividi lungo la schiena.
-Alex! Sei già qui! Giusto in tempo! – cominciò il direttore mentre Alex continuava a fissare costantemente quel ragazzo misterioso – Bene, ti volevo presentare il tuo, come dire? Compagno? Compositore? Artista? Cantante? Beh anche se credo che tu sappia chi sia, Alex, lui è Joe Jonas, mentre Joe, lei è Alexandra James.
Alex e Joe si stringono, facendo conoscenza. Joe sorride, e Alex cerca di ricambiare per quanto riesca  fare visto che è completamente stupita (?).
-Benissimo, Joe io e te ci siamo detti tutto, voi due cominciate pure a parlare e a vedere la vostra sala d’ incisione, è la numero tre. Io devo andare, ciao a tutti. – così dicendo si congeda lasciando i due ragazzi da soli. Il Signor Smith, il proprietario della casa discografica, è sempre stato un tipo confidenziale e stravagante, che riusciva a interagire con tutti nel migliore dei modi.
Tra Alex e Joe scende il silenzio.
“Ok Alex, ora fai un respiro profondo, calmati e cerca di dire qualcosa di sensato a questo ragazzo, com’è che si chiama? Ah sì Joe. Bel nome. Ok cerca di dire qualcosa di sensato a Joe.” Così Alex cercava di far cessare quel silenzio, ma ogni volta che apriva bocca nel tentativo di dire qualcosa la richiudeva subito dopo. Aprì e chiuse la bocca per tre volte, finché non fu Joe a prendere la parola.
-Che ne dici di andare a vedere com’ è lo studio di registrazione? – propose con un sorriso e uno sguardo entusiasta.
-Andiamo – affermò Alex annuendo.
Quando entrarono in quella stanza, la ragazza continuava a guardarsi intorno sbalordita:aveva visto altri studi di registrazione, ma erano nulla a confronto a questo.
-Non vedo l’ora di cominciare- disse il ragazzo seduto sulla sedia girevole.
-Anche io, credimi. – risponde lei.
-Visto che saprai tutto di me … -comincia Joseph
“No, cavolo, io non so nulla di te ragazzo, tu e i tuoi fratelli chi cavolo siete? Mannaggia a me e quando ho deciso di smettere di comprare le riviste musicali commerciali! Ora ricorda Alex appena torni a casa cerca su google Joe Jonas” continuava a pensare Alex.
- … dimmi qualcosa di te – domandò il ragazzo.
-Sono nata in una minuscola cittadina del Texas, sono laureata al conservatorio in quattro strumenti, studio canto da quando avevo sei anni, ora ho 19 anni,e ne compio 20 il 3 giugno. Mmmh poi, ho un incurabile panico da palcoscenico, e il mio sogno è andare in Italia. Direi … basta – affermò lei
-Sono andato in Italia, è davvero stupenda. E poi la pizza! Quella sì che è vera pizza! - esclamò
-Io non potrei vivere senza pizza!- concordò  lei.
-A chi lo dici! – continuò Joe.
Alex e Joe continuarono a parlare del più e del meno, riuscendo a rompere il ghiaccio tra risate e sorrisi. Un buon inizio per degli interi mesi sempre insieme nello studio di registrazione. 




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