Il Castello nel Libro

di Marge
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Fusa di Mezzanotte


“Mezzanotte, eh?”
Sophie aprì un occhio assonnata, fissandolo torva.
“Ho cercato di trasformarti in una gatta rossa, ma evidentemente nella foga del momento mi sono confuso su qualcosa.”
“Forse eri troppo occupato a ribattere ad ogni mia affermazione, per fare caso al tuo incantesimo.”
“O forse la tua voce mi aveva rintronato: non stavi zitta un solo secondo.”
Sorrise sornione al volto imbronciato della moglie. Poi alzò gli occhi al soffitto illuminato da fiaccole sospese e sembrò ponderare un’idea particolarmente divertente: “Potrei trasformarti nuovamente in gatta; sarebbe favoloso sentirti fare le fusa…”
“Potrei cominciare a ringhiare seduta stante, se solo ci provi.”
“Per non parlare di come ti strusciavi alle gambe di quel soldato, solo per avere un po’ di salmone…”
Sophie sorrise sghemba, capendo al volo dove Howl voleva andare a parare.
“Non c’è bisogno di alcun incantesimo per farmi strusciare o fare le fusa” mormorò languida.
“Sono sicura che saprai trovare le carezze giuste per farmi fremere…”
Strusciò il naso sulla spalla nuda di Howl.
Quando alzò gli occhi, scoppiò a ridere: lui la fissava a bocca aperta.
“È incredibile come tu sia cambiata, Sophie: eri solo una timida cappellaia di provincia, ed ora…”
“Sono successe molte cose. Ho anche messo al mondo un figlio, che però è nato gatto. Suppongo tu creda sia tutto merito tuo.”
“Ovviamente.”
Rise ancora con più condiscendenza. Si sporse a baciargli una guancia, indugiando poi nelle vicinanze ed emettendo un buffo frrrr con studiata malizia.
“Così va bene?” sussurrò. Howl rimase in silenzio.
“Lo prendo per un sì” mormorò ancora, soffiando piano nei pressi del suo collo, sollevando le ciocche dorate.
“Sì…”
Sophie rise di gusto: per una volta, l’aveva lasciato senza parole.




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