Cosa mi tocca fare

di Pantesilea
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro


Ecco il prologo della nuova serie, da considerarsi come il seguito di "E adesso che faccio?". Auguro buona lettura a tutti.



INTUITO DI PADRE

 

Shikamaru si alzò dal tatami. Aveva gli occhi ancora socchiusi, rossi, la coda disfatta e sul dorso nudo i segni del lenzuolo. Controvoglia si stirò, sbadigliò, si lavò fugacemente il viso e poi indossò la tenuta da allenamento. Erano le sette e mezza; un pessimo orario, ma se si fosse impegnato, se si fosse impegnato davvero, sarebbe divenuto jonin mentre lei era ancora lì. E lei, quella vipera travestita da donna venuta fuori dalla sabbia con l’unico scopo di creargli delle grane, lo avrebbe potuto vedere. Infondo poi non gli dispiaceva come pensiero. Lui sarebbe stato promosso, lei gli avrebbe fatto i complimenti a suo modo, con quell’aria da superiore che le piaceva tanto assumere e le braccia serrate sotto il seno, e lui le avrebbe risposto scocciato, fingendo di guardare per aria e, se si fosse impegnato, avrebbe trovato una battuta sagace per zittirla, ma su questo non poteva scommetterci. Temari aveva una lingua dannatamente tagliente quando ci si metteva e lui doveva sforzarsi per tenerle testa. Quello che contava, però, era che dopo tutti quei cerimoniali così naturali per loro, lei gli avrebbe sorriso. E questa volta lui, a quel punto…
“Ehi figliolo, ti senti bene?”
Il chunin, che nel frattempo stava uscendo di casa, alzò lo sguardo e si ritrovò suo padre davanti, chino sull’erba del loro giardino.
“Perché?”
“Perché mi pari un po’ troppo mattutino per essere completamente in te. E tu non hai tua madre che ti ha tirato giù dal letto ricordandoti che è ora di tagliare l’erba”.
Shikamaru allora mise le mani nelle tasche e si appoggiò all’anta d’ingresso, guardando distrattamente il cielo.
“Sto bene”, confermò sbuffando. “ma devo diventare jonin prima della fine della stagione, tutto qui…”
A quelle parole Shikaku bloccò la mano che reggeva l’accetta e squadrò il figlio con aria interrogativa. Poi un’intuizione lo abbracciò, quindi abbassò gli occhi tornando al suo lavoro, mentre un sorrisetto malizioso gli nasceva sul volto.
L’improvviso impegno di suo figlio non era poi così inspiegabile, dopotutto. Allora era proprio quella kunoichi di Suna che ho visto girare per gli uffici dell’hokage ieri…


Eccomi qui che torno a stressarvi con le mie fantasie. Posto questa sorta di "prologo" della serie effettiva per presentare il cambio di "dimensione". Spero possa piacervi. Un grosso ringraziamento a tutti coloro che hanno commentato, aggiunto tra i preferiti, le seguite o anche semplicemente letto "E adesso che faccio", visto che questo seguito, alla fine, è per voi. Spero possa essere altrettanto gradito.







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