Terza
classificata al contest “Marry Me!” indetto da Bea__ sul forum di EFP.
Totale:
75.5/80 pt
Commento:
1_Grammatica
e sintassi: 14.7/15 pt
Ottima.
Non ho riscontrato errori evidenti, a parte il fatto che più di una volta hai
messo la virgola prima della congiunzione ‘e’. Dato, però, che è sempre lo
stesso errore, anche se ripetuto, ho tolto solo 0.2. Inoltre ti ho tolto un
decimo per un errore di distrazione: nella seconda riga hai scritto ‘ad
appena diciotto’, dimenticandoti ‘anni’.
2_Lessico
e forma: 10/10 pt
Ok, da
qui in poi mi sono scatenata con i punteggi pieni. Veramente, veramente buono
anche il lessico, così come il tuo stile, che mi è piaciuto molto, per cui,
ovviamente, ti ho dato il massimo. :)
3_Originalità:
15/15 pt
Originale
lo è, non avevo mai pensato a come potesse essere stato il primo incontro tra
Bill e Fleur e la proposta è stata sicuramente qualcosa di inusuale!
4_Caratterizzazione
del/i personaggio/i e IC: 15/15 pt
I
personaggi sono caratterizzati magnificamente; mi è piaciuto come hai
suddiviso i tre capitoli di modo che sia Bill che Fleur avessero lo stesso
spazio. Nella prima shot vediamo i due protagonisti nelle vesti che ha cucito
loro la Rowling, da cui non ti discosti per nulla, facendo emergere la
sicurezza di Bill, ma anche l’altezzosità di Fleur (che secondo me è
condensata in quel ‘lo gelò’, quando Bill cerca di fare l’affabile), mentre
nella seconda shot e nella flash hai sviluppato di più entrambi, dando il
giusto peso ad ognuno e facendo capire le loro sensazioni ed emozioni anche
quando ti concentri sull’altro. Inoltre, sei riuscita a caratterizzare bene
anche i personaggi secondari, come Fred, George e la madre di Fleur.
Bravissima :) Se avessi potuto darti più di 15 punti, ti giuro che l’avrei
fatto.
5_Attinenza
alle indicazioni: 10/10 pt
Prima di
tutto, stavo per farti una statua quando ho visto che avevi impaginato
esattamente come avevo chiesto. Sei meravigliosa*____* (Finalmente qualcuno
che segue quello che dico xD). Poi sei ordinatissima, organizzatissima!
Persino io che in genere mi reputo una persona abbastanza precisa su queste
cose (perché poi nella realtà sono il casino fatto donna) avrei un bel po’ di
cosette da imparare da te!:) Per quanto riguarda l’uso del pairing,
ovviamente, non ho nulla da contestare, così come per la lunghezza,
perfettamente entro i limiti.
6_Gradimento
personale: 10/10 pt
Assolutamente
punteggio pieno. Mi è piaciuta tantissimo questa raccolta, i momenti che nel
libro non vengono raccontati e come hai rappresentato Bill e Fleur. Ho
letteralmente adorato la seconda shot, quella con la proposta. Sarà che adoro
i gemelli, ma mi ha fatto sorridere.
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Autore
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EffieSamadhi
(EFP), Pocahontas@Effie (forum)
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Titolo
|
“Just an ordinary day started out
the same old way”
1.
Gringott,
luglio 1995 [1634 parole, titolo e note compresi]
2. Tiri
Vispi Weasley, dicembre 1996 [1074 parole, titolo compreso]
3. La
Tana, agosto 1997 [260 parole, titolo e note compresi]
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Contesto
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II Guerra
magica / Libri 5-7
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Tipo di ff
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Raccolta mista [2 one-shot + 1
flash-fic]
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Pairing
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Bill
Weasley / Fleur Delacour
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Prompt
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\
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Genere
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Commedia,
Introspettivo, Romantico
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Rating
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Verde
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Avvertimenti
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Het, Flashfic, Missing Moments,
One-shot, Raccolta
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Note dell’autore
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Avevo
promesso di non iscrivermi più a nessun contest, almeno fino a fine mese. Poi
ho visto il titolo di questo, e non mi sono saputa trattenere. E quando ho
visto il pairing Bill/Fleur in lista, non ci ho visto più: non avevo mai
scritto su di loro, e prima o poi dovevo cominciare…
Il titolo
della raccolta è tratto dal primo verso della canzone “The Day I Fall In
Love”, interpretata da James Ingram e Dolly Parton: non molti la conoscono,
ma è una canzone semplicemente meravigliosa. La traduzione può essere
pressappoco questa: “Era un giorno qualunque, iniziato come al solito”.
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Just An Ordinary Day
Started Out The Same Old Way
1.
Gringott,
luglio 1995
William Arthur Weasley era sempre
stato un tipo indipendente, fin da bambino. Per questo, ad appena diciotto anni
aveva lasciato la casa paterna e si era trasferito in Egitto da solo. Proprio
in Egitto aveva iniziato il proprio addestramento come Spezzaincantesimi, e
pochi mesi più tardi era stato assegnato alla filiale della Gringott al Cairo.
A William Arthur Weasley erano sempre piaciute le sfide, fin dai tempi della
scuola, e dai tentati duelli nei corridoi della scuola era passato ad una
professione molto impegnativa e decisamente molto gratificante.
William Arthur Weasley detestava che
gli si dicesse che cosa fare, e fin da ragazzino cercava di ignorare le
suppliche di sua madre di tagliarsi i capelli e di liberarsi ‘di quell’orrore
zannuto’ che portava all’orecchio. Detestava i falsi amici, i voltagabbana, chi
faceva carriera grazie alle raccomandazioni; odiava il brutto tempo,
specialmente la pioggia: forse anche per questo si era trasferito lontano
dall’Inghilterra. Ma più di tutto, William Arthur Weasley detestava essere
chiamato con il proprio nome completo. Ciò che desiderava più di ogni altra
cosa era poter essere semplicemente Bill.
Bill Weasley amava il proprio lavoro
alla Gringott: gli piaceva l’idea di potersi rendere utile, e soprattutto di
poterlo fare facendo qualcosa che gli riusciva bene. Bill amava il Quidditch,
la propria famiglia e le ragazze. Soprattutto
le ragazze. Non che avesse mai avuto una storia seria, certo, anche se da un
po’ si era sorpreso a pensare come sarebbe stato avere una persona con la quale
invecchiare, un po’ come stava succedendo ai suoi genitori.
Tuttavia, non c’era tempo per perdersi nei sogni: era il mese di luglio,
e meno di quattro settimane prima Harry Potter era riemerso dal labirinto del
Torneo Tremaghi trascinandosi dietro il cadavere di Cedric Diggory, e
strombazzando ai quattro venti che Voldemort era risorto. Senza pensarci due
volte, Bill aveva fatto armi e bagagli e chiesto il trasferimento alla filiale
della Gringott a Londra, per poter stare più vicino alla famiglia ed essere
pronto in caso di bisogno. Nonostante le premesse non troppo rosee e la
mobilitazione della maggior parte del mondo magico – o almeno di quella parte
che credeva a Harry, e non al Ministero –, comunque, sembrava che Voldemort
avesse deciso di concedersi un’estate tranquilla, e l’unica preoccupazione di
Bill era dunque il lavoro.
Era il mese di luglio, e l’estate si preannunciava torrida. E,
naturalmente, l’Incanto Refrigerius1 applicato all’ufficio del
direttore aveva smesso improvvisamente di funzionare. Bill era stato convocato
urgentemente, e gli era stato intimato di riparare immediatamente il guasto.
“Lo farei volentieri” aveva risposto pacatamente lui alla richiesta del capo,
“ma non è una cosa da niente. Dovrò esaminare l’intero ufficio per capire cosa
non abbia funzionato, poi dovrò annullare il vecchio incantesimo e applicarlo
di nuovo dal principio. Ci vorrà come minimo l’intera mattina” aveva spiegato
al direttore, che aveva approfittato dell’inagibilità della stanza per fare un
lungo giro di controllo degli impiegati.
Un paio d’ore più tardi, mentre era sdraiato di schiena sul pavimento
dell’ufficio, con la testa pericolosamente infilata sotto uno scaffale, intento
ad applicare l’incantesimo persino all’angolo più remoto della stanza, Bill
sentì avvicinarsi qualcuno. Una donna, a giudicare dai tacchi. Una donna con
una certa fretta, a giudicare dalla severità con la quale si schiarì la voce,
evidentemente cercando di attirare la sua attenzione. Per forza doveva avercela con lui: era l’unico essere animato
rimasto nella stanza oltre ai ritratti dei precedenti direttori. Sbuffando,
irritato per l’interruzione, riemerse da sotto il mobile e si rimise in piedi.
“Beh?” domandò all’ospite, del tutto ignaro della ragione che potesse averla
spinta a distogliere così rapidamente lo sguardo.
*
Il rendimento scolastico di Fleur
Delacour era sempre stato al di sopra di qualsiasi tipo di discussione: Fleur
non era una secchiona, ma aveva sempre tenuto molto alla propria carriera
scolastica e al proprio futuro. I suoi insegnanti erano sempre stati molto
chiari nei suoi confronti: “Signorina Delacour, il suo curriculum è davvero
notevole. Non esiste carriera che lei non possa intraprendere.” Forte di quella
convinzione, Fleur aveva presentato domanda di assunzione presso l’Ufficio
Relazioni con l’Estero della Gringott, ottenendo quasi subito un colloquio. Le
era stato offerto un posto alla filiale di Londra, che davvero non si era
sentita di rifiutare.
Pur se con un preavviso minimo, era
riuscita a fare i bagagli e a trasferirsi nella capitale britannica, nonché a
trovare un appartamento adatto alle proprie esigenze e a sistemarsi per bene. Non
che l’avesse visto come un disagio, no davvero: era stata un’ottima occasione
per ribadire ancora una volta le proprie capacità organizzative. A nemmeno un
mese dal diploma, Fleur Delacour era pronta ad iniziare un nuovo capitolo della
propria vita.
In quella calda mattina di luglio,
Fleur era entrata alla Gringott armata di ottimismo e del proprio miglior
sorriso, pronta ad assumere il proprio ruolo all’interno della filiale. Aveva
attraversato l’ingresso a passo deciso, e aveva subito cercato l’ufficio del
direttore, come le era stato detto di fare… ma dubitava che il ragazzo che
aveva trovato sdraiato sotto lo scaffale fosse il responsabile della filiale.
Per sincerarsene, si era schiarita la gola per segnalare la propria presenza, e
quello si era alzato.
Nonostante avesse distolto
immediatamente lo sguardo, più per la sorpresa che per pudore, Fleur non
sarebbe mai riuscita a cancellarsi dalla mente l’immagine di un giovane uomo
dai lunghi capelli rossi, nudo dalla cintola in su, sudato come se avesse
appena terminato un duello alla Babbana. “Beh?” si sentì domandare, con tono
indifferente, come se cose del genere accadessero tutti i giorni. La sicurezza
di quel giovane sconosciuto era qualcosa di assolutamente fuori del comune.
“C’est
vous le directeur?” domandò, provvedendo immediatamente a mordersi la
lingua. Il nervosismo le aveva giocato un tiro mancino, facendola parlare in
francese anziché in inglese. Non che le succedesse spesso, anzi: di solito
Fleur aveva molta fiducia in se stessa. Quasi come il ragazzo mezzo nudo che le
stava davanti.
*
Bill non aveva mai studiato il
francese, e sinceramente non si era mai preoccupato di quella mancanza,
convinto che non avrebbe mai e poi mai incontrato dei francesi, nella propria
vita. Tuttavia, pur senza capire un’acca di quella lingua, l’istinto gli aveva
suggerito che la ragazza bionda appena entrata nell’ufficio stesse cercando il
direttore. Scoppiò a ridere. “No, no, no. Non sono il direttore.”
La ragazza sembrò tranquillizzarsi.
“Où est le directeur?” domandò,
sempre in francese.
Ancora una volta l’istinto di Bill
gli venne in soccorso. “In giro. Sta controllando gli impiegati” rispose con
aria di sufficienza, guardandosi intorno alla ricerca della maglietta.
“Francese, eh?” aggiunse, senza guardarla.
“Oui”
rispose lei. “La Gringòtt mi ha appena assunta al Bureau pour les Rélations avec…”
“Oh, una nuova collega!” la
interruppe lui, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e sporgendosi in
avanti per artigliare la maglietta, abbandonata su una sedia proprio accanto
alla ragazza. “Sai, c’è sempre bisogno di gente nuova, specialmente se in gamba
come te. Insomma, il Torneo non ti è andato bene, ma…”
“T-torneo?” balbettò lei, senza
capire.
“Sì, il Torneo Tremaghi” spiegò lui.
Rimase a fissarla per qualche secondo, mordicchiandosi un labbro e aggrottando
le sopracciglia. “Non sei Fleur Delacour, la campionessa di Beauxbatons al
Torneo Tremaghi?”
“Oh, beh, oui, c’est moi, mais…”
“Bill
Weasley” la interruppe ancora, porgendole la mano. “Ci siamo incontrati a
Hogwarts. Ero lì per Harry. Harry Potter.”
Fleur si batté una mano sulla
fronte, dandosi della stupida per non averlo riconosciuto prima: eppure si
erano incrociati a Hogwarts soltanto un mese prima, quando le famiglie li
avevano raggiunti prima dell’inizio della terza prova del Torneo. E dire che
aveva anche attirato la sua attenzione, con i suoi lunghi capelli rossi e
quell’orecchino… esattamente lo stesso che portava adesso. “Oh, pardon, ma io non ti avevo riconosciuto
con… avec… tu étais habillé” concluse, stringendogli la mano in segno di
cordialità.
L’istinto di Bill, che per ben due
volte lo aveva salvato, fallì il terzo tentativo. La parola habillé non rientrava nel suo
prontuario, e dubitava fortemente che significasse ‘abile’. Dopo un paio di
secondi di silenzio, tuttavia, decise di rispondere con un sorriso e un “Hai
ragione”: la sua esperienza in materia di donne gli aveva insegnato che dar
loro ragione, anche in circostanze assurde come questa, non poteva che far
bene. “Allora…” continuò, infilandosi una maglietta dei Tornados sopra il
torace madido di sudore, “immagino che tu sia appena arrivata. Starai cercando
un appartamento, avrai dei bagagli da…”
“Mi sono già sistemata, merci” lo gelò lei. “Ma je suis en train di cercare un aide pour améliorer mon anglais, e davvero non so a chi rivolgermi.”
Bill si morse l’interno della
guancia, chiedendosi che diavolo c’entrassero i treni. “Beh…” iniziò, cercando
di prendere tempo e pensare ad una risposta, “se vuoi posso aiutarti io.” Le parole
gli uscirono fuori prima che potesse fermarle, e se avesse potuto avrebbe
chiesto a suo fratello Charlie di aizzargli contro un Ungaro Spinato. Come
diavolo gli era venuto in mente di offrirsi come insegnante, proprio lui che
non sapeva una parola di francese? Doveva essere colpa di quel maledetto quarto
di sangue Veela: chissà quanti uomini si facevano rimbecillire dal suo fascino.
“Saresti très gentile, Bill” rispose la ragazza, contro ogni previsione.
“Potremmo commencer questo après-midi, ça va?”
Bill annuì, sorridendo. “Ça va, è perfetto” rispose.
Fleur Delacour e i suoi lunghi
capelli biondi si voltarono e lasciarono l’ufficio; Bill si affacciò al
corridoio, e non appena fu certo di essere rimasto solo, si lasciò andare ad
una risata liberatoria. Per venticinque anni si era illuso che niente e nessuno
potesse intaccare la fiducia che aveva in se stesso, e invece… invece era
bastata una ragazza a trasformarlo in un idiota.
1Incanto
Refrigerius – Sinceramente, non so se questo incantesimo esista, nel mondo
di Harry Potter, però mi è sembrato una buona idea. Insomma, un incantesimo che
funzioni tipo condizionatore sarebbe utile, no?