Chapter
Three- Ti ho
incontrata alla fine del mio sogno.
Kairi’s
perspective.
Dovevo
ammettere di non immaginarmi Zero Kiryu così attraente: con
i suoi capelli che
gli ricadevano delicatamente sugli zigomi, i perforanti occhi di un
colore
misto tra il viola e il grigio, il fisico temprato da anni di
addestramento…
Pensavo ad un comunissimo vampiro, uguale a tutti gli altri con quella
bellezza
che però non apparteneva al suo io
umano
bensì a ciò che era diventato. Ma mi sarei dovuta
aspettare che lui fosse
diverso: non capitava tutti i giorni di incontrare il superstite di due
gemelli
Hunter nonché vampiro ex-umano.
Non
pensavo neanche di ritrovarmi davanti una persona a tal punto
strafottente e
menefreghista, ma quello era il minore dei problemi… Odiava
i vampiri. Non
avrebbe mai ascoltato uno di loro, a meno che non gli avesse proposto
di
liberarsi del peso del livello E. Ed era esattamente ciò che
Kairi Utemara,
ovvero io, gli stava proponendo. Dovette posare la Bloody Rose e
ascoltarmi. “Parla”
io mi sedetti su una roccia e accavallai le gambe.
“Beh…
ogni cosa al suo tempo” lui sembrò irritarsi.
“Parla o troverò il modo di
ucciderti a mani nude” “Ehi! Siamo un po’
scorbutici oggi? Mi sa che qualcuno
non ha fatto colazione…” detto ciò mi
misi a frugare nella mia enorme borsa di
pelle e ne tirai fuori una sacca di sangue che aprii con un gesto
veloce ed
esperto per poi lanciarla in direzione di Zero. Lui la
lasciò cadere e io mi
sbrigai a raccoglierla prima che tutto il contenuto si riversasse a
terra. “Sei
matto? Le provviste devono bastarci per molti giorni: stiamo andando da
Maria
Kurenai” il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto
serio e impassibile,
sbarrò gli occhi. “Da Maria?” io annuii.
“E’ l’unica che ci può
aiutare” lui
storse il naso. “Ma è una sangue
puro…” sussultò schifato.
Sapevo
cosa provava.
Gli
misi una mano sulla spalla per rassicurarlo, per dirgli che
c’ero passata anche
io ma lui mi respinse. “Ehi, io non sono sempre stata un
vampiro. Anche io
penso le stesse cose sui sangue puro, ma questo non significa che
dobbiamo
dichiarare loro guerra. Ci hanno rovinato la vita, lo so. Ci hanno
costretto ad
essere mostri per il resto dell’eternità, ma mai
ci potranno togliere il
diritto di non comportarci da veri mostri” mi guardava
perplesso, quasi rapito
dalle mie parole.
Non
era un discorso che mi ero preparato. Niente di tutto quello che stava
succedendo era premeditato. Le frasi uscivano da sole, forse
semplicemente
perché pensavo quelle cose con una tale forza che niente e
nessuno avrebbe
potuto fermarmi.
“E
sono sicura, Zero, che sotto tutti questi addominali scolpiti batte
ancora un
cuore. Ti si legge negli occhi: tu sei innamorato” distolse
lo sguardo. “Lo ero”
“E poi?” “Lei mi ha deluso. Non era chi
credevo che fosse. Fine del discorso.
Adesso andiamo” iniziò a camminare a passo spedito
verso un valico. “Ehi, dove
vai?” “Verso la casa di Maria Kurenai” lo
fermai. “Prima ho promesso di
addestrarti” Zero rise. Una risata roboante che mi fece quasi
tremante. “Tu?
Addestrarmi? In che cosa, di grazia… Mettermi lo smalto alle
unghie?” sbuffai. “Maschilista
del cazzo… Io sono un Hunter. Uno dei primi Hunter
donna” lui rimase in
silenzio. “E, come ho affermato prima, sono stata io ad
inventare la Bloody Rose
che ora tu tieni in mano con tanta fierezza. Quindi ti conviene sederti
e
ascoltare ciò che ho da dire” come un bravo
bambino ubbidiente, si mise a gambe
incrociate per terra.
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