1030
– Engaged?!
La
giornata era splendida.
Il
cielo terso, il clima mite ed una piacevole brezza accarezzava le
fronde di Konoha e i suoi abitanti.
Tutto
sembrava pervaso da quel senso di languida tranquillità che la
fioritura dei ciliegi nella primavera inoltrata portava con sé.
Sfortunatamente,
in un appartamento messo a disposizione dei ninja più
meritevoli, l'atmosfera era decisamente diversa.
-Avanti,
sensei, non la prenda così male...infondo, poteva andarle
peggio...- pigolò Sakura, nel vano tentativo di consolare
Kakashi.
Tutto
inutile. Il Copia-ninja continuava a fissare il vuoto con occhio
assente, senza proferire parola, come stava facendo già da
un'ora buona.
-Ooohhh,
avanti, sensei! Dov'è finito tutto il suo coraggio?!- berciò
Naruto, nel suo tentativo -tutto personale- di rinfrancare il Jounin
-perché non la prende come una delle sue tante missioni?-
Be',
questo sembrò avere un qualche effetto.
Kakashi
fece cadere gravemente l'unica pupilla visibile verso il suo
ex-allievo con evidente intento omicida, facendogli chiaramente
capire che non l'avrebbe presa come una delle sue tante missioni.
Come poteva,
d'altronde?
Una volta ripreso
a fissare il vuoto davanti a sé, ritornò con la memoria
agli infausti eventi di quella mattina.
@@@
L'ultimo
volume di “Icha Icha Paradise” produsse un sonoro tonfo,
cadendo a terra.
Kakashi
non si chinò a raccoglierlo: era troppo impegnato a riprendere
il controllo di sé e del tremore alla sua mano.
-Come,
scusi?- chiese nel tono più educato e meno incredulo che poté.
-Mi
hai sentito benissimo- replicò Tsunade, perforandolo con lo
sguardo.
Kakashi
boccheggiò e la Quinta Hokage si alzò sospirando dalla
sedia. Circumnavigò la sua scrivania e vi si appoggiò,
incrociando le braccia sotto il suo prosperoso seno.
-Ascolta,
Kakashi- riprese, con un tono più morbido e quasi dispiaciuto
-lo so che ti sto chiedendo molto, ma è una situazione
difficile e tu sei l'unico adatto-
Kakashi
la guardò stralunato, per poi indicarsi, incredulo, squittendo
stupidamente -Io?-
-Il
Villaggio delle Ombre si trova in una posizione strategica sia per i
nostri commerci, sia per eventuali manovre militari; pertanto è
fondamentale instaurare una solida alleanza. Ma l'unico modo per
farlo è attraverso un matrimonio.-
Kakashi
rabbrividì e la Godaime riprese.
-Inoltre,
gli anziani del villaggio non hanno intenzione di dare una delle loro
“figlie” a chicchessia, ma vogliono un esponente
importante del futuro alleato. Ecco perché sei l'unica nostra
scelta.-
A
quel punto, Kakashi aveva quasi totalmente ripreso il controllo,
nonostante la sua mandibola minacciasse di cadere a terra da un
momento all'altro.
-Questo
è uno scherzo, vero?-
La
Godaime rimase immobile a guardarlo.
-Tsunade-sama,
lei è veramente una brava attrice. Ma ora basta...-
L'Hokage
non si mosse e Kakashi capì.
No,
non era uno scherzo e sì, era fottuto.
La
Godaime ritornò seduta.
-Il
matrimonio si terrà tra due settimane. Il nome della fortunata
è Yoru Kage, ha vent'anni ed è stata considerata
idonea. Non so dirti altro. In caso di aggiornamenti, ti farò
sapere immediatamente. Puoi andare.-
E
Kakashi se ne andò, sotto shock.
La
Godaime, vedendolo andare via come uno zombie, non riuscì a
trattenere un sorriso dispiaciuto ed divertito per quella situazione
così assurda.
@@@
-Continuo a non
vedere il motivo per cui ne stai facendo una tragedia- commentò
freddamente Sasuke.
A quel punto, il
Jounin si voltò, incredulo.
Non che si
aspettasse compassione da uno come Sasuke, ma nemmeno un po' di
comprensione?!
Quella mattina si
era alzato felice, sereno, libero come l'aria e scapolo ed ora
si ritrovava fidanzato con una ragazza di dieci anni più
giovane di lui di cui non sapeva nulla se non il nome,
francamente poco originale*.
Come poteva non
farne una tragedia?!
Il suo sguardo si
perse di nuovo nel vuoto, appannandosi, mentre si prendeva la testa
tra le mani.
-Forse è
meglio lasciarlo un po' da solo- mormorò Sakura ai suoi
ex-compagni, indicando la porta.
Poi si avvicinò
a Kakashi e gli posò una mano sulla spalla, esitante e
compassionevole.
-Torneremo più
tardi, cerchi di riprendersi- disse con morbidezza.
Il Jounin fu grato
alla ragazza per il suo tatto.
§§§
Dopo aver cacciato
per l'ennesima volta i suoi ex-allievi, preoccupati per la sua sanità
mentale - ed
aver assicurato Sakura che no, non aveva bisogno di un sonnifero
- Kakashi ci dormì sopra.
Male, ma ci dormì sopra.
Alla mattina la
situazione era decisamente migliorata.
Con entrambi gli
occhi scoperti e semichiusi e metà faccia coperta dal lenzuolo
- quell'abitudine non se la sarebbe mai tolta - Kakashi fece un
rapido esame della sua attuale situazione.
Infondo aveva
ragione Sasuke, perché farne una tragedia?
Per tutti quegli
anni aveva vissuto da solo e un po' di compagnia non gli avrebbe
fatto male. Certo, c'era da considerare che la compagnia era
femminile e tutta particolare -a questo punto, il Jounin si appuntò
mentalmente di sentire l'opinione misogina di Shikamaru al riguardo,
tanto per divertirsi un po'-, ma nulla che andasse oltre il suo
controllo, verosimilmente.
Inoltre, la sua
privacy non era minacciata più di tanto: pur avendo
continuamente gente attorno, pochi sapevano qualcosa più del
dovuto sul suo conto e qualcuno in casa non avrebbe certo fatto la
differenza.
Insomma, il
leggendario Copia-ninja stava cercando tutti gli improbabili lati
positivi di quella faccenda e ci stava riuscendo molto bene a
convincersi che gli sarebbe potuta andare peggio.
C'era riuscito
tanto bene che quella mattina si presentò anche al campo di
addestramento, dove aveva appuntamento con Tenzo per discutere dei
miglioramenti di Naruto.
Quello che non si
aspettava era la faccia di Tenzo, a metà tra lo sconcerto e il
dispiacere.
Be', la fonte del
dispiacere la conosceva: l'Hokage aveva ovviamente
provveduto ad avvertire almeno la squadra Anbu -e
qui Kakashi sperò con tutto se stesso che la Godaime non si
fosse premurata di informare terzi incomodi.
Ma lo sconcerto?
-Perché
quella faccia?- chiese curioso, chiudendo l'inseparabile libretto.
-Be'...ecco, come
dire...non l'aspettavo...- rispose l'altro, preso in contropiede.
-Come non mi
aspettavi? Avevamo detto di incontrarci qui oggi...- rispose il
Jounin, sempre più sorpreso.
-Insomma,
Kakashi-senpai- rispose Tenzo, grattandosi la guancia com'era sua
abitudine quando era nervoso -cerchi di capire...vederla arrivare in
orario fa un certo effetto!-
Kakashi fece tanto
d'occhi.
Era vero, era
puntuale.
Oh. Mio. Dio.
Sospirò,
affranto.
Quella storia
l'avrebbe fatto impazzire, se lo sentiva.
* Yoru (notte),
Kage (ombra). La mia immaginazione fa cilecca ogni tanto; anzi, molto
spesso. Ma questo lo capirete più avanti.
Io
dovrei studiare in questo periodo. Ma lasciamo perdere.
Spero
davvero che questo schizzetto vi piaccia: fatemi sapere!
A
presto,
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