Duncan
Outta
Get Me
They
scream and yell
And
fight all night
You
can't tell me
I
lose my head
I
close my eyes
They
won't touch me
'Cause
I got somethin'
I
been buildin' up inside
For
so fuckin' long
They're
out ta get me
They
won't catch me
Outta Get Me, Guns
'N' Roses
1997
"...E'lì.
Non la vede nessuno."
Il bambino stava
indeciso davanti al tavolino del fast food, spostando il peso da un
piede all'altro. Le mani dietro la schiena, fissava indeciso il pezzo
di pizza abbandonato sul tavolo.
Era splendida: calda e ancora fumante,
squisitamente piena di pezzi di wurstel, perfettamente rotondi. Era
stata ordinata due minuti fa da un marmocchio ciccione che l'aveva
sbocconcellata per due secondi; poi era diventato tutto rosso in faccia
e aveva cominciato a strillare di voler salire sullo scivolo fuori dal
locale e i genitori, pur di salvare i timpani, avevano assentito.
Abbandonando
lì quel bendiddio.
"E' lì. Non
la vuole nessuno. Ed è un peccato lasciarla lì..."
Duncan si mosse di un
passo verso il tavolo.
No.
Mamma dice sempre che non si ruba.
Si fermò;
era vero. E si sentiva abbastanza in colpa al pensiero di commettere
una cosa del genere. Rubare era sbagliato. Chi rubava, presto o tardi
veniva schiaffato in prigione. E lui in prigione non ci voleva finire.
Non sentiva neanche questo gran desiderio di rubare, non l'avrebbe
fatto in circostanze normali: solo che quel giorno mamma si era
dimenticata di dargli i buoni di rinnovo per la mensa della scuola e
lui aveva mangiato niente e il contrario di niente. E lo stomaco vuoto gli
dava sui nervi.
E quell'isterico
di bambino la pizza non la voleva più, preso com'era dallo
scivolo. E poi, realizzò con un improvviso sorrisetto, i
suoi genitori l'avevano pagata, quindi non poteva essere un furto! Era
come se l'avessero comprata e poi regalata a Duncan: dove stava il
reato?
Soddisfatto, Duncan
allungò la mano e, ignorando l'ultimo colpo di ammonimento
nello stomaco, prese la pizza.
Dirigendosi verso
l'uscita la addentò e gli parve di schizzare in paradiso:
saporita, croccante, ricca di mozzarella, trionfante di pomodoro, con
quei wurstel tagliati al punto gius...
-Ehi tu.
Con la fetta di pizza
ancora in bocca Duncan alzò lo sguardo verso la guardia del
fast-food che aveva steso un braccio davanti a lui.
-Fì?
-Quella pizza non
è tua. E'del bambino che ho visto prima. Come mai l'hai
presa tu?
E Duncan non
capì più niente: si fece prendere dal panico e
schizzò sotto il braccio dell'uomo, cominciando a correre.
Si sarebbe dovuto fermare, chiedere scusa -anche se mal lo sopportava-
e rendere la pizza, ma... ma...
-Fermate quel
delinquente!
Addiritura? Per uno
schifoso pezzo di maledetta pizza?
Col cervello
completamente in tilt corse come un idiota e alla cieca; si
scontrò con un sacco di persone, che ostruivano la via
nell'ora di punta; parecchie volte rischiò di inciampare.
Correva e nel frattempo dava dei gran morsi alla pizza: era il minimo
che potesse fare, dopo tutto il casino che era successo per colpa di
quel trancio!
Sbucò alla
fine della via, alla destra della fermata degli autobus: e, per grazia
divina, di autobus ce n'era uno, fermo e con le porte in procinto di
chiudersi. Duncan balzò a bordo, le porte si chiusero con
stridore e il ragazzino vide l'omone che lo inseguiva sbucare dalla
stessa fiumana di persone da cui era sbucato lui.
Si sedette
immediatamente e prese a finire quello stupido pezzo di pizza.
E contemporaneamente,
sentiva un sentimento un po'marcio crescere dentro di lui: era come
se... come se fosse contento di aver rubato. Averla fatta franca, dato
un pesce in faccia a quello stupido vigilante. Lo aveva seminato, anche
se quello era grande e grosso. Aveva
vinto lui. Duncan 1 Guardia 0.
Tanto
quel bambino la pizza non la voleva.
Un sorriso sempre
più largo e via via più malefico stirò
la bocca di Duncan.
2005
"E'andato di
là, di là!"
Corse con tutta la
foga che sentiva nelle gambe, stringendo i denti per sopportare lo
sforzo e per la determinazione che gli scorreva nelle vene. Correva da
ore, miseria santa, e quei cazzo di sbirri ancora non si erano fermati.
Anche lui aveva la sua
dose di colpe, però: con tutti i maledetti negozi che
beccava in giro, proprio quello con la pattuglia all'angolo andava a
scegliere?
Non l'aveva vista
perchè quella fottuta volante era ferma e aveva i fari
spenti: era nascosta dall'oscurità notturna.
Lo stesso buio che in
quel momento stava nascondendo lui.
Ben attento ad evitare
ogni traditrice luce di lampione riuscì ad infilarsi in un
provvidenziale vicolo, buio ed abbastanza stretto perchè le
macchine non ci passassero.
Con gli occhi ormai
abituati alla semioscurità scorse una rampa di scale di
acciaio che portavano alla cima dell'edificio che faceva da parete alla
stradina: le salì.
Una volta giunto in
cima guardò sotto, gli avambracci poggiati negligentemente
sul davanzale: c'erano tre volanti adesso (tre!) con i fari accesi,
minuscole come lucenti formiche. Si erano fermate: con tutta
probabilità i poliziotti stavano consultandosi e dividendosi
le zone del quartiere per dargli la caccia.
Sorrise: lo divertiva vedere tutta quella gente affannarsi per lui.
Stavolta erano tre
volanti. E le aveva fregate. Chissà come doveva bruciare
agli sbirri...
Si era fatto
acchiappare, qualche volta, ma stavolta no! No di sicuro!
Non l'avrebbero preso,
mai più.
E anche se lo avessero
catturato di nuovo non si sarebbe fatto fermare. Lui non poteva essere
catturato, non era mai stato catturato sul serio da nessuno. L'unica che ci
era riuscita era stata Cour...
...
Nessuno.
Nessuno poteva
prenderlo, figurarsi una cazzo di principessa con gli occhi scuri come
la notte, intraprendente (a volte un po' rompiballe), coraggiosa,
determinata...
...Fanculo.
Sospirò e
si cacciò la mano in tasca, dove stava la sua piccola ma
preziosa refurtiva.
Due collane, un anello
d'argento e poi quella che l'aveva spinto a commettere l'ennesimo furto.
Era la piccola, ma
deliziosa statuina di una bella ragazza, intagliata nel diamante.
Indossava un vestito dalla gonna lunga, ricco di pieghe e tra i lunghi,
ricci capelli trasparenti portava un piccolo diadema.
Sospirò
ancora; poi si corrucciò, strinse la statua e la
lanciò con decisione oltre il davanzale.
Fluttuò e
compì una serie di giravolte nell'aria prima di allontanarsi
e perdersi nell'ombra.
Se
avesse potuto fare lo stesso con il ricordo martellante di Courtney
sarebbe stato molto più comodo.
Ma buonasera a
tutti!
Ringrazio i santi
Guns che mi ispirarono per questa cosuccia ^^
E ringrazio anche
voi, che leggete e recensite ciò che scrivo!
Questa è per voi!
(Ma soprattutto per la Schwester: donna, attendiamo tuoi lavori su
questo fandom!)
Vero che mi fate sapere anche stavolta cosa ne pensate? :D
Tanti abbracci per voi ( e anche qualche biscotto secco. Mwahahahah!!!
L'avete capita? *effetto grilli*)
Scusate. Sarà l'ora che mi fa sclerare ^^
*fugge, mentre i pomodori la assalgono*
Vostra affesssionatissima Pirata :D
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