Romantic
The touch of your hand says
You'll catch me
Whenever I fall
Flint
Wilson era un romanticone. Magari ogni tanto cercava di non darlo a
vedere nascondendo tutto il miele sotto una facciata maliziosa con le
persone con cui aveva abbastanza confidenza e sotto la maschera di
timidezza con chi non conosceva ma chi, come Richard, era riuscito ad
arrivare abbastanza a fondo nella sua personalità sapeva
benissimo che era una persona molto dolce e che amava le sorprese
romantiche.
Da
quando stavano insieme, era passato un mese e il tempo era volato
così velocemente che quasi non se ne erano accorti, il
più grande aveva iniziato a ragionare su cosa poter
preparare per il suo ragazzo una volta arrivati al loro primo
mesiversario. Poteva sembrare una cosa un po' all'antica, da ragazzine,
ma sapeva che l'altro ci teneva veramente tanto e quindi voleva
organizzare qualcosa di speciale e anche se quando aveva chiesto in
giro tutti avevano iniziato a prenderlo in giro -suo fratello ancora
rideva come un'esaurito ogni tanto, quando si incontravano per fare due
chiacchiere e Thad aveva iniziato a proporre le cose più
assurde tra cui comprare mutande fatte di caramelle e riempire la
stanza con lucine costruite con profilattici- non aveva demorso e alla
fine, dopo una passeggiata per il centro era stato proprio Flint a
dargli l'idea quando si erano ritrovati davanti ad un negozio di intimo
che iniziava a esporre già i primi costumi.
«Non
vedo l'ora di vederti indossare un costume come quello.»
aveva detto indicando un semplice slip, forse troppo minimale per i
suoi gusti, ma che non era per niente di cattivo gusto.
«Magari
se riesco a trovarne uno rosso e blu.» aveva risposto,
sorridendo e stringendogli la mano più forte ma con in testa
già mille idee che gli vagavano per la testa.
Quando
il 13 arrivò, tutto era pronto nei minimi dettagli e anche
se Harwood ancora cercava di rifilargli idee che coinvonlgevano
preservativi galleggianti lui si sentiva sicurissimo di come si sarebbe
svolta le serata. Si incontrarono a colazione e gli diede un bacio
sulle labbra come ogni giorno e quando gli fece gli auguri il suo viso
di trasformò in un sorriso raggiante, il quale gli fece
intuire che tutta quella passione che aveva messo per preparare la
sorpresa non sarebbe andata sprecata. Si allontanarono per andare a
lezione e visto che frequentavano due anni diversi non si incontrarono
per tutto il giorno tranne per qualche occhiata fugace tra un'ora e
l'altra, o un bacio rubato e radioso.
Gli
mandò un messaggio verso l'ora di pranzo, dicendogli che non
si sarebbero potuti vedere visto che la prof di chimica li avrebbe
trattenuti in laboratorio per finire di osservare una noiosa
titolazione che tardava a neutralizzare l'acido e che quindi si
sarebbero visti sul tardi. Sarebbe passato a prenderlo alle sette,
minacciandolo che se avesse fatto tardi non avrebbe ricevuto nessun
regalo.
Bussò
alla sua porta alle sette meno dieci e lui era pronto, bellissimo nel
suo completo semi-elegante. Indossava un paio di jeans che gli cadevano
perfettamente mettendo in evidenza le sue gambe e una maglia bianca sul
quale aveva abbottonato un gilet grigio fumo, gli sorrideva mentre
indossava un basco dello stesso colore e lo baciò sulle
labbra senza mai perdere quell'espressione gioiosa.
«Dove
mi porti» aveva chiesto mentre afferrava una giacchetta rossa
da una sedia e lo seguiva fuori dalla porta e salutava un Trent che
tutto indaffarato a mangiare un pacchetto di patatine davanti al
computer non si era quasi accorto della loro dipartita.
«Sorpresa
disse prima di uscire una fascia dalla tasca del suo pantalone che
passò attorno ai suoi occhi per bendarlo. La sua risata
cristallina risuonò in tutto il corrodoio e gli strinse
forte la mano mostrando un'espressione leggermente maliziosa.
«Non
sarà qualche tuo nuovo giochetto erotico?»
«No,
è solo che non devo farti capire dove stiamo
andando.»
«Peccato,
preferivo la prima opzione.»
Si
imbronciò per poco e Richard scosse la testa posandogli un
bacio sulla testa al quale il sorriso ritornò sul viso di
entrambi. Lo guidò fino alla sua macchina e gli
aprì lo sportello per farlo entrare, un po'
perché voleva fare il galante ma soprattutto
perché effettivamente con la benda sugli occhi non sarebbe
mai riuscito a centrare la maniglia molto rapidamente. La macchina fece
qualche giro a vuoto prima di prendere la vera strada, per cercare di
confonderlo e non prendere ancora un po' di tempo ma arrivarono
comunque in fretta e Richard parcheggiò nel vialetto di
ciottoli di una grande casa molto elegante, leggermente isolata dal
resto delle abitazioni lì intorno, di stile molto classico e
comunque elegante nella sua semplicità.
Flint
che aveva parlato poco durante il viaggio, una volta arrivati
iniziò a tartassarlo di domande, su dove fossero, su cosa
avesse intenzione di fare -voleva stuprarlo, ucciderlo e poi
seppellirlo in qualche sperduta campagna dell'Ohio?- e quando
aprì la porta principale e accese le luci di un grande
ingresso, arredato nello stesso stile dell'esterno, dovette zittirlo
con un bacio per poi prendergli una mano e portarlo all'esterno dove
un'enorme piscina occupava quasi tutto il cortile alle spalle della
casa.
Gli
tolse la benda e contemporaneamente iniziò a sfilarsi la
maglia verde dalla testa.
Il
suo ragazzo rimase per qualche minuto in silenzio, estasiato dalla
visione che aveva davanti, la piscina, le candele che galleggiavano in
quella più piccola a lato, i tavolini imbanditi con la loro
cena. Si girò verso di lui solo quando era già
completamente spogliato se non per un costume rosso e blu. Gli sorrise
prima di lanciargli un pacchetto dorato per poi tuffarsi nell'acqua che
fredda gli fece calmare i bollenti spiriti che già da quando
lo aveva visto nella sua stanza -bellissimo, era sempre assolutamente
bellissimo- non accennavano a calmarsi.
«Se
vuoi cambiarti il bagno è subito dopo quella porta, a
sinistra.» poi ammiccò al pacchetto che gli aveva
buttato tra le mani e quando lo aprì ne uscì un
costume simile a quello che lo stesso Richard stava indossando ma di un
azzurro limpidissimo, simile al colore dei suoi occhi. Lui gli sorrise
per poi guardarsi di nuovo un po' smarrito attorno.
«Ma
dove siamo.»
«A
casa mia.» disse semplicemente, lasciandolo ancora
più a bocca aperta.
«Casa
dei tuoi genitori?»
«No,
è casa mia. I miei me l'hanno comprata qualche anno fa e io
l'ho arredata come piace a me. Investimento per il futuro lo hanno
chiamato, per me è solo un posto sicuro per andare a
rifugiarmi quando ho bisogno di un po' di pace.» disse mentre
galleggiava con tranquillità, come se fosse la cosa
più normale del mondo che un ragazzo a neanche diciotto anni
avesse una casa tutta per se e soprattutto che lui, il suo ragazzo da
un mese non lo sapesse.
Scosse
la testa prima di incamminarsi verso la stanza che il più
grande gli aveva indicato come il bagno e si cambiò
velocemente ma quando tornò alla piscina Richard non era
più nell'acqua, ma era seduto su una sedia vicino al bordo
che, ancora tutto bagnato, aveva in mano una chitarra e gli sorrideva.
«Sei
bellissimo.» disse solamente, sorridendogli e scorrendo lo
sguardo su ogni centimetro della sua pelle scoperta, prima di iniziare
a suonare una melodia che conosceva, che aveva messo qualche settimana
prima una notte prima di fare l'amore, e quando iniziò a
cantarla sembrò che il tempo avesse smesso di scorrere, che
il mondo si fosse fermato, impossibilitato a continuare a girare.
It's amazing how you can speak
right to my heart. Without saying a word, You can light up the dark.
La
sua voce era bellissima, come ogni volta che Flint l'aveva ascoltata,
era quasi strano che un ragazzo così imponente potesse avere
una voce così dolce e melodiosa ma ormai, sentendolo cantare
spesso e non solo alle prove dei Warblers -ormai lo avevano rilegato a
fare beatbox e per quanto Wilson cercasse di convicerlo a fare qualche
provino lui si limitava a dire che stava bene dove stava- si era reso
conto che quella sua dote era perfetta per lui. Richard era dolce e
melodioso e quando ci si avvicinava abbastanza, senza essere intimiditi
dalla sua stazza, queste sue qualità risaltavano agli occhi
di tutti.
Si
sedette su una delle sdraio che circondavano il perimetro della piscina
e con gli occhi già pieni di lacrime lo ascoltò
cantare. Era una canzone stupenda, la più romantica che
conosceva, e sapere che quel ragazzo provava tutti quei sentimenti per
lui lo riempiva e lo riscaldava come poco altro era mai riuscito a
fare. Sentì la prima stilla salata scendergli sulla guancia
e non la fermò, facendola scivolare fino al collo dove si
raccolse nella curva della scapola.
The smile on your face lets me
know that you need me. There's a truth in your eyes saying you'll never
leave me a quel punto alzò gli occhi mentre
pronuciava la parole del ritornello, e osservò Flint annuire
e sorridere tra le lacrime. You say it best when you say nothing at all.
Quando
la canzone finì il più piccolo nascose la testa
fra le mani, finendo di piangere per l'emozione e quando
sentì il tocco del suo ragazzo sulla spalla alzò
gli occhi, cercando il suo sguardo. Sapeva che amava il colore delle
sue iridi e spesso gli aveva ricordato come questo cambiasse in base al
suo umore, di come ogni momento che avevano vissuto insieme fosse
accompagnato da una nuova tonalità del suo sguardo e
istintivamente si chiese di che colore fossero in quel momento i suoi
occhi. Quelli di Richard erano lucidi e di un marrone così
caldo che infiammarono ancora di più l'amore che provava in
quel momento.
«Ti
amo.» disse mentre si gettava al suo collo. Lo strinse forte
e risero, perché erano felici, perché erano
insieme e sapevano che niente li avrebbe separati. Si baciarono a
lungo, assaporando il sapore delle lacrime che si mischiavano, e quando
Richard gli rivolse uno sguardo malizioso capì cosa stava
per succedere ed urlò in anticipazione così che
quando entrarono di prepotenza nell'acqua ghiacciata questo si era
già estinto, lasciando il posto alle risate.
Fine.
Dedicata
a D, visto che ieri la nostra storia in chat faceva un mese (scusa se
non ti ho fatto gli auguri ieri ma sono stata poco presente per colpa
di Harry Potter e comunque credo di essermi fatta perdonare). La
canzone è When you say nothing at all, di Ronan Keating che
secondo me cantata da Jon Hall farebbe un figurone, che io amo alla
follia e che una volta ti postai durante una ruolata. Ti adoro, grazie
per essere un Flint dolcissimo per il mio Richard da un mese! Love ya!
Baci,
Nacchan.
Traduzione
dei versi inseriti nella fic:
Il
tocco della tua mano dice che tu mi alzerai in qualsiasi momento io
cadrò (all'inizio)
E'
spettacolare come tu risca a parlare bene al mio cuore senza dire una
parola, tu puoi illuminare il buio.
Il
sorriso sul tuo viso mi fa capire che hai bisogno di me c'è
una sincerità nei tuoi occhi che dice che tu non mi lascerai
mai
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