.:Being
Beauteous:.
*
Against
a fall of snow, a Being Beautiful, and very tall.
Whistling
of death and circles of faint music
Make
his adored body, swelling and trembling like a specter,
rise...
*
Gocce di
sangue. Come petali di ciliegio fuori stagione, in questa neve che
volteggia lieve nell’aria.
Chiazze. Macchie.
Chiude gli occhi,
assorbendo ogni movimento del corpo schiacciato tra il suo e il muro.
Nella notte il sangue
è nero. Più del kimono della geisha,
più dell’inchiostro. Ma per la sua mente, oh, per
la sua mente c’è un solo colore adatto al lezzo
stucchevole di ruggine e umori, ed è rosso.
Rosso.
Non potrebbe essere
altrimenti.
“H-hiji…kata…-s…s…”
Rosso. Labbra dipinte
a sfiorargli un orecchio. Ma non è più il
belletto a tingerle, a renderle vive, e l’alito della donna
puzza del sakè che hanno bevuto insieme.
Morte, dice il suo
respiro. Morte.
“Siete
davvero una splendida danzatrice, Tsukyomi-san.”
La donna annaspa. Ne
sente le dita – ragni terrorizzati che si aggrappano al suo
haori -, i capelli scivolati dall’acconciatura elegante sulla
sua mano, posata sulla schiena di lei.
Ne sente i fremiti.
Il gorgoglio del
sangue.
Il bozzo umido delle
viscere che premono sui lembi della ferita, come spazzatura immersa in
un barile d’acqua.
La geisha boccheggia.
Le sue ciglia contro il collo del ronin, il nero sul suo volto da
maschera del teatro no,
sciolto con le lacrime, il sudore, l’agonia.
Ricorda quando osservava le sue compagne confabulare, colombe attorno a
lei.
Un gioco di donne. Un gioco di sfide.
Chi si spingerà al punto di sfiorare un filo invisibile sul
suo haori, chi rovescerà per sbaglio una goccia di
sakè sul suo tavolo?
Lei non ha preso
parte alle chiacchiere. È di casta troppo elevata per
lasciarsi trascinare in un giochetto tanto infantile, nauseante.
Ora sa che era
impegnata in un altro gioco. Uno ben più grande e rischioso.
E ha perso.
“E la
vostra voce è splendida.”
La sua voce. Sparita,
fagocitata dal sangue, un trillo argentino degno di un usignolo - ma
non di una spia. Gli occhi della donna si riempiono di lacrime. Donna. Il ronin
increspa le labbra. Che
parola grossa.
Per lui, lei
è ancora una ragazzina. E le ha fatto un favore,
uccidendola.
Sciocca ragazza.
Stupida ragazza.
Ha giocato.
E ha perso.
“E sapete
narrare divinamente.”
Spingi
la spada.
Spingila.
Più
a fondo!
Un rantolo. La mano
della giovane gli sfiora il viso, lasciandovi una traccia scarlatta.
Scivola verso il basso ed è un ago quello che le tintinna
fuori dalla manica del kimono, un ago sottile lungo una spanna che
gronda liquido incolore.
Veleno.
Una trappola. Ecco
quello che era. Una passeggiata nell’incanto della prima
neve, una lieve puntura che sicuramente sarebbe passata inosservata
nell’impeto, una lenta agonia. Un incidente.
Ma è
andata male.
Occhi agonizzanti nei
suoi. Hijikata non si ritira. Lascia che lei anneghi in lui- che la sua
espressione del tutto priva di umorismo sia l’ultima cosa che
la giovane veda. Lei che ha visto solo l'uomo della facciata, non
l'acciaio sottostante.
“Peccato
che come attrice la vostra bravura lasci a desiderare.”
Troppo,
per una spia.
Le ha fatto davvero
un favore. Ha avuto pietà, una pietà che gli
Shishi non le avrebbero mai concesso per un fallimento tanto eclatante.
Le palpebre di
Tsukyomi calano, tremano. Il bianco degli occhi rotola nel bianco del
volto. C’è un ultimo schizzo di sangue, un'ultima
boccata d'aria. Un ultimo spasmo, i lineamenti delicati che si
contorcono in una maschera grottesca.
Non
c’è poesia nel decesso.
Pace, forse sì,
riflette il vice, lasciandola scivolare a terra. La geisha –
l’attrice fallita – si accascia, un sacco vuoto. Vinco io, vinci tu. Vinci tu,
vinco io.
Pace. Forse non davvero.
Distrattamente, si chiede se i suoi compagni dissacreranno
anche la bambola di carne e sangue inerte ai suoi piedi. Se per lei
avrà qualche importanza.
No, decide.
La morte si sconta
vivendo.
Tutto il resto non conta.
*
Oh,
On this cannon I mean to destroy myself
In a swirling of trees and soft air!
*
N\A:
Una di quelle shot che
arrivano, colpiscono e se ne vanno. Avevo voglia di scrivere qualcosa,
ed ascoltando i The Cure è nata questa. Being Beauteous
è una delle poesie di Arthur Rimbaud da cui sono
affascinata, e per qualche strano motivo l'ho sempre associata a
Hijikata da quando ho cominciato a seguire Hakuouki.
La guerra non
è sempre pulita e chi ci rimette spesso sono le donne. Con
il loro compito da svolgere per conto di altri.
E per quanto indorata
sia la pillola, non penso che Hijikata si sarebbe fatto degli scrupoli.
No, neanche se
è FiQuo.
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