no girlfriend no party
No
girlfriend no party
Vestito
ancora appeso alla stampella, spazzola sul comodino, scarpe nella
scatola, capelli usciti da uno di quei documentari sulle
esplosioni vulcaniche che piacevano tanto a suo padre e due occhi che
parevano esser stati massacrati dai pugni di un pugile professionista.
Kat non riusciva a prender coraggio per dire ai suoi che tra meno di
quaranta minuti qualcuno avrebbe bussato alla porta di casa,
sì,
ma che quel qualcuno
non sarebbe stato né troppo alto nè troppo bello
e per finire -soprattutto- neanche troppo maschio.
Già immaginava suo padre cadere a terra colpito da un
infarto e
suo madre correre in salotto a prendere il telefono per chiamare
un'ambulanza, quando davanti a loro invece di trovarsi un Jonatan si
sarebbero trovati una Josephine, o per meglio dire Jo.
Era questo a preoccuparla così tanto, il fatto che il suo
accompagnatore al ballo di fine anno in realtà fosse una lei.
Sospirò e decise di alzarsi dal letto, smettendo di guardare
una
delle ripetute puntate dei Simpson mangiando patatine e bevendo
Coca-Cola; si fece una doccia, asciugò rapidamente i
capelli, li
legò e poi li sciolse almeno dieci volte, si
infilò il
vestito vedendosi grassa e poi tremendamente magra e infine si
truccò, ma non troppo.
Si infilò un paio di forcine con sopra attaccate due
margherite
finte e lavò bene i denti per la decima volta sciacquando
via il
rossetto, che poi fu costretta a rimettere.
Prese le scarpe da dentro la scatola: con fiori di mille colori sopra
una base verde, come il suo vestito. Era stata Jo a consigliarle cosa
comprare, mentre giravano assieme per il centro commerciale vicino casa
di Kat; le aveva detto "Il verde ti sta bene" e questo a lei era
bastato per convincersi.
Una volta pronta notò con sua sorpresa e anche una certa
disperazione che era ora. Avrebbe dovuto bussare da un momento
all'altro.
Prese fiato e uscì dalla sua camera.
Il flash della macchina fotografica del padre la accecò per
qualche istante. L'aveva aspettata dietro la porta, incredibile!
Kate rise, nervosamente, facendo un giro su sé stessa
-Allora? Come sto?-
-Dovremo chiamare un'ambulanza per quel povero ragazzo, tesoro!- disse
lui, col volto segnato da un sorriso a trentadue denti, mentre la madre
correva alla porta, dicendo qualcosa come -Parli del diavolo...-,
ridendo.
Jo sorrise come se tutto quel che stava accadendo fosse normale.
Salutò i genitori di Catherine ed entrò in casa,
lamentandosi del suo ritardo(quale ritardo?, pensò Kat)
dovuto
alle fastidiose incursioni di suo fratello Mattew -sei anni di
cattiveria e una passione per i film horror- nella sua stanza mentre
cercava di prepararsi.
Kat studiò la reazione dei suoi genitori e poi
balbettò
un "Avevo intenzione di dirvelo, ma non ho trovato l'occasione giusta"
ma venne interrotta dal padre, che scrollò le spalle, prese
fiato e poi disse -Direi che ci hai fatto proprio una bella sorpresa,
già...- sorrise, di colpo -Sulle scale, forza, voglio farvi
almeno due o tre foto prima che usciate-.
Kat rimase così sorpresa da non riuscire a dir nulla.
Guardò la madre, che sorrise e le sollecitò con
un cenno
del capo a fare quel che aveva chiesto il marito.
Jo ridacchiò e prese Catherine per mano, mettendosi dove le
avevano detto. La prima foto fu l'unica seria, poi entrambe si
lasciarono andare a smorfie e pose tipiche delle adolescenti.
Chiusa alle loro spalle la porta di casa, Catherine si voltò
a
fissare Josephine, che aveva iniziato a ridere -Credevo che
papà
sarebbe svenuto!-
- L'unica vicina a uno svenimento eri tu, Kat-
- Chissà perchè, vero?-
- Prima o poi dovevano saperlo- si zittì, fissandola.
Catherine sospirò, la guardò a sua volta per un
attimo,
poi disse solo - Ti sei truccata proprio da schifo, lo sai?-
Jo sorrise -Grazie-. Poi le diede un bacio leggero sulle labbra.
In fondo, quella serata si prospettava migliore di quanto Kat credesse.
***
Note personali: questa ff partecipa al Femslah Day e non prende spunto da nessun
fandom presente su questo sito :)
Ho cercato di mettermi nei panni di una ragazzina che ha una relazione
omosessuale con una sua compagna di scuola, senza aver avuto mai il
coraggio di dirlo ai genitori fino al "fatidico giorno" del ballo di
fine anno. E' stata intenzionale la decisione di non soffermarmi sulla
reazione dei suoi genitori, facendo capire comunque che a modo loro
hanno accettato la cosa.
Mi sono impegnata nel ricreare un clima sereno e leggermente comico,
senza approfondire. Spero che possa esservi servito a immaginare la
scena con la vostra testa :)
E adesso...buona lettura.
Spero che qualcuna di voi mi dia un suo parere.
Etienne
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