Oh, angelo...

di Arghamath
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Alza, o angelo, lo sguardo al cielo, dalla terra su cui sei caduta.
Quante stelle rispondono alla tua occhiata curiosa?
Mille e mille, macchè!, milioni e milioni!, di stelle.
Che brillano, splendono, e ti inondano della loro luce.
Ti arrecano, conforto, dolce amor mio, nella notte.
Ma fra quelle stelle, piccolo angelo senza peccato,
sapresti dirmi, quale piange senza consolazione?
Volgi lo sguardo quaggiù, piccola creatura alata.
Guardami.
Guardami molto bene.
La luce di quella stella si riflette su me, bagnandomi con dolci-amare lacrime di luce.
Guarda, dolce Luce, figlia di Amore, guarda! Selene, amorevole Madre che entrambi un tempo ci amò!
Assaggia, cogli un frutto, dall' albero della mia poesia.
Il dolce gusto dell' amor cortese, dell' amor carnale, dell' amar incondizionatamente.
Il gusto diperatamente innamorato della passione...
E volgi un pensiero a quella stella lassù nel firmamento.
Regalale un sogno.
Godi anche per lei, di quest' unico boccone che io ti offro...
Pensa ardentemente, al calor di quell' astro solitario che, furioso, brucia disperazione,
nutrendosi soltanto d' amor, passione e dolore.
Chiudi gli scintillanti occhi tuoi, amor mio.
Lasciati cullare dalle dolci note intessute nel vento, in questa calda notte d' estate.
E se una stilla d' amor ti scenderà lungo il viso, sarà un inno glorioso,
innalzato nella notte per me.
Per me che infondo...
Infondo, non sono altro che quella stella lassù...





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