Haru no Oni
Faceva caldo, un maledetto caldo.
Temari trovava alquanto ironico avere caldo in una gelateria, ma era
proprio
per colpa dei macchinari di raffreddamento che dietro al bancone la
temperatura
era così alta.
Con tutta probabilità era andata a scegliersi il lavoro
peggiore
possibile, ma sfortunatamente anche il maggior retribuito. E dovendo
badare a
due fratelli un lavoretto estivo non poteva fare che comodo.
Sospirando, si appoggiò per un attimo alle mensole di legno
dietro di
lei, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa di fresco da bere. Ne
aveva
un bisogno tremendo al momento, ma il frigo era nella stanzetta sul
retro e non
c'era nessuno che potesse sostituirla: Matsuri era già
andata via da un
pezzo e Tayuya arrivava intorno alle due e un quarto.
Si leccò lentamente le labbra, cercando di inumidirle.
Però,
dopotutto, era l'una. E nessuno prende un gelato all'una. La gente
pranza a
quell'ora, o sta preparando il pasto, o sta per mangiarlo, o sta per
cucinarlo.
Sono tutti impegnati, all'una.
E comunque, non era come andarsene, era semplicemente sulla stanzetta
sul
retro; se fosse arrivato qualcuno, lo avrebbe sentito.
Fece per avviarsi verso la tendina di perline che separava i due
ambienti,
quando la porta tintinnò, e fu costretta a voltarsi verso il
cliente
appena entrato.
Era un ragazzo alto, castano, con l'espressione estremamente scocciata.
-
'Giorno - biascicò, sedendosi al tavolo più
vicino al bancone.
Temari represse un moto di stizza e si allontanò dalla
tendina. -
Buongiorno - rispose, sistemandosi il cappellino igienico,
completamente
fradicio di sudore. - Desidera? -
- Un gelato - sbadigliò il ragazzo. Sembrava provato dal
caldo quanto
lei, se non di più.
Temari strinse la mandibola. - Si, l'avevo capito. -
replicò,
tranquillamente. - Intendevo quale gusto preferisce -
- Sarei potuto entrare semplicemente per un bicchier d'acqua, non le
pare? -
Lei scosse il capo, irritata. Pur non lavorando lì da molto,
aveva avuto
a che fare con una quantità di clienti notevole, e non tutti
simpatici.
Sapeva come trattarli, ma quel giorno probabilmente sarebbe
semplicemente
esplosa. Non oggi,
santo cielo! Non oggi, fa
troppo caldo.
- Banana e cioccolato - le arrivò il borbottio dal tavolo.
Il ragazzo si
era sistemato in modo scomposto contro lo schienale della sedia,
guardandola
con occhi socchiusi.
Temari afferrò paletta e cono, prendendo una generosa
porzione di gelato
alla frutta, ma l'altro la fermò sventolando la mano.
- Nella coppetta, per favore. -
Lei alzò un sopracciglio, sorpresa. - Nella coppetta? -
ripeté, derisoria senza poterselo impedire.
Il ragazzo evitò il suo sguardo e si passò una
mano dietro la
nuca, sfregando la pelle. - Il gelato dei coni deve essere mangiato in
fretta,
altrimenti si scioglie e gocciola. E' una seccatura. -
sospirò,
abbassando il braccio.
Temari non commentò e posò il cono, prendendo al
suo posto una
coppetta bianca. La riempì con i gusti che il ragazzo aveva
richiesto e
terminò infilandoci in equilibrio un cucchiaino di plastica.
- Ecco qui - Posò il piccolo contenitore sul bancone e
batté il
conto alla cassa.
- Non me lo porta? - domandò il ragazzo, con voce stanca.
Temari prese un respiro profondo. Odiava
le
persone pigre. Decisamente.
- Si, certo, arrivo. - Afferrò la coppetta e girò
intorno al
bancone, portando con se anche lo scontrino. - Tenga - disse, piazzando
la
vaschetta poco gentilmente in mano al ragazzo e poggiando lo scontrino
sul
tavolo. - Desidera anche un bicchier d'acqua? -
- No, grazie - borbottò lui, tirandosi su.
Temari gli voltò le spalle e ritornò dietro al
bancone,
tamburellando più silenziosamente possibile con le dita
sulle mensole di
legno.
Il ragazzo finì lo spuntino con calma, senza fretta. Temari
pensava di
non aver mai visto impiegare così tanto a mangiare un
gelato.
Ne approfittò per sgattaiolare a bere una birra nella
stanzetta sul
retro; ne bevve qualche sorso, poi la lasciò aperta bel
frigo. L'avrebbe
finita più tardi, se fosse riuscita a impedire che Tayuya ci
mettesse le
mani sopra prima.
- Mi scusi? -
Temari avrebbe voluto strozzarlo. Le sarebbe piaciuto da morire, ma
purtroppo
era un cliente e la faceva guadagnare. Peccato.
Attraversò in fretta la stanzetta e spuntò di
nuovo al bancone,
avvicinandosi al ragazzo che aspettava con un gomito poggiato sulla
superficie
lucida.
- Sono 160 yen°, giusto? - disse, estraendo dal portafogli
delle banconote e
delle monete. - Siete cari -
- Facciamo un buon gelato - ribatté Temari, prendendo i
soldi e
depositandoli dentro la cassa.
- Aha. - Il ragazzo mise le mani in tasca e le fece un cenno con il
capo. -
Arrivederci. -
- Arrivederci -
Temari lo osservò mentre attraversava e lo seguì
con lo sguardo
finché non svoltò l'angolo. Poi emise un sospiro
di sollievo e si
tolse il cappellino per qualche momento.
Speriamo non torni pensò.
Poi
vide Tayuya sull'altro lato della strada e se ne andò a bere
in santa
pace la sua birra.
Anche quel giorno faceva maledettamente caldo, ed era ancora mattina.
Temari non voleva pensare a come sarebbe stato verso le tre, o avrebbe
mollato tutto, lavoro, stipendio e gelati gratis.
La tendina di perline si mosse e Matsuri emerse dalla stanzetta sul
retro, priva di grembiule e cappellino.
- Temari-san, allora io vado. - salutò, sistemandosi la
borsa a tracolla. - Salutatemi Gaara-kun° -
- Ciao -
Temari si concesse un sorriso. Conosceva Matsuri da quando era una
bambina e abitava ancora nel loro palazzo, e a quanto si ricordava
aveva da sempre avuto una cotta per Gaara. Poi si era trasferita, ma
ogni tanto uscivano ancora a cenare tutti insieme come una volta, come
quando loro erano ancora una famiglia disastrata con un tutore
disastrato.
Con un sospiro, Temari finì di impilare ordinatamente le
coppette e
coni arrivati una mezz'ora prima, attenta a posizionarli dove non
avrebbero potuto cadere. Nel mettere in cima alla torretta l'ultimo
piccolo contenitore aggrottò le sopracciglia, ricordando
all'improvviso
quella giornata estenuante della settimana precedente, e quel ragazzo
pigro e irritante. Fino al momento di fine turno le cose non avevano fatto che peggiorare: il frigo si era rotto,
i clienti si erano lamentati per il caldo - come se fosse colpa loro,
qualche idiota era entrato in un momento di confusione solo per andare
in bagno ed era sgattaiolato via senza essere visto, dopo aver lasciato
la toilette in condizioni pietose. E, tanto per concludere in bellezza,
il loro affittuario era venuto a dire che aveva intenzione di alzare il
prezzo dell'affitto del locale.
Temari non era tipo da lasciarsi suggestionare, ma per qualche ora le
era balenata l'idea che quel ragazzo portasse sfortuna. Sfortuna nera.
- Hey -
Si riscosse, scuotendo appena il capo. Che sciocchezze. Alzò
il volto verso il cliente per rispondere al saluto, ma, a quel punto,
rimase impietrita.
Davanti a lei, l'espressione annoiata e i capelli dritti in testa, era
mollemente ritto in piedi il ragazzo della settimana prima. Sembrava
stanco esattamente come la volta precedente, di quella stanchezza
prodotta dal fare assolutamente niente.
- Hey - ripeté, guardandola incerto. Poi sorrise e si
appoggiò al bancone.
- Vorrei un gelato - disse, indicando il cibo sotto di loro.
Temari si riebbe di colpo e annuì, afferrando una coppetta.
Si chiese
se magari dopotutto un dio esistesse davvero, e se lei gli avesse fatto
qualcosa in particolare.
Magari 'sta volta
andrà un po' meglio.
Il ragazzo osservò i gusti protetti dal vetro, spostando lo
sguardo da uno all'altro.
- Ah, che seccatura. - borbottò alla fine. - Scegli tu -
Temari fece una smorfia. - Scusi? - domandò, con voce
scettica.
Possibile che fosse talmente pigro da non riuscire a scegliersi il
gelato?
- Ho detto: scegli tu. - Il ragazzo si allontanò dal bancone
e si
stravaccò su una sedia esattamente come la volta prima,
restando a
guardarla.
Temari scosse il capo e prese due gusti a caso, riempiendo la coppetta.
Poi la portò al tavolo e rimase lì di fianco ad
aspettare la reazione.
Il ragazzo assaggiò entrambi i gusti e spalancò
gli occhi, sorpreso. -
Limone e caffè? - domandò, piegando il collo
verso l'alto per
osservarla.
Temari fece spallucce e attese che lui le restituisse protestando la
coppetta, ma il ragazzo abbassò il capo e prese un'altra
cucchiaiata,
borbottando qualcosa di simile a "che scocciatura".
Lo finì tutto. Temari rimase ad osservarlo dietro al bancone
per l'intera operazione, allibita. Un
conto era avere orgoglio, un conto era mangiare limone e
caffè.
Ad un certo punto, quando mancava poco alle due, entrò un
altro
cliente. Era uno degli abituali, abitava lì vicino. -
Buongiorno -
salutò, educatamente. - Fa proprio caldo oggi, eh? -
- Decisamente. - Temari prese uno dei coni nuovi e indicò la
crema. - Il solito, Tanaka-san°? -
- Si, grazie. -
Mentre era impegnata a posizionare il gelato nel punto giusto
notò che
l'uomo stava fissando con curiosità uno dei manifesti che
ornavano le
pareti della gelateria. Gli porse il gelato e gli gettò
un'occhiata:
era un verso di Kuroisiro° Zetsu, il suo poeta giapponese
preferito.
- E' da molto che voglio chiederlo - esordì l'altro,
indicandolo - Di chi è quella frase? -
Temari gli disse il nome, e lui parve sorpreso. - Come ci è
finito qui?
- domandò - Non è un verso da gelateria. Voglio
dire, non c'entra molto
con il resto del negozio -
- Il gestore ci ha chiesto di contribuire con qualcosa di nostro alla
decorazione del locale - spiegò Temari - e io ho portato
questo. -
- Non sapevo che ti piacesse. Da quale poesia è tratto? -
Lei aprì la bocca per rispondere, ma fu preceduta da un voce
dietro la
schiena del signor Tanaka. - Haru no Oni°. Una delle prime -
Entrambi si voltarono verso il ragazzo ancora seduto al tavolo, che
fece spallucce. - Ogni tanto lo leggo -
- E ti piace? - domandò Temari, con voce provocatoria.
Lui scrollò il capo. - Seh. Non è male -
Temari cominciò a trovarlo leggermente più
simpatico.
Stranamente, quel giorno non era poi così caldo. Nel parco
la
temperatura era piacevole, e Temari era comodamente seduta su uno dei
muretti dell'orto botanico. Tokyo era praticamente priva di zone verdi,
e così quando le era possibile veniva a godersene un po' da
quelle
parti.
Peccato che nessuno dei suoi amici fosse libero al momento: era il suo
giorno libero, ed era un peccato passarlo da sola. Ma dopotutto, Temari
non disprezzava la solitudine, e rilassarsi girellando tra le piante le
sembrava un ottimo piano per passare il tempo.
Stiracchiandosi, si disse che quel venticello fresco era decisamente un
toccasana dopo tutti quei giorni bollenti, ma all'improvviso il suo
pugno chiuso cozzò contro qualcosa di duro e lei si
voltò di scatto.
Accanto a lei, con le mani occupate e l'espressione dolorante, stava il
Ragazzo dell'Una - o almeno era così che aveva preso a
chiamarlo Tayuya
dopo che per un paio di volte aveva fatto a cambio con lei d'orario. A
quanto pare, l'aveva appena colpito in faccia.
- Sapevo che non eri un tipo dolce, ma non pensavo che arrivassi a
essere violenta - borottò, porgendole una delle due cose gli
occupavano
le mani.
- Scusami, non ti avevo vist... oh, non mi conosci - ribatté
Temari con
un sorrisino, allungando una mano per prenderla. - Un gelato? -
domandò, perplessa.
Il ragazzo scrollò le spalle. - Ho
pensato di
ripagarti per averti fatto stare lì al caldo -
borbottò, sedendosi
accanto a lei e massaggiandosi il mento. - E' stata una seccatura -
Temari lo guardò, sorpresa. - Grazie? - disse, non del tutto
sicura.
- Lo fai sembrare una domanda. Ah, che pugno - Il ragazzo
abbassò la
mano e si stese all'indietro, sull'erba, mangiando il suo gelato in
quella posizione secondo Temari estremamente scomoda.
- E' stato solo un colpetto. Non dirmi che ti metterai a frignare -
ghignò lei, cominciando a leccare il suo prima che si
sciogliesse.
- Mh - Stavolta lui aveva finito in fretta. Con un cenno delle testa
indicò la sua maglietta. - Macchia -
- Oh, cazz... - Temari abbassò lo sguardo e cercò
di pulirsi
l'indumento con le dita, con scarso successo. Il ragazzo sorrise,
facendo rimbalzare la coppetta vuota sul palmo aperto.
- Uno a zero per me. Fu
mangia fu°
-
- Non stiamo giocando - sbottò Temari, ritornando al gelato
prima che
combinasse altri danni. - E comunque, io sono piuttosto brava nello
shogi°, non ti conviene sfidarmi. -
- Davvero? - Il ragazzo chiuse gli occhi. - Magari un giorno o l'altro
potremmo fare una partita. -
- Potremmo. - Temari finì il gelato e lo lanciò
verso il cestino lì
vicino, centrandolo al primo colpo. - E chi dovrei battere? -
- Nara Shikamaru. Piacere -
- Sabaku Temari. Non sono sicura che sia un piacere. -
- Hey, papà!
Come vi siete conosciuti tu e la mamma? -
- Oh, perché
glielo hai chiesto, Shi? Ora dovremmo sorbirci una storia noiosissima.
Che seccatura. -
- Avevo fame. Tutto qui.
-
The
Mendokuze - detto anche
Banco Informazioni
°yen: moneta giapponese. Come prezzo è alto [diciamo
che di solito per un gelato si spendono 100-150 yen], ma siamo a Tokyo,
dove la vita costa cara. E poi loro lo fanno buono xD
°kun: particella che si mette dopo il nome di una persona che
si conosce bene o che ci è molto cara. Quasi un
vezzeggiativo.
°san: particella che si mette dopo il nome di una persona di
elevatura più alta o che si rispetta, e con cui non si ha
troppa confidenza. E' più formale.
°Kuroisiro: Nerobianco [kuroi=nero; siro=bianco]. E' un cognome inventato, ovviamente.
°Haru no Oni: "Oni di primavera" - è un titolo
inventato. Oni è una figura mitologica giapponese, una
specie di orco - più o meno, non esattamente.
°fu: pedone dello shogi
°shogi: gioco giapponese simile agli scacchi.
Se vi dico perché l'ho scritta, vi mettereste a ridere. O a
tirarmi pomodori marci.
No, è che sarebbe per lo ShikaTema day, che era tipo un mese
fa. Un po' in tirardo, eh? xD
[Ma visto, ragazze? Ce l'ho fatta *__* Non vi ho crudelmente tradite!]
Okay, passando alla storia:
E' uscita così, e non so che farci. Non tutto 'sto
granché, ma amen [cioè, a me non piace per niente]
Comunque, Zetsu dovevo infilarcelo, da qualche parte xD
Ora non ho proprio tempo, ma poi passerò a dare
più dettagli.
8D Dettagli!
E' una storia a broccolo, lo so. Non ho idea nemmeno del perché l'ho pubblicata, non mi piace per niente. Comunque, eccola qui.
Ah, i primi due che parlano, in fondo alla storia, sono gli ipotetici figli di Shikamaru e Temari. Il primo, più piccolo, è maschio, la seconda è femmina [roba superflua]
Uhm, non so, non credo ci sia altro da dire. Se è poco chiaro, se trovate errori, se c'è un orrore verbale che fa inorridire, non esitate a dirmelo, per favore.
Thank you <3
'Sera a tutti!
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