Vaneggiamenti sulla musica.

di hithisisfrollah
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Sarà possibile non stancarsi mai di ascoltare una canzone?

Già, una canzone per tutta la vita, una che racchiude tutto, anche solo nella melodia.

Una che senti tua, che ogni volta che la danno alla radio ti senti orgogliosa.

È la mia canzone, questa.

È quella che ti ha accompagnato sempre, che non puoi relegare ad un solo momento, che è la colonna sonora dell’esistenza, che non perde mai la magia, neanche dopo le dieci mila volte che l’hai ascoltata.  

Secondo me, esiste. Secondo me, ce l’abbiamo scritta nel DNA sin dalla nascita. È nel cuore, nell’anima, in ogni luogo che possiamo leggere, in ogni angolo della vita, in ogni singolo battito del cuore di chi amiamo. Sta lì, e ci starà per sempre.

Così come i nostri artisti preferiti. Quelli che fan musica, intendo.
Perché mi sembra scontato. Chi fa musica, è un’artista.
Chi sa racchiudere nel suono, tutte le emozioni di una vita, non può essere altro.

“L’incontro” con l’artista preferito è qualcosa di magico, penso. È quell’istante in cui ti rendi conto che ogni suo singola canzone, pare scritta dalla tua anima in persona. È là e tu lo adori, vorresti che fosse reale. Che fosse parte della tua vita, che cantasse solo per te tutte quelle melodie che t’hanno fatto scavare in angoli remoti di te stesso che non conoscevi. È là mentre prendi a calci il mondo, mentre le api ti bucano lo stomaco, mentre tutto è al contrario e solo lui può capirti.
E tutto scorre al ritmo della sua voce, delle sue idee, dei suoi concerti, delle interviste.

E quando vince un award, un riconoscimento, tu sei lì, commosso fino al midollo, perché sei fiero del tuo mentore. Sei fiero del suo successo, quasi fosse un tuo parente stretto, ormai. La luce che brilla nei suoi occhi è uguale alla tua, perché è grazie alla sua musica che condividete gli stessi sentimenti.
Magari passa il tempo e scopri altri che sanno rapirti il cuore, ma lui sarà sempre quello che ha cambiato il tuo modo di vedere le cose, quello che consideri tuo padre, quello che vorresti come fratello.
Sì, perché c’ho messo un po’ a capirlo, ma alla fine, può essere solo uno l’artista che ti entra dentro con due note e tre parole.

E poi, mi capita di pensare quando sarò nonna e i miei nipoti passeranno il Natale a casa mia.
Sempre che non siano troppo occupati a giocare a nascondino sulla Luna.
Li stonerò con la mia canzone preferita e creerò tante di quelle storie con lui come protagonista.
Il mio mito.
Racconterò di lui che salva il mondo dalla disperazione e dalla disco music, di lui che fa riscoprire alle persone quanto possano valere le parole, quanto sia bella la musica che ci sgorga dagli anfratti d’anima. E anche delle magie della sua chitarra, che metteva d’accordo anche i litiganti più agguerriti. Della sua voce, che mi ha insegnato che la melodia del cuore è sempre la migliore.

Spero che capiranno.
Spero che anche loro ameranno come ho amato io e che la musica vinca sempre su tutto.    
 





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