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Stavamo procedento lungo l'autostrada che attraversava il deserto.
Faceva caldo, un tipico caldo estivo, che ti istiga ad aprire i
finestrini e a buttarti giù dall'auto in corsa,
così da
smettere di provare quella sensazione di afa. Shana era seduta sul
sedile del passeggero. Sembrava avesse un'espressione annoiata, che
confermò dicendomi: "Mi sono rotta di questa radio. Hai
della
musica decente?". Il caldo aveva inibito la mia capacità di
ricordare, quindi mi limitai a risponderle :"Non so. Ci dovrebbero
essere delle cassette nel portaoggetti". Curiosando quà e
là trovò un paio di cassette che
esaminò in un
paio di secondi, finchè non gliene rimase in mano soltanto
una.
"Scommetto che questa piacerà più a me che a te".
Dopo
averla inserita, passarono un paio di secondi e
partì
Paradise City. "Ecco perché ti amo!". Il
suono delle
chitarre misto al rombo della mia Dodge Charger, creavano una melodia
che mi sembrava il canto di un angelo. Senza neanche accorgercene, si
fece sera, e la benzina iniziava a scareseggiare. Fortunatamente avevo
letto su un cartello la presenza di un'area di sosta entro un paio di
miglia. Arrivammo alla stazione. Si vedevano giusto i distributori
illuminati da luci pallide, e l'entrata del negozio, ma il silenzio
regnava sovrano. Accostai la macchina accanto a uno dei distributori,
ma questo non sembrava voler funzionare. Così fu anche per
gli
altri. "Cazzo, una stazione di benzina senza distributori funzionanti,
che sfiga". Entrai nel negozio allora, sperando di trovare qualcuno che
potesse aiutarmi. Nulla. Nessuno. "C'è qualcuno?" urlai.
Nessuna
risposta. "Incredibile". Mi recai sul retro, per vedere se trovavo
qualche tanica di benzina. Le trovai, insieme a un essere immondo. Era
un umano, o almeno ne aveva le sembianze. Il rumore della porta lo fece
girare. Vidi il suo viso, fradicio di sangue. Che fosse il suo? Che
fosse di qualcun'altro? Non l'ho mai scoperto. La sua carne stava
andando in putrefazione, ed emanava un odore che mi faceva strizzare
gli occhi. Iniziò a dirigersi verso di me, barcollando, ma
senza
cadere. Sapevo che non lo faceva per stringermi la mano ed aiutarmi con
l'auto. Pensai in fretta. Detti uno sguardo intorno e, grazie a Dio,
una pala giaceva per terra. Con uno scatto fulminio concessomi
dall'adrenalina che producevo, afferrai questa, e senza pensare, colpii
quel coso in piena faccia. Un colpo sonoro, così forte da
spappolargli il viso. Lo zombie tramortì a terra, ora morto
definitivamente. Afferrai le taniche di fretta pensando a
ciò
che era appena successo. "Meglio sloggiare da questa merdosa bettola".
Intento a uscire da quel letamaio, sentii l'urlo acuto di Shana, un
urlo di terrore profondo. Iniziai a correre, e uscendo vidi lei che
lottava per la sua vita, contro un altro simile a quello che avevo
appena ucciso. "MERDA". Scaraventai
le taniche per terra e mi gettai contro quel coso, colpendolo da
dietro. Cadde per terra, e con un calcio gli distrussi la scatola
cranica. Shana, bianca come quel cadavere, mi abbracciò con
una
forza notevole, come se non volesse farmi muovere più per il
resto dei miei giorni. "Che cazzo era quell'affare?!?!?"
scoppiò a
piangere. "Non lo so... di certo non sembrano amichevoli". Tornai
indietro a prendere le taniche. Una la aprii e ne versai il contenuto
nel serbatoio, l'altra la riposi nel bagagliaio, così da
avere
una riserva. Partimmo, entrambi scioccati per il recente accaduto. Con
una mano tenevo il volante, l'altra teneva la pala, che aveva messo
fine all'esistenza di due zombie.
E'strano.
Come un oggetto, che prima serviva a seppellire i morti, ora serve a
bandirli per sempre da questa terra.
L'autostrada era deserta. Di solito di notte si incontra almeno una
macchina. Niente. Questo mi rendeva ancora più inquieto di
quanto già non fossi. Ci stavamo recando verso Atlanta,
sperando di trovare aiuto almeno li, in una città enorme
come
quella. Le nostre speranze furono distrutte. Le vie erano riempite da
corpi putridi che camminavano con un fare assai innaturale. Shana aveva
ripreso il colore di quando fu attaccata. "Stirali tutti Eric, ti prego
fallo!". Senza pensarci due volte, affondai il piede sull'acceleratore.
Non passarono molti secondi, che l'auto inizio a colpire i corpi che
deambulavano per la strada. Il sangue schizzava come fuochi
d'artificio. A mano a mano che procedevamo, i colpi si facevano sempre
meno frequenti, fino a scomparire del tutto. Vidi una stazione di
polizia. Decisi di dare un'occhiata, dato la calma apparente.
Già... apparente...
"Shana, vado a vedere se trovo una radio, o almeno un'arma". "NO! Io da
sola di nuovo non ci sto, non voglio trasformarmi in una belva affamata
di carne umana". "Va bene, ma aspettati qualsiasi cosa...". Scesi
dall'auto, tenendo saldamente la pala con ambedue le mani. Shana mi
seguiva come un'ombra. Aprii la porta che fece uno scricchiolio
così forte da farmi raggelare il sangue. Avanzai lentamente,
guardando ripetutamente a destra e a sinistra, in cerca di qualcosa di
utile. Vidi il cadavere di un poliziotto, immobile fortunatamente, con
la pistola in mano. Che si fosse suicidato? Che avesse tentato
un'ultima resistenza? Chi lo sa. Afferrai la pistola e controllai il
caricatore. "4 colpi. Non basteranno a lungo. Ci dev'essere la stanza
delle armi, ci DEVE essere". Setacciai tutte le stanze, fino a trovare
ciò che cercavo. Riuscii a trovare diverse armi, ma decisi
di
prendere solo un fucile a pompa, un fucile da cecchino e un'altra
pistola; presi anche una valigetta li vicino, e la riempii delle
munizioni del calibro giusto. Diedi l'altra pistola a Shana,
così che si potè difendere da sola. Tornammo
nella sala
dove vi era l'entrata, ma c'era qualcosa di diverso... Qualcosa era
cambiato... Poi rabbrividii... "Dov'è il poliziotto?!?". Un
lamento da dietro, mi fece girare di scatto, facendomi svuotare il
caricatore della pistola addosso a quell'animale. Shana
gridò
dal terrore, e si fece cadere la pistola a terra. Fortunatamente aveva
la sicura inserita, altrimenti uno di noi due potrebbe averci rimesso
la pelle. "La prossima volta pensaci meglio prima di venire con me!" le
urlai seccato. Neanche mi rispose. Onestamente, non so chi dei due era
più tramuatizzato. Mi dovetti sedere, dato che le mie gambe
avevano perso momentaneamente le forze. Shana mi seguì
subito
dopo. Un silenzio tetro era calato sul luogo, ma venne interrotto da
una voce. Una voce umana, com'è possibile? Quindi ci sono
altri
sopravvissuti? "Ehi voi due, siete ancora interi?" La voce proveniva
dalla radio che aveva il poliziotto appena ucciso. Strano che non
l'abbia notata. Ancora incredulo, risposi a quella domanda. "Si, siamo
ancora vivi..." - "Bene, uscite fuori, vi porto in un posto
sicuro". Ero diffidente, ma del resto, in quel inferno, avevamo bisogno
di aiuto.
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