Days
in the Sun
Un giorno come pochi, incastrato fra
tanti altri.
Sissel non ha nulla da chiedere alla vita – lui
della vita non fa parte, ma la sorveglia e la sfiora pelo a pelo. La
felice quiete del suo stato è al di fuori del prima
e del
dopo; persino dall'ombra, i suoi muscoli e il suo
manto
guizzano di luce, accompagnati dalle morbide braccia di chi lo ha
accolto.
Tuttavia, la vita lo riconosce e lo
accetta come equilibrato spettatore. Proprio per questo, essa si
riserva ancora di dilettarlo con i suoi spettacoli,
disseminati in frammenti sulle trame del caso. Così, fra i
tetti, il monotono calore del pomeriggio si schiude ora al suo
sguardo, rivelandogli il marciapiede al di sotto. Fra gli umani
stanchi e accaldati, un solo volto non insegue il miraggio
dell'autobus ancora lontano.
Sissel si ferma sull'orlo del vuoto, a
guardare. Il sipario è già alzato.
L'uomo in rosso è fermo accanto al
palo, la ventiquattrore appoggiata a sonnecchiare contro le sue gambe.
Gli altri tracciano mezzi giri lungo il marciapiede; lui tace e
attende, senza curarsi dell'orologio aggrappato al polso. Quell'uomo
sembra quasi aver
dimenticato la fretta – dopo aver corso e ricorso fra gli
abissi
del tempo, forse, le due barrette metalliche che pulsano in quel
meccanismo non lo interessano più abbastanza. Ciò
che non ha
perduto è la maschera sui suoi occhi, il velo di vetro
che sempre lo ha protetto dai pugnali del mondo.
Attende senza farsi domande, Yomiel,
dopo aver imparato la pazienza. Non ha aspettative, ma attimi rapidi
che gli si incendiano dentro, seguendo il ritmo del suo battito
cardiaco. Avverte, in ogni momento, il tenue sapore del tempo che
è
tornato a scorrere; traccia – senza dubbi e timori
– piccoli
passi, volta per volta, in quelle direzioni di cui tanto hanno
bisogno gli umani per vivere. Il suo sguardo, ormai, non scorre che
il presente, dalla vernice bianca della strada fino alla tettoia che
sporge al suo fianco.
In alto, il silenzio riempie una sagoma
scura, placida e immobile sulla lamiera bollente. Due gemme gialle,
incastonate nel velluto nero, brillano pulite da ogni dubbio.
Il lampo di sorpresa passa le iridi di
Yomiel senza trasparire. Lento e potente, come il respiro del mare.
Per natura, i gatti sanno saltare senza
farsi male; per Sissel il dolore non è neppure un ricordo,
ed eccolo
lì, sull'asfalto rovente, seduto nell'imperturbabile
equilibrio
dell'universo.
La sua coda oscilla, picchiettando con
un ritmo regolare il fitto tessuto rosso che avvolge l'uomo al suo
fianco. Tutto è come deve essere; persino per gli
uomini, che
sanno leggere le distanze, non c'è nulla di strano.
Un uomo e il suo gatto.
Gli occhi gialli scrutano, lontani
dall'attesa, la silente commozione rinserrata tra i lineamenti di
Yomiel. È il loro tacito accordo, affidato ai destini e alle
coincidenze. Da qualche parte, aggrappato ai crocevia della
città,
ci sarà sempre un palo, un parco, un lampione –
quando i loro
occhi si incontreranno, sulle vie del cemento, attenderanno insieme
che un momento sempre diverso si consumi fino al prossimo istante.
Pochi giorni, di luce o d'ombra, che con il silenzio solo loro si
insinuano e splendono sulle loro gioie quotidiane.
Il gatto guarda il suo uomo.
È l'unico, forse, a saper ancora
leggere al di là di quegli strani vetri neri. L'unica cosa,
forse,
che Sissel sa leggere. Ma non ha importanza.
Mentre l'autobus frena, Yomiel sorride
del sorriso limpido e discreto che la vita gli ha ridipinto in volto.
Quando l'uomo in rosso siede e guarda
dal finestrino, il gatto è già sulla tettoia,
accucciato a seguire
il disegno delle ruote sull'asfalto.
Sotto di lui, lungo la strada, i piedi
della gente divorano i metri, correndo a impigliare la rete dei
destini e dei giorni. Lui si limita a guardare, immobile.
Per
Sissel, in fondo, il tempo non è un problema.
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A tutti i fan di Ghost Trick - qualunque sia il nostro numero - un
piccolo frammento del mio headcanon.
Il capolavoro di gioco *deve* essere conosciuto dal mondo.
Avrà una pubblicità enorme da tutti i suoi fan.
Questo è un ordine!
A Shari e Crim, senza le quali non sarei in brodo di fangirl ora.
Grazie.
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