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35. Grandi
novità in arrivo - Epilogo
Come
rientrò a casa, con il sacchetto della farmacia in mano, Andie non si cambiò
nemmeno. Si precipitò in bagno e togliendo dalla scatola il test di gravidanza,
lesse in fretta le istruzioni. Non aveva mai avuto un ciclo tanto regolare da
poterci rimettere l’orologio, ma di certo non le era mai capitato di avere un
ritardo di addirittura venti giorni. Con il cuore in gola aveva aspettato che
passasse il tempo necessario a vedere il risultato. Era appena tornata
dall’ufficio, erano passate da non molto le otto di sera, tanto per distrarsi si
era messa a cucinare qualcosa, anche se non aveva per niente appetito. Guardava
l’orologio in continuazione, fino a che si rese conto che non ne poteva più, si
sedette sul divano e affondò il viso in un cuscino.
Nemmeno
dieci minuti più tardi Andie poté tornare in bagno per controllare il test.
- Porca
vacca!- esclamò visibilmente spaventata.
Il
risultato era positivo. Per la mente le passarono un milione di cose, si calmò
solo quando pensò che, del resto, un test di gravidanza casalingo non era del
tutto attendibile. Decise che la mattina dopo avrebbe prenotato una visita dal
ginecologo, ma i risultati che arrivarono di lì a qualche giorno non furono
diversi.
Aspettava
un bambino. Se la prima reazione era stata quella di entrare nel panico più
assoluto, la certezza che quella cosa fosse avvenuta aveva lasciato spazio ad un
altro sentimento. Non avrebbe saputo ben definirlo mentre camminava verso il suo
ufficio provando a pensare cosa sentisse. Non era una brutta sensazione,
tutt'altro.
Entrando
salutò Andrew, un ragazzo di non molto più giovane di lei che aveva appena dato
l’esame di abilitazione e che le dava una mano come assistente.
-
Buongiorno, come va stamattina?- gli aveva chiesto.
- Bene
Andie… ha chiamato Bloom mentre eri fuori, mi ha chiesto se lo richiami.-
-
Orlando?- chiese Andie stupita. Era un sacco di tempo che non lo sentiva, se si
escludevano gli auguri per Natale e i fiori che lui le aveva mandato per il suo
compleanno.
- Si,
perché abbiamo altri clienti che si chiamano Bloom?-
- Giusta
osservazione, ma stamattina sono davvero fuori fase!-
- Poco
male, io se no che ci sto a fare?-
- Giusto
anche questo, come sei efficiente!- gli aveva detto passandogli un braccio
intorno al collo e dandogli un bacio sulla tempia. Lui le aveva sorriso, quindi
lei era entrata nel suo ufficio dicendo:- Vado a fare il mio dovere!-
Sei mesi
prima il suo piccolo studio aveva avuto un incremento in clienti, aveva giovato
alla sua attività il fatto che una delle cause che Andie aveva seguito nella sua
attività di avvocato d’ufficio era diventata di dominio pubblico. Il fatto che
lei avesse vinto quella causa aveva attirato un bel po’ di gente a lei. I primi
tempi erano stati un po’ duri, per qualche mese la sua attività non aveva
decollato, ma poi la voce che Andrea Berenson si era ridata all’avvocatura si
era diffusa nell’ambiente, così l’avevano cercata dei suoi vecchi clienti.
Nonostante la massima appesa alla sua porta che diceva “Se non siete nel giusto,
bussate ad un’altra porta”, Andie si era trovata spesso a rifiutare dei clienti
all’apparenza poco onesti, rientrava nella sua nuova politica: se avesse voluto
tornare come era prima, bastava che chiedesse di essere assunta nuovamente nel
suo vecchio ufficio, cosa che avrebbero fatto molto volentieri, dato che
quell’offerta le era già stata fatta. Ma piuttosto avrebbe preferito rimanere
senza lavoro. Così, quando aveva visto aumentare considerevolmente la mole di
lavoro si era decisa ad assumere qualcuno.
Aveva
conosciuto Andrew casualmente, quando lui era in procinto di fare l’esame di
abilitazione. Si erano conosciuti in tribunale, mentre Andie aspettava fuori
dell’aula che cominciasse un’udienza. Lui era a seguito di un gruppo di altri
futuri avvocati. Si erano messi a parlare del più e del meno ed Andie l’aveva
trovato subito simpatico. Quando Andrew le aveva chiesto se doveva fare anche
lei l’esame era rimasta sorpresa.
-
Veramente io ho l’abilitazione da almeno cinque anni…- le aveva risposto
lasciandolo del tutto spiazzato.
Dopo
quell’occasione si erano incontrati altre volte, sempre per caso, ed era stato
in una di quelle occasioni che Andrew le aveva comunicato che aveva passato
l’esame. Andie aveva bisogno d’aiuto, così senza pensarci troppo l’aveva
invitato a prendere un caffè e gli aveva offerto il lavoro, che lui aveva
accettato volentieri, dato che non aveva offerte migliori.
Da subito
Andie aveva avuto un rapporto amichevole con lui, era capitato che si fossero
frequentati anche fuori dall'ufficio. Andrew l'aveva invitata ogni tanto a
qualche festa di amici, alla quale Andie l'aveva accompagnato contenta di poter
conoscere gente nuova, oltre che di passare la serata con lui. Una sola volta si
era sentita lievemente in imbarazzo, quando uno dei suoi amici al quale era
stata appena presentata, un po’ alticcio, aveva fatto questo commento
squadrandola da capo a piedi:- E ci credo che ti sei ridotto a fare il
segretario, con un capo così io farei anche l'uomo delle pulizie!-
Certo,
più imbarazzato di lei era stato Andrew, che aveva invitato al silenzio quel
buffo individuo, scusandosi con Andie che invece, superato l'imbarazzo iniziale,
se la rideva soddisfatta. In effetti anche lei lo diceva sempre, Andrew era
sprecato per quel che avrebbe potuto fare: non vedeva molto spesso il tribunale,
era relegato ad un ruolo che aveva molto a che fare con le faccende di
segreteria. Ma se le cose fossero andate così ancora per un po’ Andie era
intenzionata a prendere anche una segretaria, dando ad Andrew il giusto ruolo.
Spesso, quando poteva, lui la seguiva come assistente, e in aula Andie gli aveva
visto dibattere qualche piccola causa. Era piuttosto bravo, inesperto
certamente, ma chi non lo è agli inizi? E poi Andie nel corso dei mesi si era
molto affezionata a lui. Era sempre premuroso nei suoi confronti, gentile, non
avrebbe potuto trovare un assistente migliore.
Questa
faccenda della gravidanza complicava tutto. Entrando nel suo ufficio aveva
cercato il numero di Orlando distrattamente, pensando che aveva molto su cui
riflettere. Come prima cosa aveva bisogno di parlare con le sue amiche, prese il
telefono e fece il numero di Fran al posto di quello di Orlando. Per poco Fran
non cadeva dalla sedia a quella notizia.
- Ma che
pensi di fare, lo tieni? L’hai detto a Jim?- chiese Fran riferendosi al tipo che
Andie vedeva da qualche mese.
- Allora,
con calma! Prima di tutto come faccio a dirlo a Jim, dato che da un mese non ho
idea né di dove sia né di con chi sia e che stia facendo. In ogni modo sappiamo
entrambe che è un imbecille, non vorrei mai crescere un figlio con un idiota
simile…-
- Un
idiota che però è il padre, Andie…-
- Fran,
ma se mi ha piantata perché secondo lui ero troppo possessiva! Tu che mi conosci
sai che sono la persona meno possessiva del mondo! E poi non credo che gli
interessi.-
- Andie
non fare la testona come al solito!-
- Beh, di
stronzate ne ho fatte tante, una più, una meno…-
- Andie
parliamo di un bambino! Non definirlo una stronzata!-
- Ma
infatti non mi riferivo a lui come all'ennesima stronzata che ho fatto! O lei…
chissà…- aveva risposto con un tono di voce molto dolce.
- Ma
allora lo tieni!- aveva esclamato entusiasta Fran.
- Perché,
ne dubitavi?-
Quella
sera Andie si era vista con Orlando, che le aveva telefonato quella mattina solo
per dirle che passava da New York e che avrebbe avuto piacere di passare una
serata con lei, dato che era molto tempo che non si vedevano. Come era successo
altre volte erano finiti a ricordare i fatti di quando si erano conosciuti,
ridendo come dei matti.
- E
comunque, io come del resto anche gli altri, non capiamo ancora perché vi siete
lasciati tu e Dom.-
- Non è
che avete mai fatto molti forzi per capire, eh…- disse lei sorridendo.
- E’ che
io, da quando lo conosco, l’ho visto con un po’ di donne, ma mai con una come
te, non so se mi capisci.-
- Ci
posso provare a capirti, ma di fatto le cose non sarebbero cambiate. Dom aveva
bisogno di una persona più semplice di me, una persona che fosse più disposta a
dedicarsi a lui, se fossimo rimasti insieme ancora a lungo ci saremmo odiati
prima o poi. E questo non avrei potuto sopportarlo, perché sai quanto gli voglio
bene. Siamo stati insieme un anno, ma non abbiamo mai vissuto una storia
normale, avevamo sempre bisogno di staccare completamente dalle nostre vite per
essere contenti insieme. E' cominciato tutto con quelle tre settimane a Los
Angeles, poi è continuato allo stesso modo… andavamo in un posto isolato per una
settimana, ci divertivamo come dei pazzi, poi ognuno alla sua vita. Telefonate
su telefonate, fino a lì andava tutto bene. Poi quando ci siamo trovati a vivere
entrambi a New York, anche se solo per un periodo limitato, abbiamo capito che
le nostre vite erano incompatibili. Ti è piaciuto il riassunto?- Disse Andie
sorridendo, Orlando le ricambiò il sorriso prima che si rimettesse a parlare. -
Avevamo bisogno di normalità, di una storia da poter vivere dopo una giornata di
lavoro… non so se mi spiego. Sarebbe andata avanti così sempre, e alla fine
abbiamo deciso di salvare il salvabile.-
- Forse
se lui avesse rallentato però…-
- Non
dirlo nemmeno per scherzo! Non avrei mai permesso che facesse una cosa del
genere. E comunque fidati, se ci fosse stato un modo per far funzionare le cose
non sarebbe finita. E poi, sia io che lui troveremo qualcuno, prima o poi! Anzi,
la ragazza che vedeva un po’ di tempo fa mi sembrava così carina...-
- Chi, la
francese?- chiese Orlando dubbioso.
- Sì, mi
sembrava che fosse francese...-
-
Schizzinosa, seriosa, poco incline allo scherzo… insomma, una bella bambolina,
ma con Dom una così non dura, tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro!-
Andie
sorrise pensando a tutti i dispetti che lei e Dominic si facevano a vicenda, in
effetti quello che Orlando aveva detto era verissimo.
Quando
tra lei e Dominic era finita nessuno l’aveva presa molto bene, primi fra tutti
Jules ed Elijah. Era stata una decisione che aveva scosso un po’ tutti, dato
che, nonostante ci fosse stato qualche litigio e qualche piccola incomprensione,
come per qualsiasi coppia che si rispetti, tutto era sempre filato liscio. Non
erano mai sembrati all’esterno infelici, o meno innamorati di quanto fossero
all’inizio. Sia Dominic che Andie cercavano di vedersi ogni volta che era
possibile, ogni tanto organizzavano delle piccole fughe. La notizia che tra loro
era finita era stata una doccia fredda. Tuttavia avevano continuato a spedirsi
e-mail, a sentirsi quando capitava l’occasione, che non mancavano di capitare a
dire la verità, dato che Elijah e Jules, ormai una modella affermata con qualche
piccola esperienza nel campo del cinema, continuavano a stare insieme.
Andie non
aveva voluto dire ad Orlando la nuovissima notizia, tuttavia quella sera
tornando a casa non stava più nella pelle dalla voglia che aveva di dirlo a
Josh. Fece un paio di calcoli con il fuso orario europeo, dato che lui era in
Portogallo sul set del film a cui stava lavorando, e gli telefonò per dargli la
notizia. Dopo qualche giorno le era arrivato un pacco in ufficio, aveva visto
che era di Josh e si era affrettata ad aprirlo. Lesse il biglietto per prima
cosa.
“Ho
attaccato il telefono circa un’ora fa, sono ancora un po’ stordito per la
notizia che mi hai dato. Sono così dispiaciuto di non poter prendere il primo
aereo e precipitarmi da te, mi piacerebbe vedere la tua espressione in questo
momento. Se penso che non più di un paio d’anni fa per te questa sarebbe stata
una catastrofe! Stasera ho capito sentendoti parlare che nonostante tutto sei
felice per questa notizia. Vorrei veramente tanto essere lì con te, so che mi
ripeto ma è così. Non so quanto tempo impiegherà ad arrivarti questo regalo, ma
appena arriverà voglio che fotografi ogni minimo dettaglio e che mi racconti
tutto, non voglio perdermi niente di questo periodo. Ti voglio bene, Josh.”
Le aveva
regalato una di quelle macchinette fotografiche digitali che si collegano al
computer, lei rimase un po’ interdetta, dato che non aveva idea di come si
usasse. Fortunatamente Andrew era più ferrato di lei per certe faccende, fu lui
ad istallare sul suo portatile il programma e ad insegnarle tutto quello che
c’era da sapere.
Durante
quei mesi non fu tutto così semplice. La gravidanza di Andie non si era
dimostrata delle più semplici. Aveva dovuto necessariamente lasciare il lavoro,
finalmente aveva preso quella segretaria e Andrew aveva portato avanti tutto il
lavoro che avrebbe dovuto fare lei, rivelandosi più che mai prezioso. Jules, tra
un impegno di lavoro ed un altro le era stata molto vicina, e Fran durante le
ultime due settimane di gravidanza era arrivata a New York dal Canada. Jules e
Fran avevano deciso di stabilirsi direttamente a casa sua in quell’ultimo
periodo per stare con Andie il più possibile, le ragazze si erano trovate a
stare sotto lo stesso tetto in quel momento, come non succedeva da un bel po’.
Erano
finiti i tempi delle sbronze e dei casini sentimentali, dei locali alla moda e
del frivolo divertimento, adesso tutte loro avevano qualcosa di più importante a
cui pensare. La data del matrimonio per Fran ed Edward si stava avvicinando,
Jules viveva un momento d’oro sul campo lavorativo e anche in quello
sentimentale ed Andie fra due settimane avrebbe avuto il suo bambino. Non appena
aveva saputo che sarebbe stato un maschietto aveva deciso di chiamarlo David,
come suo padre, cosa che aveva fatto molto piacere a suo zio. A causa delle
complicazioni di cui aveva sofferto in quel periodo Andie avrebbe dato alla luce
David con un parto cesareo, che era già stato programmato.
Quelle
due settimane, in attesa di ricoverarsi in ospedale, furono le più lunghe, Andie
non vedeva l’ora di conoscere il suo bambino, e nonostante il fatto che in
quella casa ci fosse sempre un gran via vai di gente che veniva a trovarla, il
fatto di dover stare a riposo forzato, dato che era sempre stata un'iper attiva,
non le piaceva. Quando finalmente era arrivato il momento Andie non stava più
nella pelle.
Josh era
arrivato a New York il giorno dell’operazione, ed Andie era stata felicissima di
trovare anche lui dopo essersi svegliata dall’anestesia dopo l’intervento.
Prendere in braccio per la prima volta David era stata la cosa più emozionante
che avesse mai provato nella sua vita.
Dopo un
po’ di giorni Andie aveva potuto fare ritorno a casa. Nonostante il fatto che
Fran e Jules non avevano accennato a muoversi da là, adducendo la scusa che
prima di tutto Andie avrebbe dovuto avere il tempo di riprendersi
dall’operazione, poté rendersi conto di quanta attenzione ci voleva con i
bambini piccoli e di quante cure avessero bisogno. Anche in quei giorni non
erano mancate le visite, erano passati addirittura Dominic, Orlando e Billy, che
avevano programmato quel viaggio appositamente. Fran e Jules sapevano tutto, ma
per Andie fu una vera e propria sorpresa. Dominic le disse che non se lo sarebbe
perso per niente al mondo.
Poche
settimane dopo l'intervento Andie si era completamente ristabilita e per lei il
mestiere della mamma, per quanto riguardava il lato pratico della cosa, non
aveva più segreti. Dopo la poppata e il ruttino, una sera sul tardi, David si
era addormentato mentre ancora Andie gli stava cambiando il pannolino, cosa che
la fece sorridere. Teneva sempre la macchinetta digitale che le aveva regalato
Josh a portata di mano, avrebbe fotografato il piccolo in qualsiasi momento,
infatti nel vederlo così le era venuta la tentazione di immortalarlo. Poco dopo
aver messo David nel lettino, sperando che dormisse almeno un’ora, aveva acceso
il computer e si era dedicata a scaricare le foto dalla macchinetta, per poi
fermarsi per un po’ a rimirare la moltitudine delle foto che gli aveva fatto
negli ultimi tempi. Come le capitava sempre guardando le foto la sua mente
incominciò a viaggiare nei ricordi.
Si era
soffermata sulle foto che aveva scattato il giorno in cui Dominic, Billy e
Orlando erano passati a trovarla. C'era anche Elijah con loro, che però in quel
periodo era stato uno di casa, per via di Jules. Si era divertita un sacco a
scattare quelle foto, Dominic aveva fatto ridere sia il bambino che il resto del
gruppo con i suoi versacci, ma in qualche scatto era riuscita a coglierlo anche
con un'espressione seria e concentrata. Osservando quelle foto di Dominic e
David aveva guardato ancora più a fondo dentro di se, scrutando a fondo nei suoi
sentimenti. Decise che non voleva tenersi tutto dentro.
11
novembre martedì, ore 00:17 am
Da:
“Andie”(Andrea_Berenson@hotmail.com)
A:
“Josh”(MickeyMouse@hotmail.com)
Oggetto: Deliri
notturni
Allegati: david.jpg
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Ti starai
chiedendo che mi prende adesso. Niente di particolare, la mia mente ha solo
preso a viaggiare nei ricordi e ti volevo rendere partecipe di quello che sto
pensando. Ho appena messo David a nanna, dopo la poppata mi si è addormentato
sul fasciatoio mentre lo cambiavo, ti ho allegato la foto che gli ho appena
fatto. E’ bellissimo. Tutte queste semplicissime cose, sono le più belle.
Come diceva
Joe Coker? “The best things in my life, are the simple things”… aveva
ragione!
Lo so che
ormai te lo devo aver detto almeno un diecimila volte durante questi mesi, ma
continuo a stupirmi di come un figlio cambi il tuo modo di vedere le cose. Sto
qui, a dieci passi dalla culla, eppure continuo a girarmi ogni pochissimo per
controllare se sta bene, se è coperto. Devo avere il controllo di ogni minimo
dettaglio. Passerei le ore a guardarlo dormire. Ti ricordi quando dicevo che ero
totalmente inadatta ad essere una mamma, o una moglie? Per quanto riguarda la
moglie non saprei, ma sulla mamma ho capito una cosa: non credo che esista
nessuno che non sia in grado di occuparsi della propria creatura, la
predisposizione a fare o a non fare certe cose non esiste. Appena ho saputo di
averlo dentro di me l’ho amato subito, ho avuto paura e ce l'ho ancora, il che
credo che sia del tutto normale, ma questo non preclude certo il fatto che io
cercherò di essere per lui la miglior madre possibile.
Adesso è
tutto in funzione di lui, e questo già lo sai. In questi giorni ho pensato
all’ultima chiacchierata che abbiamo fatto, prima che tu partissi. Come mi avevi
consigliato tu, mi sono lasciata in po’ andare con Andrew. Continua a
telefonarmi spesso durante il giorno, sia per lavoro che per sapere come sto, e
ogni sera passa almeno un’ora con me e con il bambino. L'altra sera mi ha
chiesto se poteva baciarmi, e io gli ho detto di sì. Voglio che anche lui stesso
prenda tempo, perché non voglio legarlo a questa situazione. Non cerco un padre
per David, non voglio che Andrew si senta obbligato a fare niente in proposito.
Comunque
David avrà bisogno di un padre, è un dato di fatto. A costo che tu mi prenda in
giro l'ho pensato guardando le foto che gli ho fatto mentre stava in braccio a
Dominic, non più di un paio di settimane fa. Per un momento quel giorno mi
sarebbe tanto piaciuto che il figlio fosse stato suo, senti quanto sono
imbecille! E mi sono trovata a pensarlo nuovamente stasera, adocchiando una di
quelle rare foto in cui Dom teneva in braccio David e non gli faceva versacci
per farlo ridere. Sarà perché la relazione che ho avuto con lui è stata la cosa
più importante e più bella che mi sia mai capitata, dopo David naturalmente...
per lo meno riesco a spiegarmelo solo così.
Ancora ci
penso a noi due, anche se so che è finita, sono sicura di non essere mai stata
tanto innamorata di qualcuno, fino ad adesso, poi chissà quello che potrebbe
succedere. E non fare l’offeso, sai che con te è stato diverso! Mi sembra di
vederti con la tua faccia da finto incazzato! Basta, non devo più dire
parolacce, né scriverle! Ho un bambino da educare! Cattiva Andie!
A parte
le stupidaggini, stasera ho una serata un po’ così, malinconica e sentimentale.
Adesso
cerco di dormire un po’ anch'io prima che la piccola peste si svegli.
Buonanotte!
E siamo giunti
alla fine!
Non mi ricordo
nemmeno con precisione come ho iniziato a pensare a questa storia, so solo che
come al solito sono partita da un particolare insignificante per poi infilarmi
in un ginepraio piuttosto denso di situazioni, che si sono complicate
ulteriormente durante gli ultimi quindici capitoli, dato che ho messo di mezzo
altri personaggi. Sarà stupido, ma credo che mi mancheranno un po’…ho già finito
di scrivere questa fic da un pezzo, ma dato che poi, per forza di cose, sto
sempre a lavorarci per finire di postarla ancora non ho avuto modo di smettere
di sentirmi costantemente “immersa” in quel mondo!
A parte le
considerazioni malinconiche e sentimentali (come Andie!), ci tengo a ringraziare
tutte voi che avete letto e commentato con una costanza davvero preziosa… si,
perché fondamentalmente credo che ognuna di noi scriva per il piacere e il gusto
di farlo, ma sta di fatto che vedere snobbata e non commentata la propria fan
fic non credo faccia piacere a nessuno. Nel mio caso, anzi, posso
tranquillamente dire che siete state preziose, e che mi avete spinto ad andare
avanti anche quando mi arenavo non sapendo più che accidenti inventarmi. Quindi
grazie mille a Mami, Lilly, Conty, July Aneko, Giulietta89 (a proposito, ma
quand’è che andrai avanti con la tua?!!), Dolcemaia… siete state davvero
fantastiche, ed è per questo che la fic è dedicata tutta a voi!
Includerei anche
nella serie di ringraziamenti loro… beh… the fellowship! Credo che dovrei
metterci anche qualche scusa, per come gli ho caratterizzati ogni tanto, diciamo
anche un po’ usati, fatto sta però che la colpa è anche loro! Se Monaghan avesse
meno la faccia da folletto, facesse meno versi e fosse un po’ meno arrazzante
forse, e dico forse, l’avrei lasciato in pace! Anche gli altri ovviamente hanno
avuto la loro buona responsabilità in tutta la faccenda, inclusi anche i non
appartenenti alla loro ristretta cerchia, anche se credo che dovrei citare sono
Hartnett in questo caso.
Le mie scuse più
sentite vanno a Jordana Brewster, alla quale auguro una sfolgorante carriera, e
a Chris Klein, che se anche non mi è particolarmente simpatico forse non si
meritava quella parte… era uno sporco lavoro, qualcuno doveva pur farlo!
E poi ovviamente
non poteva mancare la dedica a Moon…
Forse saremo
considerate un po’ ripetitive, ma che ci posso fare? Sei una costante, e meno
male che è così, che ci sei sempre quando ho bisogno di te, e ovviamente non mi
riferisco solo alle fan fic! Metà buona di questa stessa non sarebbe stata
scritta senza il tuo fondamentale e preziosissimo aiuto!
Devo ringraziarti
per la prima foto di Monaghan che è stata salvata nel mio pc, per le tue sincere
critiche che sono state utilissime, fino al tuo commento all’ultimo capitolo
appena hai finito di leggerlo. Significhi molto per me e probabilmente non
riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per tutto!
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