#
3
Qualche
mese dopo avevano pronunciato il fatidico “sì”,
stupendo
tutti i presenti.
Stella
era raggiante quel giorno, riluceva rispetto alla massa dei presenti,
una perla davvero rara sua moglie.
Diego
le strinse forte la mano, sentendo per la prima volta qualcosa che si
contrapponeva e, al contempo, combaciava con le sue dita: un anello,
un legame vincolante. E Diego fu quasi sul punto di emozionarsi per
quell'insignificante gesto – apparentemente
insignificante
–, lui, che aveva sempre vissuto da solo, ora doveva curarsi
anche
di un'altra persona.
Vista
da occhi esterni la loro relazione poteva sembrare assolutamente
folle: all'inizio era scattato il classico “colpo
di fulmine”,
in breve tempo avevano pensato di poter convivere insieme, qualche
tempo dopo Diego aveva fatto il grande passo. In sei mesi potevano
affermare di aver costruito la loro storia su solide basi, sentivano
di poter dire quel “sì” ogni
giorno.
«
Quanto si è pentito, commissario? »
Stella
gli bisbigliò quelle parole scherzosamente, allegando ad
esse una
leggera e tintinnante risata di gusto.
«
Conto della tintoria e del ristorante a parte, affatto.»
Poi
Stella lo baciò, con più foga di quanto avesse
previsto – improvvisamente tutti i conti svanirono nel nulla,
la loro storia
li valeva tutti.
#
4
«
Ascoltami, Stella: tu mi manchi. Perché... perché
tu mi riempi,
hai capito? Anche se non riesci a pensare senza agire – che
poi,
voglio dire, chi l'ha detto che dev'essere per forza un difetto? Non
è un pregio, eh, ma nemmeno un difetto –, io... io
invece penso
sempre, agisco solo quando è necessario. È sempre
stato così sul
lavoro, Stella. È solo che con te... con te non riesco a far
altro
che agire ed arrabbiarmi e darti ogni giorno un motivo per restare
con me. E ci sarebbero centinaia di motivi per non stare insieme, a
detta degli altri, ma io sono convinto che noi ne valiamo
la
pena. Capito? Ne valiamo la pena. E... niente, il cellulare si sta
scaricando – 'ste maledette segreterie,
poi, non le sopporto
–, è solo il quinto messaggio che ti lascio. Niente,
ti amo. E
torna a casa, riesco a trovare tutto adesso – ho
bisogno proprio
di te. »
Quello
era il quinto messaggio che le lasciava, forse iniziava ad essere un
po' tartassante; ciononostante, le parole con le quali chiedeva
perdono non gli sembravano mai abbastanza. Perché Stella
quella
volta aveva perfettamente ragione – non aveva equivocato
nulla e,
men che meno, esagerato la realtà dei fatti –, tra
lui e Lorenza
c'era stato un bacio, che lui aveva corrisposto.
Seppur
per brevissimi secondi, seppur di poca intensità, quel bacio
c'era
stato e nulla avrebbe mai potuto cambiare quell'attimo di
assoluta debolezza. Stella, però, avrebbe dovuto sapere che
per lui
quel bacio aveva significato davvero poco: Lorenza l'aveva
ringraziato, sfruttando un'opportunità, Diego aveva sentito
le dita
della donna per qualche secondo sul suo viso, dopodiché
aveva
ritrovato il senno. Amava Stella, era inutile che Lorenza provasse ad
eguagliarsi ad essa.
Perché
con Stella, lui riusciva ad essere davvero “tutto”,
pur
senza essere niente.
E
quelle parole, a ben pensarci, avrebbe dovuto dirgliele di persona;
Diego, in quel momento, nella solitudine della sua macchina,
capì
quanto necessitasse di sua moglie – Stella, ti
prego, torna a
casa.
Sesto
messaggio.
~
Ci
ho messo un po' ad aggiornare – chiedo scusa per questo
– perché
il quarto missing moment non mi piaceva mai. E spero non sia
risultato troppo banale e scontato per voi lettori, ho voluto rendere
Diego il più IC possibile: infatti, il messaggio che lascia
a Stella
– sesta puntata, ovvero l'ultima della prima serie
– è molto
“balbettante”, per così dire, ho cercato
di riportare i pensieri
di un uomo insicuro (non dell'amore che prova per sua moglie, eh,
è
semplicemente un po' goffo ed imbranato XD), spero che il messaggio
sia arrivato.
Per
quanto riguarda il terzo missing moment, riguarda ovviamente la prima
puntata... con un mio tocco personale, invero C:
Ho
già scritto gli ultimi due, li posterò tra un
paio di giorni *_*.
A
presto!
Kì.
|