Light
Shade
Certe volte basta uscire
allo scoperto, non importa quanti oscuri segreti vengano alla luce.
Gossip Girl
La luce della candela era fioca e gli impediva di leggere quella sua
scrittura piccola e magra; però, doveva far attenzione a non
svegliare Albus, perché lui non sapeva.
Non doveva sapere.
Si avvicinò in silenzio verso la finestra, dove un gufo
poggiava le zampe sulla ringhiera vecchia centinaia di anni.
Non era stata un’impresa facile –e neanche
difficile come aveva creduto-, ed era riuscito a portare via
l’animale dalla Guferia, trasformandolo in un libro.
Bisbigliò un nome, poi vide il gufo allontanarsi con la
busta tra gli artigli; si mise a letto e chiuse gli occhi.
La stanchezza lo trascinò in un sonno privo di sogni.
*
Si incontravano ogni notte, nello stesso posto e alla stessa ora.
Si nascondevano da tutti, persino dalla luna perché, spesso,
i suoi crateri sembravano essere occhi vivi di curiosità e
malcelato interesse.
-Ciao.- sorrisero entrambi.
-Vieni qui, ti mostro una cosa.
L’avvolse nel mantello che aveva rubato da Albus,
cosicché sarebbero stati invisibili e non avrebbero per
forza dovuto nascondersi.
Le prese la mano e abbassò lo sguardo. Non riusciva a capire
come lei, piccola e magra, potesse metterlo in imbarazzo con uno
sguardo, con un gesto.
Eppure, ci riusciva.
Arrivarono fino alla Torre di Astronomia, dove vedere le stelle e
perdersi in quei corridoi lattescenti era d’obbligo. Un
obbligo piacevole, che lasciava alla fantasia la libertà di
trascinarsi dietro i ricordi tristi della giornata.
-Com’è andata, oggi?
-Mi sono allenato parecchio.
Si stesero sui cuscini e lui poggiò la testa sul ventre di
lei.
Rose sorrise e il suo voltò si illuminò alla luce
pallida delle stelle, come se fosse una di quelle.
Un’immensa distesa di stelle in cui lui si sarebbe sentito
perso se non ci fosse stata lei.
-Sei stanco, allora?
-Abbastanza.
Gli accarezzava i capelli, scompigliandoli ancora di più e
lui si beava di quel tocco leggero come i soffi di vento in primavera.
Ma Novembre era vicino e avrebbe pensato a colorare le loro giornate di
un rosso smorto e di un giallo indefinito, con le foglie che volavano
nel vento e quelle che tristemente si posavano sul terreno, stanche di
volare oltre.
Le dita, piccole, sottili, dolci, si insinuavano tra i capelli biondi,
morbidi.
-Per quanto andrà avanti così?
Era stanca di scappare, di dover mentire ad Al, ma non potevano fare
altrimenti. Almeno per il momento.
-Non lo so. Sono stanco anche io di tutto questo…
-Allora, diglielo.
-Non è facile, Rose.
-Posso invitarti al Ballo del Ceppo?
-E’ un’ottima idea. Magari…
-Sì, quello sarà il momento giusto.
-Ci sono cose che ancora non sai, Rose.
-E?
-Le saprai a tempo debito.
-Aspetterò.
Non era capricciosa: sapeva aspettare con pazienza, perché
correre dietro ad una verità che non voleva essere svelata
era un modo nocivo di perdere tempo e riempire quei vuoti di bugie.
Era intelligente, Rose.
Alzò lo sguardo verso il cielo, pregando che una stella
cadente attraversasse il blu con la sua scia e raccogliesse il suo
desiderio, custodendolo come un bambino in fasce.
Così, per sempre.
-Ti sei persa, eh?- gli chiese, tirandola a sé e baciandola
sulla punta del naso.
-Un po’…
-Non ti preoccupare, è solo un momento. Passerà.
Sorrise. –Lo spero.
-Te lo prometto.
-Non è
possibile, Rose.
-Ma perché?
-C’è
un mondo lì fuori per te… non lo vedi? Stare con
me significa nascondersi sempre.
-Non
m’importa.
-Non vuoi vedere quanto
è bella la luce del sole? Amarsi liberamente, senza ombre?
-No, se questo non
significa stare con te.
-Rose…
-Fuori
c’è tutta quella gente che vuole tenerci lontani,
invece qui siamo solo io e te.
-La Torre di Astronomia?
E’ questo che vuoi vedere ogni sera?
-Mi piace guardare le
stelle.
-E quando non ci saranno?
-Guarderò la
luna.
-E quando
pioverà?
-Conterò le
gocce di pioggia sui vetri.
-Sei così
testarda, Rose…
-E tu sei
così vigliacco.
-Non sono vigliacco.
-Sì che lo
sei: ti stai nascondendo dietro alle scuse più inutili.
-Non sono scuse.
-Non puoi piombare qui,
nel cuore della notte, dirmi che mi ami e poi uscirtene così.
-E’ una cosa
più grande di noi.
-Anche la magia
è più grande di noi, ma abbiamo imparato a
gestirla.
-E se non andasse bene?
-Ci abbiamo provato.
-Ne sei sicura?
-Sì.- sorrise.
Gli occhi divennero
più piccoli e parvero illuminarsi di emozione.
-Allora vieni qui.
Poggiò le
labbra su quelle di lei, piano.
Un bacio dolce, gentile
che segnava l’inizio di quel nascondino a cui lei non aveva
voluto rinunciare, pur di averlo accanto.
E lui neanche.
Cercò di sistemarsi meglio, ma l’odore di vaniglia
dei capelli di Rose lo investì e si rese conto che, senza
neanche augurarsi la buonanotte, si erano addormentati.
E Rose aveva sistemato la testa nell’incavo tra il collo e la
spalla.
Quel piccolo spazio sembrava essere lì apposta per lei.
Sorrise, girando solo il bacino e abbracciando Rose, come a volerla
proteggere dalle ombre che si erano disegnate sul suo corpo e sul
pavimento.
L’avrebbe protetta in ogni caso, perché
gliel’aveva promesso.
Anche se questo, prima o poi, avrebbe significato esporsi alla luce del
sole e dei pregiudizi.
Non sapeva cosa lo intimorisse di più, se il giudizio degli
altri o quello che Rose avrebbe dovuto subire, ma sapeva che, in
qualunque caso, lei avrebbe sofferto.
E non voleva esporla al dolore.
Gli insulti per il suo passato, per gli errori che avevano commesso i
suoi genitori dovevano essere solo suoi e di nessun altro.
All’inizio aveva creduto che si trattasse di puro egoismo nel
provare certi sentimenti, ma, ogni volta che teneva Rose stretta a
sé, si rendeva conto che era solo quell’immenso
senso di protezione e quell’amore che provava verso di lei.
-Continua a bastarti,
Rose?- le aveva chiesto qualche mese dopo.
-Sì.
-Non vuoi vedere anche
il sole e le nuvole?
-Non mi piace il sole. E
le nuvole ci sono anche di notte.
Faceva uno sforzo enorme
a dare voce a quelle parole che gli pesavano come macigni, ma si
rendeva conto che Rose non meritava di passare altro tempo in un
nascondiglio che stava diventando troppo stretto per
quell’amore.
E poi, nei suoi occhi,
c’era scritto che la verità era
tutt’altra: non le bastava più quel poco.
Gli attimi di
felicità erano troppo pochi e sempre più radi.
Chi era lui per privarla
di vivere, di essere felice?
Nessuno e lo sapeva.
-Vattene.- le
ordinò.
Ma lei restò
lì, in piedi di fronte a lui, con il viso verso
l’alto, per guardarlo meglio.
Era bassa, Rose, un
po’ troppo rispetto a lui; era minuta e fragile, ma proprio
per questo, nel suo animo e nel suo cuore, non cessava un attimo di
amarla.
Neanche quando andare
avanti diventava più difficile che rinunciare.
*
-Buongiorno.- disse, sedendosi al fianco di Al.
In Sala Grande, come ogni mattina, regnava il caos dei ritardatari e
lui, per la prima volta, era tra questi.
Rose, invece, era già seduta al suo tavolo.
Nonostante le pesasse, sapeva nascondersi meglio di lui e gliene era
grato.
-Notte insonne?
-Abbastanza.
Era stata una notte meravigliosa, anche se si erano addormentati sul
pavimento duro della Torre.
-Chi era questa volta?
-La solita.
-E’ una cosa seria, allora?
In quel momento, il mondo si fermò: Rose stava ridendo
dall’altra parte della sala con un suo compagno di casata.
Insieme a quel compagno. Gli cinse le spalle con un braccio e la
avvicinò a sé, come se volesse baciarla.
Scorpius si avvicinò al tavolo, inconscio degli sguardi che
la sua figura attirava e si fermò.
-Lasciala stare.- la voce strozzata dalla rabbia, gli occhi lucidi.
-Malfoy, ti è andato qualcosa di traverso?
-Lasciala stare.
-Perché?
-Perché Rose è la mia ragazza.
Il vociare cessò d’improvviso e fece
più rumore di uno specchio caduto sul pavimento.
Le schegge di quel silenzio, infime e taglienti, arrivavano alle sue
orecchie con uno stridio assordante.
E quegli occhi, i suoi occhi pieni di un’emozione di cui mai
avevano parlato.
Restarono così, a guardarsi per minuti, ore, forse.
-Da quanto tempo va avanti?- chiese Al, spezzando quel silenzio.
-Quasi un anno.
-L’avete nascosto bene il vostro segreto.
Sì, era il loro segreto. Il più bello che
avessero mai custodito.
-Così sembra.- Scorpius era serio, forse troppo.
-C’è qualche altra cosa che dovrei sapere?
-Ce ne sono tante.
-Allora, dimmele.
-Non è il momento, Al.
-Ah no?
-No.
-E’ il momento giusto per dirvi una cosa
però… Non me l’aspettavo da voi. Sei
una pessima cugina, Rose…e tu, tu sei il peggior amico che
una persona possa desiderare. Mi avete deluso.
Era in piedi e lo
guardava.
Le lacrime avevano
disegnato una via più facile lungo cui scendere ed arrivare
fino al mento; lunghe scie quasi lattescenti che rigavano il viso
pallido e ingenuo di Rose.
E lui stringeva i pugni
perché aveva promesso di non farla soffrire, ma il primo a
farle male era sempre lui.
Era da sé
stesso che doveva proteggerla, ma non aveva il coraggio di farlo:
avrebbe significato allontanarla.
L’avrebbe
fatto, però, se lei glielo avesse chiesto; se il suo
desiderio di libertà sarebbe andato oltre l’amore
che provava per lui.
-Non arriverà
mai quel momento, vero?
-No.
-Perché?
-Lo sapevi, Rose: sapevi
che sarebbe stato così.
-Sì, ma non
sapevo che facesse così male.
-Te l’avevo
detto.
-Perché?
-Perché
è così che deve andare.
-Lo sai che non
è vero.
-Ti manca il sole, Rose?
-Sì, mi manca
il sole, mi manca il calore.
-Io non posso dartelo.
-Va bene.
-Va bene?
-Sì.- sorrise
triste. –Mi accontento di una coperta.
-Farà sempre
più freddo qui.
-Mi basterà.
A limite, porterò con me un po’ di cioccolata
calda.
-Meriti di
più, Rose.
-Forse. Ma non
è quello che voglio.
-Il buio ti fa sembrare
più pallida.
-Userò un
po’ di quel trucco magico.
-E per gli occhi rossi?
-Quello è
compito tuo.
-Non so cosa fare.
-Fammi sorridere.
-E poi?
-Poi, non
m’importa più niente.
*
Quasi
nessuno aveva più parlato con loro; chi per un motivo, chi
per un altro… si erano allontanati tutti da entrambi.
Anche Al che, di solito, aveva il ruolo di paciere.
Ma a Scorpius non importava, perché sapeva che sarebbe
andata in quel modo… e con il tempo, forse, si sarebbero
rimarginate tutte le ferite.
E i silenzi sarebbero diventati di nuovo parole; le bocche dritte
avrebbero di nuovo disegnato sorrisi e gli occhi tristi e delusi
sarebbero tornati a brillare.
La vide scendere la scala, vestita del suo abito più bello e
sorrise.
Tutti la guardavano, ma lei era sua.
Gli apparteneva come se fosse sempre stato così; e lui
l’amava come se, in tutta la vita, non avesse fatto altro che
amarla e aspettarla.
Il bisbigliare di quella sala li accompagnava ad ogni passo, allo
stesso modo del vociare che si spargeva nei corridoi al loro passaggio.
-Sei bellissima.- gli disse, quando lei gli fu vicina.
-Anche tu.- sorrise e il resto intorno sembrava non esistere
più.
Ma cosa importava?
Gli sfiorò la guancia con una carezza delicata e lei chiuse
gli occhi, beandosi di quel tocco che, ormai, le era indispensabile.
Quando la musica partì, lui le prese la mano e la
guidò in quel ballo.
Era timida, Rose, per questo, abbassava lo sguardo quando lui le
sorrideva.
No, il resto del mondo non importava… perché
tutto il suo mondo era racchiuso dietro quelle ciglia.
Giudizio di
Daphne S:
Light Shade
di Exentia_Dream (_Exentia_dream_ sul forum)
Tiffany&Co. 727
Fifth Ave Rose/Scorpius
East Village
prompt: Ballo
citazione:
"Certe volte basta uscire allo scoperto, non importa quanti oscuri
segreti vengano alla luce." Gossip Girl
Grammatica
e Ortografia 8,5/10
La storia complessivamente è ben scritta, tuttavia ho
riscontrato alcuni errori piuttosto frequenti.
Per prima cosa, è grammaticalmente scorretto scrivere "Gli
cinse le spalle con il braccio" in riferimento a Rose. Gli è
complemento di termine, e sta per a lui. Poichè Rose
è una ragazza, la dicitura corretta sarebbe "Le cinse le
spalle con il braccio", dato che quel le sta per a lei. Lo stesso
errore è ripetuto tre volte, tutte verso la fine. Si tratta
di un errore abbastanza comune, ma anche piuttosto grave, cui ti
consiglio di prestare maggiore attenzione in futuro!
Sono presenti anche alcuni errori di punteggiatura. Hai tralasciato
qualche virgola qua e là e usato un paio di volte
scorrettamente il punto e virgola. Ti manderò via e-mail una
copia della tua storia con le correzioni segnate.
Stile
8/10
Ho apprezzato molto il tuo stile. L'ho trovato scorrevole e molto
evocativo. Ho apprezzato particolarmente la metafora del sole, che nel
corso della storia ripeti in più varianti, tutte molto
azzeccate. Il tuo lessico è ampio e il tuo linguaggio molto
poetico. Dai l'impressione di scegliere le parole da utilizzare con
particolare cura, cosa decisamente degna di lode. I dialoghi fra i due
protagonisti sono vividi e leggendoli si respira una vaga atmosfera
Shakespeariana. Tuttavia, nonostante il tuo stile mi piaccia molto,
sono costretta a segnalarti alcuni errori. Prima di tutto, ti ha
penalizzato parecchio una discordanza nelle tue parole. All'inizio,
dici Si stesero sui cuscini, mentre verso la fine ti contraddici
dicendo Anche se si erano addormentati sul pavimento duro della Torre.
Questo è un errore che si può evitare facilmente
rileggendo le tue storie con maggiore attenzione.
Ho trovato un altro errore all'inizio del primo dialogo fra Rose e
Scorpius. La frase Stare con me significa nascondersi sempre, basandosi
sul dialogo successivo, dovrebbe essere detta da Scorpius, ma tu vai a
capo come se fosse Rose a parlare!
Per il resto, ci sono solamente un paio di frasi poco chiare e una
ripetizione. Ad ogni modo, scrivi molto bene ma puoi migliorare ancora
prestando maggiore cura nel rileggere. La maggior parte dei tuoi errori
sono chiaramente di distrazione.
Caratterizzazione
8,5/10
Cominciamo dal tuo Scorpius, cui ho dato un punteggio di 5/5. Sei
riuscita a conferirgli una caratterizzazione vivida e niente affatto
banale, per la quale ti devo fare i complimenti. Nonostante i due siano
molto diversi, l'hai reso come la copia riuscita meglio del padre,
senza cadere nella trappola di farne un ritratto di Draco. Sotto certi
punti di vista i due si somigliano. Scorpius è orgoglioso e
un po' codardo, e, da bravo Serpeverde e Malfoy, ha una certa
predisposizione ai segreti. Nonostante ciò, è
anche appassionato, fedele, innamorato. Per questo dico che non
è banale: non ne hai fatto il bel tenebroso di tante fan
fiction ma un personaggio reale. Ho apprezzato molto il fatto che tu
non abbia inserito tante descrizioni fisiche. Francamente, in effetti,
tutte quelle lunghe tiritere sugli occhi d'argento targati Malfoy di
Scorpius e sui boccoli rosso fuoco di Rose hanno stufato. Fai solo
vaghi accenni all'aspetto fisico dei protagonisti (giusto il corpo
fragile e minuto di Rose e i capelli di Scorpius), tuttavia li ho visti
chiaramente, quasi li avessi avuti davanti agli occhi.
Passiamo quindi a Rose, cui ho assegnato un punteggio di 4/5. Mi
è piaciuta, ma credo che avresti potuto approfondirla di
più. Leggendo la tua storia -sebbene mi sia piaciuta molto-
si ha l'impressione che Scorpius sia il solo protagonista, mentre lo
dovevano essere entrambi.
Ti ho tolto un altro mezzo punto per via di Albus. Trovo che avresti
potuto dire qualcosa in più su di lui, poiché
è un personaggio di discreta importanza all'interno della
tua storia. E' l'unico che non sono riuscita a figurarmi.
Originalità
10/10
Ho ritenuto opportuno darti il massimo dei voti per quanto riguarda
l'Originalità. Il motivo è piuttosto semplice:
con una Rose/Scorpius, il prompt Ballo e quella citazione, era molto
facile ricadere nel cliché, specialmente con una coppia
abusata quanto questa. Nonostante ciò, ti sei astenuta da
ogni luogo comune e banalità. Niente battibecchi, niente
Figo/Secchiona, niente Bel Tenebroso. Insomma, niente di tutto
ciò. I miei complimenti!
Attinenza
9/10
Per quanto riguarda la citazione, il 5/5 è meritatissimo.
Hai basato su di essa la tua storia in maniera impeccabile,
arricchendola anche notevolmente. Devo ammettere che mi sarei aspettata
qualcosa di completamente diverso!
Per il prompt, sono costretta a darti 4/5. Nonostante tu lo abbia
inserito egregiamente, in quanto prompt forse avrebbe potuto avere un
ruolo maggiore all'interno della storia.
Gradimento
personale 9/10
Ho trovato la tua storia molto piacevole da leggere, e ho apprezzato
molto l'originalità e la figura di Scorpius. A penalizzarti
sono stati gli errori di Grammatica e Ortografia quelli di Stile. Hai
del potenziale, e con una maggiore attenzione nel correggere e rivedere
le tue bozze potresti raggiungere dei livelli davvero molto alti. La
storia è ben riuscita, e l'ho apprezzata davvero molto.
Complimenti!
Totale 53/60
Angolo Autrice:
Ringrazio ancora la GIUDICIA che, nonostante abbia ricevuto solo due
storie, ha avuto la correttezza di pubblicare i risultati.
Sei una persona fantastica.
Ora, passiamo alla storia.
Prima di tutto, ho preferito pubblicarla con gli errori, per far vedere
che le parole nel giudizio si basano su errori reali!
La giudicia ha perfettamente ragione sugli orrori xD Ma
è una cosa che è uscita alle 10, 11 di sera e mi
meraviglio che abbia avuto un punteggio tanto alto.
Mi sono emozionata quando ho letto ciò che Daphne S ha
scritto *:*
Ora, però, l'arduo compito a voi: spero che via sia piacuto
questa shot e che mi facciate sapere cosa ne pensate ^^
Grazie in anticipo e grazie ancora a Daphne S!
La vostra Exentia_dream
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