Cap VIII
- Cap
IX: ancora complotti...
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- Questo capitolo vede finalmente la luce del web, ma in realtà è stato
iniziato ben prima di Natale.
- Ora sono dottoressa!!! Dottoressa in biotecnologie agroindustriali, con
107!
- Da settembre riprendo le lezioni, per il corso di laurea specialistica,
ma per il momento mi rilasso un po’, scriverò le mie fanfiction e i miei
racconti originali, e mi cercherò un lavoro part time per cominciare a
mettere da parte qualche soldino da scialacquare nelle fiere!!!
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- Si stavano baciando, proprio lì, nel corridoio, incuranti di chi potesse
arrivare. Alcuni passi però li fecero frettolosamente separare, e Gourry,
preso da una sorta di premonizione, trascinò Lina dietro la porta dei
servizi maschili.
- Attraverso la fessura, videro una donna matura dalla elegante tunica
verde, più simile a un abito da sera che a una tunica da mago, e un uomo più
o meno della sua età, in rosso.
- Ovviamente, non c’era mago, al concilio, che non avesse il colore.
Ricevere l’appellativo di un colore, indifferentemente dal colore stesso,
era un segno di riconoscimento della abilità di un mago da parte degli
altri maghi. A Lina era stato dato il rosa: un rosa confetto ORRIBILE. E lei
si guardava bene dal ricordarsi di portarsi dietro la sua ORRENDA tunica,
che, a detta sua, la faceva assomigliare a una cameriera, più che a una
maga. O a una caramella, anche. Ma si può dare a una maga specializzata
nella magia nera un colore come il ROSA? Già un rosso o un porpora
sarebbero stati meno caramellosi. Anche un verde chiaro, ma rosa…
- Senza contare che sua sorella Luna aveva commentato che Lina la Rosa
sembrava il nome di una putt… lasciamo perdere, va’.
- Questione di colore a parte, il fatto che quei due sfoggiassero un colore
stava a indicare che non erano tra gli “intrufolati” al seguito di
qualcuno, ma maghi importanti. E ricchi, almeno a giudicare dai preziosi
gioielli che la maga sfoggiava sull’abito.
- -Distrutta. Ti avevo detto di mettere più carica, Marda!- imprecò
l’uomo in rosso. La donna, Marda evidentemente, arricciò il naso, azione
che conferiva al suo volto grassoccio l’aria di un cane bulldog.
- -Fai presto tu, a comandare, Monty. Ma con tutti gli homuncolus che mi hai
fatto preparare, non potevo proprio metterne più di così. - disse
stizzita.
- L’uomo borbottò qualcosa sullo sbarazzarsi delle prove, dirigendosi
verso il bagno.
- “Dannazione”, pensò Lina, “ci scoprirà!”
- Chiaro come il sole che erano stati quei due a mandare l’homuncolus.
- Gourry, prontamente, la afferrò per la vita, si infilarono in uno dei
cubicoli chiusi, e la tirò su sul water, in piedi. Così, pareva ci fosse
un solo occupante, intento a fischiettare per coprire eventuali rumorini.
- Il mago, Monty, forse abbreviativo Montgomery, frugò un po’, e i due lo
udirono uscire trascinando secchio, scopa e paletta. Per le ceneri,
probabilmente. Tornò dopo pochi minuti, scaricando i resti dell’homuncolus
in un gabinetto, e tirando l’acqua.
- Poi, con l’aria più innocente del mondo, uscì, non dimenticando
neppure di lavarsi le mani, raggiungendo la collega.
- Lina e Gourry attesero due o tre minuti, prima di uscire dal cubicolo.
Dopo che lo spadaccino si fu assicurato che il corridoio era sgombro,
lasciarono i bagni maschili.
- -Beh, ora abbiamo i nomi. Due nomi, perlomeno. - sogghignò Lina, con
un’espressione che non prometteva nulla di buono.
- -Lina, cos’hai intenzione di fare? Ricorrere alle maniere forti
un’altra volta?^^; - chiese Gourry.
- -No, Go. Prima farò un paio di indagini. Devo capire di chi mi posso
fidare, e di chi no. Sperando che nella prima categoria rientrino gli
organizzatori di questo concilio.- terminò.
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- Il pranzo era lungo, come tutti i pranzi con centinaia di invitati. I
camerieri passavano con tre piatti per volta, piatti splendidamente
decorati, ma che non saziavano neanche un dente.
- Lina si trovò a invidiare Gourry che, non potendo venire al pranzo,
riservato solo ai maghi, era andato ad abbuffarsi in un ristorante proprio
dall’altra parte della strada.
- -Lina la Rosa, immagino. - fece una voce al suo fianco. Lei non aveva
aperto bocca da prima degli antipasti, troppo depressa. Qualcuno era stato
informato che Lina Inverse non aveva con sé, purtroppo, l’abito del suo
colore. Così, qualcuno, molto gentilmente, aveva messo al lavoro un paio di
sarte, e poco prima di pranzo le era stato recapitato quell’ORRENDO abito,
tutto pizzi, svolazzi, fiocchetti e trine, con la precisa indicazione di
metterlo per il pranzo.
- Lina si sentiva un’idiota.
- Beh, come vi sentireste voi, abituate ai pantaloni, con una svolazzante
gonna sotto al ginocchio, con due, mica una, DUE sottogonne orlate di pizzo,
e un corpetto dell’abito tutto pizzi, nastri, sbuffi e fiocchi, che
neanche una bambina di cinque anni è conciata così? Completava
l’abbigliamento un paio di calze bianche, scarpine di vernice bianche e un
fiocco, pure ROSA tra i capelli.
- Ma lei quello si era rifiutata categoricamente di metterlo, lasciandoli
sciolti, fermati solo dalla fascia nera, intessuta di rune magiche.
- Aveva un’aria che depressa è dir poco, e la sua testa era impegnata a
elaborare le più raffinate torture per chi le aveva fatto confezionare
quell’abito.
- Così, quando qualcuno la chiamò col suo nome, per così dire, ufficiale,
non se ne avvide, riscotendosi solo quando il suo vicino la chiamò per nome
e cognome.
- -Lina Inverse?-
- -Uh? Ah, si. sono io. Piacere. Voi siete…?- si riscosse Lina, finendo di
cincischiare la porzioncina da bambola di timballo di pasta e divorandolo in
mezzo boccone.
- -Artema l’azzurro. Vengo dal nord, dalla zona dei monti Kataart.-
- Lina annuì. -Lieta di fare la vostra conoscenza. - rispose, con una frase
di circostanza, e adocchiando speranzosa il cameriere.
- Macché, era ancora a servire il timballo a neanche metà tavola!
- -Pranzo lento, nevvero?- fece il mago, seguendo lo sguardo di Lina.
- -Uno strazio. - Lina fece una pallina con la mollica di pane, ficcandosela
distratta in bocca -Invidio Gourry che si starà facendo fuori indisturbato
chissà che portate!-
- -Gourry è lo spadaccino che gira con voi?-
- Lina si fece improvvisamente sospettosa -E voi come ne siete a conoscenza?-
- Artema fece un largo sorriso -Non sono molti i maghi che vengono a un
simile conclave con un guerriero al seguito. Il vostro amico spicca come una
mosca bianca nella moltitudine di assistenti, mogli, mariti, figli e
compagnia. Soprattutto perché non vi perde mai di vista. -
- Lina si rilassò impercettibilmente -E' la mia guardia del corpo...
diciamo così.-
- Artema sorrise in modo saputo. Di che guardia avrebbe bisogno la maga
genio che dall'età di tredici anni girava la penisola in lungo e in largo,
guadagnandosi appellativi come “assassina di banditi” e “terrore dei
draghi”? Il suo sguardo cadde sull'anello all'anulare destro, e annuì con
aria di chi ha mangiato la foglia.
- -Anche voi siete venuto accompagnato?-
- -Si: dalla mia assistente nonché adorabile nipotina. Ha più o meno la
vostra età...-
- -Come età, potrei essere la figlia o anche la nipote della maggior parte
delle persone presenti. Anzi, diciamo di tutti i convitati, a parte qualche
eccezione che si conta sulla punta delle dita di una mano... voi, per
esempio. -
- Artema rise -Si, in effetti anche io ai miei tempi ero considerato un
ragazzo-genio. Ricevetti il colore azzurro a diciotto anni, ma a voi spetta
l'onore di aver scalzato me e alcuni altri talentuosi!-
- Finalmente arrivò il secondo primo, una formina di riso di neanche dieci
centimetri, con dei pezzetti di fungo dentro, coperta da una salsina pure di
funghi porcini.
- Lina la sollevò dubbiosa con la forchetta, cacciandosela in bocca in un
boccone.
- Notò che anche l'altro aveva mangiato la sua in più o meno due bocconi,
e ora stava coscienziosamente pulendo il piatto della salsa con un po' di
pane.
- -Appena finisce questo strazio, vado a farmi un pasto come si deve. -
mugugnò Lina.
- -Povera illusa: ora che ci alzeremo di qui, sarà passata anche l'ora di
cena!- commentò un altro insoddisfatto commensale di fronte a lei.
- Lina alzò lo sguardo, sorridendo appena di solidarietà.
- Chi aveva appena parlato era un uomo forse sulla quarantina, con capelli
blu scuro ondulato, e tratti che le ricordavano qualcuno, anche se Lina non
avrebbe saputo dire chi.
- Vestiva una tunica sobria, di color blu oltremare, e come unico ornamento
aveva una spilla di pietre dure
e argento che riproduceva un elegante pesce, che pareva un pesciolino vero
in uno scuro acquario.
- Artema vestiva invece di celeste, ed era di poco più giovane dell'altro.
Anche lui aveva una simile spilla a forma di pesce. Forse appartenevano alla
stessa scuola, oppure avevano avuto la stessa idea o acquistato il gioiello
dallo stesso orafo.
- Come il mago in blu aveva predetto, il pranzo si trascinava, lento.
- Molti commensali chiacchieravano tra di loro per ammazzare il tempo, e i
due maghi con la spilla a forma di pesce cercarono di coinvolgere Lina in
una conversazione, cercando di farsi raccontare delle sue avventure.
- Al contrario di quanto solitamente avrebbe fatto, Lina rispondeva a
monosillabi. Si sentiva gli occhi puntati addosso, anche se non avrebbe
saputo dire da chi.
- A un certo punto, Arteman si alzò, scusandosi, diretto alla toilette.
- Il mago in blu, che rispondeva al nome di Riaxian, fece cenno all’altro
di fare in fretta, passandosi una mano sul collo.
- Il movimento attirò l’attenzione di Lina, che vide, in un tremolio
sfocato, delle linee che parevano branchie, e una live iridescenza verde-azzura
sulla pelle del dorso delle mani.
- La maga sorrise.
- Arteman era tornato, e subito dopo Riaxian si era eclissato, tornando poco
dopo con aria molto più tranquilla.
- Lina prese il calice di vino bianco posto davanti a lei, sorseggiandolo
con noncuranza.
- -Comunque, signori miei, mi pare strano che mi chiediate tutti questi
particolari del combattimento contro Dark Star… i vostri cugini dorati non
vi hanno riferito tutto il riferibile?- davanti alle facce stupite dei due
maghi, Lina abbozzò un sorriso -Avete bevuto innumerevoli litri di acqua.
L’incantesimo di dissimulazione usato per celare le scaglie e le
branchie…
- Avanti, volete forse prendere in giro la maga-genio Lina Inverse?- disse
sottovoce, squadrando Riaxian, che sedeva dinnanzi a lei -Non lavoro per i
draghi, ve lo dico subito…-
- -Noi non siamo qui per farla lavorare per noi. Siamo qui per proteggerla. -
disse serio Riaxian.
- -Oh, per proteggermi? Accidenti… questa è una novità. - Lina si alzò,
ignorando il fatto che il cameriere con uno dei secondi era arrivato ormai a
pochi posti da lei. -Francamente, posso benissimo fare a meno della
protezione di chicchessia. - fece secca, facendo per andarsene.
- Arteman si alzò, seguendola di corsa nel corridoio che portava ad altri
locali della Gilda dei maghi.
- Da lì, le conversazioni e il tintinnio di posate della sala dei banchetti
arrivavano ovattate.
- -Miss Lina, chi ci manda vi conosce. E ha seri motivi per pensare che ci
siano altre fazioni di draghi e di umani che hanno mire su di voi…-
- -E, sentiamo, chi è che vi manda, che dice di conoscermi?- sbuffò Lina,
sottraendosi con uno strattone alla presa del drago.
- -Ci manda lord Milgazia, dal Dragon’s Peak. -
- Milgazia.
- Il drago d’oro che l’aveva guidata nella piega di tempo in cui
risiedeva la Cleare Bible.
- Colui che guidava la colonia mista di draghi nella vallata sui monti
Kataart.
- -Milgazia è un drago dorato. Voi siete draghi di mare. Ne ho già
conosciuto uno… - fece acida Lina, riferendosi a Lemar.
- -Al Dragon’s Peak ci sono draghi di varie razze. I draghi di mare sono
una minoranza, ma ci siamo. Noi siamo stati incaricati di venire qui e
proteggervi da eventuali pressioni di umani e di altri draghi per interessi
di potere…-
- -Beh, allora avete proprio fatto un bel lavoro! C’è in giro qualcuno
che crea homunocolus simili a me, e qualcun altro che ha già tentato di
gettarmi addosso una fattura! E devo ringraziare Gourry, se non mi hanno
estorto la formula del Giga Slave!- imprecò Lina.
- A quelle parole, il drago impallidì -Il… Giga Slave? Chi sono? Dobbiamo
provvedere immediatamente…-
- -Martoman l’Arancione e la sua cricca, per quanto riguarda la fattura.
Un certo Monty e una certa Marda, per quanto riguarda l’homuncolus. Ma non
so se riuscirei a riconoscerli, non li ho visti ben bene in faccia…-
- -Non importa, il mio collega ha accesso ai registri. Miss Lina, per carità,
fare attenzione… C’è molta gente che ha mire su di voi…-
- Lina guardò con occhi ragionevolmente sospettosi il drago.
- -Noi eseguiamo gli ordini di Lord Milgazia. Che prende direttive solo
dalla Cleare Bible, la mente di sua maestà Ragradia. Se non ci credete,
possiamo mostrarvi una lettera autografa di Lord Milgazia…-
- -Perfettamente inutile, dato che non conosco la firma di Milgazia, e in
ogni caso non conosco il draconico.
- Per questa volta mi voglio fidare… a patto che…-
- -A patto che?- il drago pareva ansioso.
- -Hai accennato- Lina era passata a un più colloquiale, e solito per lei,
tu, piuttosto che il lei -che ci sono anche altri draghi che hanno mire su
di me. Chi, e perché?-
- Arteman sospirò -Non lo sappiamo di preciso.
- Ci sono almeno sei delegazioni di draghi, oltre a noi, tra gli invitati.
Viviamo tra gli umani, ci spacciamo per loro, teniamo d’occhio le gilde
per evitare che compiano esperimenti troppo pericolosi…-
- -O per evitare che sviluppino la magia, come fuori della barriera. - fece
acida Lina.
- -La politica di rapporto con gli esseri umani dei nostri cugini al di
fuori della barriera non ha legami con la nostra, miss Lina. Noi del
Dragon’s Peak non abbiamo mai soppresso la magia tra gli uomini, sebbene
ne conoscessimo i pericoli.
- Come dicevo, ci sono almeno sei delegazioni di draghi, la maggior parte
dei quali io non conosco. So per certo che due di esse provengono da fuori
della barriera, ma non saprei dirle chi, di preciso…-
- Lina alzò le spalle -Io mollo qui questo stupido banchetto e vado a
cercare Gourry. Almeno, mangerò qualcosa che non sia in porzioni da
bambola!- e, senza aggiungere altro, alzò i tacchi e se ne andò,
fulminando con lo sguardo il drago, che aveva accennato a seguirla.
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- -Non vuole la nostra protezione. È un problema serio. - fece con un
sospiro Arteman, tornando a sedersi al tavolo.
- Riaxian bevve l’ennesimo bicchiere d’acqua -Tu ti concentrerai sul
cercare di capire chi sono i draghi, e vedere chi ha progetti su di lei. Io
penserò agli umani. -
- Arteman annuì -Lina ha fatto dei nomi. -
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- Il ristorantino che si affacciava sulla piazza aveva dei tavoli
all’aperto.
- In uno di questi, Gourry osservava pigramente il viavai cittadino, tenendo
d’occhio anche la porta d’ingresso della Gilda.
- Non fu troppo stupito quando vide emergere una Lina che si copriva col
mantello, tentando disperatamente di nascondere l’orrendo abito…
- -Io vado alla nostra locanda a levarmi questa ORRENDA roba, e poi a
mangiare qualcosa degno del nome di cibo. - annunciò, nera.
- Senza dire nulla, Gourry le si affiancò.
- -Com’era il cibo?- fece lo spadaccino, in tono colloquiale.
- -Buono, ma in porzioni così piccole da non bastare neanche a una bambola.
Ah, si, e con un servizio lentissimo… - un sonoro gorgoglio di stomaco
sottolineò le sue parole.
- Gourry sorrise. Erano arrivati alla locanda dove avevano la stanza -Tu vai
a cambiarti, ordino io per te. Tutte le pietanze del menù?-
- -Si, e dolci in doppia porzione. - sorrise Lina allo spadaccino, lieta che
lui l’avesse preceduta.
- Si sentì avvampare quando lui la baciò, sulla guancia, ma fece finta di
nulla, cercando di nascondere le guance color fuoco, mentre saliva le scale.
- Lina armeggiò per un istante con la chiave della loro stanza, ma quando
fece per girarla, si accorse che la serratura era aperta.
- Era stata forzata, e poi richiusa alla bell’e meglio, dissimulando il
danno con un incantesimo illusivo.
- La ragazza s’insospettì subito: un banale ladro non richiude la porta
mettendoci per di più in incantesimo di dissimulazione!
- Lina si sfilò la fascia dai capelli, avvicinandola alla serratura.
- Le rune ricamate s’illuminarono di una luce dorata.
- Lina imprecò. Era un incantesimo abbastanza potente, e tutto ciò che le
avrebbe permesso di romperlo e analizzare il danno, prima di entrare in
camera, era proprio in camera.
- Sollevò l’orlo della gonna. Ricordandosi di come Philia portasse la
mazza appesa alla giarrettiera, aveva fatto una rudimentale imitazione con
un laccio di cuoio, che le aveva torturato la gamba per tutto il banchetto.
Ma il pugnale, in quei giorni, la faceva sentire un pelo più sicura.
- Batté con la gemma che ornava l’impugnatura contro la serratura, poi
ficcò la lama tra la porta e lo stipite.
- Con un sorriso, vide l’illusione tremolare e farsi più esile.
- Benedisse la sua previdenza nel riempire quel pugnale di gemme magiche,
autoprodotte tra l’altro.
- La porta era stata forzata senza usare ferri. Pareva che il blocco fosse
stato strappato, assieme a un pezzo di cornice della porta.
- Male, molto male.
- Chi c’era che aveva una simile forza, usava la magia a livelli così
alti (l’illusione era tornata a coprire con un velo di apparenza di
normalità la porta), e poteva avere interesse a entrare in camera sua?
- I due draghi d’acqua le avevano detto che c’era qualcuno interessato a
lei… beh, oltre ai due distinti gruppi di umani.
- Draghi.
- Imprecando su rettili che non sapevano proprio lasciare una ragazza in
pace, scese a chiamare Gourry, incontrandolo a metà scala, preoccupato per
la sua lunga assenza.
- -Lina, i primi stanno già arrivando…-
- -Il cibo aspetterà. Seguimi. -
- Lina che rimanda un pasto? Gourry fece per sentirle la fronte, ma la
ragazza scostò la sua mano, impaziente, trascinandolo quasi di peso davanti
alla porta.
- Una volta fattogli capire cosa era stato fatto, anche lo spadaccino
divenne serio.
- -Lascia che entri prima io. - sfoderò la spada.
- -Ma sei pazzo? Potrebbe essere pericoloso!-
- -Appunto per questo. In questo momento, posso difenderti meglio di quanto
tu non possa fare da sola.- le sorrise -Andiamo, capisco quanto possa essere
frustrante per te questa situazione, ma sono solo pochi giorni, no?-
- Lina si ritrasse in buon’ordine, maledicendo dentro di sé Madre Natura
che aveva condannato e maghe a tre giorni mensili di magia azzerata e mal di
pancia.
- Con un calcio, Gourry spalancò la porta, che essendo già sfondata, non
oppose resistenza.
- Tutto pareva in ordine.
- I vestiti di Lina ripiegati sulla sedia, la borsa da viaggio poggiata
sotto, il letto rifatto dalle cameriere.
- Lina entrò, cauta.
- Controllò la borsa.
- Non mancava nulla, nulla era stato toccato, neanche tra i vistiti.
- -È strano… non ha senso! Se hanno sfondato la porta, sicuramente
cercavano qualcosa, ma nulla è stato toccato…-
- -Potrebbero essere stati interrotti. - fece osservare Gourry.
- -No. Se fossero stati interrotti, non avrebbero richiuso la porta con
cura, celandola con quell’incantesimo…- con uno sbuffo, Lina si appoggiò
al letto….
- *KABOOOOOOOMMMM*
- Il rumore fu talmente forte da far vibrare tutta la locanda, mentre dalle
finestre in frantumi della stanza uscivano colonne di fumo.
- Sotto al letto, rovesciato, Gourry stringeva Lina. Aveva reagito
d’istinto, afferrandola e trascinandola lontano, quando aveva sentito quel
*click* sotto al letto…
- E solo grazie alla sua prontezza di riflessi la bomba, potente ma con un
raggio molto limitato, non aveva fatto altri danni a parte un indicibile
casino nella stanza, e un rumore talmente atroce che le orecchie colavano
sangue, i timpani lacerati.
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- L’unica soddisfazione che Lina ricavò da quell’attentato, fu che
l’abito tutto gale e pizzi era irrimediabilmente rovinato: stazzonato,
bruciacchiato, strinato, strappato, macchiato di sangue.
- Poi lei aveva anche provveduto a peggiorare le cose, trasformandolo in uno
straccio.
- Ora, con i suoi soliti abiti, sedeva, fremendo d’impazienza, mentre una
sacerdotessa chiamata d’urgenza dall’oste curava lei e Gourry.
- L’uomo era mortificato, non sapeva spiegarsi come degli estranei fossero
potuti arrivare alle stanze superiori, ma Lina intuì che, se l’intruso
aveva potuto piazzare un incantesimo dissimulatore così, probabilmente
aveva preso le sembianze di uno degli ospiti della locanda, oppure di una
cameriera.
- -I due draghi d’acqua avevano ragione: c’è qualcuno che vuole farmi
la pelle. - numerò sulle dita -Oltre a qualcuno che mi vuole estorcere il
Giga Slave, e qualcun altro che, per non so quali motivi, ha interesse a
separarci. Anche se forse quest’ultimo lavora per il primo. Con te
lontano, sarebbe molto più facile per loro uccidermi…-
- -Cosa farai, Lina?-
- -Parlerò chiaro con quei draghi. Carte scoperte. Se davvero vogliono
proteggermi, tanto meglio, ma non abbasserò la guardia!-
- Gourry prese la mano di Lina. Non disse nulla, ma tra loro ci fu uno di
quegli sguardi che valgono più di mille parole.
- -Grazie…- mormorò Lina.
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- Allora? Vi è piaciuto?
- Si, lo so, c'è un casino di proporzioni bibliche... tutta colpa del
disordine della mia camera: ho perso nel marasma di fogli foglietti schizzi
e appunti il foglio in cui mi ero segnata la trama!
- Scommetto che non vedete l'ora di sapere chi, quanti, e perché si
trama alle spalle di Lina!
- beh, dovrete aspettare, ma non moltissimo... spero!
- vostra
- Doc Ilune Willowleaf
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