Anima Consumata

di Aireen
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Una risata, priva di gioia e di vita. Una risata fredda, folle.

La risata di un’anima consumata. Consumata dall’ossessione.

I ricci capelli neri, resi crespi dalla sporcizia, sembrano aver dimenticato la loro antica bellezza, come anche il viso, un tempo nobile e fine, ma ora reso scarno e pallido da quel desiderio maniacale che rincorre l’anima ormai sfinita.

E ride, ride ancora, ride della sua ennesima vittima: un bambino, punito perché privo di alcun potere magico.

Punito perché inferiore.

<< Tesoruccio della mamma, adesso, finalmente, fai la nanna… >> Canticchia, la voce stridula e gelida, gli occhi sgranati, privi di qualsiasi traccia di umanità.

E un’altra risata, acuta, giunge a trascinare via anche l’ultima traccia dell’essere umano che fu.





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