Dopotutto, i bambini sono angeli senza ali. di _Diane_ (/viewuser.php?uid=36417)
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Qui quo qua
Introduzione: Solo nei fumetti certe
cose durano per sempre. Nella vita reale il tempo passa, le cose
cambiano. Paperino lo sa bene: deve affrontare il momento più difficile
della sua vita, lasciando tornare da sua sorella, la loro madre, Qui,
Quo e Qua.
Personaggi: Paperino, Qui, Quo,
Qua.
Tempo: Un imprecisato e
possibile futuro, che segue le varie narrazioni fumettistiche e
televisive dei paperi.
Dopotutto, i bambini sono angeli
senza ali.
After all,
little children are only angels without wings.
Le mani impastate di farina, il sole che filtra dal leggero
tendaggio a fiori appena sopra il piano di legno sul quale sta
lavorando.
Era una fresca e ventosa giornata di primavera, di quelle che ti
scompigliano le piume - e riescono pure a staccarti il becco.
Paperino non ricordava da quanti secoli non si era svegliato così
presto. Gli era capitato molti anni addietro, forse una volta, quando
zio Paperone aveva promesso di sfrattarlo da casa se non partiva con
lui in una di quelle missioni alla ricerca di tesori perduti in capo al
mondo. Proprio perché ci andava di mezzo la casa e la sua famiglia, il papero era stato
costretto di malavoglia ad accettare. Non era sicuro che la vecchia tuba sarebbe davvero stata
in grado di mandare a dormire sotto i ponti le adorate "piume delle sue piume", ma non
voleva correre il rischio.
Dopotutto era stato lui ad accettare l'incarico di sua sorella, quando lei le aveva
scritto dicendole di "prendersi cura dei ragazzi fino a quando non
sarebbe guarito il marito" ❲1❳. Paperino aveva acconsentito senza
esitare e anzi, era talmente esaltato dall'idea di diventare padre che
aveva comprato un libro dal titolo "Come educare i bambini del giorno
d'oggi". ❲2❳
I tre piccoli angeli, così illustrati nella cartolina che Della Duck
gli aveva fatto recapitare, si erano dimostrati fin da subito dei
perfetti "distruttori di mondi",
capaci di rompere e spaccare qualsiasi cosa gli si parasse davanti.
Dopotutto, i bambini sono
angeli senza ali.
After all, little children are only
angels without wings.
Questa era l'ultima frase che riportava quel - dannatissimo -
libro che aveva comprato e seguito alla lettera, senza pochi risultati.
Questa era l'ultima frase che l'aveva fatto andare su tutte le furie, e
che l'aveva portato a domandarsi se sua sorella pensava davvero che lui
fosse la persona più adatta ad ospitare e crescere quei tre piccoli diavoli.
Questa era l'ultima frase che gli era risuonata nella testa in
sogno. Un sogno che l'aveva costretto a svegliarsi e a fare qualcosa
per distrarsi. Si era buttato giù dal letto ed era scivolato al piano
di sotto, mettendosi all'opera per cucinare il suo piatto forte: le frittelle. Qualcosa da mettere sotto i
denti lungo il viaggio gli sarebbe proprio servita.
Dopotutto, i bambini sono
angeli senza ali.
After all, little children are only
angels without wings.
Mentre impastava le patate con la farina,
Paperino si trovò a constatare che da quel giorno, dal giorno
dell'arrivo di Qui, Quo e Qua a casa sua, ne era passato di tempo e ne
erano successe di cose.
Con poca fatica erano riusciti ad ambientarsi bene in casa e con i vari
parenti, arrivando a convincere il papero che le spedizioni pazzesce di
Zio Paperone erano sì una grande mazzata, ma soprattutto delle spendide
ed affascinanti avventure.
Avevano seguito le orme del loro saggio antenato Clinton Coot entrando
a far parte del corpo delle "Giovani Marmotte" ❲3❳,
conseguendo uno spropositato numero di medaglie ed onorificenze che
rendevano Paperino lo zio più orgoglioso di Paperopoli.
Non bisogna dimenticare però che erano loro una delle principali cause
grazie alle quali il papero andava fuori di testa, come quando si
rifugiavano in cima alla loro casa sull'albero in giardino mentre dal
basso lui come una furia fendeva l'aria con il battipanni. ❲4❳
C'era però da aggiungere che molte volte loro erano presenti e lo
aiutavano, quando doveva scappare da un creditore o quando sveniva
davanti al nuovo faticosissimo incarico di Zio Paperone.
Paperino mise le frittelle nella
padella, dopo averla inondata d'olio.
Ora che stavano crescendo con lui, che ne avevano condivise così tante
insieme, che gli sembrava che stessero insieme da una vita e che sempre
ci sarebbero stati... Era arrivata un'altra lettera. Poche parole. La
madre, sua sorella, stava tornando a prenderli. Sarebbe venuta il
mattino stesso.
"Solo nei fumetti certe cose durano
per sempre. Nella vita reale il tempo passa, le cose cambiano."
Si trovò a pensare il papero, mentre vari schizzi di olio bollente si
divertivano a trasformarlo in un target, facendogli tirare un urlo di
rabbia.
«Uack!!
Maledetta padella, io ti...»
«Tutto bene zio Paperino?»
Tre piccole testoline domandarono all'unisono, ognuna con indosso un
cappello uguale ma di colore diverso. Lo stavano fissando chissà da
quanto, addosso le valigie e gli zaini pronti per l'imminente partenza.
Il papero adulto fece scivolare lo sguardo da uno all'altro, sentiva la
rabbia appena accumulata sciamare velocemente.
Fece due passi avanti e li circondò tutti e tre con un abbraccio.
Non una parola; non un gesto in più.
Solo un tenero e lungo abbraccio, con il quale Paperino voleva
rispondere
"ora si, ora va tutto bene;
dopotutto, i bambini sono angeli senza ali".
Fine.
Angolo
dell'autrice:
Non so come diavolo mi sia venuta in mente
di scrivere questa fiction. Ultimamente ho molte idee e più tempo da
dedicare alla scrittura, ma non credevo che avrei scritto una cosa del
genere! Però è stata davvero una stesura fluida e continua, bellissima
e tranquilla come non accadeva da tempo. Spero dunque sia piaciuta
anche a te, o lettore o lettrice che ti sei silenziosamente
avventurato/a fin qui! Non so se qualcuno lascerà un commento, spero
proprio di sì perchè la mia mente bacata ne sarebbe felice!
Detto questo, non avevo mai scritto su Paperino & Co. nonostante
sia un'appassionata Disney da pareeeecchi annetti. Reputo i paperi una
famiglia eccezionale, fantastica, un po' stramba ma davvero mitica. La
mia fiction è forse scaturita dalla voglia di capire davvero perché
Qui, Quo e Qua si trovino dallo zio e non con papà e mamma, approdando
poi ad altri impensati arrivi.
Spero davvero sia piaciuta e spero (forse, chissà) di tornare a
bazzicare in questo fandom con altre storie Disneyane, prima o poi! ;)
Vi lascio con qualche nota/spiegazione, se qualcuno fosse interessato!
Un saluto,
_Diane_
Note/spiegazioni:
❲1❳ Nel primo cortometraggio del
1938 in cui apparvero Qui, Quo e Qua intitolato "I nipoti di Paperino", si vede il
papero ricevere una cartolina in cui sua sorella Della Duck chiede al fratello di
prendersi cura dei suoi figli. Verrà poi specificato che il padre si è
fatto molto male in seguito ad uno scherzo dei tre gemelli, e che
quindi la moglie dovrà assisterlo fino a quando lui non sarà guarito.
Nei vari anni si è solo accennato a questa sorella ma non è mai tornata
a vedere o a riprendere i figli. Per chi fosse interessato al video, ecco il link su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=J77OsNCDBTc
❲2❳ Nel cortometraggio citato
nella nota qui sopra Paperino trova un libro così intitolato dopo
essersi rifugiato sotto ad un tavolo. In questa versione ho modificato
questo passaggio affermando che il papero è andato a comprare suddetto
libro come a voler enfatizzare il fatto che aspettava con entusiarmo
l'arrivo dei tre gemelli, cosa che nel cartone avviene poco dopo che
riceve la cartolina.
❲3❳ E' stato proprio questo
avo, Clinton Coot, a dar vita
al gruppo ecologista/animalista delle "Giovani Marmotte", a cui i suoi
tre pronipoti aderiscono. A questo link trovate l'albero genealogico completo della famiglia dei paperi: http://duckman.pettho.com/tree/l_it.jpg
❲4❳ Negli episodi e nei
fumetti odierni Paperino magari si incavola con i suoi nipoti, ma non
arriva mai alle mani. Questo perché fu vietato rappresentarlo con battipanni alla mano pronto a dare
sculacciate ai tre, come avveniva invece in passato.
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