prumano
-
-
-
-
- Piangi Lovino? Ti struggi nel tuo continuo dramma. Seduto a
quel bancone non riesci manco a bere. Tsk, sei patetico!
- Parli, urli, e nessuno ti sente. Si vede solo che sprofondi
inesorabilmente e nessuno ti tende una mano, nonostante tu continui a dare spettacolo.
- Io te l’avevo tesa, ricordi? Avresti dovuto afferrarla,
quella era la tua occasione. Idiota, preferisti l’americano a me!
- Ti biasimo per questo, non immagini quanto.
- Hai sempre tutta questa energia per piangerti addosso,
perché non l’hai mai usata per combattere? Avrebbe potuto essere tutto diverso
a quest’ora: io e te le nuove potenze europee, alla faccia di quel presuntuoso
di Arthur!
- Ma a quanto pare a te piace sguazzare nei tuoi miserabili
drammi. Dopo tutto sei un teatrante, no? E più la situazione è critica e
grottesca e più ti senti vivo, proprio come io mi sento vivo in battaglia. In
fondo non siamo diversi neanche in questo.
- E va’, recita la tua commedia, fino alla fine, continua fino
a che non ti rimarrà più un niente, sciocco!
- -Scusi…-
- Una cameriera mi si avvicina, tiene in mano il suo taccuino
senza neanche guardarmi, pronta ad appuntarsi il mio ordine. Sposto il mio
sguardo dalla schiena piegata dell’italiano seduto al bancone dall’altra parte
della taverna, a lei.
- -Posso portarle qualche altra cosa?- chiede asciutta.
- -No!-
- La presenza di Romano mi ha già irritato abbastanza per questa
serata. Decido di andarmene, lascio una banconota di taglio piccolo sul tavolo
e mi alzò.
- Senza più rivolgere una solo occhiata all’italiano che ho
fissato per un’ora, attraverso il locale.
- Arriverà il giorno in cui Romano si stancherà di quel
maledetto atto unico e che il palco gli crollerà sotto i piedi. Sotto quel
mucchio di cenere e fumo c’è qualcosa, qualcosa che mi interessa e che a quel
punto si scatenerà. E io starò lì, pronto a coglierla, e questa volta non permetterò
a nessuno di sopprimerla.
- E mentre mi inoltro nella neve fuori il locale, l’ultima
immagine di Lovino mi torna alla mente.
- Sciupato e incattivito, con quell’amabile espressione
corrucciata.
- Mi stringo nel cappotto e incrocio lo sguardo col mio
piccolo pulcino infreddolito, a riparo nel taschino imbottito. Gli sorrido e
torno a fissare la strada buia.
- E bravi, tirate ancora la corda con Lovino, non immaginate
che grande favore state facendo al Magnifico me, Prussia!
-
-
-
-
- Ok, una cazzatona di quelle
che fanno bang! parole 387, prima persona presente... credo, non lo uso
mai quindi sarà tutto sgrammaticato :P
- Amo la prumano ma non c’è un granchè in giro, per di più
questa non può essere nemmeno definita prumano, visto che non succedere niente
e romano non caga nemmeno di striscio Gilbert che invece si sta facendo mille
seghe mentali. Spero che vi sia piaciuta, anche se sembra non avere un gran
senso, ma volevo vedere i pensieri di prussia per romano. Insomma, se non fosse
stato per la resa di (quel pigrone e menefreghista) romano magari la guerra non
l’avrebbe persa l’asse e prussia non si sarebbe dovuto dividere dall’adorato
fratellino (quel coso altro due metri e dieci è l’adorabile fratellino *indica
lud ignaro di tutto*). Ehm… come sono arriva qui? A si, e quindi mo prussia
vede romano nella monnezza fino al collo e gli fa un gran piacere e spera che
un giorno il caro nonno roma possa risvegliarsi in lui.
- Finita l’ora delle cazzate devo uscire. Spero di tornare e
trovare la ff piena di insulti, cacca bombe e super cazzole! :P ciao!
-
-
-
|