Let's Be Furious!!!
Let's be furious!
-1-
Una folle idea...
"VEDI UN PO' DOVE VAI, PEZZO
DI DEFICIENTE!"
Con un ultima sterzata, la
biondina alla guida dell'auto riuscì a far stridere le gomme con tale intensità
da sembrare il fischio di un arbitro all'inizio di una partita di calcio. Poi i
suoi urli dal linguaggio poco forbito avevano completato l'opera. Il ragazzo
accanto a lei si teneva stretto alla maniglia dello sportello, con la schiena
attaccata al sedile e la nuca premuta completamente sul poggiatesta. Fissava con
sguardo sconvolto la strada, mentre dalla sua fronte cominciò a sgorgare sudore
freddo.
"U-Usako... quando ho
accettato di farti fare pratica non... non pensavo che dovessi anche stilare una
polizza d'assicurazione..."
"Perché, Mamo-chan? Non hai
l'auto assicurata?" chiese la biondina, mentre tentava di schivare un passante
sulle striscie pedonali.
"Io... io intendevo una
polizza sulla vita..." balbettò, prendendo un fazzoletto dalla tasca e
asciugandosi il sudore dalla fronte.
"Avresti dovuto farla la
prima volta che hai messo i panni di Tuxedo Kamen..." replicò Usagi, voltandosi
verso di lui.
"Oh sì certo... scusate,
mi sono rotto le gambe perchè, mentre saltellavo da un palazzo all'altro, nei
panni del supereroe Tuxedo Kamen, per andare a salvare la mia ragazza, che non è
altri che la famosa Sailor Moon, sono inciampato su un cornicione e ho fatto un
volo di trenta piani fino al suolo..."
"Ok, taglia corto, Tuxie..."
replicò truce la ragazza.
"Tuxie? Simpatico, dovrò
annotarmelo..."
"Non l'ho inventato io...
diciamo che si trova in tutti i tuoi fan-site, completi di fanfictions sulla vita
del bel tenebroso... talvolta mi ingelosisco..." spiegò lei, fermandosi poi con
una brusca frenata davanti al semaforo rosso, facendo sbalzare in avanti il
povero Mamoru.
"Ingelosire? E perchè?"
chiese, tentando di riprendersi.
"Delle teen-ager ormonate
scrivono addirittura storie in cui loro hanno incontri con il famoso Tuxie... e
non parlo di appuntamenti... sognano di avere rapporti focosi con te, narrano di
cose che... che io non immaginerei neanche pensare!"
"Oh... non pensavo di essere
un tale sex-symbol..." disse Mamoru con noncuranza.
"Ma per favore! Sono solo
delle ragazzine piene di strane fantasie dettate dai loro ormoni!" esclamò
Usagi, stringendo il volante tra le dita.
"Beh... anche tu quando mi
hai conosciuto eri una ragazzina ormonata..." spiegò pacatamente il ragazzo.
"Sì ma io non ho mai pensato
di... non ho mai pensato di... oh, insomma! Il sesso era l'ultima cosa che mi
passava per la mente!" esclamò arrossendo in volto.
"Beh invece io ho dovuto
spesso calmare Mamoru jr. con del sano self service..." mormorò lui, con una
tale naturalezza che sembrava avesse detto che doveva fare due uova al
tegamino...
"HENTAI!" esclamò Usagi,
mentre la sua faccia cambiava in varie tonalità dal rosso al
viola.
"Scusa ma la tua figurina
era invitante, e io fantasticavo. Avevo 19 anni! Sfido chiunque ragazzo a
non nutrire quel tipo di..." si giustificò Mamoru con naturalezza.
"Più che altro agivi con il
pensiero di un PEDOFILO! Io avevo solo 14 anni! Non ti vergognavi neanche un po'
a pensare di fantasticare su una ragazzina di 14 anni?"
"Prima di tutto non
sapevo che Sailor Moon avesse 14 anni, e poi abbiamo solo cinque anni di
differenza!" si giustificò lui.
"Ma tu eri maggiorenne e
poi..."
TUC! TUC!
"...e poi a me non piaceva
neanche quell'abitino da pervertiti..."
TUC! TUC!
"...scommetto che chi l'ha
progettato doveva essere un maniaco sessuale al servizio di Queen Serenity..."
TUC! TUC!
"...E TU CHE CAZZO VUOI? NON HO CRACKERS IN AUTO!" (AN: più che altro potevi trovare
un po' di crack...)
L'uomo che ticchettava sul
finestrino fece un balzo all'indietro, scioccato dall'espressione ferina e
decisamente irritata della ragazza. Usagi abbassò di più il finestrino e lo
affrontò direttamente.
"Che diavolo ci facevi
dietro allo sportello della macchina?"
"Volevo... volevo dirvi che
il verde è scattato da un pezzo e... e che da dietro stanno suonando i
clacson..." cercò di giustificarsi l'uomo, tremante e sudaticcio.
"Beh che li suonino! NON
VENISSERO A ROMPERE I COGLIONI ORA, STO DISCUTENDO DI UNA COSA SERIA CON IL MIO
RAGAZZO SE NON VI DISPIACE!"
Fu questione di pochi
attimi: l'uomo del finestrino si dileguò infilandosi nella sua autovettura,
cercando di nascondersi dallo sguardo furioso della ragazza, facendosi il segno
della croce e ringraziando Dio di averlo risparmiato dall'ira di quella strana
creatura.
"Sai Usako? C'è una piccola
parola... ma che significa molto per una pacifica convivenza con il mondo..."
mormorò pacatamente Mamoru, posando il mento sul dorso della mano.
"Cosa?" chiese lei confusa.
"Mai sentito parlare di self
control?" mormorò lui, cercando di far comprendere alla ragazza il senso delle
sue parole.
"Cos'è? Un self service con
le precauzioni? Sei il solito pervertito, Mamo-chan!" sbottò lei indignata.
"Baka! Io intendevo il
potere dell'autocontrollo" sospirò lui.
"Perchè? Con questo metodo
non devi venire?" chiese lei innocentemente.
"Usako... non sto parlando
di sesso..." rispose lui pacato "...io parlo del fatto che bisogna avere
pazienza... ti sembra normale il modo con il quale sei sbottata? Guidi
imprecando come uno scaricatore di porto o peggio, urli contro chiunque ti dia
fastidio, arrossisci ancora come una scolaretta... possibile che non riesci a
tenere a bada le tue emozioni?"
"Avanti Mamo-chan... tutti
si irritano almeno una volta al giorno..." esclamò lei cercando di giustificare
i propri comportamenti.
"Beh, io no."
"...cosa?" esclamò lei,
spalancando gli occhi come se avesse visto un alieno.
"Hai sentito bene... io non
ho mai perso la padronanza di me stesso." disse lui orgoglioso (AN:
stacchetto... musichetta di Orgoglio 3... NOOOOO pure qui!).
"Vuoi dire che ti consideri
un uomo paziente e che riesce a controllarsi?"
"La considero la mia
migliore virtù." continuò lui.
"Perchè ne hai altre?"
sbottò lei, cercando di offenderlo.
Lui in tutta risposta
sorrise. "Penso di averti già dimostrato di avere ben altre virtù... che a te
non dispiacciono..." mormorò, facendo scivolare la mano sulla coscia di lei.
"Mamo-chan!" esclamò,
spostando la mano di lui dalla gamba e ingranando la marcia "Sarà meglio
chiudere questo discorso e andarcene prima che qualcuno da dietro perda DAVVERO
la pazienza!"
"Mai quanto te, tesoro."
disse incrociando le braccia sul petto, mentre Usagi alzava gli occhi al cielo,
esasperata.
***
"NON LO SOPPORTOOOOOOO!"
esclamò la ragazza bionda entrando nel locale e dirigendosi al tavolo dove erano
già sedute le sue amiche.
"Fammi indovinare... hai
litigato con Mamoru..." asserì Makoto ammiccante, mentre le altre ragazze la
fissavano con aria di assenso.
"È diventata una cosa usuale
da quando Mamoru le da lezioni di guida..." mormorò Minako, mentre succhiava
l'ultima goccia di bibita dal fondo del bicchiere.
"Non ho ancora capito come
faccia a sopportarla... e come facciate voi due ad essere ancora vivi..." la
provocò Rei.
"Vuoi dire che guido da
cani?" esclamò la testa bionda, rispondendo alla provocazione della mora.
"Se ordinassero al
commissario Rex di guidare, sarebbe sicuramente più competente di te!" ribattè
Rei.
"Baka!"
"Tardona!"
"Suvvia Rei, non esagerare!"
sbottò improvvisamente Ami, che fino a quel momento non aveva proferito parola,
tanto era immersa nella sua lettura sui 'Principi dell'ingegneria genetica
applicata agli organismi vegetali'.
"Ami-chan!" esclamò Usagi,
con le lacrime agli occhi e un sorriso di conforto "Meno male che ci sei tu!"
"Il commissario Rex non
potrebbe mai guidare anche se fosse competente, perchè gli manca il pollice
opponibile, indispensabile per una corretta guida..." spiegò lei con calma
assoluta.
...silenzio...
Dopo il primo momento di
stupore iniziale tutte le ragazze, Usagi e Ami escluse, scoppiarono a ridere.
"Molto divertente,
Ami-chan..." asserì Usagi con un gocciolone sulla fronte.
"Ma io non stavo
scherzando..." si giustificò la ragazza (AN: azzurrina? beh diciamo mora...
anche se non mi convince tanto...)
"Il guaio è che prendi le
cose sempre troppo sul serio... per esempio siamo ad agosto e tu che fai?
Studi!" esclamò Usagi tirandogli via il libro dalle mani.
"Ma io non stavo studiando!
Quella è una lettura di piacere!"
"Ami-chan... quando qualcuno
legge per piacere, legge un manga o un romanzo, non di certo questo... questo...
Principi dell'ignoranza... dell'ignoranza gemente applicata agli organuli
verdurali!" esclamò Usagi mentre cercava di leggere (con sua grande fatica) il
titolo sulla copertina.
"È vero Ami-chan! Dovresti
leggere che so... che so... ecco! I romanzi hard che tua madre nasconde
nell'armadio tra le pile di scartoffie!" esclamò raggiante Minako.
Tutti la fissarono
stupite... "M-Minako-chan...?"
"Le scartoffel le hai tu nel
cervello, Minako-chan..." asserì Rei portandosi un dito alla tempia.
"Scartoffel?" mormorò Usagi
confusa.
"Quello che sei tu, mia cara
Usagi, soprattutto quando guidi..." le rispose Rei.
"Sono una scartoffen quando
guido... EHI! Vuoi ricominciare per caso?"
"Possibile che me ne vado e
torno e voi due dovete sempre stare a litigare?" esclamò una voce dietro di
loro.
La nuova arrivata era una
ragazza sui sedici anni, con un paio di codini buffi e i capelli di un
improbabile, anzi impossibile, colore rosa.
"CHIBIUSA!" esclamarono le
cinque in coro.
In men che non si dica tutte
le ragazze le erano addosso, abbracciandola fino a quando Chibiusa credette di
morire soffocata.
"Ragazze va bene, lo so che
siete contente... ora mi fate respirare per favore?" esclamò Chibiusa, tentando
di riprendere aria.
"Ma che sorpresa! Da quanto
sei qui?" chiese Rei.
"Da ieri mattina... ho
affittato un appartamento non molto lontano da qui..." spiegò Chibiusa.
"Perchè un appartamento? Non
potevi dormire da me come fai sempre ogni volta che vieni a trovarci?" chiese
Usagi.
"Ehm... stavolta non sono
sola Usagi... non posso mica invaderti casa..." disse la ragazza abbassando il
capo.
"Non sei sola? E chi è
venuto con te?" chiese Minako "Hai portato dei ragazzi carini dal futuro?"
"Minako-chan..." esclamarono
le altre con un gocciolone sulla fronte.
"Solo uno..." cominciò, per
poi arrossire "ma è già prenotato..."
"Scommetto che è albino, ha
gli occhi dorati e può trasformarsi in un cavallo alato..." ammiccò Usagi.
"Emmmmmhhhh... possiamo
cambiare argomento?" esclamò Chibiusa rossa come un peperone.
"Ma dai! Davvero Helios è
qui?" esclamarono in coro le altre.
"Possiamo cambiare
argomento?" mormorò Chibiusa, mal sopportando l'invadenza delle ragazze.
"Davvero? Da quanto tempo...
mi piacerebbe salutarlo!" esclamò Makoto.
"Possiamo..."
"Chissà com'è cresciuto
dall'ultima volta che l'abbiamo visto!" asserì Ami.
"...cambiare..."
"Sarà un ometto adesso!"
disse Rei.
"...argomento?"
"E chissà come sarà
diventato cariiiiiino!!!" ammiccò Minako.
"HO DETTO: VOGLIAMO
SMETTERLA DI PARLARE DI HELIOOOOOOOOOS?"
***
Appartamento a pochi
chilometri dal locale di Motoki.
"Che è questo urlo?"
esclamò una ragazza dai capelli rosso fuoco.
"Un nuovo nemico?" disse
un'altra dai capelli verdi, scattando in piedi.
"Oh no! Io ho paura dei
mostri!" disse un'altra dai capelli azzurrini.
"Uff... proprio ora che mi
stavo limando le unghie..." esclamò una quarta dai capelli rosa.
"Ves, Jun, Para, Cere...
state tranquille... questa è la voce di Chibiusa..." le tranquillizzò un ragazzo
dai capelli bianchi.
"Chibiusa?" esclamarono le
quattro in coro.
"Si imbarazza quando gli
altri insistono a parlare di me... e alla fine si arrabbia. Tutto il carattere
di sua madre... quanto lo adoro!" esclamò infine con aria sognante.
Le quattro lo fissarono con
aria del tipo 'ma questo ci è o ci fa?' per poi dire all'unisono "Sì Helios...
abbiamo capito..." pur non avendo capito un fischiolo di niente.
***
"Uao! Che bel caratterino!"
esclamò Minako, ancora piegata all'indietro per la forza d'urto causata dalle
onde sonore di Chibiusa.
"Mi solleva vedere che
prenderai da me e non da tuo padre..." sospirò Usagi.
"Che c'entra papà adesso?"
chiese Chibiusa, curiosa.
"Niente... si da il caso che
il tuo caro paparino stia dando lezioni di guida alla tua mammina..." spiegò Rei
"...anche se sarebbe riuscito più facilmente ad insegnare a guidare ad una
scimmia!"
"Baka!" esclamò Usagi,
facendole una linguaccia.
"Povero Mamo-chan...
sicuramente gli si sarà fuso il cervello..." esclamò Chibiusa.
"Non preoccuparti, tuo padre
ha il cervello in perfette condizioni! Sono io che mi sono fusa!" asserì Usagi,
con i pugni stretti.
Chibiusa la squadrò per
alcuni secondi, mentre le altre osservavano curiose la sua esplorazione.
"Effettivamente i tuoi
lineamenti si sono un po' distorti... non è che il caldo ti sta squagliando?"
asserì Chibiusa, seria in volto.
Tutte la fissarono con gli
occhi spalancati.
"Mio dio, più passa il tempo
e più somiglia a sua madre!" esclamò Rei, terrorizzata al pensiero.
"La madre è uguale alla
figlia, dice il detto!" esclamò Minako.
"Semmai il detto è: tale
madre, tale figlia..." la corresse Ami.
"Preferirei essere 'tale
padre, tale figlia' se non vi dispiace..." esclamò Chibiusa, spaventata anche
lei all'idea di essere come sua madre.
"Cosa? Non riuscirei a
reggere due insopportabili sotto lo stesso tetto di casa mia!" esclamò Usagi,
ripensando agli eventi di quella mattina.
"Insopportabile? Perchè
Mamo-chan sarebbe insopportabile?" chiese curiosa Chibiusa.
"Semplicemente perchè si
arrabbia quando Usagi non sa nemmeno ingranare la marcia..." ammiccò Rei.
"Magari si arrabbiasse!
Sarei la ragazza più felice della Terra!" sbottò Usagi.
...silenzio...
"Vuoi dire che Mamoru non si
è mai arrabbiato con te per le tue scarse capacità di guida?" chiese Rei
stupita.
"No! Lui dice che ha SELF
CONDOM!" esclamò Usagi, calcando sull'ultima parola.
Tutti i presenti nel locale
si voltarono verso di lei... mentre si sentirono molti colpi di tosse (dovuti a
liquidi di varia natura andati di traverso), tazze che si rovesciavano e
l'inconfondibile rumore delle sedie quando strepitano sul pavimento.
"È una nuova marca di
preservativi per caso?" chiese Chibiusa.
"Ma quale marca di
preservativi! Lui dice che il self condom è l'espressione della sua miglior
virtù..."
Altri colpi di tosse, mentre
qualche tazza si infrangeva al suolo.
"Lo hai constatato?"
continuò a chiedere Chibiusa, mentre le altre fissavano Usagi scioccate.
"Altrochè se l'ho
constatato! Non perde mai il controllo di se stesso quello lì! È capace di
starci sotto anche per ore, ma non emette un solo gemito!"
Ora tutti si erano girati
scioccati verso la ragazza, con le bocce sufficientemente aperte da permettere
ad un nido di mosche di insediarsi.
"F-forse volevi dire self
control, Usagi..." spiegò Ami, che finalmente era riuscita a seguire il filo
logico delle parole di Usagi.
"Control, condom... è la
stessa cosa!" esclamò Usagi, con il viso imbronciato.
Nel locale tutti finalmente
sospirarono, riprendendo fiato.
"Che strano, improvvisamente
ho sentito un colpo di freddo dietro alla nuca..." mormorò Usagi.
"Te lo daremo noi un colpo
dietro alla nuca se sbagli ancora a parlare! Assicurati di quello che dici
prima di sparare cazzate!" esclamò Rei, rossa in volto.
"Ma che ho detto di male?"
chiese innocentemente la ragazza.
"Ok, time out... forse ho
trovato una cosa su un giornale che potrebbe interessare ad Usagi..." disse
Minako, per poi buttarsi a capofitto nella sua borsa per cercare l'oggetto
citato, mandando all'aria parecchi oggetti, alcuni dei quali abbastanza pesanti
(come un buddha in finto avorio) che le altre dovettero evitare con la maestria
di vere Sailor Senshi.
"Oh eccolo!" esclamò
trionfante mentre le altre ragazze erano sommerse da un quintale di
cianfrusaglie.
"Non capisco come un
giornale dovrebbe risolvere il mio problema, ammesso che ne abbia uno..." asserì
Usagi, confusa.
"Tu vuoi fargliela pagare a
'Mr. io-non-perdo-mai-il-controllo-delle-mie-azioni', vero?" ammiccò Minako con
uno sguardo malizioso.
"Magari! Non lo sopporto più
quando fa il perfettino!" esclamò Usagi.
"Bene! Puoi andare a questo
programma e organizzargli una bella lezione!" disse lei aprendo il giornale e
mostrandolo alle altre.
"'Camera Candita - Volete
organizzare uno scherzo ad un vostro amico/parente/fidanzato? Allora
presentatevi negli studios dell'ex Istituto Mugen, al quindicesimo piano.
Insieme a voi organizzeremo la burla personalizzata per lui/lei, a tal punto che
se la ricorderà per tutta la vita!'." lesse Usagi.
"Puoi organizzare uno
scherzo al tuo ragazzo, magari tentando di fargli perdere la pazienza almeno una
volta nella vita!" esclamò trionfante Minako.
Usagi fissò il volto
sorridente di Minako per alcuni secondi. Sicuramente era un'idea folle, ma ora
si trattava della cosa più idonea per la rivincita di Usagi...
A noi due, Mr. SELF
CONDOM!!!
***
FINE PRIMO CAPITOLO
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