Una
canzone offensiva
Con
la consueta eleganza che lo contraddistingueva, Edward Cullen
uscì dall’auto e osservò la Forks High
School, le sopracciglia leggermente corrucciate. Erano passate solo due
settimane da quando aveva visto, per la prima volta, Isabella Swan, la
figlia dello sceriffo appena arrivata in città. Ed era
sempre da due settimane che i suoi pensieri gravitavano attorno a lei.
Il giorno prima l’aveva accompagnata a ginnastica, e quel
giorno, invece, aveva deciso che privarsi della sua presenza, dei suoi
passi goffi, e del suo odore tentatore ma buonissimo, sarebbe stato un
reato. Indi per cui, l’avrebbe seguita tutto il giorno.
Era
già partito in quarta quando Emmett gli domandò:
«Dove vai Edward?».
«Ci vediamo dopo», rispose lui, ignorando lo sbuffo
seccato di Rosalie.
Edward scivolò veloce fra la folla, senza toccare nessuno e
senza guardare nessuno, in testa un unico obbiettivo. Entrò
nel corridoio illuminato e si diresse agli armadietti, dove sperava di
trovarla. Dove sapeva
di trovarla. Estraniò tutti i pensieri degli studenti
accanto a lui, riducendoli ad un mormorio basso nella sua mente. Ancora
una volta, non c’era traccia della sua voce nella sua testa,
Isabella Cullen, a quanto pareva, non pensava affatto. Edward la
individuò, affaccendata attorno al suo armadietto, e
notò che muoveva piano le labbra ad una melodia inesistente.
Più veloce di un qualsiasi essere umano le fu accanto.
«Ciao», disse con il tono più seducente
che poteva avere, e lui poteva avere un tono molto seducente.
Bella si voltò di scatto verso di lui, e Edward
sentì che perdeva un battito. Sorrise compiaciuto. La
ragazza si riprese all’improvviso e se ne uscì con
un: «I am a
vampire».
Edward spalancò gli occhi e indietreggiò
impercettibilmente, interdetto. «Cosa?»
L’aveva scoperto? Sapeva di lui? Eppure era stato molto
attento a non farsi scoprire.
Isabella sorrise. «E’ una canzone, non
l’hai mai sentita? A me piace un sacco.»
Il ragazzo si rilassò improvvisamente, mentre Bella
ricominciava a canticchiare, e fece un sorrisino poco sicuro.
«I have lost
my fangs!»
Edward la guardò accigliato. Quasi voleva dirle che non era
possibile che un vampiro perdesse i canini ma, a rigor di logica, lui
non doveva saperlo.
«I am a
vampire, I have lost my fangs.»
Ma comunque, perché cavolo doveva cantarla? Si
schiarì la gola, anche se non ne aveva bisogno.
«Bella, stavo pensando se anche oggi ti va di pranzare con
me.»
La ragazza si volse ed esitò qualche secondo. Edward
tentò di leggerle l’espressione, siccome non
riusciva a leggere i suoi pensieri, ma scoprì di non essere
in grado nemmeno di leggere quella. Tuttavia si sentì
sollevato quando Bella annuì e disse:
«Sì».
Edward si esibì in uno dei suoi sorrisi abbaglianti. Senza
chiederle il permesso le prese i libri, la cartella e si
avviò lungo il corridoio. Bella gli corse dietro e lo
raggiunse. «Non sai nemmeno dove andare!»
«Sì che lo so. Oggi hai letteratura inglese le
prime due ore, francese la seconda, poi matematica.» Bella lo
guardò, stupefatta. Aveva imparato a memoria i suoi orari?
«Pranzo, infine biologia e ginnastica.» Edward le
sorrise. Bella perse nuovamente un battito. A quanto pare aveva
problemi cardiaci.
La ragazza non sapeva cosa dire, così ricominciò
a canticchiare la sua canzoncina. «I am a vampire, I have lost my
fangs!»
Edward si rabbuiò. «Come mai ti piace tanto quella
canzone?»
Bella si strinse nelle spalle. «Così, è
allegra.» E ricominciò con rinnovata energia:
«So
I’m sad and I feel lonley. So I cry and I’m very
angry. And I ate some garlic.»
Edward strabuzzò gli occhi. Suo malgrado, dovette
interrompere Bella. «No, scusa, scusa…»,
cominciò a dire a occhi chiusi, come chiedendo pazienza.
«Come?»
Bella insistette con il suo sorriso, e il vampiro in quel momento non
faceva neanche caso a quanto gli piacesse. «E’
carina, no? Soprattutto la parte sull’aglio.»
«E’ piena di pregiudizi»,
sputò fuori il ragazzo con una smorfia in viso.
«Insomma…», si umettò le
labbra, «I vampiri non piangono! E…
l’aglio, quello è un pregiudizio. Non è
giusto prenderli in giro così.»
Bella sbatté le palpebre. «Ma chi?»
«I Vampiri!»
La ragazza lo osservò stranita per qualche istante.
Sbuffò. «E’ solo una canzone. E poi
senti, senti come continua», insisté, eccitata,
«I am a
vampire and I’m lookin’ in the city, but the pretty
girls don’t look at me. ‘Cause I have lost my fangs!»
«I vampiri non possono perdere i canini!», disse
precipitosamente Edward, le sopracciglia aggrottate. Nel frattempo
erano giunti all’entrata della classe.
«Come fai a saperlo?» La ragazza si riprese libri e
zaino.
Edward si bloccò. «Io… Io ho letto
“Dracula”, di Bram Stoker»,
affermò sicuro con alterigia.
Isabella alzò le spalle. «E allora?
Anch’io.»
«Quello è il capostipite della letteratura sui
Vampiri, non puoi sconvolgerlo.»
«Oh, esagerato!» Bella sorrise e fece per entrare
in classe. «E poi, i vampiri non esistono. Sai che palle
altrimenti?»
Chi passò di lì in quel momento poté
vedere Edward Cullen mettersi le mani nei capelli, digrignare il volto,
e sbattere più volte un piede per terra.
Quella sera, quando Alice e Jasper tornavano da una lunga passeggiata
nel bosco, videro Esme passarsi una mano sulle tempie, in un gesto che
faceva ormai automaticamente quando era infastidita da qualcosa. La
donna sospirò e sedette su una sedia della cucina. Alice la
osservò. «Cosa c’è?»
Jasper voltò la testa verso il salone.
«E’ Edward. E’ arrabbiato…
parecchio», si volse verso Esme,
«Perché?»
Lei fece per parlare, ma poi rinunciò e domandò
con tono di supplica: «Jasper vai a farlo smettere, ti prego.
E’ da due ore che continua così».
Incuriositi, Jasper e Alice andarono al salotto, dove trovarono Edward
al telefono, con una brutta espressione in viso, che si agitava da una
parte all’altra e urlava. «Vi dico che dovete
assolutamente togliere quella canzone dal mercato!» Pausa.
«Come perché?! Perché è
offensiva!» Altra pausa. «Sì!
Sì che sto parlando di quella. Sì che sono
sicuro!» Di nuovo una pausa, Edward boccheggiò.
«Cosa? E’ una minaccia? La mia è
una minaccia! Se entro una settimana da oggi sento an-…
Pronto?» Edward scostò dal telefono con astio e lo
guardò come se fosse un verme viscido, poi lo
gettò sul divano.
«Che cosa succede?», domandò Jasper.
Il fratello sbuffò. «Niente.»
In quel momento Alice si ricordò di una cosa. «Oh
Edward!», esclamò illuminandosi, «Volevo
farti sentire una bella canzone che ho sentito, magari la conosci. Fa
più o meno così: I am a vampire, I have lost my
fangs!» Edward si volse di scatto verso di lei
con gli occhi spalancati.
«Ahhh! Ahhh!
Aaaaahhhhh!»
Fine
La
noia ti affligge? I compiti non lasciano spazio all'immaginazione?
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Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 },
nell'iniziativa «Oh,
Mr Cullen, are you still here?», e facci
vedere quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.
D'accordo, questa
è una scemenza bella e buona! xD Magari non fa nemmeno
ridere, ma vabbè!
Comunque vi
invito a sentire questa canzone (sì, esiste davvero),
perchè è bellissima! Cliccate qui per sentire "I am a
Vampire", degli Antsy Pants.
Patrizia
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