Questa Estate è solo per te
Questa Estate
è solo per te
"Verrà
il giorno
In cui il sole
tornerà
E spazzerà
via questo tempo di dolore e oblìo
I nostri occhi
torneranno a vedere
E pulserà
nuovamente il sangue nelle nostre vene
Torneremo a camminare
per sentieri luminosi
E non avremo ombre al
nosto fianco
Poiché
risplenderemo di luce e amore"
(Yas
V)
Lo
sguardo preoccupato di Setsuna era puntato sulla sagoma immobile
adagiata sul letto.
Erano passati cinque giorni da quando il destino aveva giocato
malignamente con la vita delle sue amiche più care; un
tintinnare di tazze alle sue spalle riuscì a distrarla: povera Haruka con il
vassoietto in mano, gli occhi stanchi e il viso scavato da notti
insonni, passate al capezzale della sua Michiru.
Setsuna, odorando il buon aroma di the alla pesca, non potè
fare a meno di commentare:
- Perché alla pesca? A Michiru non piace... lo sai
-
- Infatti non è per lei, è per te -
- Oh... -
La guerriera di Plutone arrosì un po', ma era
sollevata
nel ritrovare quella dolcezza che Urano teneva gelosamente nascosta e
che donava soltanto alle persone a lei care.
Si scambiarono un sorriso, dopodiché Setsuna si
allontanò, intuendo che era giunto il momento di lasciarle
da
sole.
Haruka entrò nella stanza e si sedette accanto al letto.
La compagna avvertì la sua presenza e aprì gli
occhi per guardarla.
- Sei qui... - Le disse con voce flebile.
Da quando le avevano prelevato il talismano dal petto, Michiru non era
più la stessa; viveva come sospesa, nel raggelante terrore
di
vedere strappata via la sua vita e, soprattutto, quella di Haruka.
Passava intere giornate a letto in uno strano stato di dormiveglia
dovuto probabilmente agli antidolorifici che lenivano a malapena le sue
sofferenze: ogni fibra del suo corpo si contraeva in preda al dolore
dovuto alle ferite che le erano state inferte all'interno della
cattedrale marina. Eppure la ferita che le faceva più male
era
quella che portava dentro: non avrebbe mai perdonato se stessa per non
aver saputo proteggere la persona che amava.
La pioggia fuori continuava a scrosciare in quel freddo giorno di
Novembre mentre la voce debole di Michiru rompeva il silenzio:
- Ho fatto un sogno, sai -
- Ti va di raccontarmelo? -
Un lieve cenno di assenso
- Era Estate. C'era una spiaggia, una sconfinata spiaggia con sabbia
fine e bianca come non ne avevo mai vista prima, e poi...-
sorrise
- Poi c'eri tu -
Abbassò lo sguardo imbarazzata, sapeva che la sua ragazza era
perfettamente consapevole di essere nei suoi pensieri sempre e da sempre
- Il sole era così luminoso e l'acqua così
limpida, tutto
era perfetto... Mi tenevi la mano mentre camminavamo sul bagnasciuga. I
nostri passi non lasciavano orme, era come se non avessimo peso ed i
nostri corpi non creavano ombra. -
Lo sguardo della violinista divenne cupo, preda di un'inquetudine che
non le
dava tregua: - Era come se noi due non esistessimo più -
Lentamente Haruka si chinò su di lei e le sue labbra
sfiorarono
la guancia fredda per poi sussurrare parole piene di tenerezza
- Noi esistiamo, noi... non svaniremo nel nulla, perché
l'amore che portiamo dentro, non svanirà -
La guerriera delle acque profonde chiuse gli occhi, lasciandosi
coccolare dalla compagna, che la condusse lontano dai suoi nebulosi
pensieri.
Ad un tratto, come rapita da un' idea improvvisa che bramava di essere
realizzata, Haruka disse: - Andiamo -
Le sue braccia cinsero il corpo di Michiru e lo sollevarono dal letto
per poi tenerlo stretto a sé.
- Dove mi porti? - protestò stancamente la ragazza.
Urano avanzò con passi decisi, senza proferire parola;
quando si
trovarono fuori dall' uscio di casa, il freddo gelido le
investì
in pieno.
La spiaggia si trovava a circa 200 metri dalla villetta.
Riprese a camminare diretta verso il nero e agitato oceano che ruggiva
spazzato dal vento per poi fermarsi dinanzi ad esso.
Michiru intuì che qualcosa di strano stava accadendo: il
vento aveva cambiato direzione, soffiando adesso alle loro spalle,
puntando verso il mare.
La pioggia in pochi istanti smise di cadere mentre le nubi sospinte dal
vento, iniziarono a galoppare come impazzite, sovrastando il mare che,
come paralizzato da quell'energia dirompente, cessò per lunghi istanti
il suo moto rabbioso.
Uno strano calore iniziò a cullarla e con stupore comprese
che
l' artefice di tutto era Haruka, che la teneva tra le braccia
con
fare protettivo, come fosse un padre forte e amorevole che si prende
cura della sua bambina e che adesso se ne stava con gli occhi chiusi,
pregando nel silenzio della sua grande anima, con parole che solo la
Dea che governa i venti e le tempeste conosce.
Com' era avvolgente quel tepore emanato dal suo corpo...
Michiru continuò a fissare le nubi che fuggivano via
lasciando
spazio al cielo d'un azzurro intenso. Il vento impietoso che le aveva
messe in fuga si trasformò lentamente in una piacevole
brezza
mentre l' oceano si quietava cantando dolci note sotto un sole radioso,
destatosi all'improvviso dal suo letargo e già pronto
dall'alto del suo celeste regno a far rinascere anime e cose.
Esterrefatta dal paradosso temporale venutasi a creare, la violinista
non potè fare a meno di immaginare quella spiaggia mentre
riprendeva vita, rallegrata dalle voci gioiose dei bambini intenti a
giocare tra gli ombrelloni variopinti con sotto gente incredula e al
contempo felice di vivere quel miracolo piovuto improvvisamente dal
cielo grazie alla preghiera di un angelo.
Haruka riaprì gli occhi lasciando poi scivolare il suo
sguardo
sul volto finalmente sereno della sua donna e sorridendo le disse:
- E' giunta qui per restare, solo per te, amore mio... Questa Estate è solo
per te -
Ciao
a tutti! Questa è la mia primissima one-shot, breve e
sintetica.
L'ho scritta subito dopo un temporale estivo, immaginando
così l'improvviso ritorno dell'Estate in pieno Novembre,
cercando di mettere
insieme poesia e narrativa. Il mio punto di vista
è quello di un pesce fuor d'acqua ma per me l'Estate
è anche questo: un periodo di rinascita dall'Inverno che
c'è fuori e dentro di noi. Eh eh, ho ancora tanto da
imparare, lo
ammetto...
|