Flame of Wrath

di Belarus
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" Parevano non trovar riposo che nello sforzo, come la fiamma non trova la vita che nella combustione "
Gabriele D'Annunzio - Il piacere -







Era di nuovo davanti a lui. Sveglio. Cosciente. Caldo. Lo aveva visto dormire un sonno non volontario, da cui credeva di non vederlo più svegliarsi. Eppure quegli occhi non si erano mai chiusi.
Per uno strano moto di risentimento e colpa, si era ostinato a credere che lui, un giorno, lo avrebbe di nuovo insultato. Si era illuso di sentire pronunciare da quelle labbra il suo nome, ancora una volta. Lo aveva custodito e protetto come il più prezioso dei tesori, aveva deciso di dedicare la sua vita a lui e per questo ogni giorno, passava metà della sua giornata a fissare quella tomba di ghiaccio. Era stata in parte colpa sua, ne era consapevole. E proprio per questo motivo, non si era mai azzardato a muovere un solo muscolo per distruggere quella cassa da morto. Non avrebbe sopportato di sapersi inutile, di nuovo.
Eppure lui era lì. Respirava, lo sentiva sul viso quel calore. Si sentiva improvvisamente più leggero, più libero, più vivo.




<< Sawada Tsunayoshi...>>
<< Xanxus...>>
<< Alza il culo, feccia, e portamelo...ora! >>




Si era sbagliato. Illuso di poterlo rivedere. Ma lui non era lì, non aveva smesso di dormire, non si era mai svegliato da quel sonno di morte. Si rialzò barcollando, i passi, che echeggiavano irritanti per il grande sotterraneo buio. Aveva promesso di servirlo, di renderlo il nuovo Boss della famiglia Vongola. Aveva giurato eterna fedeltà e si sarebbe gettato all'inferno pur di fargli raggiungere il suo scopo.
Si voltò sulla soglia della porta. Avrebbe aiutato quella sua fiamma d'ira a distruggersi da sola. L'avrebbe fatta bruciare talmente in fretta da rendersi complice di quella follia. Lo avrebbe aiutato in qualsiasi modo in ogni momento, anche in quello.
Anche se Xanxus, non si era mai risvegliato.











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