Ciao
a tutti..
Lo
so, lo so.. molti di voi aprendo questo capitolo avranno fatto mille
scongiuri.. io stessa avevo pensato di passare dal XVI al XVIII, ma che volete farci.. alla fine ho optato per
inserire questo fantomatico capitolo diciassettesimo…
Si
intitola la “Resa dei conti” perché è uno di quei capitoli importanti in cui,
ve ne accorgerete, tutti i nodi della storia (tutti o quasi..) vengono al
pettine…
Be,
scongiuri a parte, spero che vi piaccia!!
Ciao
Franca!!!
Oddio,
oddio!!! Se mi vedesse la mia prof di latino e greco!! E pensare che ci ha
fatto imparare a memoria un sacco di versi dell’eneide.. come minimo mi
squartava!!
Sono
contenta che ti piace la nuova coppia!!!!
Fammi
sapere!!
Un
bacio!!!
Ciao
Tsubasa!!
E
be, un pò si suspance ci vuole! Anche questo cap non scherza sotto questo punto
di vista.. spero che ti piaccia!!! Mi raccomando fammi sapere!
Un
bacio!!!
Ciao
Damynex!!!!
Sono
stra mega contenta che ti identifichi in uno dei mie personaggi!! Significa che
l’ho reso credibile!!! Chi sa, chi sa… spero che questo cap ti piaccia!!!!!
Un
bacio!!!
Buona
Lettura,
Diomache
PROFUMO DI MENTA
CAPITOLO
XVII: LA RESA DEI CONTI
I ragazzi continuano a ballare, spronati dalla musica
ritmata e cadenzata che sottolinea i loro movimenti e li spinge a scatenarsi, a
sciogliersi, a dimenticarsi dei problemi, solo a divertirsi, così,
semplicemente, assieme a chi si vuole più bene. In questo istante le risate dei
quattro ragazzi sembrano quasi sovrastare la musica… nessuno era riuscito a trattenersi
quando una biondona da paura si era messa a corteggiare Tom e Rose, un po’
sfacciatamente, gli aveva detto di levarsi immediatamente dalle scatole prima
che gli tirasse in faccia il cocktail
alla fragola che aveva appena acquistato.
Il gesto le fa guadagnare un bacio appassionato dal
ragazzo, divertito e compiaciuto da quelle piccole, dolci, manifestazioni
d’amore.
Improvvisamente si ritrovano vicino a tutto il gruppo –
già denominato da Hud. “ i malfamati”.- e tutti iniziano a ballare, tranne il tedesco
che si apparta proprio con la biondona che aveva fatto buca con Tom.
Ma molto presto il classico gruppo, già allargato dalla
presenza di Hudson, viene arricchito di nuovo da un’altra presenza femminile.
La ragazza si avvicina di soppiatto, era da circa un’oretta che aspettava un
momento di più confusione per poter ravvicinarsi a lui. Si affianca a lui
ancheggiando, scrutandolo con i suoi penetranti occhi nocciola. Tom si accorge
di lei per caso.
Si volta e la vede, bellissima e sensuale, stretta in un
corto e scollato abito nero. Lei gli sorride.
“ehi, anche tu qua..” mormora Ginny parlando lentamente.
Nonostante la musica le sue parole sembrano essere comunque udibili. Tom le
sorride con un sorriso un po’ tirato e di circostanza e la saluta, così, a
mezza bocca. Non le fa molto piacere rivederla, sinceramente. “ciao.”
“vorrei parlarti, Tom..- chiede la giovane prendendolo per
un braccio. Prevede le sue resistenze e subito lo anticipa.- solo il tempo di
due parole, ti giuro. Devo chiarire delle cose con te.” Conclude la ragazza.
Tom lancia un veloce sguardo verso Rose che scherza
animatamente con Hudson e Dawson. Sospira e segue Ginny verso un angolo un po’
più appartato del giardino.
Sbuffa, quando, arrivati proprio dietro ad uno degli
alberi, lei si volta e si mette a fissarlo.
“avanti, Ginny, che mi devi dire?” il suo tono è
palesemente scocciato. La ragazza gli sorride, gli prende una mano e poi si
avvicina con l’intento di baciarlo ma il ragazzo arretra in tempo,
distanziandosi da lei.
“Ginny.- la voce di Tom suona dura e fredda. – mi sembrava
di essere stato chiaro..”
La ragazza lo guarda e scoppia a ridere. “su, Tom, ma
perché continui a prendere tutto così sul serio?” domanda lei avvicinandosi di
nuovo, sempre di più. “quella puttanella, ti ha fatto proprio il lavaggio del
cervello, eh?”
Il ragazzo, in uno scatto di rabbia, le afferra il polso,
con violenza. “faresti meglio a moderare il linguaggio, o io ti faccio
rimangiare quello che hai detto, parola per parola..” la pressione sul suo
polso si fa sempre più forte tanto che il volto della ragazza si inizia a
contorcere in una smorfia di dolore. Il ragazzo lascia la presa, si volta e sta
per andarsene, quando la giovane lo ferma di nuovo.
Scocciato, Tom torna a guardarla.
“è inutile che continui a fingere, sai? C’è ancora
attrazione tra di noi, io la sento! E la senti anche tu.. e mi vuoi anche tu,
ma perché non fai altro che mentire!!”
“Ginny mi hai stancato!!!Se è questo che dovevi dirmi non
abbiamo più niente da dirci!”
“se è lei che ti preoccupa.. stai tranquillo, non saprà
niente.... rimarrà un nostro segreto.” sussurra.
Tom, brusco, la distanzia da se per l’ennesima volta.
“adesso basta.” dice, ad alta voce, osservandola negli occhi. “ti sbagli.
L’altra sera ero solo un po’ sbronzo. Io non ti voglio, Ginny. non voglio
andare a letto con te, sono stato chiaro?” si sofferma sulle parole,
lentamente, con lo scopo di ferirla.
E no, e adesso basta!!
Non ne può più né
di lei, né delle sue stupide proposte!!!!
La ragazza sembra osservarlo, sconcertata e ferita.
“e adesso vattene” mormora Tom, distogliendo lo sguardo.
Se la ricordava un po’ troia, ma così!
Ginny lo guarda con odio. Disprezzo e umiliazione sembrano
quasi sopraffarla, tanto che vorrebbe gridare dalla rabbia che prova. L’ha
rifiutata! L’ha rifiutata! Non riesce a crederci…
Ma chi ti credi di essere, Tom? Io potrei averne a
centinaia di uomini come te!!!
Vuoi la guerra, eh? E va bene, peggio per te.
Si volta e, facendo un po’ di slalom tra la gente, si
allontana velocemente da Tom, con uno sguardo deciso, arrabbiato, pieno di
vendetta. Gliela farà pagare. Eccome se la pagherà.
Sta ancora camminando quando improvvisamente qualcuno la
urta con una spalla.
Ginny si volta di scatto e con immensa sorpresa si trova
davanti Rose che, avendo chiesto di Tom e avendole Dawson indicatole quella
direzione, si stava dirigendo proprio verso di loro.
“ciao..”mormora Rose con un sorriso un po’ tirato. Che
palle questa, sempre di mezzo deve stare?
Ginny non risponde, invasa dalla rabbia. Fissa l’acqua
della piscina, lì vicina a loro, senza dire una parola. Rose nega con il capo,
sospira e fa per allontanarsi da quella squilibrata quando la rossa la afferra
rabbiosamente per un braccio.
“ferma. Dove credi di andare..” le ringhia contro la
ragazza, costringendola a voltarsi verso di lei. Rose, stupita, si volta
immediatamente, osservandola negli occhi. “cosa?”
Ginny scoppia a ridere. “ti credi tanto sicura, vero? Tu e
la tua grande storia d’amore!! Pensate tutti di avere l’amore in tasca e di
poter sputare sopra a tutto il resto, no?- Rose la guarda, sempre più
incredula: ma che diavolo sta dicendo adesso?-
e non fare quella faccia!!” le urla contro Ginny, fuori di se.
Qualsiasi altra brava ragazza se ne sarebbe andata senza
attaccare troppo discorso.. si sa, con i pazzi o gli si da ragione o li si
ignora… magari anche Rose avesse fatto così…
“senti.- la interrompe.- si può sapere che cazzo vuoi?”
“voglio che tu non esista, stupida sgualdrina!!!- urla
l’altra.- ma certo, tu, con la tua solita aria da angioletto, con la tua aurea
di perfezione, di ragazza innamorata, chi cazzo ti credi di essere?”
Rose inizia a scaldarsi sul serio. Non si può mica sorbire
gli sfoghi di tutte le mezze rimbecillite che incontra in giro, per la
miseria!!!!
“oh ma adesso mi hai rotto, ma come ti permetti, stupida
incannata che non sei altro!!! Dì un po’, di che ti sei fatta questa sera??”
“sei una stronza!! E le stronze come te meritano tutte che
gli vengano messi i corni, quindi è meglio che non te la prendi troppo con Tom,
io lo capisco!!- Rose si blocca un istante, aggrotta la fronte.- oh, già ma tu
non lo sai…io e Tom, l’altra sera ci siamo baciati!”
Rose sbianca un istante. *calma, calma…-pensa – ti sta
solo prendendo in giro..*
“mi dispiace.- risponde con un falso sorriso.- ma io alle
tue cazzate non ci credo, chiaro?”
“certo, è molto comodo, no? Infondo tu sei arrivata e ci
hai visto un po’ arrabbiati, non puoi crederci!! Ma ti ha detto Tom perché
avevamo litigato? No, vero? Be, non ti preoccupare, te lo dico io… volevamo
fare l’amore e io gli avevo chiesto di andare a casa mia ma lui mi ha detto che
non voleva allontanarsi dalla festa, così mi aveva proposto di entrare in una
camera di Dawson, ma poi..”
“tutte bugie, tu..”
“certo, certo. La verità è che io e Tom stavamo per andare
a letto insieme!! Siamo stati a baciarci su quella panchina per chi sa quanto
tempo!! Se ci pensi bene, Rose, non puoi non crederci, devi averlo notato che
prima di andare via ci siamo scambiati molti sguardi….”
Rose deglutisce. Cielo, è vero. Quello sguardo strano, un
po’ complice, un po’ irato, l’aveva colto bene. Fin troppo bene.
“ehi, Rose, mi ha detto Hud di dirti che è andata a
prendere qualcosa al bar…- esclama Dawson giunto con Harry lì accanto alle due
ragazze, sul bordo della piscina. Il moro nota il suo volto tirato.- ehi, tutto
bene?”
Rose alza gli occhi e dice, tagliente. “ tutto a posto.
Sto ascoltando lo sproloquio di questa drogata”
“ ti rode, eh, brutta cornuta!!!” esclama Ginny
avvicinandosi minacciosamente a lei.
“oh, oh.- esclama Harry.- calmatevi ragazze che mi
sembrate belle che agitate ‘sta sera..”
“tu fatti i cazzi tuoi, questa è una cosa tra di noi!”
esclama la rossa, fuori di se dalla rabbia.
“mi dispiace, tesoro,
ma io me ne vado, non mi va di ascoltarti ancora per molto..” dichiara
Rose voltandosi di scatto. Ginny la prende per una spalla e le da uno spintone.
“dove cazzo vai, puttana?”
“puttana a me?- questa volta Rose sente la calma e
l’autocontrollo allontanarsi velocemente.- è dal primo giorno che sei tornata
che giri intorno al mio uomo come una cagna in calore, mi fai schifo!”
“Harry, và un po’ a cercare Tom che qui finisce male..”
sussurra il ragazzo moro, sia divertito che preoccupato da quella situazione.
“Tom?”
“Tom, Hudson, Michael, chi ti pare basta che li chiami che
si stanno perdendo una scena da film!”
La discussione continua, volano parole grosse,
inghiottite, però, dal rumore rombante della musica e nascoste, quindi, tranne
che hai più stretti, a tutti gli altri.
Ginny da di nuovo una spinta alla ragazza, la prende per
la vita e la spinge di nuovo.
Tom arriva proprio in quell’istante e stupito,
meravigliato vede Rose che, in preda alla rabbia, grida. “adesso basta, mi hai
proprio stufato!” e con una spinta fa
volare la rivale dritta dritta nella
piscina.
Gli spruzzi d’acqua sollevati da Ginny bagnano leggermente
i presenti.
“vai, Rose, sei un mito!!” urla Dawson aprendo un coretto,
subito seguito ed imitato da Harry e il tedesco che, sopraggiunto da una
frazione di secondo, aveva avuto l’onore di vedere il volo della rossa nella
piscina. Subito tutta la gente lì intorno si mette ad osservare Rose e scoppia
un fragoroso applauso. Anche Hudson arriva. “Rose.. oddio, ma chi hai buttato
in piscina! Chi è quella ragazza?”
“non la conosci?- le spiega Michael- si chiama Ginny, è
una ex di Tom.”
“ah.” Conclude la riccia. Ora tutto torna.
Tom si avvicina alla ragazza, ancora stravolta. “ehi ma..”
La ragazza si volta, arrabbiata nera, gli urla contro “sei
uno stronzo!” per poi allontanarsi velocemente. Hudson fa per seguirla ma
Michael la blocca in tempo.
“lascia stare. Devono chiarirsi.” Sussurra il ragazzo
castano.
Tom, con il cuore in gola, segue velocemente la sua
ragazza che si è immersa nel mare di folla.
Rose corre velocemente separando, per quello che è possibile,
la gente, mentre sente mille e mille sentimenti che si alternano vorticosamente
nella sua mente, mille sensazioni, mille pensieri.
È costretta a fermarsi, però, a riprendere il contatto con
la realtà quando si sente afferrata per un polso e con uno strattone si ferma,
voltandosi.
Tom.
Lo sapeva che era lui. Ha gli occhi lucidi, tristi,
preoccupati. Forse è in ansia perché ha scoperto tutto. O magari è arrabbiato
per la sua reazione e vuole dirgliene di tutti i colori. Ma perché non la
lascia in pace?
“vattene” mormora lei, triste. “voglio stare da sola.”
“no” la contraddice lui mentre, stranamente, la musica
frenetica della disco si interrompe e viene messa una dolce canzone d’amore e
tutte le coppie iniziano a ballare strette. “io ti devo parlare.”
“e io non voglio ascoltarti.” Ribatte lei, ma debolmente.
Il ragazzo le prende la mano, dolcemente. “Rose, ti
prego.”
Si osservano qualche istante negli occhi. Sospirando, la
ragazza acconsente. Si dirigono verso una panchina dietro un grande albero del
giardino, circondata da una serie di ciclamini.
Tom parla, le spiega. Le racconta la verità, tutta questa
volta, riguardo quella serata mentre lei lo osserva con i suoi occhi gelidi e
rabbrividisce quando le vede cadere da quegli occhioni verdi una silenziosa
lacrima che le riga la guancia fino a cadere sul maglioncino beje.
“è vero quello che
mi hai detto?” domanda la ragazza ma nella sua voce non c’è più tanto astio.
Tom annuisce e le accarezza lentamente il volto, pronto,
però, a ritirarsi ad un suo cenno di
fastidio. Oh, Rose, che bel viso che hai..
un viso che non vorrei mai vedere piangere, venderei la mia anima perché
non smettessi mai di sorride, di amarmi, di farmi sentire speciale, migliore.
“ti prego, perdonami. È stato un attimo, io.. io non
voglio perderti per questo.” Mormora.
“ma perché non me lo hai detto subito, perché mi hai
mentito?”
“ho sbagliato, lo ammetto. Dovevo dirti tutto subito ma
poi ho visto che tu eri venuta lì per me e non me la sono sentito di dirtelo.
Ho preferito archiviarlo anche perché per me non era stato di nessuna
importanza.”
Gli occhi verdi di lei tornano ad osservarlo. Si trovano
molto vicini, lui che le accarezza il dorso di una mano, delicatamente.
Che deve fare, per la miseriaccia? Si passa una mano tra i
capelli. È evidente che quella Ginny l’aveva messo tutto a modo suo per
dividerli… se davvero tra di loro c’era una relazione l’avrebbe tenuta
nascosta… cielo, ma perché la vita e l’amore sono così complicati?
E pensare che aveva creduto che la giornata fosse poco
movimentata!!
“Rose, guardami.- Tom le alza il viso e, nei suoi limpidi
occhi blu, Rose non può fare a meno di leggere la sincerità e l’angoscia del
suo ragazzo.- io amo solo te, lo sai..”
Osando un po’, forse, Tom si avvicina alle sue labbra. Le
sfiora la pelle, le labbra, attende che lei faccia qualcosa. Rose rimane
passiva, ferma, immobile. Tom osa di più, le sfiora con il naso la pelle e poi
tenta di baciarla. Il loro è un piccolo contatto, lui le prende il capo tra le
mani, ma lei rimane di nuovo immobile. Con un nodo alla gola Tom si allontana
da lei, ma proprio in quell’istante
Rose gli prende il capo tra le mani e lo attrae alle sua labbra. Si baciano
appassionatamente, si stringono come se si fossero ritrovati dopo tanto tempo.
Si dividono dolcemente, poi, ancora con gli occhi socchiusi, ancora vicinissimi
e silenziosi, rimangono a fissarsi.
Ma prima che Tom possa dire qualcosa, Rose gli molla uno
schiaffo sulla guancia.
Il ragazzo lo incassa completamente, colto alla
sprovvista.
Poi la fissa, incredulo.
Rose scoppia a ridere. “non fare quella faccia.- dice.- te
lo meriti tutto!!!”
Anche Tom ride,ora, mentre la abbraccia di nuovo.
Tra le sue braccia, Rose, un pò più lucida, rimette
insieme mentalmente tutto quello che le è accaduto.
Ancora non riesce a crederci.. ha buttato Ginny in
piscina!! Al solo pensiero scoppia a ridere.
“vuoi farmi partecipe del tuo divertimento?”
“me l’ho rivista davanti.- dice lei faticando a parlare a
causa delle risa.- mentre cadeva..”
La sua risata argentina contagia anche il ragazzo che
esclama. “cazzo, però, meni, eh?”
“tu non mi conosci…”
“certo che ti conosco. Quando Harry mi è venuto a cercare
e mi ha detto che vi stavate prendendo a capelli, mi sono precipitato! Già mi
ti immaginavo!!!”
Rose sorride. “ma dai, esagerato! Non ci stavamo prendendo
a capelli.. lei mi ha solo spinto un paio di volte e mi ha graffiato..”
“ti ha graffiato? Dove?”
“qui..” la ragazza si alza un po’ la maglia mostrandogli un graffio rosso proprio sopra
l’osso dell’anca che sporge leggermente dal suo fianco. Tom osserva
silenziosamente la piccola escoriazione, poi si abbassa e bacia quel segno
rosso, dolcemente, con piccoli baci che lo ripercorrono. Rose sorride a quel
dolcissimo contatto fisico.
La discoteca trasmette, ora, la bella canzone “la camicia
negra”.
Rose si alza di scatto. “dai, andiamo a ballare?” domanda
con uno sguardo malizioso. Tom inarca un sopracciglio e incrocia le braccia.
“no, non mi va.” La provoca.
Rose inizia a ballare sensualmente, lo prende per mano e
senza tanti complimenti lo trascina tra la folla. E Tom, di nuovo allegro e
tranquillo, si lascia trascinare dalla sua coinvolgente esuberanza.
“oh, sono preoccupata!- esclama Hudson, seduta su una
sdraio accanto a Michael- ancora non si vedono!”
“ma dai, staranno a fare le coccole da qualche parte!”
esclama il riccio mentre si avvicina di più alla ragazza. Hudson esibisce
un’espressione molto dubbiosa. “se
conosco bene Rose, minimo minimo gli ha dato uno schiaffo!”
“e be, anche uno schiaffo dato bene nel momento giusto può
essere utile!! E poi Rose e Tom litigano in continuazione ma si amano, si sa!”
dice con enfasi il ragazzo mentre osserva delicatamente la sua bella
interlocutrice. Hudson sospira e sorride. “ma si. Forse è come dici tu.”
Michael fa un sorso dell’alcolico che ha appena
acquistato, poi le chiede. “ti sei divertita questa sera?”
“moltissimo.- confessa la ragazza.- sono stata davvero
molto bene.” dice, poi, presa dalla curiosità, gli chiede. “dì un po’.. ma è
vero che sei in crisi?”
“No. – risponde Michael,tranquillamente.- Tu?”
“no.- ribadisce lei con un sorriso tirato. Rose,questa me
la paghi!.- sai, è incredibile quello che si possono inventare le amiche…”
“o gli amici.- conclude Michael.- ma sinceramente non
penso che mi lamenterò con Tom..” sussurra avvicinandosi di più al volto di
lei. Gli occhi neri della ragazza lo guardano attentamente.
I loro volti, ora, si trovano a pochi centimetri e lei può
finalmente scrutare i suoi lineamenti gentili e confidenziali mentre lui si
immerge nella buia profondità dei suoi occhi scuri.
“e tu?- sussurra il ragazzo mentre, audacemente, le
accarezza la guancia .- tu ti lamenterai con Rose?”
Hud sente il respiro mancarle e i battiti del cuore
accelerarle velocemente mentre, a quella distanza davvero troppo pericolosa, si
sente quasi mancare, come se le girasse
la testa. Cavoli ma che le sta succedendo? E poi cosa deve rispondere?
Ammettere di essere interessata a lui?
Forse si sta lasciando andare, forse sta correndo un po’
troppo, accidenti, così non va, non è razionalmente accettabile. Al primo
appuntamento non si può ammettere di essersi infatuati di una persona. Sa che
se risponderà di no, si baceranno, ne è sicura. Lo legge negli occhi di lui e
sicuramente lui lo vede dai suoi. D’altra parte Michael non si sarebbe mai
permesso di avvicinarsi così tanto, di accarezzarle una guancia, se non avesse
percepito il suo coinvolgimento.
Cielo, ma è davvero così evidente?
No, non si può, non si deve. Adesso dirà che se la
prenderà con Rose, lui penserà che lei non è interessata e tutto finirà così.
tutto tornerà alla normalità, lei riprenderà bene lo studio e non ci sarà
nessuno sconvolgimento affettivo. Si, è la cosa più giusta da fare. Infondo lei
adesso non può permettersi di distrarsi, deve studiare! E poi, così, al primo
appuntamento che poi, per giunta, non è un vero appuntamento ma è un’uscita a
quattro!! No, certo che no. Per baciare una persona bisogna conoscerla meglio,
bisogna frequentarla di più. E poi bisogna essere innamorati!
E lei non lo è. O si?
Improvvisamente, come un fulmine al ciel sereno, si rende
conto che sta riflettendo con la ragione, al solito. Le viene in mente una di
quelle frasi che ragazze come Rose fanno subito proprie, come: ‘il cuore ha ragioni, che la ragione non
conosce.’
Forse è vero. Così, per la prima volta, in tutta la sua
vita, si butta. “no.- sussurra dopo quei secondi d’attesa.- credo proprio che
non lo farò.”
Michael sorride ora. Si avvicina di più, la sua mano
destra si posiziona dolcemente sulla sua guancia. E poi, finalmente, si
baciano. È un piccolo contatto, all’inizio, poi i due giovani iniziano un po’ a
giocare con le rispettive labbra, finché, sorridenti, si separano mentre non
smettono di fissarsi negli occhi. Non può crederci, l’ha fatto! Anche Michael sembra
contento e stupito quanto lei. Forse nemmeno lui pensava che una persona
razionale come Hud si sarebbe lasciata andare, anche se per un piccolissimo
bacio.
“ma dove ti sei nascosta in tutto questo tempo?” le
mormora il ragazzo, non accennando minimamente a distanziarsi. Lei sorride,
semplicemente.
“spero.- riprende lui.- che mi concederai un secondo
appuntamento. Da soli, questa volta.”
“vedremo.” Risponde lei, maliziosa, con il voluto intento
di tenerlo un po’ sulle spine.
In quell’istante arrivano Tom e Rose che si avvicinano,
mano alla mano, ai due. La prima reazione di Hud è quella di distanziarsi,
imbarazzata. Ne parlerà più tardi, a Rose, ora non è proprio il momento.
“ehi.- esordisce Michael, per nulla impacciato.- vedo che
avete fatto pace, eh?”
I due giovani si scambiano una velocissima occhiata, poi
la giovane annuisce e continua dicendo. “io andrei, raga, sono stanca.. per
questa sera ho deciso che mi basta tutto quello che è successo!”
Hudson scoppia a ridere, mentre si alza anche lei. “si, è
vero. Anch’io sono sfinita.”
“ok, andiamo” dice Michael, accondiscendente, lanciando
una velocissima occhiata alla ragazza bruna. Il quartetto si avvia all’uscita
ma Rose questa volta sale dietro Tom, lasciando l’amica sola.
“ci vediamo domani, allora, va bene?” esclama la giovane
allacciando il casco.
“ok- concorda la riccia.- mi raccomando, ci troviamo
davanti all’università...PUNTUALE!”
Rose annuisce mentre si sistema dietro il suo uomo,
cingendogli la schiena.
“e io e te come rimaniamo?” domanda Michael sottovoce
approfittando della distrazione degli altri due. Hudson gli sorride: sperava
che glielo chiedesse.
“dammi il cellulare.” Risponde frettolosamente la riccia
e, una volta avuto il nuovissimo modello del portatile di Michael, inizia a
smanettare qualche secondo, poi glielo ridà velocemente.
“ti ho inserito il mio numero. Chiamami.” Conclude
arrossendo lievemente
Quando anche Michael e Hudson sono a bordo delle
rispettive ‘cavalcature’ le tre moto sfrecciano via rombanti allontanandosi chi
più velocemente chi meno, dalla grande, magica discoteca.
La ragazza si rigira per l’ennesima volta tra le coperte,
tutta presa a rivivere mentalmente tutto quello che le è capitato nella serata…
stringe di più le coperte a se, mentre si gode uno degli ultimi raggi lunari.
Già, è quasi l’alba. Si sforza di
prendere sonno, di nuovo, inutilmente. Non ci prova nemmeno a contare le
pecore, tanto lo sa per esperienza che sono tutte baggianate, non funzionano affatto.. come era accaduto la notte
di Natale.. . quando aveva avuto Tom che dormiva in divano, il giorno in cui si
erano messi insieme. Ecco, lo sapeva.
Qualunque cosa pensi, prima o poi il discorso verte sempre
su di lui!
Sorridendo, si posiziona meglio il cuscino.
Adesso che ci pensa, tutti i casini della sua vita sono
iniziati da quando l’ha conosciuto.
L’improvviso vibrare del telefono la fa sobbalzare. I suoi
occhi verdi scorgono la luce del cellulare proprio lì vicino, sul suo comodino.
Allungando un braccio lo prende e legge l’sms appena arrivato. È di Tom. “buona
notte amore mio…” sorride mentre scorre le lettere, poi risponde velocemente.
“sei uno stronzo.”
Tom inarca un sopracciglio mentre, seduto a torso nudo sul
letto, legge la risposta della ragazza.
Però, siamo di buonumore…
Il cellulare del ragazzo vibra di nuovo. “ma ti amo lo
stesso.”
“ti penso, non riesco a dormire.” La luce artificiale
illumina gli occhi della ragazza, intenti a leggere questo nuovo messaggio.
“troppo prevedibile..” risponde lei. Tom sorride,
divertito.
“siamo sempre sul piede di guerra, vedo..”
“sempre. Se vuoi farti
perdonare devi dirmi qualcosa di davvero carino.”
Tom inclina la testa di lato. E va bene…
Questo messaggio si fa attendere un po’ più degli altri.
“le curve delle tue labbra hanno riscritto la storia.”
Rose legge sorridendo.
“bellissimo ma non vale. È Oscar Wilde. Qualcosa di tuo?”
Siamo sempre più esigenti, eh?
“non sono un poeta.”risponde lui.
“l’amore rende poeta chiunque.” È la risposta sferzante di
lei.
Tom ricerca tra tutte le sue conoscenze, nei cassetti dei
suoi ricordi. E poi trova una frase. Non è scritta da un poeta e non l’ha
scritta nemmeno lui. L’ha scritta suo nonno, in una lettera indirizzata a sua
nonna. Non l’ha scritta lui ma comunque è in famiglia.
La giovane trattiene quasi il fiato quando sente il
cellulare vibrare di nuovo. Legge:
“Se fossi un gigante ti porterei sulle mie spalle. Se
fossi un’aquila sulle mie ali.. ma sono solo un uomo e ti porto nel cuore.”
Si sente quasi commossa. “è davvero bellissimo.- risponde.
– Ti amo.”
Tom sorride dolcemente. “ti amo anch’io.”
La ragazza si accuccia meglio tra le coperte e quando
finalmente prende sonno, sulle sue labbra resta dipinto il suo bellissimo
sorriso.
Il vento scompiglia allegramente la chioma riccia di
Hudson mentre aspetta, braccia conserte, davanti alla facoltà di biologia, che
esca la sua amica. Sempre in ritardo, ma è possibile!
Forse ha ragione Tom, Rose il ritardo ce l’ha proprio
nelle vene…
Stanca, si appoggia con la schiena all’automobile mentre
dà un’occhiata all’orologio. Ben venti minuti di ritardo, non c’è male!!
L’improvviso suono del cellulare la desta improvvisamente dalla sua apatia.
“giuro che se mi chiama per disdire la uccido!” esclama prendendo la borsa ed
iniziando a cercare il cellulare.
Lo trova ma nota che non è il numero di Rose che la sta
chiamando. È un numero sconosciuto.
E se fosse… ma no, non può essere Michael. Non di già,
almeno. Eppure, perché no, potrebbe anche essere il suo numero. Con il cuore
pieno di speranza preme il tasto con la cornetta verde.
“pronto?”
“pronto, parlo con il signor Wilbur?” la voce è bassa,
rauca e pure impertinente. Per Hudson è come se gli cadesse un pianoforte in
testa, come quelli dei cartoni animati. Ecco, speranza uccisa.
“no, ha sbagliato numero!” risponde, aggressiva, chiudendo
la chiamata.
In quell’istante arriva il solito tornado di allegria, una
delle poche ragazze esistenti a questo mondo capaci di passare, in pochi
secondi, dal buonumore più spensierato all’ira più funesta.
“ehi, Hud!” prima ancora di vedere la ragazza che, vestita
in jeans e con una sbarazzina coda di cavallo, era giunta lì vicino a lei,
Hudson sente la sua manata dietro le spalle.
Già, dimentica sempre che Rose ha un passato da fitboxe.
“ciao ritardataria!” esclama, un po’ acida. “ma tu l’orologio
proprio mai , eh?”
“l’orologio ce l’ho, solo che..”
“allora dagli un’occhiatina una volta ogni tanto, guarda
che non morde!” esclama entrando in auto.
Rose corruga la fronte, poi entra anche lei. “ehi, sei di
cattivo umore?”
“no, solo che è tardissimo!” dice sbrigativamente. Più che
il ritardo di Rose, a cui ormai ha fatto il callo, le rode la mancata chiamata
di Michael…
“e che ti fregaaaaaaa” esclama la ragazza abbassando il
vano con lo specchietto. “miseria, sembra che ti ha morso un serpente! Da dove
ti viene tutto questo acido mattutino?”
“sei tu la dottoressa, no?”
“biologa, prego. E comunque per una decina di minuti, il
centro commerciale non scappa!”
“ma dobbiamo andare dall’altra parte di New York!” esclama
Hudson, ancora un po’ innervosita.
“e mamma mia, che ansia, Hud!!- dice Rose, con enfasi, .-
mi sembri mia nonna! Dai, accosta che guido io, così lo recuperiamo il
ritardo.”
“No.- urla Hudson e allo sguardo sconcertato dell’amica,
riprende, più tenera.- volevo dire, non mi pare il caso, ormai ho cominciato io
a guidare e poi non così tardi..”
Il occhi verdi di Rose si tingono di sconcerto. “tu non
stai bene, lo sai vero?”
Le due ragazze scoppiano a ridere, poi Rose accende la
radio e nella piccola auto di Hudson si diffondono le note di Anastacia e le
giovani iniziano a cantare più o meno a squarciagola una delle canzoni della
cantante.
“ehi!- esclama improvvisamente Rose.- non mi hai
raccontato niente di ieri sera!! Non che voglia farmi i fatti tuoi ma…”
Hudson sorride sotto i baffi. Noooo, figurati se non sei
curiosa, tu….
“bah, niente di importante..”
“ma ti sei annoiata?”
A questo punto la ragazza mora, com’è normale che accada
in questi casi, capitola. È più forte di lei, quando si trova davanti a Rose,
davanti a quegli occhi inquisitori, non può fare a meno di spiattellare tutto
quello che le è accaduto. Forse Rose ha sbagliato mestiere, avrebbe dovuto fare
la poliziotta… già si immagina i suoi interrogatori!!
“ehi, parlo con te!!!!!” La ragazza castana le dà lo
sveglia marmotte per l’ennesima volta.
“veramente, sono successe un po’ di cose..”
“cosa?”
Inizia il terzo grado.
Hud sospira.
Rose la osserva, impaziente, come un bambino osserva la
mamma che si è avvicinata al barattolo di nutella. “Hudson, ti prego, ti odio
quando fai così! guarda che a Tom, una volta, gli ho dato un pugno su una
spalla perché mi ha detto che mi doveva dire una cosa e poi non me l’ha detta
più! Odio queste cose! Mi fai andare la curiosità a mille e non lo sopporto!
Odio, odio, odio!”
“mi sembri Maga Magò della Spada della Roccia!”
“guarda che io sono peggio, eh?- esclama Rose, ridendo per
il paragone- eddaaaii”
“e va bene. io e Michael.. ci siamo baciati.”
“COOOOOSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAA???????????- esclama la
giovane dagli occhi di smeraldo, urlando.- MA E’ UNA NOTIZIA BELLISSIMA!!!!!!”
“Rose, ti prego..”
“quando, dove, come, perché, raccontami tutto!”
Hudson sospira. Certo a volte la sua curiosità è davvero
disarmante. Lentamente, inizia a snocciolare quello che era accaduto, i suoi
dubbi, le sue paure, ma anche il modo in cui, pensando a lei e alle sue
massime, aveva trovato la forza di lasciarsi andare.
“oh, non ci posso credere.- mormora Rose sistemandosi i
capelli.- ti sto plasmando!”
“cala, cala, Merlino!” ribatte Hudson citando una battuta
dello stesso cartone di prima.
“e adesso come siete rimasti?”
“mi ha detto che mi chiama e…” in quell’istante il
cellulare di Hudson vibra di nuovo.
La ragazza, con un sospiro, prende il cellulare e lo da a
Rose che la guarda, stupida.
“vedi, un po’, se è il suo numero..”
L’altra scoppia a ridere. “ e io che ne so!! Ti pare che
so a mente tutti i numeri degli amici di Tom!”
La riccia sbuffa e prende il cellulare. Risponde.
“pronto?”
“signor Wilbur?”
Hudson chiude la chiamata senza nemmeno dire una parola.
Rose la guarda interrogativa e la ragazza riprende. “è già la seconda volta che
mi chiama questo, come faccio a spiegargli che non sono ‘sto Wilbur?”
Rose scoppia a ridere, mentre si porta alla bocca una
vigorsol. I suoi occhi verdi cadono improvvisamente sullo specchietto che
riflette l’immagine di un’auto che sta dietro di loro già da un po’. È la
seconda o terza volta che le capita di vederla, riflessa nello specchietto.
Subito il sorriso sul suo viso si spegne. “Hud.- la
chiama, sottovoce.- questa macchina ci sta seguendo da tantissimo tempo..”
La prima reazione della riccia è di scoppiare a ridere ma
poi, quando vede il volto teso dell’amica, anche lei assume un’aria
preoccupata. “dai, ma che dici?”
“giuro. Ci ho fatto caso.”
“magari è solo un’impressione..”
Rose scuote la testa. “prova a svoltare.”
Hudson tira un respiro profondo. “ma..”
“fai come ho detto, gira alla prossima traversa! Se è solo
un’impressione, non gireranno anche loro!”
sebbene non sia molto convinta, Hudson da spago all’amica
e alla prima traversa che incontra alla destra, mette la freccia e svolta. E,
puntuale, anche la macchina dietro gira.
Rose e Hud si scambiano uno sguardo preoccupato.”ma dai..”
sussurra Hudson cercando di autoconvincersi.
“allora fallo di nuovo. Gira adesso, per questa via..
qua..” continua Rose indicandole un’altra traversa. E Hudson obbedisce,
silenziosa. Gira, ancora. E di nuovo l’auto svolta, seguendo la loro vettura
passo passo. Ormai non ci sono più alibi che tengano, è evidente:
quell’automobile le sta seguendo.
“e adesso?” mormora Hudson, sinceramente preoccupata.
“rimettiti sulla strada principale. E andiamo verso il
centro commerciale. Poi vedremo.”
Hudson, diligentemente, riprende la strada principale,
sempre con quei tizi alle calcagna..
Passano una decina di minuti, in completo silenzio, un
silenzio teso ed agitato. Hudson inizia ad agitarsi. “io accelero.” Sussurra
premendo con più forza il piede sull’acceleratore. Rose non dice niente, solo,
fissa con i suoi occhi verdi la macchina dietro di loro.
“si stanno avvicinando.” Dice poco dopo, con un filo di
voce.
“chiamiamo la polizia..” propone Hud, prendendo il
cellulare.
“no, lascia stare. Cosa potresti dire? Che qualcuno forse
ci seguiva? No, lascia stare.”
“ma Rose, allora che facciamo? Tra poco saremo arrivati ed
io, sinceramente, ho paura a scendere..”
“not
panic.” Ribadisce la ragazza facendo appello al suo sangue freddo.
Girano sulla sinistra, anche l’auto gira ma
improvvisamente qualcosa cambia. La strada è poco transitata alle dieci di
mattina, così l ’auto che le sta seguendo inizia a farsi più audace e si mette
sulla corsia per sorpassare. Le ragazze trattengono il fiato. L’auto le
accosta, le supera.
Gli occhi neri di Hudson si posano sugli individui che
guidano l’auto accanto a lei.
Ma purtroppo riesce solo a vedere sommariamente uno dei
due uomini e, in particolare, la sua enorme cicatrice sulla guancia…
Rose allunga la mano ad afferrare quella dell’amica che,
invece, è posizionata sul cambio.
Si guardano. Nei
loro occhi si riflette la medesima paura, la medesima tensione.
L’auto le supera ma rimane sulla corsia del sorpasso, non
si rimette in carreggiata.
Rose ha un’illuminazione.
“Hud, ho capito quello che vogliono fare!!!- urla,
improvvisamente.- presto, frena e torniamo indietro!”
Ma non fa in tempo nemmeno a finire di parlare.
L’auto gira improvvisamente a destra, taglia loro la
strada mettendosi orizzontalmente.
L’impatto è inevitabile.
Fine
diciassettesimo episodio.