AVVERTENZE:il qui presente epilogo è glucosio puro. Puro e
bollito, praticamente caramello. Astenersi diabetici, deboli di stomaco
e odontofobici.
Se decidete di proseguire, sappiate che l’autrice non si
assume responsabilità di sorta. Scollegate i neuroni e buona
lettura!
EPILOGO
In cui si riassumono le fortune della sottoscritta, che fa sempre bene
E allora, questa storia iniziata tanto tempo prima che io nascessi,
com’è finita?
È finita che allo stato attuale delle cose mi chiamo Leah
Custer, ma è una cosa talmente ridicola che uso sempre il
mio nome da ragazza.
È finita che dopo il college mi sono sposata, anche
perché altrimenti Madre me l’avrebbe tirata lunga
una vita; ma tutto sommato è stato un giorno magnifico, e
ovviamente era una giornata di sole. Il mio album di nozze è
qualcosa di apparentemente banale e in realtà
così epico: ci sono gli anziani della tribù
venuti a godersi il matrimonio della lupa e a commentare lo sposo Viso
Pallido; c’è il mio gruppo di amici vecchi e nuovi
che ho ritrovato al college, quelli che di lupi mannari non sanno nulla
ma a fare branco sono maestri indiscutibili; ci sono avvocati
americani, le Migliori Amiche Dello Sposo e perfino persone da Bologna,
Italia, che ridevano spesso e bene ed attaccavano bottone con chiunque,
arrotando tutte le r; ci sono Sam ed Emily e la loro sbrancata di
cuccioli che non stanno mai fermi; ci sono Quil e una Claire dallo
sguardo troppo furbo, Embry e Penny Il Femmino, Paul e Jared con le
rispettive fidanzate, e i piccoli del branco che adesso non sono
più tanto piccoli, tutti in giacca e cravatta tranne David,
che però ha costretto Nate ad indossarla al suo posto;
c’è perfino un cospicuo gruppo di gente troppo
pallida, troppo puzzolente e troppo bella, che lo sposo ha voluto a
tutti i costi perché “ammettilo Leah, sono persone
splendide”, e che è sotto i gazebo in ogni foto
tranne quelle fatte di sera; c’è un Jake elegante,
bello e commosso, e una ragazzina dai capelli rossi che pare farmi una
carezza in volto e invece mi sta mostrando il momento in cui il
suddetto ha finto che gli fosse caduto qualcosa per mascherare le
lacrime agli occhi; c’è Madre che invece piange
senza ritegno al fianco di un ormai onnipresente Charlie Swan;
c’è il mio bouquet illuminato dal sole, sulla
tomba di papà; c’è Seth con un sorriso
che gli taglia la faccia in due, e la sua nuova fidanzata, quella da
cui è stato ben lieto di farsi mettere le manette e che
chiama “Sergente Hartman”, perché era
ovvio che la Donna Ideale di un maschio assomigliasse a sua madre; e
naturalmente ci siamo io e Abraham, che facciamo sfoggio di una
felicità così sfacciata che ci viene da ridere
solo a guardare.
È finita con il college terminato brillantemente, e una
bella serie di articoli, pubblicazioni e perfino un libro sulla
tribù dei Quileute, leggende dei licantropi comprese; quando
Jake, Sam e gli anziani hanno provato ad opporsi ho fatto presente che
tanto ormai i vampiri di mezzo mondo, italiani compresi, sapevano
tutto, e se lo sapevano loro non vedevo che differenza avrebbe fatto il
mio libro, che oltretutto è un trattato che interessa solo
agli antropologi; la tribù ha ceduto e mammà ha
la soddisfazione di poterlo esibire sullo scaffale. Il mio lavoro a
volte mi porta lontano; quando può Abraham mi accompagna,
quando non può basta che chiuda gli occhi e chieda a me
stessa “cosa direbbe adesso?” per immaginare la sua
risposta, che quasi sempre mi fa ridere.
È finita nel mio salotto, con tra le braccia il peso
più leggero del mondo, che chiedo alla mia interlocutrice
come mai secondo lei la mia bambina ha la pelle chiara ed i capelli
biondi, dato che, se la genetica non è
un’opinione, i miei sarebbero i caratteri dominanti.
-Perché si chiama come me, quindi mi somiglia!- risponde lei
in visibilio. Eh, sì, perché
c’è anche questa: Abraham ha deciso che i Cullen
sono benvenuti nella nostra umile dimora, a patto che si annuncino
suonando il campanello ed entrino dalla porta, e dato che i debiti si
pagano, la mia preziosa primogenita si chiama Rose.
È finita con la preziosa e bellissima primogenita
all’asilo ed io ancora sbigottita con in mano
l’ecografia che ritrae due gemelli, mentre Abraham si premura
di mettermi al corrente che sì, in effetti ora che ci pensa
ci sono stati tantissimi parti gemellari nella sua famiglia, e tutti
danno la loro opinione sul nome da dargli: Seth mi impone solo un veto,
perché “Harry Clearwater” lo vuole per
sé ed è giusto così; Jacob mi dice che
gli devo almeno un figlio col suo nome, ma faccio presente che avere in
famiglia “Jack e Rose” mi scatenerebbe il terrore
di farli salire su qualsivoglia imbarcazione per sempre; la Preziosa
Primogenita pretende che almeno uno dei due si chiami Nobody detto Bod
come il protagonista del suo libro preferito (in cui peraltro tale Bod
ha come tutori un vampiro e una licantropa, perche mia figlia ha
già capito da che parte soffia il vento) ed ovviamente siamo
un po’restii ad accontentarla; paradossalmente finora quelli
che hanno avuto più successo sono stati quelli di Rosalie
Hale che, saputa la notizia, ha sibilato: -E per fortuna che era
sterile-, per poi lanciare Romolo e Remo. Abraham ha riso
così tanto che temo che questi soprannomi gli rimarranno
appiccicati per sempre, poveri figli miei.
È finita che ancora non mi fido dell’imprinting, o
forse il Destino ha fatto sì che il mio Uomo Perfetto fosse
quello che non riesco mai a dare per scontato, quindi alla fine di
tutto ciò non posso che ringraziarlo, il mio maledetto
Destino Porco Bastardo.
È finita che la pessimista cronica è rimasta
tale. Perché so benissimo che se si pensa che non possa
andare peggio di così si scopre solo di non aver avuto
abbastanza immaginazione, che quando si tocca il fondo si comincia a
scavare e che potrebbe piovere.
Intanto però mi sto godendo la mia lunga, lunghissima
giornata di sole.
NOTE: Penny
il Femmino, David
e Nate non appartengono a me, ma a Kukiness
e Abraxas. Dato che li ho adorati ed erano lì, a La Push, li
ho infiltrati al matrimonio. Il sergente Hartman sapete tutti chi
è, mi auguro (rispondete “signorsì
signore!”), Jack e Rose sono i protagonisti del film
“Titanic”, il libro preferito di Rose è
“il figlio del cimitero” di Neil Gaiman, il cui
protagonista, Nobody Owens, ha davvero come tutori un vampiro e una
licantropa, oltre a parecchi fantasmi. Non credo che Leah conoscesse la
leggenda di Romolo e Remo, ma suppongo che (dopo aver finito di ridere)
gliel’abbiano raccontata.
E così questa storia è finita, e non è
successo niente. Ah, però io ve l’avevo detto,
vero? E anche vannagio
me l’aveva detto; non che non succede niente, ma che dovevo
pubblicarla. E aveva ragione.
Perché se l’avessi tenuta per me non avrei avuto
le vostre parole, i commenti qui, a voce o in chat, che tante volte
sono stati raggi di sole in giornate stancanti o piene di sclerosi da
stagione estiva. Che vorrei incorniciare e rileggere nei momenti di
scarsa autostima, perché mi avete detto cose davvero
bellissime, ma davvero proprio.
Questa storia è per voi. E a voi che siete passati da qui e
avete letto, avete messo la storia nei preferiti, seguiti o ricordate,
avete lasciato commenti, non vi siete fatti sentire ma vi siete
divertiti, vi siete fatti sentire e anche vedere: per tutte le vostre
parole, per tutte le vostre risate, GRAZIE. Che i vostri giorni di sole
non finiscano mai.
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