In tempi antichi
sulla Terra camminavano il Caos, la Morte ed il Male. Essi si muovevano tra gli
uomini seminando il seme della distruzione nel cuore dell’uomo. Erano incarnati
dal Signore dei Lupi, dei Non morti e dell’Oscura Arte. Un trio le cui gesta si
narrano tuttora con nomi diversi.
Quella che vi sto per narrare è la loro Storia…
Parigi, 1485
In una notte di
quiete assoluta nulla faceva presagire disgrazie. Il cielo era limpido e le
stelle erano dardi incantati nella volta celeste. Il neonato poteva dormire il
sonno dell’innocente e l’anziano fabbro quello del giusto. Ma la pace che
regnava sovrana venne squarciata…
Un grido da una
casa lontana era diventato l’elogio funebre di un morto.
Un’ombra furtiva
saltava di tetto in tetto, senza indugi. Al chiaro della luna piena saltò per
correre sulla strada, sfruttando ogni sporgenza delle case.
Era un uomo alto,
incappucciato dalla testa ai piedi di un nero mantello svolazzante nella brezza
della notte.
Riprese la corsa
da dove era atterrato, seguito a breve distanza da un gruppo di
armigeri iracondi. La vittima di quella notte era il loro comandante. Lo
inseguirono con le picche in pugno, con un ardore che faceva battere forte il
cuore e metteva forza nelle loro gambe.
Destra, sinistra,
destra, di nuovo a sinistra. Un vicolo cieco.
“Finalmente ti
abbiamo catturato schifoso assassino!” Le sentinelle entrarono nel vicolo come un fiume in piena, furibondi ed addolorati.
L’incappucciato
parve poco preoccupato, se non addirittura divertito dalla rabbia delle guardie.
Un leggero sorriso si poteva intravedere da sotto il cappuccio. Un sorriso
privo di gioia e ricco di malvagità.
“Tut-tut. Mi pare
che sia presto per dire chi ha catturato chi.” Rispose
una voce bassa e roca, proveniente da chi sa quale
girone infernale. I soldati si voltarono. Altre due nere figure erano apparse
alle spalle dei soldati. Uno era appoggiato all’angolo della costruzione con
non curanza, l’altro era in piedi con un enorme falce
sulla schiena. Entrambi mostravano un sorriso identico
a quello dell’inseguito.
“Tu cosa dici
Thibaulth?” chiese l’uomo appoggiato al muro. Un basso ringhio di risposta
giunse alle sempre più terrorizzate sentinelle cittadine. Al posto
dell’assassino vi era un enorme lupo mostruoso.
Era in piedi su
due zampe robuste e muscolose, grosse come il petto di un uomo. Una pelliccia
nera come la notte più buia ricopriva il suo corpo e le zanne colanti bava
erano fredde stelle d’acciaio. Gli occhi parevano infuocati, come se il diavolo
vi avesse incastonato le fiamme più rosse dell’Inferno.
Iniziando una
sinfonia infernale fatta di grida i tre mostri assaltarono le guardie. Una di
loro non riuscì neanche a vedere le zanne del lupo che si chiudevano sulla sua
gola, separando la sua testa dal busto, inondando i compagni con il proprio
sangue.
La falce si mostrò
nella sua sinistra bellezza, danzando un valzer che troncava i busti dei suoi
partner, lasciando al suolo uomini con il ventre aperto e le viscere esposte e
sanguinanti.
Quando i sopravvissuti tentarono una fuga disperata,
l’ultimo demonio gli si parò davanti.
Non pareva armato,
ma ad un cenno delle sue mani apparvero lame incandescenti che trafissero gli
occhi dei soldati, distruggendo il loro
cervello ormai colmo di orrori indicibili.
Un attimo dopo che
le guardie erano entrate nel vicolo il silenzio era
finalmente tornato.
“Credi ci abbiano
sentito Albert?” chiese la nera figura appoggiata al
muro.
“Certo, Julius. Altrimenti che divertimento ci sarebbe?" gli
rispose l’altro con la sua voce bassa, pulendo la falce ed assaporando il
sangue fresco che ne scendeva- E tu,Thibaulth, che ne dici?”
Il lupo mostruoso
era tornato uomo, ma non rispose alla domanda. Era
intento ad annusare il profumo della linfa vitale che era stato appena versato.
Ma un altro odore gli assalì le narici.
“Io dico che
dobbiamo andarcene - fu la risposta - c’è un pessimo odore qui vicino.”
Gli altri lo
guardarono delusi per la risposta, speranzosi di divertirsi nuovamente versando
altro sangue lungo le strade.
Scivolarono via
come le ombre all’alba, in una nebbia innaturale e fosca.