Pain

di White Gundam
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Connessione

La mano fredda della madre adottiva era immobile tra le sue fragili mani di bambina. Raine aveva smesso di respirare da più di un'ora ormai, ma lei non voleva credere alla morte, non di nuovo, non ora che aveva appena trovato una nuova famiglia.
"Raine..."
Mormorò, le parole rotte dal pianto che le arrossava gli occhi castani.
"Raine, svegliati!"
La voce era ferita dalla consapevolezza del dramma che si era appena consumato.
La donna con il camice bianco le appoggiò una mano sulla nuca e le prese la manina, staccandola dal corpo bianco di Raine.
"Laguna dov'è?"
La domanda di Ellione rompe la delicatezza del medico, che la trascina bruscamente fuori, stringendole il polso.
"Non nominare quel dannato forestiero! E' solo colpa sua se Raine é morta!"
Ellione l'aveva odiato in quel momento, aveva addirittura sperato che morisse.

Laguna aprì gli occhi, ridestatosi dalla "connessione". Sospiró, appoggiandosi una mano sulla fronte.
"Potrete mai perdonarmi, Elli?"
Si accorse che la sua voce suonava orribilmente come una supplica.
La ragazza si avvicinò a lui, appoggiando il volto sulla camicia verde acqua del padre adottivo.
"Io l'ho fatto da tempo."
Rispose, abbracciandolo.
"Ti voglio bene, zio Laguna."
Concluse lei, ed egli spostò la mano a carezzarle i capelli neri. Non sapeva se la moglie e il figlio avrebbero mai potuto perdonare il suo errore, ma per il momento gli bastava avere a fianco la sua "bambina".
"Grazie, Elli, anch'io ti voglio bene."
Sussurrò, ricambiando il suo abbraccio.
 




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