Note iniziali: questa
one-shot è un missing moment dell’episodio 1x10 co-captain. L’episodio andrebbe
inserito dopo il momento in cui il signor Stilinski ammette che gli manca la
moglie e prima che Stiles accorra in aiuto di Scott causando l’incidente ai
danni di Peter e mamma di Scott. Buona lettura ^^
Look
after you.
When
I'm losing my control, the city spins around
You're the only one who knows, you slow it down
Look
after you. The Fray
“Lo sai mi mancava parlare con te. È
come se non ne avessimo mai il tempo…”
“Papà scusa devo fare una telefonata. Torno
subito.”
“Dico davvero. Mi manca. E mi manca la
tua mamma.”
“Che cosa hai detto?”
Episodio 1x10. Co-Captain
Quando, dopo aver terminato la telefonata, Stiles si
affrettò a raggiungere il padre lo trovò profondamente addormentato; la testa
abbandonata sul tavolo e gli occhi serrati.
“Ehi, papà…”
Stiles sussurrò sfiorandogli la spalla con aria
apprensiva.
“Papà!”
Ripetè a mezza voce scuotendolo delicatamente.
“Non è il posto più adatto per fare la nanna questo.”
Il signor Stilinski grugnì nel sonno, sistemandosi
meglio sui fascicoli che inondavano il tavolino. La mano destra dell’uomo era
ancora agganciata al collo della bottiglia.
Stiles tentò di sfilarla alla sua presa, cercando di
evitare dei movimenti troppo bruschi. Il padre continuò a dormire, pur
opponendo una leggera resistenza quando il figlio provò ad appropriarsi della
bottiglia.
“Sei un po’ inquietante quando dormi.”
Commentò a bassa voce il ragazzo prima di prendere
posto accanto a lui.
C’era qualcosa di incredibilmente triste e
malinconico intrappolato fra i lineamenti stanchi del signor Stilinski e Stiles
provò una leggera fitta al cuore nel riconoscerlo improvvisamente così fragile.
Così solo.
Sin da bambino, Stiles aveva sempre avuto uno
splendido rapporto con il padre. Nonostante gli impegni lavorativi lo tenessero
spesso occupato, l’uomo riusciva sempre a ritagliarsi del tempo libero da
trascorrere con Stiles per portarlo a pescare oppure in campeggio. C’erano
delle abitudini che avevano preso piega nel loro rapporto sin dalla morte della
signora Stilinski e che il piccolo Stiles, un tempo aveva considerato intoccabili.
Come la maratona di film comici il venerdì sera. O la visita al cimitero di
domenica.
Crescendo, quelle abitudini erano diventate episodi
sempre più saltuari, messe in secondo piano dai vari impegni di uno Stiles
ormai adolescente. E la faccenda di Scott e Derek aveva contribuito a ridurre
le poche occasioni in cui lui e suo padre avrebbero potuto abbandonarsi a una
tranquilla chiacchierata.
“Beh, la mamma manca anche a me.”
Ammise improvvisamente appoggiando il mento sul
tavolo e sospirando con aria stravolta.
“Di certo se fosse stata qui questa sera, ti avrebbe
infilato un calzino in bocca o qualcosa del genere. Russi da far paura, vecchio
mio.”
Aggiunse esibendosi in una smorfia divertita prima
di stiracchiarsi in maniera vistosa.
“O magari si sarebbe limitata a metterti qualcosa
sulle spalle; tipo una maglia o una coperta. Un po’ come faceva con me,
ricordi?”
La voce del ragazzo si incrinò lievemente, ma Stiles
continuò a sorridere; gli occhi nocciola velati da una leggera patina di
malinconia.
“Mi ricordo che quando ero piccolissimo, mi
addormentavo praticamente dappertutto. Ero una specie di dormiglione cronico
credo. A te e mamma bastava appoggiarmi per un attimo sul divano e quando
tornavate a prendermi, puff! Eccomi lì a dormire come un sasso. Chissà come
facevo…”
Mormorò con un guizzo divertito nello sguardo,
prima di sollevarsi lentamente dalla sedia.
“Ad ogni modo, quando capitava che io mi
addormentassi, la mamma afferrava la prima maglia che le capitava sottomano e
mi ci avvolgeva per benino. Dai, ero così nanerottolo che a volte mi rimaneva
scoperta solo la testa.”
Aggiunse con un accenno di risatina sfilandosi la
felpa. La adagiò con delicatezza sulle spalle del padre e indugiò per qualche
istante prima di sfiorargli una spalla con un misto d’impaccio e tenerezza.
“E una volta assicuratasi che non avrei potuto
prendere freddo in alcun modo – che mamma premurosa uh?- si sedeva accanto a me
e mi osservava dormire. Ogni singola volta. Questo lo devi ricordare per forza
papà…”
Commentò tornando a sedere, lasciandosi cadere
pesantemente sulla sedia.
“Perché sei stato proprio tu a raccontarmelo.”
Aggiunse riprendendo a fissare il padre con aria
malinconica, prima di lasciarsi sfuggire uno sbadiglio.
“Lo sai, ci ho pensato molte volte da quando me ne
hai parlato e mi sono convinto che… chissà, forse lo sapeva. Per qualche strana
ragione aveva già capito che ci avrebbe lasciati soli un giorno e…”
Fu costretto a fermarsi per permettersi di tirare un
profondo respiro. Una lacrima scivolò lenta lungo la guancia del ragazzo, ma
Stiles la ignorò.
“… Ha continuato a guardarci finché ha potuto. In
maniera da non dimenticarsi mai di noi.”
Concluse tornando a osservare il padre che aveva
finalmente posto fine al suo russare. Il signor Stilinski aveva ora il capo
rivolto in direzione opposta al figlio.
“Anche se, ammettiamolo, è difficile dimenticarsi di
uno come me. Il vostro Stiles è una sagoma, vero vecchio mio?”
Si sentì in dovere di aggiungere il ragazzo tirando
su con il naso.
In quel momento il cellulare di Stiles squillò
improvvisamente e il ragazzo sobbalzò, sollevando di scatto la testa dal
tavolo.
“Ma che diavolo…"
Imprecò a denti stretti affrettandosi a frugare tra
le varie tasche della camicia.
Scoccò un’occhiata furtiva al padre, ma fortunatamente
il signor Stilinski appariva ancora profondamente addormentato: l’alcool e la
stanchezza l’avevano steso per bene.
Stiles impallidì non appena fu in grado di leggere
il messaggio appena ricevuto.
“Emergenza Scott.”
Borbottò con aria stanca cacciandosi malamente il
telefono in tasca.
“Scusa papà, devo andare.”
Mormorò dandogli un colpetto affettuoso alla spalla
e affrettandosi a recuperare le chiavi del furgone.
Quando ormai aveva raggiunto la porta, il ragazzo rivolse
un’ultima occhiata indecisa in direzione dell’uomo addormentato.
“Senti, so che ultimamente ti ho creato un bel po’
di problemi…”
Si sentiva un po’ stupido a parlare con qualcuno che
non poteva sentirlo, ma in un certo senso, ammettere ad alta voce certi
pensieri, lo faceva anche sentire meglio.
“… Ma d’ora in poi cercherò di fare del mio meglio
per… sì insomma, per prendermi cura di te. Per la mamma.”
Il telefono riprese a vibrare in maniera fastidiosa.
Stiles lo zittì con un pugno male assestato che lo obbligò a massaggiarsi le
nocche in preda al dolore.
“Buonanotte papà.”
Mormorò prima di uscire dalla stanza e di sparire,
inghiottito dall’oscurità del corridoio.
Nota dell’autrice.
Ed ecco qui la Stiles&Papà (che in realtà è più
che altro una Stiles e basta *coff coff*) .
Innanzitutto ringrazio infinitamente la Mary (Fiery) per aver
avuto la pazienza di leggerla e correggerla [coccole fluttuanti tutte per te].
Che dire? Era da un po’ che sognavo di scrivere su
di Stiles e suo padre, e la dolcissima scena della 1x10 sopra citata, non ho
potuto esimermi dal farlo; questi due sono adorabili. Stiles è così genuinamente
attaccato a suo padre che riesce a commuovermi ogni volta e Stilinski senior
è un papà meraviglioso. Si vede come vuole bene al figlio, di come si preoccupi
per lui, forse anche nella speranza di riuscire a colmare il vuoto che ha
portato la perdita di mamma Stilinski nelle vite di entrambi. E niente, Stiles
è un odei personaggi più puri e genuini che abbia mai incontrato in una serie
TV. Dietro la facciata da buffone nasconde una sensibilità incredibile che mi
fa intenerire ogni volta. E niente, spero che vi sia piaciuta.
Anche in questa shot, così come nelle due precedenti
che ho scritto su Stiles, è presente una citazione dei The Fray. Mi
sembrava una cosa carina continuare sulla stessa falsa riga delle precedenti e
se mi è possibile, lo farò anche per le successive.
Un abbraccio forte a chiunque leggerà (e finalmente
non siamo più orfani, ma teen wolf ha una sezione tutta sua <3 Yay!)
Laura