Confessions
Titolo: Confessions
(The sea is a Muse: You can say
whatever you want)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 720 parole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji
Genere: Generale,
Romantico
(Dipende molto
dai punti di vista e dall'idea di romantico) ; Sentimentale
Rating:
Giallo/Arancione
Avvertimenti: Shounen
ai, Slice of Life
Piscina dei prompt: Zoro/Sanji: Girls and girls but you're the
one (Show me love, T.A.T.U.)
Vitii et Virtutis: Fede
›
Confessione
Prompt: 1°
Argomento: Momenti della giornata › Notte
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Starsene
poggiati al parapetto di poppa non era poi una così cattiva
idea, quella notte.
Sottocoperta faceva decisamente troppo
caldo, specialmente a
causa dell'approssimarsi della stagione estiva, e se contava poi anche
il russare della ciurma, beh... non aveva praticamente chiuso occhio
nemmeno per un attimo. Era stato proprio per quel motivo che
era uscito di soppiatto -
cercando di fare più attenzione possibile per evitare di
svegliare qualcuno - e se n'era andato lì fuori,
così da
godersi la piacevole brezza che si innalzava dall'oceano. L'odore della
salsedine gli arrivava alle narici ad ogni lieve folata di vento, e il
sottofondo creato dalle onde che si infrangevano contro lo scafo della
nave gli aveva praticamente riempito le orecchie, rilassandolo.
Tirò fuori da una delle
tasche il suo solito
pacchetto di
sigarette, mantenendone una con i denti prima di accostare la fiamma
del fiammifero appena acceso alla sua estremità, traendo una
lunga boccata
prima di alzare lo sguardo al cielo nero; poteva vedere le poche nuvole
sfilacciate che si rincorrevano fra la volta celeste, nascondendo alla
vista le poche stelle comparse quella notte, simili a sentinelle
solitarie in mancanza della luna. Gli venne quasi da ridere a quel
paragone che aveva fatto la sua stessa mente e scosse dunque il capo,
sentendo in seguito dei passi dirigersi verso di lui.
«Che
cosa ci fai qui fuori,
stupido sopracciglio?»
Chi altri avrebbe mai potuto essere, se
non quella cocciuta
testa verde? Senza
dargli peso, dunque, Sanji si riportò semplicemente la
sigaretta
fra le labbra. «Potrei fare la stessa domanda anche a te,
idiota
d'un marimo».
«Non
riuscivo a
dormire», replicò
lo spadaccino senza tanti giri di parole, al che il cuoco quasi
inghiottì la cicca che reggeva prima di stornare bruscamente
lo
sguardo su di lui. Annullò del tutto le distanze fra loro e
gli
poggiò una mano sulla fronte, ignorando il fatto che l'altro
avesse
assunto un'espressione tutt'altro che rassicurante.
Sanji aggrottò le
sopracciglia con vaga
preoccupazione. «Stai sicuramente
male», decretò infine. «Vado
a svegliare Chopper». Fece persino per allontanarsi, ma la
stretta poderosa di Zoro, che gli aveva afferrato un braccio con la
sinistra, glielo impedì.
«Dove
vai, razza
d'idiota», sbottò quest'ultimo, lanciandogli uno
sguardo irritato. «Non sono
malato».
Il cuoco ricambiò
quell'occhiata con fare
guardingo,
quasi non credesse minimamente alle sue parole. Da un po' di tempo a
quella parte quella stupida testa verde agiva peggio di quanto non
facesse al principio, il che era piuttosto strano. Che fosse a causa
della stagione estiva? Stava per caso andando in calore, quel marimo?
Per quelle costatazioni si diede mentalmente dello stupido qualche
attimo dopo, insistendo poi con il voler andare a chiamare Chopper per
fa sì che lo visitasse.
Zoro sbuffò pesantemente e,
agguantandolo
nuovamente per
un braccio, lo attirò verso di sé e
frenò nel
fondo della sua gola ogni sua replica, tappandogli la bocca con la
propria dopo avergli sfilato la sigaretta dalle labbra. «E'
il tuo essere donnaiolo», confessò infine,
sperando al
tempo stesso che quello stupido cuoco la smettesse di sparare cazzate. «E'
il tuo essere donnaiolo che mi fa andare in bestia e non mi fa dormire,
contento?» soggiunse, lasciandolo finalmente andare.
Sanji sbatté le palpebre per
qualche attimo,
quasi stesse
assimilando le parole appena pronunciate dallo spadaccino. Quando poi
ci riuscì, recuperò la cicca dalle mani
dell'altro e se
la riportò fra le labbra, abbozzando un sorriso
divertito. «Nami-swan
e Robin-chwan sono due fiori preziosi», esalò
sognante,
sbuffando fuori il fumo della sigaretta prima di scoccare una rapida
occhiata a Zoro - che frattanto aveva aggrottato la fronte in maniera
significativa e terribile -, inclinando un po' il capo di lato, «ma
lo sai che tra tante donne tu sei il solo, stupido marimo»,
soggiunse, e fu più che certo che, nonostante non potesse
vederlo attentamente in viso a causa della scarsa illuminazione, lo
spadaccino fosse arrossito.
Con un borbottio sconclusionato
quest'ultimo gli
scompigliò vigorosamente i capelli con una mano, passandogli
poi
un braccio dietro alle spalle per attirarlo a sé. «Smettila
di fare il cascamorto con me, cuoco», bofonchiò,
sebbene
un mezzo sorriso avesse incurvato anche le sue labbra. «Non
ti si addice».
Sanji sbuffò ilare. Non gli
si addiceva, forse,
ma se
così facendo poteva vedere il viso di quella stupida testa
verde
colorarsi un po', beh... gli piaceva maledettamente farlo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questa
seconda storia è praticamente assurda.
Sarà che qui fa un caldo bestiale nonostante siano le 00:14,
sarà che le zanzare mi stanno rompendo le scatole,
sarà
che in tv non c'è niente di decente... ma ho sentito
l'irrefrenabile desiderio di scrivere questa storia.
Credo comunque che Zoro e Sanji siano un pochino OOC - anzi, senza un
pochino, molto probabilmente lo sono e basta -, anche se è
perché ho dovuto piegarli un po' alle esigenze della storia.
La prossima cercherò di non sforare con il loro carattere e
farli agire nel loro modo di essere, perché nemmeno a me
piace vedere i personaggi OOC e questi due non sono di certo zucchero e
miele *rotola*
Come sempre, ovviamente, commenti e critiche sono ben accetti,
così che io possa
capire dove ho sbagliato.
Alla prossima.
♥
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