Premessa. Questa one-shot è
stata scritta prima che uscisse la seconda stagione di Teen Wolf.
All’epoca non si sapeva ancora che Jackson fosse stato adottato quando era
appena un neonato, quindi avevo scelto di immaginare che i Whittermore
l’avessero preso con sè un po’ più in là, all’età di
sei anni. Buona lettura!
“Jackson è uno
studente molto motivato.”
“Infatti lo
definirei come eccezionalmente
motivato”.
“Speravamo
iniziasse a essere un po’ meno severo nei propri confronti. Ha sempre preteso
molto da se stesso. Pensavamo dipendesse dal fatto che è stato adottato.”
Episodio 1x05. The Tell
A perfect boy.
L’orfanotrofio
di Beacon Hills è un concentrato di corridoi e schiamazzi infantili.
I signori Whittermore si aggirano per il
cortile della tenuta tenendosi a braccetto e lo sguardo di entrambi si sposta
da questo a quel bambino con aria curiosa. Sono nervosi, ma anche entusiasti al
pensiero dello straordinario cambiamento che sta per avere luogo nella loro
vita.
Richard e
Gloria Whittermore stanno per avere un
figlio.
Di lui
ancora sanno poco; hanno visto una foto e ne sono rimasti
letteralmente conquistati. Si chiama Jackson, ha quasi sei anni e due occhi
profondi velati di innocenza. Occhi chiari, proprio come quelli
Gloria.
Questo
dettaglio è stato sufficiente per convincerli a incontrarlo e i coniugi Witthermore già sentono che quel bambino finirà presto
per portare il loro cognome.
“Seguitem,i prego.”
A guidare i
due futuri genitori è la titolare dell’orfanotrofio che con un sorriso
incoraggiante li scorta fino alla sala dei giochi.
“Eccolo lì” comunica
loro la donna indicando uno dei ragazzini: è seduto su una panca e ha le
mani aggrappate alla punta delle sue scarpe da ginnastica.
È un bel
bambino il piccolo Jackson.
Ciuffetti chiari di capelli incorniciano
un visetto dai lineamenti delicati e l’incredibile ingenuità emanata dai suoi
occhi è messa in secondo piano dall’espressione seria e malinconica del suo
sguardo.
Sembra quasi
un piccolo adulto, un bimbo che gioca a fare il grande, con quella camicia
bianca perfettamente stirata e i pantaloni alla zuava.
Ma Jackson
non sta giocando e di questo i coniugi se ne accorgono all’istante. Ciò che
invece non possono comprendere è il motivo per cui il ragazzino si
ostini ad apparire così serio e controllato.
Non sanno
che all’interno degli orfanotrofi vige una divisione secca fra due tipi di
bambini: quelli che probabilmente verranno adottati e quelli che
resteranno nell’edificio fino alla maggiore età.
Al primo
gruppo appartengono i neonati, i ragazzini particolarmente carismatici o di
bell’aspetto, e i piccoli dotati di qualche straordinario talento. Nel secondo
gruppo ci sono la maggior parte degli adolescenti assieme ai bambini
più scontrosi e indisciplinati.
Sin dal suo
arrivo all’orfanotrofio, era stato chiaro a chiunque che Jackson appartenesse a
quel primo gruppo di orfanelli fortunati per via dell’aspetto grazioso e del
carattere mite e riflessivo.
Gli
orfanelli più grandi, quelli che erano lì da diverso tempo e che ormai miravano
con una speranza sempre più flebile all’adozione, provavano invidia nei suoi
confronti. Lo deridevano, alla stessa maniera con cui si prendevano gioco dei
ragazzini più fortunati di loro, già in lista per un incontro con dei
potenziali genitori.
“Anche se sei
bello, nessuno ti vorrà mai” alcuni ragazzini si divertivano a tormentarlo
con frasi simili, piene di risentimento.
“Nessuno
vuole un bambino frignone e cacasotto come te.”
Jackson ha
finito per crederci davvero a quelle parole pronunciate non per cattiveria, ma
per paura. Ci sta pensando proprio adesso, mentre i signori Whittermore fanno ingresso nella stanza, pronti ad incontrarlo.
Perciò non
apre bocca, mentre il suo sguardo diffidente incrocia quello incoraggiante di
Gloria Whittermore.
Resta in
silenzio, perchè non vuole dire o fare qualcosa di
sbagliato. Se sarà abbastanza bravo, abbastanza ubbidiente, forse nessuno si
ricorderà di dire ai grandi che è un bambino pauroso e che
piange sempre per tutto.
Forse lo
adotteranno. Forse avrà una famiglia, una famiglia vera. Di quelle
che si vedono nelle pubblicità delle merendine e nelle foto sui cataloghi
estivi.
“Buongiorno,
piccolo.”
È il signor Whittermore il primo ad avvicinarsi a lui; per
qualche strana ragione, con quel sorriso buono gli ricorda
l’eroe di un cartone animato.
Sarebbe
bello avere un papà come lui.
“Buongiorno,
signore.”
Jackson gli
stringe la mano. La stringe anche alla donna e si lascia abbracciare. Ha un
buon profumo: somiglia alla sua vera mamma, di questo ne è convinto.
Anche se in
realtà dei suoi genitori biologici non porta alcun ricordo.
I Whittermore sono gentili con lui. Jackson risponde
educatamente alle loro domande e aggiunge un grazie o un per favore al termine di ogni frase.
Inizia a
credere che forse le cose potrebbero andare per il verso giusto, quando Gloria
gli sorride affettuosa. Quel sorriso sembra essere davvero per lui. Non per il
signor Whittermore, né per qualche altro
bambino.
“Ascolta,
Jackson.”
Ancora una
volta è il signor Whittermore, Richard, a
rivolgergli la parola. L’uomo si inginocchia per essere alla sua
stessa altezza e gli arruffa i capelli con tenerezza.
“Che ne
diresti se un giorno di questi ti portassimo a casa con noi?”
Jackson non
è sicuro di aver capito bene.
“Come una
gita?” domanda titubante, chiedendosi se debba aggiungere alle sue
parole un per favore o un grazie da qualche parte.
Decide che
no, non ce n’è bisogno.
Gloria e
Richard si scambiano un’occhiata complice. Anche Gloria si china, per essere
all’altezza del bambino. Lo osserva con un sorriso pieno di affetto materno.
Gli occhi del piccolo orfano sono effettivamente e chiari e profondi, cerchiati
di una patina d’innocenza incredibile.
Proprio come
aveva notato dalla fotografia.
“Io e
Richard vorremmo adottarti, Jackson” spiega al bambino, stringendogli
una mano.
Ora Jackson
è sicuro di aver capito bene.
Non sa se
crederci o meno, questo no. Eppure non riesce a evitare che il suo cuore
incominci a battere più forte, in preda all’agitazione.
“Sul
serio?” domanda, sgranando
gli occhi. Richard ride del suo stupore.
“Sul serio” dichiara,
soddisfatto.
Jackson
sorride. Il suo è il primo vero sorriso della giornata. Finalmente il suo
sguardo si tramuta in quello di un normale ragazzino di sei anni.
Ora che la
sua espressione si è fatta più solare, più luminosa, quel ragazzino sembra
ancora più bello agli occhi di Richard.
È perfetto,
si dice. Perfetto per lui e per Gloria.
Jackson sarà
il futuro piccolo Whittermore.
“Sei un
ragazzo in gamba, Jackson. E sono sicuro che farai sempre del tuo meglio per
non deludere le nostre aspettative.”
“Sarà
bravissimo, signore. Lo giuro.”
Jackson non ha
idea di che cosa significhi la parola aspettative.
Quello che
però sa con certezza è che si impegnerà al massimo per ripagare le
attenzioni della sua nuova generosa famiglia.
Sarà un
bambino modello. Un ragazzino educato, diligente, obbediente.
Si sforzerà
di essere il migliore. Sempre.
Jackson Whittermore sarà un bambino perfetto.
E nessuno
abbandona un bambino, se è perfetto.
Nessuno.
“Ha questo bisogno di
superare le aspettative e di accontentare… Questo
desiderio di rendere orgoglioso qualcuno.”
“È evidente che c’è qualcosa che sembra
spingerlo a voler essere un gradino sopra gli altri.
Non vorrei essere troppo
franco, ma sembra quasi ossessionato.”
Episodio 1x05. The Tell
Nota
dell’autrice.
Jackson è uno dei miei personaggi preferiti della
serie e ci tenevo a provare a scrivere qualcosa su di lui. Il Jackson bambino si
sforza di essere un bambino perfetto, così come il Jackson che
conosciamo noi si sforza di essere sempre il migliore, a punto tale da
immischiarsi anche in faccende pericolose pur di primeggiare su tutti (la
storia del morso). Avendo scelto di rappresentarlo in un orfanotrofio non sono
riuscita ad immaginarlo viziato e arrogante come diventerà da adolescente. L’ho
immaginato più che altro riservato ed insicuro, facilmente influenzabile come
si può intuire da come ascolta le frecciatine dei compagni.
I nomi dei Whittermore sono
completamente inventati. Ho scelto Richard per il padre, perché l’attore che lo
interpreta è anche Richard Lockwood in The Vampire Diaries.
Grazie mille per aver letto!
Un abbraccio
Laura