Eppure,
eravamo inseparabili
Ayumi
Yoshida, Genta Kojima, Mitsuhiko Tsuburaya, Ai Haibara e Conan
Edogawa erano i cinque bambini più amici di tutta Tokyo.
Le maestre
dicevano di loro che si volevano un gran bene, che erano sempre
assieme, e ormai anche i compagni di scuola li vedevano come i
cinque migliori amici di sempre.
Beh, forse
quest'ultima definizione era un po' eccessiva...ma, si sa, i bambini
tendono sempre a esagerare un po'.
Tutti i
bambini...meno due.
Ovvero, Shiho
Miyano e Shinichi Kudo, meglio conosciuti fra i bambini come Ai
Haibara e Conan Edogawa.
Loro, non
erano certo dei marmocchi.
Erano degli
adulti, dei “grandi” rispetto a quei mocciosetti,
loro sì
che sapevano risolvere i problemi, che avevano i nervi saldi, che non
piangevano mai, che conoscevano mille e più cose difficili.
“Siete
proprio inseparabili!”, esclamò la loro maestra,
guardandoli.
Ayumi
sorrise, il suo era il sorriso sincero tipico dei bambini, quello un
po' stupito e felice...per un niente.
“Inseparabili!”,
ripeté, allegra. “Sì, è
vero! Siamo
inseparabili!”
Era l'ora
della ricreazione, tutti i bambini si trovavano nel giardino della
scuola.
La piccola si
girò verso i suoi amici e sorrise, di nuovo.
“Che ne
dite se, oltre che i Detective Boys, d'ora in poi saremo anche 'Gli
Inseparabili'? Vi piace come idea?”, propose, con aria
solenne.
“'Gli
Inseparabili'....”, ripeté Mitsuhiko, pensieroso.
“Sì,
è proprio carino come nome!”
“Ayumi, tu
hai sempre delle idee deliziose, come...come una torta alla panna e
al cioccolato!”, si complimentò Genta.
“Ma tu,
pensi sempre a mangiare?”, lo prese in giro Conan.
“Questo non
è vero!”, si difese l'amico.
Ayumi si
avvicinò a Conan e gli prese la mano. “Tu che ne
pensi,
Conan?”, chiese, arrossendo.
“Beh,
secondo me...uhm, sì, va bene.”, disse il bambino,
osservando il rossore sulle guance dell'amica farsi più
accentuato.
“Oh, lo
pensi davvero?”, domandò la piccola, sorpresa e
felice.
Conan annuì.
“E tu,
Ai?”, chiese Mitsuhiko, cogliendo l'occasione per rivolgere
la
parola alla bambina di cui si era innamorato. “Ti
piace?”
“Sì,
anche se non è molto originale”, rispose lei, con
la sua
solita aria distaccata.
“Bene!”,
esultò Ayumi, felice. “Se l'idea piace a tutti,
propongo di
fare un giuramento!”
“Un
giuramento...di che tipo?”, chiese Genta, curioso.
“Giuriamo
di essere per sempre inseparabili!”, sorrise la bambina.
“Che bella
idea, Ayumi! Se lo promettiamo, si avvererà!”,
esclamò
Mitsuhiko.
“Allora,
che stiamo aspettando? Giuriamo di essere per sempre amici!”,
promise Genta, prendendo la mano di Ayumi.
“Per sempre
insieme”, aggiunse Mitsuhiko, prendendo l'altra mano di Ayumi.
I tre bambini
guardarono Conan e Ai, con un sorriso speranzoso sulle labbra.
Mitsuhiko
tese la mano ad Ai, mentre un lieve rossore imporporava le sue
guance.
La bambina
guardò Conan, poi sorrise e prese la mano di Mitsuhiko.
“Prometto
di non dimenticarvi mai”, giurò. Era tutto
ciò che
poteva promettere loro.
Conan sospirò
e poi prese anche lui la mano di Ai e di Genta. Il cerchio si era
chiuso.
“Quello che
ha detto lei...”
******
“Perché
lo hai fatto?”, chiese Conan ad Ai, sentendosi un po' in
colpa.
“Sai bene che non potremo mai mantenere quelle
promesse.”
“I bambini
dimenticano facilmente i fatti avvenuti in passato”,
alzò le
spalle la piccola.
“Ma le
promesse devono sempre essere mantenute”, le fece notare lui.
“Vorrà
dire che io manterrò la mia, e tu anche.”
“E cioè,
quale?”
Ai guardò
il cielo. Se un'insegnante l'avesse guardata in quell'istante,
certamente avrebbe colto nel suo viso quell'espressione adulta e
matura che la caratterizzava.
“Quella di
non dimenticarli mai.”, rispose, con aria decisa.
Conan rimase
in silenzio.
“Stai
dimenticando una cosa importante. Nel giuramento erano comprese tutte
le promesse che abbiamo fatto...e noi possiamo mantenerne solo
una.”
Ai sbuffò.
“Come mai adesso dai tanta importanza a queste cose? Ah,
credo di
aver capito...il grande Shinichi Kudo, detective liceale, il migliore
in tutto il Giappone, si è affezionato a un gruppo di
marmocchi!”, lo prese in giro, con un ghigno.
“Ma no, che
dici”, mentì il bambino, non riuscendo ad essere
affatto
convincente.
“Beh, non
hai niente di cui vergognarti”, sorrise Ai con dolcezza,
“anche
io voglio loro bene.”
Conan la
guardò, stupito. “Davvero?”
“Ehi, ma tu
mi credi proprio senza sentimenti?!”, esclamò la
bambina,
ferita. “Mi stupisco di te!”
“Dai,
scherzavo!”, fece lui, ridacchiando. “Non posso
dire di capirti
fino in fondo, ma qualcosa di te l'ho intuita.”
Ai lo guardò
e trattenne un sorriso.
“Vorrei
tanto...”, disse in un sussurro, sperando di non farsi
sentire.
“Che
cosa?”, chiese Conan.
Ai esitò
un po' prima di rispondere. Non voleva finire la sua frase, ma...
Beh, del
resto avrebbe dovuto immaginare che un detective bravo come lui fosse
abituato a sforzare l'udito per percepire anche i più lievi
bisbigli.
“Ecco, io
vorrei tanto che mantenessimo tutti quelle promesse.”
Stavolta fu
Conan ad attendere prima di parlare.
“Perché?
Non vuoi tornare te stessa?”, domandò, cercando di
capire.
“Non
intendo questo”, scosse la testa lei, “quello che
voglio dire è
che...sarebbe bello, se restassimo amici.”
Lo guardò
negli occhi.
“Almeno io
e te.”
Il finto
bambino non riuscì a ricambiare quello sguardo. Sapeva che,
in
fondo a quei gelidi occhi azzurri, che apparentemente sembravano
indifferenti a qualunque cosa, c'era una piccola, minuscola speranza.
La speranza
di vivere una vita felice.
Con lui.
Conan
sospirò. No, non poteva realizzare il suo desiderio, non
lui.
Lui
voleva...lui doveva stare con Ran, non sarebbe
stato giusto un
altro finale.
Non dopo
tutto ciò che stava passando...
“Chi può
dirlo”, fece, mettendo le braccia dietro la testa.
“Il futuro è
imperscrutabile.”
Ai staccò
gli occhi da quelli del bambino e lo osservò allontanarsi da
lei.
Solo quando
le sembrò un qualunque moccioso della sua scuola
lasciò
che dai suoi occhi scivolasse un piccola, amara lacrima.
******
Shinichi
Kudo, non più Conan Edogawa, attraversava il vialetto che
conduceva alla scuola che aveva frequentato fino a qualche giorno
prima.
Una bambina
lo vide e gli si avvicinò.
“Ehi, tu!
Aspetta, fermati un attimo!”
Il ragazzo si
girò e...
Non riuscì
a trattenere una risatina.
Per la prima
volta vedeva Ayumi “dall'alto”, e solo ora si
rendeva realmente
conto di quanto fosse solo una bambina.
“Dimmi,
piccolina”, le sorrise.
La bambina
arrossì nel sentirsi chiamare in quel modo, poi
però si
concentrò su ciò che voleva dire.
“Tu sei
amico di Conan, vero?”, chiese, speranzosa. Shinichi
annuì
dopo un attimo di esitazione.
“Allora,
sai dirmi dov'è? Non lo vedo più da quasi una
settimana, sono preoccupata...”
Il detective
la osservò, poi sospirò.
“Mi è
giunta voce che si sia trasferito”, la informò.
“Che
cosa?!”
Gli occhi di
Ayumi si fecero immediatamente lucidi. La piccola si sforzò
di
non piangere, almeno non davanti a quello sconosciuto.
“Senti, gli
puoi dire una cosa da parte mia?”
“Va bene”,
acconsentì il ragazzo, abbassandosi alla sua altezza.
“Digli
che...che mi batte forte il cuore, quando penso a lui. Che gli voglio
tanto bene...che mi manca.”
Fece una
piccola pausa.
“Vuoi che
gli dica qualcos'altro?”, la spronò a parlare lui,
visto che
stava facendo ritardo a scuola.
La bambina
restò in silenzio, poi annuì piano ma non
parlò.
Shinichi la
fissò. Notò che una lacrima le rigava la guancia.
“...DIGLI
CHE NON HA MANTENUTO LA SUA PROMESSA!”
La piccola
era scoppiata in lacrime, non riusciva a smettere.
“Lui
non...”
“Avevamo
fatto un giuramento!”, esclamò la bambina,
interrompendolo.
“Le promesse si mantengono, e lui non l'ha fatto! Non lo ha
fatto
neanche Ai, ma a me importa soprattutto di lui! Perché io ne
sono innamorata...”
Shinichi le
accarezzò la testa, provando tenerezza e pena per lei.
“Eravamo
inseparabili...avremmo detto che lo saremmo sempre stati...”
singhiozzò la piccola.
“Sai”,
cercò di consolarla il detective, “mi ha detto di
dirti che
ti vuole tanto bene.”
La bambina
alzò il viso, e smise di piangere. “Davvero ha
detto così?”
Il ragazzo
annuì, sorridendole. Sulle labbra della bambina si
allungò
un sorriso stupito e gioioso.
“Anche io
gli voglio tanto bene! Tantissimo!”, esclamò,
tornando a
sorridere. Si asciugò le lacrime e poi rivolse un sorriso al
ragazzo con cui stava parlando.
“Scusami,
se ti ho fatto perdere tempo”, si scusò,
“non volevo darti
fastidio.”
“Non fa
niente”, le sorrise il detective. “Ciao, Ayumi.
Salutami Genta e
Mitsuhiko, va bene?”
Aspettò
un attimo, poi la guardò negli occhi. “Salutali
anche da
parte di Ai.”
La bambina
annuì, poi osservò il ragazzo che si allontanava.
“Un
momento”, pensò, quando ormai Shinichi era
lontano, “ma
quel ragazzo...come faceva a sapere il mio nome e quello di Mitsuhiko
e Genta?”
Non riuscì
a darsi una risposta.
******
“Ho
incontrato un ragazzo, mi ha detto che Conan si è
trasferito!”, annunciò tristemente Ayumi ai suoi
due amici.
“Meglio
così”, fece Genta, continuando a mangiare la fetta
di torta
che si era portato da casa.
“E di Ai
non ti ha dato notizie?”, domandò Mitsuhiko,
dispiaciuto.
“No”,
scosse la testa la bambina, “mi spiace, non gliel'ho
chiesto...però
ci salutano sia lei che Conan.”
“Va bene”,
sospirò il piccolo, accontentandosi.
“Ehi!”,
esclamò Genta, ricordandosi improvvisamente di qualcosa.
“Non
hanno mantenuto la promessa!”
“Già!”,
fece Mitsuhiko. “Non è giusto...”
“Ma no,
no”, spiegò Ayumi, “non è
stata colpa loro!”
Dopo aver
convinto i due amici, si allontanò e restò sola a
guardare il cielo.
“Mi
mancherete, Conan, Ai”, pensò, tristemente,
“mi mancherete
per davvero.
Mi mancherà
stare insieme a voi...giocare con voi...risolvere i misteri assieme a
voi!
Il nostro
gruppo non sarà più lo stesso senza di voi...ma
non fa
niente, se non avete mantenuto la promessa. Conan, sarò
forte,
come tu mi hai sempre raccomandato di essere. Davvero, lo
sarò.
Vi perdono, anche se non avete mantenuto la promessa che ci siamo
fatti.”
La campanella
suonò e Ayumi si diresse all'entrata della scuola.
“Eppure”,
sussurrò, mentre una lacrima le rigava il viso,
“eravamo
inseparabili...”
Angolo
autrice
Questa è
la prima shot che scrivo su quegli odiabili...ehm, amabili
ragazzini.
Per questo
motivo, per la prima volta in assoluto aggiungo un piccolo spazio
dopo la storia da dedicare ai miei commenti.
Sto scrivendo
a più non posso ultimamente, credo che se non mi fermo entro
qualche giorno intaserò il sito o.o
Comunque,
questa storia mi è venuta in mente (anche questa, purtroppo)
a
notte fonda. Credo fosse più o meno l'una e mezza, e
faticavo
a prendere sonno.
Dedico questa
one-shot ad Ayumi, che mi fa pena e tenerezza, visto che e innamorata
di Conan e non sa che lui, prima o poi, tornerà
sé
stesso e non passerà più ogni giorno in sua
compagnia
(si spera).
Vabbè,
meglio se vado.
Recensite?
Ogni critica e complimento saranno graditi ^^
A presto,
lettori!
Princess_of_Blood
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