stelle
Scie Luminose
“che facciamo stasera?” chiese Nicolas,
stravaccato come suo solito sulla panchina dalla vernice verde
scrostata.
Marzia lo guardò con il sopraciglio inarcato.
“quello che facciamo tutte le sere d’estate, quello che
abbiamo fatto ieri sera, e l’altra sera ancora. hai
presente?” Disse, con la sua solita vena acida che pulsava
d’insoddisfazione e d’irritazione. Era sdraiata sulla
panchina, le gambe piegate e lo sguardo perso nel cielo blu notte.
“non succede mai nulla qui...” sussurrò, passandosi
una mano sulla fronte. L’afa quella sera la stava uccidendo, le
zanzare si erano cibate del suo sangue zuccherino e le punture le
prudevano, non dandole tregua.
Il rumore di due motorini ruppe la quiete silenziosa. Da essi scesero
come due amazzoni, Erica e Martina, che svelte andarono a salutare gli
amici. Due baci sulle guance di ognuno e poi chiacchiere frivole a cui
Nicolas e Marzia risposero con malcelata noia.
“insomma ragazzi! è estate! Tra poco inizieremo
l’ultimo anno di liceo, godiamocela prima
dell’inferno!”
Si lamentò Martina, riprendendo il suo casco.
“c’è una festa da Paolo, ci andiamo? Barbecue,
alcool e piscina! Eccitante, no?!”
L’occhiata omicida di Marzia fu stroncata sul nascere dall’ultima coppia di amici che li aveva appena raggiunti.
Max e Leila scesero dall’auto e sbatterono le portiere con forza e rabbia.
“sono impossibili.” Borbottò Nicolas alla ragazza
che condivideva con lui la panchina. I due si sorrisero, pensando ai
loro amici, tanto innamorati, ma che litigavano sempre per sciocchezze
di cui nemmeno loro si ricordavano. Il litigio continuò
finchè Nico non li separò, costringendoli a fare la pace
con un bacio.
“come sei infantile.” Lo canzonò Marzia. Gli altri
quattro discutevano se andare o meno alla festa di Paolo. Intanto
Marzia e Nicolas, si erano riseduti sulla panchina e parlavano
tranquillamente con il sorriso sulle labbra.
Erano quei momenti che rendevano speciali le loro serate d’estate.
“è il metodo migliore per farli smettere. Farli pensare ai baci e al...”
“oddio! Nico! Sei pessimo!” lo interruppe lei tirandogli un pugno scherzoso sul braccio.
“allora, ragazzi, deciso che fare mentre tubavate come una
coppietta?” Max si avvicinò a loro sfregandosi le mani.
“non siamo una coppietta...” iniziò Nicolas.
“e non stavamo tubando!” concluse Marzia.
“si, si come volete...” Erica prese la parola. Era
convinta, come gli altri, del resto, che i suoi due amici si
nascondessero dietro una bellissima amicizia per non ammettere che
erano innamorati l’uno dell’altra. “le proposte sono,
o andare a casa di Paolo o andare a casa di Paolo. Che scegliete?”
Marzia ci pensò un attimo e poi guardando il cielo, esclamò: “le stelle!”
Tutti la presero per pazza e scherzarono parecchio sulla sua vena poetica e sensibile.
“è San Lorenzo.” Disse ad un tratto Nicolas, quasi a difesa della sua migliore amica.
“e io che ho detto!”
Leila prese da parte Max, sembravano due cospiratori. Dieci minuti dopo erano di ritorno.
“ok” iniziò Max. “ho il posto. Passiamo da
Leila, carichiamo un paio di coperte e le felpe per le donzelle
freddolose e poi si va.”
Gli altri restarono senza parole, Massimiliano, il più grande
indeciso tra loro, festaiolo convinto, aveva rinunciato alla festa da
Paolo per far vedere le stelle cadenti alla sua ragazza. Forse aveva
davvero qualcosa da farsi perdonare.
Max e Leila salirono in macchina, gli altri andarono in motorino. Meta,
il campo in cima alla collina, lontano dalla luce artificiale della
loro piccola cittadina.
Posteggiarono ai piedi della collina, da lì in poi potevano solo
salire a piedi. Erica e Martina fecero un po’ fatica, le
ballerine scivolavano sull’erba bagnata d’umidità,
ma anche Marzia, nonostante le scarpe semisportive, rischiò uno
scivolone. Venne salvata per un braccio da Nicolas, sempre al suo
fianco.
Chiacchierando e scherzando, giunsero in cima alla collina. Da
lì il panorama era davvero magico, la città era una
macchia indistinta di luce arancione.
Sulla collina, invece, il colore dominante era il nero della notte che
con il passare dei minuti diventava sempre più fitto. sulle loro
teste il cielo risplendeva di puntini bianchi, unica luce di quella
notte, le stelle. La luna era nascosta chissà dove.
Restarono a contemplare la città in silenzio finchè Martina non intervenne.
“sembra così...distante...”
“wow, Marti, un pensiero profondo da parte tua!” la battuta
di Leila li fece scoppiare a ridere e il silenzio profondo della notte
venne rotto dal loro vociare allegro e dalle loro risate spensierate.
Stese le coperte sul prato, si sdraiarono con il naso all’insù.
Ritornò il silenzio, lo sguardo fisso e le menti concentrate a cercare qualche stella cadente.
Le ore passavano lente, scandite solo dal venticello che si era alzato
leggero sulla collina e qualche braccio teso ad indicare il cielo,
quando a qualcuno degli amici sembrava che una stella cadesse verso di
loro.
“che noia! Marti, se ci sbrighiamo, magari la festa c’è ancora da Paolo...”
“buona idea Eri.”
Le due amiche non avevano la pazienza di stare ad aspettare,
contemplando il cielo, in attesa che qualcosa avvenisse. E dato che
nessuna stella cadente si era ancora vista...volevano dar sfogo alla
loro vitalità, ballando e scatenandosi alla festa di Paolo.
“vedrete, ora ne cadrà una!” esclamò sicuro
Nico, mentre guardava le due amiche sostenersi a vicenda per scendere
il pendio della collina.
E infatti, nemmeno cinque minuti dopo, urlarono tutti insieme, eccola eccola, là là.
“e un’altra!” Marzia era elettrizzata dallo spettacolo, indicava il cielo come impazzita.
“Marzia, quello era un aereo.” Le risate si spensero solo
quando comparve un’ennesima scia luminosa nel cielo. Max, troppo
impegnato a ridacchiare, se l’era persa, e, deluso, chiedeva in
continuazione dove fosse quella stella cadente ormai scomparsa.
“la prossima volta stai più attento.” Marzia
gongolava soddisfatta, lei l’aveva vista e forse aveva anche
espresso un desiderio.
“e dai, Max, non essere imbronciato. Ho espresso io il desiderio per tutti e due.” Disse con voce maliziosa Leila.
“credo che allora sia il caso di realizzarlo quel
desidero.” Poi si rivolse agli altri due. “ragazzi, voi
tornate da soli, vero?!”
“se l’alternativa è assistere a uno spettacolo a luci rosse...addio!”
Quando anche l’allegra coppietta se ne era andata, Nico si rivolse alla sua migliore amica.
“perché sei sempre così acida? Non vedi? Le stelle e la collina sono tutte per noi.”
“si, per noi e troppi insetti. E non mi stupirei di vedere qualche mucca nei dintorni.”
“sempre positiva, eh?” Nicolas si sistemò sulla
coperta, le braccia incrociate dietro la testa. "prova a goderti lo
spettacolo.”
“lo farei se tu stessi zitto.” Lo rimbeccò lei, ma con il sorriso sulle labbra.
E così fecero. Restarono con lo sguardo fisso verso il cielo, le
membra intorpidite dal freddo della notte che diventava sempre
più fonda.
Erano le tre di notte, quando il vero spettacolo ebbe inizio. Da sporadica la caduta di stelle, divenne una pioggerella leggera.
Le mani dei due ragazzi si intrecciarono, quasi in automatico.
“hai mai pensato che ci sia qualcuno...aldilà?”
“pensieri filosofici Marzia?”
La ragazza si volse verso il suo amico. “è normale pensare
di non essere soli in questo universo e che esistano tanti
universi sparsi chissà dove. Magari esistono tanti pianeti
Terra e su ognuno di essi due ragazzi come noi, guardano le stelle e si
fanno domande.” Solo quando erano soli, emergeva la Marzia
sognatrice, aperta alla fantasia e alla speranza, che rubava il
territorio a quella acida e pessimista.
“per ogni stella cadente, si deve esprimere un desiderio. Che ne
so...potresti desiderare di fare un incontro con gli
extraterrestri.”
“non si avvera mai nulla. È solo una stupida leggenda.”
“acida.”
“dico solo...che...” Marzia gesticolò al cielo in
cerca delle parole. “che se vuoi che qualcosa si realizzi devi
volerlo tu. E devi volerlo davvero, non semplicemente esprimere un
desiderio e aspettare. devi agire, non desiderare e bast...”
Non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Nicolas si posarono sulle sue in un tenero bacio.
“ho espresso un desiderio con l’ultima stella cadente.
Volevo che qualcosa cambiasse tra di noi...ma devo agire, non
desiderare, giusto?” le sorrise nell’oscurità,
accarezzandole la guancia con il pollice.
“giusto.” Marzia si sollevò sui gomiti e si sporse a
baciarlo. “devi agire e poi si che i tuoi desideri si
realizzano.”
Dal cielo continuò la pioggia di stelle, ma Marzia e Nicolas erano ormai su un altro pianeta.
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