Sapore di Germania.

di CamBk
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- Ehi Val, hai idea di quale sia la stratosferica sorpresa di cui ci ha così tanto parlato la Sacchi? - domando con tono sarcastico macchiato però da una punta di sincera curiosità alla mia compagna di banco, Val.

Si chiama Valeria, ed è una delle ragazze più belle della scuola; ma la sua è senza dubbio una bellezza inusuale. Non è una di quelle biondone platinate stile barbie, e faccina da brava ragazza. Val è val, la tipica sbruffoncella dall’aria perennemente incazzata; alta, snella, con dei lunghi capelli nero corvino, la carnagione chiarissima e due occhi color blu notte contornati da una sottile linea di eyeliner nero. Alle labbra porta un rossetto color melograno ed è una patita dei tatuaggi; ne ha cinque.
Oggi la vedo particolarmente bella, e come al solito attira gli sguardi dei più carini della scuola, che sembrano farle quotidianamente la radiografia; indossa dei jeans attillati e una canotta leopardata –nonostante sia pieno inverno- abbinata ad un giubbotto in pelle nero. A primo impatto ammetto che possa assomigliare a una ragazzaccia tutta sesso, droga e alcool ma Val è una okay, quella sua aria da bulla è solo frutto dell’apparenza.

- Viaggio nello spazio alla scoperta della vita aliena ! - grida, facendo roteare la testa innumerevoli volte attorno al collo, in un movimento che mi da l'impressione di non concludersi mai.
Ah, giusto. Scordavo un piccolo dettaglio; Val sarà pure di una bellezza da miss scappata da un concorso, ma non brilla certamente per carisma o intelligenza, ecco.

- Vaaal - la interrompo bruscamente con tono di rimprovero.

- Blablabla - mi fa il verso lei.

- Eddaaai - scoppio a ridere io, tirandole una gomitata di complicità.

Nell’ora buca di arte in classe da noi è un vero delirio e considerando che oggi è venerdì le cose si complicano in quanto le menti offuscate di quei vegetali dei miei compagni di classe sembrano sognare un miraggio che presto arriverà: il weekend. Eppure, alla terza ora, sembrano svegliarsi da un letargo e in effetti ad un branco di animali ci somigliano anche.
Non sorprende quindi, attraversando il corridoio di fronte alla 3c udire urli e versi animaleschi accompagnati come da copione dalle lamentele della ‘Vivi’, così chiamiamo noi la bidella del nostro piano.
Gli astucci volano come proiettili ad altezza d’uomo, J-Ax rimbomba nelle orecchie di quel tamarro di Max e la miss-non-sarai-mai-al-mio-livello si da’ una ritoccatina al trucco con aria maliziosa.
Bell’atmosfera, no?
Bisogna sforzarsi per crederlo, ma mi trovo realmente in una classe; sì, in una scuola in mezzo a pericolosi ‘atti terroristici’ in attesa del suono della campanella che ci riporti coi piedi per terra.

- Cinque, quattro, tre, due, uno.. ! - strilla Val nelle mie povere orecchie mentre un impertinente ‘drin’ rimbomba puntuale tra i muri cadenti a pezzi della scuola.

- Arriva la Sacchi, gente ! - esclama Lore, il secchioncella di turno - Ho sentito i tacchi ! - aggiunge.

E, dopo un fuggifuggi generale, l'ordine si ristabilisce e il rumore di tacchi si avvicina sempre più.

- Buongiorno miei giovani virgulti - saluta con voce pacata la Sacchi.

La Sacchi è la nostra professoressa di geografia, una gran donna, in tutti i sensi. Non ho idea di quanti anni possa avere, noi immaginiamo una quarantina; è alta, con dei lunghi capelli color biondo oro che le ricadono sulle spalle.
Porta sempre vestitini molto chic, e scarpe con tacchi che rigorosamente non scendono al di sotto dei dieci centimetri. Si trucca poco, giusto un velo di rossetto sulle labbra e del mascara sulle ciglia.E' davvero una bella donna, va ammesso;
per non parlare poi dell'enorme quantità di nozioni racchiuse nel suo magico e laborioso cervello ! Insomma, senza alcun dubbio una persona da ammirare.

- E come promesso, oggi vi svelerò la tanto attesa sorpresa - ci annuncia, lasciandosi cadere dolcemente sulla sedia della cattedra.

Io e Val ci lanciamo un'occhiata divertita, al ricordo dell'ipotesi di Val di qualche minuto prima.
- Guardate un po' qua - aggiunge la Sacchi, tirando fuori dalla borsa 17 biglietti aerei e la mappa di una città. Tutti scattano in piedi dalle sedie, e corrono verso la professoressa che, con aria divertita, attende una reazione.
Leggo veloce l'intestazione dei biglietti aerei: 'Milano (Italia) - Amburgo (Germania)'

- A quanto pare andremo in Tedeschia ! - dice Val, fingendo uno strambo accento tedesco facendo attenzione alla trasformazione delle R, e delle D in T.

Mi rendo conto solo dopo qualche secondo dello stato di estasi in cui sono piombata; Germania, la terra dei miei nonni paterni che ho sempre voluto visitare, sin da quando sono piccola.

- Mona, tutto okay? - si avvicina Val.

- Si, cioè, no. Almeno, credo. Intendo, figo ! - mi metto a saltellare, fare piroette, cantare.
Se mi sento un po' stupida? Bhe, forse un poco, si. Ma che dire? Germania, Amburgo. Terra di famiglia, e terra natale delle persone senza le quali ora come ora, non sarei nessuno.

- Mona, hai sentito? Si va in FrocioLandia a trovare i FrocioHotel, figata ! - esclama Ste, quell'idiota vestito da truzzo, che ascolta musica truzza, vive come un truzzo, in un mondo di truzzi.

- Devo ricordarti il colore della mia cintura di Karate? Mh? Ne hai bisogno? - ringhio io.

- Ahi ahi ahi, qui qualcuno è stato colpito nel punto debole, eh? - ricambia lui.

Ebbene sì, brutto idiota; ci hai preso. Si viaggia verso FrocioLandia, si, come l'hai chiamata tu. La terra dei FrocioHotel, si, come li hai chiamati tu.

- Dicasi anche Germania, dicasi anche Tokio Hotel - ribatto offesa io, e gli volto le spalle dirigendomi col mio biglietto tra le mani verso il mio banco.

- Forte questa sorpresa, prof ! - si lascia scappare Val, tra un saltello e un altro.

Si, decisamente forte sta sorpresa, prof. 





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