Spring in Winter
[ Quinta classificata
al contest «Yaoi is the way!»
indetto da Hariken e Silyia_Shio ]
Titolo: Spring in
Winter
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 976 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Monkey D. Rufy [ ZoLu ], Sanji Black-Leg [ Vaghi accenni
Sanji/Zoro
oneside ]
Genere: Generale,
Sentimentale,
Vagamente Introspettivo, Malinconico verso la fine
Rating:
Verde / Giallo
Avvertimenti: Shounen
Ai, Slice of Life, Missing Moment, What if?
Winter Challenge: 5°
Luogo ›
Bosco innevato
Piscina dei prompt: Zoro/Rufy:
A volte mi domando che
razza di Capitano sei. Sul serio.
Binks
Challenge: 2° Bosco
› 4° Delusione
Prompt: 9°
Argomento: Clima
› Freddo
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
A
Zoro non era mai piaciuta la neve. Non era mai riuscito a digerirne il
candore e la freddezza, o quella spiacevole sensazione che lasciava a
contatto con la pelle bollente; forse quand'era stato un bambino aveva
avuto anche lui i suoi momenti magici fra quella coltre bianca e
gelida, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare se fosse
stato realmente così oppure no.
Eppure lì, in quel bosco
innevato in cui
quell'unico
colore la faceva da padrone, gli sembrava che tutto quel bianco fosse
la cosa più bella che avesse mai visto: la cappa di fogliame
che
avrebbe dovuto essere sopra di lui si era ormai ridotta ad alberi
spogli ricoperti di neve, ad eccezion fatta dei pini che pullulavano in
zona; poco distante aveva quasi la certezza di udire il lieve
gorgogliare di un ruscelletto che sgorgava a valle, un piccolo
fiumiciattolo nato probabilmente dallo scioglimento di qualche lastra
di ghiaccio; solo di rado riusciva a sentire il richiamo di qualche
rapace, ma la cosa che più gli piaceva e lo faceva sorridere
era
a meno di tre metri di distanza da lui. Con quel
cappello di paglia calato in testa e quei vestiti leggeri nonostante il
freddo, Monkey D. Rufy appariva stranamente... buffo. Buffo, aye. Non
avrebbe saputo
trovare aggettivo migliore per descriverlo.
Saltellava avanti e indietro nella neve
nel vano tentativo
di
catturare un povero coniglio che sarebbe tragicamente diventato
la loro
cena - sempre se quello strambo Capitano fosse riuscito a prenderlo,
precisò a sé stesso lo spadaccino -, coinvolgendo
in
quella sua improvvisata caccia anche Usopp e il piccolo Chopper; rideva
come un bambino che aveva appena ricevuto un nuovo giocattolo,
ignorando palesemente l'arietta gelida che imperversava in quel
boschetto per concentrarsi unicamente su quello che era ormai diventato
un
suo personale divertimento. Quel ragazzino era unico nel suo genere,
davvero.
«Ah, che razza di Capitano che ci troviamo». La
voce di
Sanji richiamò parzialmente la sua attenzione, e fu con una
certa irritazione che il Vice Capitano si voltò verso di
lui, le braccia
incrociate al petto e la fronte aggrottata. Nel vedere
quell'espressione, però, il cuoco sorrise. «Non
guardarmi in quel modo, stupido marimo», soggiunse,
portandosi una sigaretta alle labbra. «Eri
talmente assorto che ho pensato sarebbe stato meglio risvegliarti. Non
sia mai ti vada in tilt il cervello, a furia di riflettere»,
ironizzò, facendo giusto un piccolo passo indietro nella
neve
quando la lama di una katana rischiò di colpirlo senza tanti
preamboli. Com'era suscettibile quello spadaccino, certe volte.
«Prova a ripeterlo, cuoco da strapazzo»,
rimbeccò
scorbutico, guadagnandoci solo una rapida occhiata sorridente. Sembrava
quasi che la situazione lo divertisse, e Zoro non riusciva proprio a
spiegarsi il perché.
«Tranquillo, non prendevo in
giro la tua quasi
nulla
intelligenza», replicò Sanji in tono sarcastico,
accendendo l'estremità della sigaretta prima di trarre una
lunga
boccata e alzare appena una mano per frenare una nuova rappresaglia da
parte di quella testa d'alga.
Zoro
bofonchiò qualcosa fra sé e sé,
riponendo l'arma
nel fodero. Non voleva dar ragione a quel cuoco di merda,
però doveva comunque ammetterlo a se stesso: sin dal primo
momento in cui l'aveva visto, anche lui non aveva fatto altro che
chiedersi che razza di Capitano fosse Rufy. Viveva
praticamente alla giornata e agiva secondo il proprio
istinto, senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Su quel
punto forse era l'ultima persona che avrebbe potuto criticarlo, ma,
davvero, certe volte non riusciva proprio a capire cosa gironzolasse
nella
testa vuota di quel ragazzo di gomma. Sorrideva in continuazione, era
un pozzo senza fondo ed era pronto ad attaccar briga con chiunque
minacciasse la sua incolumità o quella dei suoi compagni, e
a
vederlo era alquanto difficile credere che sulla sua testa pendesse
addirittura una taglia di ben trentamila berry. Eh, e pensare che se
l'era guadagnata proprio a causa sua. Ironia della sorte, probabilmente.
Sanji gli
diede un lieve pugno su una spalla, così da farlo riemergere
ancora una volta dal suo bizzarro mondo dei sogni. «Fai una
cosa
buona, stupido marimo», cominciò, sbuffando fuori
il fumo
della sigaretta, che si disperse nel bianco accecante che li
circondava, «porta
un cappotto a Rufy; prenderà freddo se resta scoperto in
quel modo».
Zoro sbuffò. «E perché dovrei farlo
io?» rimbrottò, ricevendo un colpo in testa.
«Muoviti e non fare storie,
spadaccino dei miei
stivali», gli fu detto dal cuoco, prima che quest'ultimo gli
lasciasse tranquillamente fra le braccia un lungo cappotto rosso che
spiccava come una macchia vermiglia in tutto quel bianco. Zoro
abbassò lo sguardo su di esso, osservandolo quasi con
venerabile
contemplazione; quel cappotto che aveva in mano rappresentava l'unico
punto di colore caldo e sgargiante in quel bosco, esattamente come il
Capitano a cui apparteneva.
Sorrise inconsciamente, incamminandosi
in direzione degli
altri
sotto lo sguardo di Sanji. L'espressione che aveva in viso il cuoco era
diventata mesta e distante, quasi si fosse perso nei propri pensieri;
non faceva altro che osservare con una certa delusione la schiena dello
spadaccino che si
allontanava sempre di più da lui, stringendo quel cappotto
come
se rappresentasse un vero e proprio tesoro. E quando
riuscì a scorgere il sorriso divertito che gli incurvava le
labbra sentì come se un peso gli si fosse poggiato sullo
stomaco. Rufy era l'unico a farlo sorridere in quel modo, doveva
farsene una ragione. Ciò
di cui
avrebbe dovuto accontentarsi erano solo i soliti litigi in cui si
cimentava con quello stupido marimo, non c'era niente da fare; e ancor
più se ne convinse quando li sentì battibeccare,
cogliendo immediatamente il tono diverso con cui
Zoro si rivolgeva al loro Capitano. Tra loro c'era una sorta d'alchimia
che non sarebbe mai riuscito a capire, purtroppo.
Sanji
trasse un'altra lunga boccata dalla sigaretta che reggeva con due dita
e socchiuse gli occhi, alzando lo sguardo al cielo terso sopra di lui
per fissarlo attraverso l'orlo delle ciglia. Tutto sommato
andava
bene anche così.
_Note inconcludenti dell'autrice
Beh, ehm,
ecco... nay, niente Zoro/Sanji pura,
per questa volta.
In realtà avevo in mente un pairing ancor più
insolito e
che in un modo tutto suo sta cominciando a piacermi un casino - se vi
dicessi quale mi prendereste per pazza, forse XD -, ma questa volta ho
deciso di optare per la Zoro/Rufy con un accenno Sanji/Zoro. E' un
altro pairing carino con cui sono andata in fissa da
un po' di tempo, forse proprio perché Rufy mi fa una certa
tenerezza, devo ammetterlo... e il suo rapporto con Zoro è
un
qualcosa che non so proprio descrivere a parole. ♥
Perché, aye, le Zoro/Rufy sono decisamente pochissime e
dovevo
scriverne una anche io, e non sarà la sola... quando prendo
l'avviata son guai! *Ride*
Mi sono presa un po' di licenze poetiche e si nota, comunque, ma spero
che me le facciate passare, per una volta *Sbatte graziosamente le
ciglia*
Ultima nota e sparisco: come si può notare dai banner,
questa
storia è stata scritta per due challenge e un'iniziativa; se
volete farvi un giro da quelle parti basta cliccare su di essi :D
Come
sempre, commenti e critiche sono ben accetti, anche perché
è la prima volta che uso questo pairing :3
Alla prossima.
♥
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