Non posso, Reg. Il sole mi sta chiamando.

di Elizabeth Darcy
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Un tipo di amore diverso, ma forse uno dei più degni di essere chiamati tali

Non posso, Reg. Il sole mi sta chiamando.

 

Un tipo di amore diverso, ma forse uno dei più degni di essere chiamati tali. Un amore saldo e resistente, di quelli che non si infrangono mai. Una sorta di giurata fedeltà, un patto, un’alleanza che può essere spezzata solo da un amore altrettanto grande.

L’amore fra due bambini che hanno stima profonda l’uno dell’altro, che stanno crescendo insieme, sotto la stessa famiglia, nella stessa atmosfera tetra e buia.

Ma i bambini sono bambini. Sono dei puntini luminosi in un universo nero. Le loro anime sono uguali, candide e unite fra loro. Niente e nessuno può mutarle, per un po’.

Ma accade che, ad una certa età, ciò che li circonda inizia ad entrare, a poco a poco, dentro di loro. Si intravedono le prime somiglianze con i parenti, le prime parole, le prime macchie del male che il mondo impone loro.

Due puntini luminosi fra miliardi, costretti a decidere drasticamente il loro destino troppo presto, vivono in una tenuta troppo grande per i loro cuori ingenui. Uno di questi puntini rimarrà acceso. L’altro si spegnerà, a poco a poco, e non avrà più un solo ricordo di quando era luce.

 

 

-Reg, muoviti, o la mamma ci scoprirà!-

-Non riesco a starti dietro. Aspettami. Come fai a correre così veloce?-

-Ho le gambe più lunghe. Qui dietro, non ci vedranno.-

Lo scroscio delle foglie, ai piedi dell’albero, smosse dai corpicini dei due fratelli, fece scappare due lucertoline spaventate.

-Non è abbastanza grande questo albero, per coprirci, Sirius.-

-Non dobbiamo nasconderci bene. Dobbiamo solo farle credere che noi non c’entriamo nulla!-

-Non credo ci cascherà. Ci starà cercando. Dovremmo andare.-

-Come sei noioso, Reg. Sei ancora così attaccato alla mamma? Sei grande, ormai.-

-Non dire così. Solo perché lei preferisce me.-

Sirius rimase un po’ turbato da quell’affermazione. Più che altro, perché sentiva dentro di lui che c’era del vero, nelle parole del fratellino.

-Guarda, Reg, lì, dietro agli alberi.-

-Non vedo niente, cosa c’è?-

-Il sole. Sta tramontando. Il rosso è il mio colore preferito. Non è bellissimo? Sembra quasi che ci inviti ad andarlo a vedere meglio. Attraversiamo il bosco, prima che faccia buio!-

-No, Sirius, io non voglio venire. Senti? La mamma ci sta chiamando.-

-Ti sta chiamando, Regulus. Non fare finta che si stia preoccupando anche per me.-

-Sono sicuro che cerca anche te. Dai, andiamo.-

-No, io non vengo. Vado a vedere meglio il tramonto, attraverso il boschetto. Dovresti venire con me.-

-Non posso, la mamma mi sta chiamando. Dai, andiamo via.-

-Non posso, Reg. Il sole mi sta chiamando.-

 

 

 

NdA: I due fratellini, Sirius e Regulus, di solo un anno di differenza, scelgono la loro strada. Naturalmente questo mini-mini-racconto è una metafora.

Spero che sia di vostro gradimento. Se sì, fatemelo sapere in un commentino ^^

Critiche assolutamente benaccette (ovviamente costruttive).

Un bacio,

Elizabeth Darcy.

 

 

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